della sfera, e lo specchio convesso li riceve nella parte esterna. Il centro della sfera, di cui lo specchio è parte, si chiama centro di curvatura, o
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figura. La retta AL è l’asse principale dello specchio: ed ogni retta che passi pel centro C senza passare pel punto A è un asse secondario.
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Abbiasi, per esempio, una candela nel punto L () situata avanti ad un specchio concavo, avente il suo centro di curvatura in C. Se si avvicina la
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perchè le rette che uniscono il centro di curvatura C colla superficie dello specchio sono perpendicolari allo specchio relativamente ai punti di
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Portando la candela nel centro di curvatura C gli angoli di incidenza e di riflessione dei raggi sono nulli, l’immagine della candela coincide colla
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Se ora dal centro C si porta la candela più vicino allo specchio , in modo da accostarla al foco principale F si osserverà che il suo foco coniugato
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considerata come una riunione di un numero infinito di prismi, i quali hanno la loro base rivolta al centro ed il loro vertice rivolto alla
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colorati come nell'esperienza del disco di Newton. Questa esperienza si fa nel seguente modo: al centro ed ai margini di un disco di cartone si incolla
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Il centro ottico di una lente è un punto C sull’asse della lente (Figura 16). I raggi luminosi, che passano pel centro ottico di una lente, non
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Il centro ottico è proprio solo alle lenti non acromatiche, ossia alle lenti semplici, di composizione omogenea. Infatti, quando un raggio di luce
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punto A col centro della lente C.
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potranno anche ritenersi come equidistanti dal centro della lente, e l’immagine dell’oggetto sarà simile all’oggetto medesimo: ed il rapporto fra la
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dal centro della lente, ossia che fossero tutti sovra la superficie di una sfera di raggio dato. Le immagini di tutti codesti oggetti sarebbero
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principalmente ad una eccentrica incidenza dei raggi obliqui. Il suo effetto è di rendere curvilinee tutte le linee rette che non sono presso il centro dell
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apertura nel centro. Pare che questa disposizione sia stata ideata dal sig. Lake Price (a).
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molto piccola ed un campo grande; ma la superficie focale è allora sferica, essa ha il suo centro nell'interno dello spessore del vetro, che è
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destinato soltanto a ritrarre oggetti inanimati, e che permettono al fotografo una lunga posa. La quantità della luce al centro dell’immagine è circa
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dal centro alla circonferenza.
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dall’eccentrica incidenza dei raggi obliqui per cui, mentre diventano curvilinee, concentriche le rette un po’ lontane dal centro dell’immagine, viene
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concava verso l’oggetto, e con un diaframma un po’ distante sul davanti, le linee ai margini sono concave relativamente al centro, e quando si usa la
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Ciò è vero per ogni pennello obliquo, ed i loro assi passano tutti per un punto comune, che è il centro della combinazione simmetrica, il quale punto
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esattamente al centro tra di esse. In contatto della lente biconcava è posto un piccol diaframma.
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piccolo disco, o buon foco, perchè C è il centro del diaframma. Il foco è perciò il punto in cui l’asse del pennello incontra il parafuoco; epperciò la
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positiva delle lenti convesse. Vi è una limpida definizione al centro, e la definizione ai margini, e la pianezza del campo, è così buona come quella
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tre tratti. In questo oggettivo i flint sono menