— Cipí... cipí... — piagnucolò, — ... mi fa male qua, mi fa male qui! Mamma passera lo riportò dentro. — Vedi che cosa succede ai disubbidienti? — Mi
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un passero non resistette piú: senza dir niente si lanciò sul boccone e nell'istante che lo beccò scattò una molla e il passero restò strozzato. Un
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Il dí seguente Cipí, vedendo il gatto che riposava all'ombra del fico, disse fra sé: — Ecco là l'animale coi baffi e gli artigli invisibili! — E gli
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Cipí e Passeri capirono che per convincere i passeri bisognava avere le prove e una notte supplicarono la luna: — O bella e gentile regina della
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Come tutte le cose brutte, anche l'inverno un giorno fini. Palla di fuoco, che aveva fatto una cura ricostituente, si era irrobustito e una mattina i
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Appena i fratelli di Cipí impararono a volare, mamma passera accompagnò i figlioli a vedere che cosa c'era intorno al palazzo sul quale erano nati
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Mentre si pettinava, Cipí udí una vocina: — Ih, ih! che buffo ciuffetto hai! Si voltò di scatto, ma lí vicino non c'era che una timida margheritina
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la passeretta migliorava. Qualche volta essa diceva al compagno: — Che tristezza dover stare qui inoperosa, io che facevo tutto da sola e volavo piú
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! — Che c'è? — chiese Cipí sporgendosi fuor dalla tegola. Ma dovette ritirarsi in fretta, perché un altro vento, venuto dal mare, furioso gridava: — Uuuuu
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, — gli sussurrava la passeretta, — vuoi che lavoriamo tanto per nulla? Qualche volta, quando il sonno tardava a venire, ascoltava i rumori della notte
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; piòpiò... e sgusciavano birichini sotto le ali della mamma che rispondeva alle loro chiamate con amorosa pazienza. La seconda visita delle passere
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E arrivò il vento, che urlò alle rondini: — Si parte per il lungo viaggio sul mare! ... Siete pronte? — Sí sí, sí sì, — risposero le rondini; e per
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Una fredda sera che il sonno tardava a venire, Cipí si sporse dalla tegola e vide un fatto straordinario: nel muro della casa di fronte c'era un buco
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Prima che facesse giorno Cipí si diresse verso il nido di Cippicippi e quando vide la passera cercare disperata il figlio scomparso, si posò
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Si fece un silenzio di tomba. E Cipí raccontò: — Fu ieri sera: stavo aspettando il sonno quando vidi calare sul tetto due stelline che con belle
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Passerí disse: — Noi passeri del tetto abbiamo sempre avuto fiducia del signore della notte e ci sembra impossibile che sia un assassino. Io e te
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1. Nell'anno 1456, oltre a innumerevoli eventi che, seppure poco contassero, non lasciarono il mondo tale e quale (giacché non solo non cade foglia
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favorevole controlibeccio. Alcuni uomini si vedevano sul ponte: il timoniere e tre marinai che pulivano del pescato. Da poco, sul terzo di poppa, si era
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10. L'uomo vestito di nero, di cui Gentile mai seppe il nome e mai ascoltò la voce, lo prelevò prima della mezzanotte del terzo giorno, dopo che, al
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12. Come, al mattino, aveva soltanto schizzato il ritratto di Maometto, cosí nella seconda notte Gentile non tracciò che i primi segni di quello di
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ciocche scure, Gentile trovò nell'alloggio una giovane donna velata, che non apparteneva al numero di servi che lui conosceva. Sedeva alla maniera
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4. Nei giorni seguenti Sakumat e Madurer stettero molto insieme, giocando e parlando. — Che cosa dipingerai, Sakumat? — chiedeva il bambino. — Non lo
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15. Quella notte Gentile tornò dall'harem molto agitato. Bevve una coppa del vino dolcissimo che sempre abbondava, con altre leccornie, sulla mensa
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che domani l'opera sarà compiuta. L'uomo, che sempre aveva evitato di guardare la tela, distolse quella notte il volto con gesto piú brusco, come
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sorveglianza dell'uomo vestito di nero non cedeva. — Amilah, bella fra le belle, — disse Gentile con voce arrochita. — Certo sei a conoscenza che un
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di Amilah era l'immobile centro: anche quell'attesa finì. Ci fu un lieve suono di passi, di tende che si aprivano. L'aria si mosse: la gran cortina di
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20. Maometto Secondo parlò, ritirando lentamente la mano che lei, dopo il bacio, aveva trattenuto. — Amica stupenda, — disse, — benché io stia per
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tela ciò che si mostrava, dall'altra, il loro saluto. Giudicato compiuto il ritratto, Gentile comunicò a Kama Katuray che l'opera era terminata. Non ci
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che imbrattare con disegni di fantocci i libri suoi e altrui. — Da dove vengono, Filippo, — interrogava con brusca allegria il priore. — Da dove
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3. Veniva Filippo da Firenze a Prato, che nemmeno allora era gran viaggio, però da fare piú volentieri in compagnia che in solitudine. Gli camminava
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far figure. Prendi dunque di questo, che è il meglio, e al resto non badare. — Parlando male dite, frate Filippo, fai male, — gli rispondeva il buon
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occhi svelti, come a studiare il volto di quel rinomato. — Ero convinta ormai che ci avessi dimenticate, o per misteriose ragioni preferissi fare ogni
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avevano insegnato e la regola prevedeva. Più che pensare ad altro, seguire strade ed immagini della mente, sperimentava e si perdeva in un distacco
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, che certo conoscerai... — In verità no, madre Pia, — disse Filippo, tra sorpreso e pensoso. — Si vede che, parlando con rispetto, quel messere ed io
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tua serenità, puoi rifiutare. Proteggi pienamente il tuo raccoglimento... Tieni conto tuttavia di che servizio alla nostra chiesa, alla madre di Gesú
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, - disse piano Filippo. — Una di quelle che scacciano le altre: ma non ne parliamo. Ti stavo dicendo che, almeno all'inizio, il lavoro del monastero lo farò
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luce senza toglierne al modello nemmeno un raggio. — Suor Caterina, — disse senza alzare la faccia, rimestando in una ciotola, — io so bene che suor
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, mi accorgo, sta diventando un dono miracoloso. Confesso che dopo alcuni giorni, non vedendo nulla apparire sulle pareti, la mia impazienza di padre mi
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non che, senza segno o ragione, anzi al mezzo di una pietosa obbedienza, suor Marta era scomparsa. Violento, greve, il signore fece domande su
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garza bianchissima entrava una luce abbondante e uniforme, che riempiva lo spazio come un latte gassoso. L'unico accesso dal resto del palazzo era la
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salamandre. Tutto lentamente nasceva, fatto di quello che Madurer e Sakumat sapevano e immaginavano e desideravano, abbozzando, cambiando, disegnando
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2. Un giorno bussò alla porta di Sakumat un capoterra grande e grosso, che portava il basso turbante caratteristico delle vallate a nord di Malatya
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parlano di un accumulo delle sostanze che gli nuocciono. Benché protetto, qui dentro, è impossibile che non gliene arrivi una piccola quantità... Questi
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, — perché il mare è grandissimo, e non ce n'è mai abbastanza. Pensavo che ci avremmo messo qualche isola, e altre navi: era un progetto che mi piaceva
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, maestro? Che flotta? — disse Domenico Cavino, che non era uomo rozzo, ma dovendo imparare l'arte della navigazione non aveva avuto gran tempo per le
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colori, opera eccellente delle anziane serve che lo accudivano e mantenevano perfetta la pulizia delle stanze in cui viveva. Quando il burban accompagnò
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sarebbe contento, vostro padre Jacopo, a vedervi cosí ben riusciti e onorati! — Son sei anni che è morto, — disse Gentile, abbassando appena la faccia
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4. Naguat Tafi, Signore dell'Isklar Dàgi, accolse Gentile e i cinque cavalieri che lo accompagnavano nel suo villaggio arroccato di fronte all'isola
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centimetri, come se, durante la costruzione, si fosse molte e molte volte deciso, a ritmo regolare, di aumentare l'ampiezza della sala. Ogni fascia, che
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8. Gentile taceva, perché non toccava certamente a lui iniziare la conversazione. — Penserai che io sia qui per parlare del ritratto, - disse
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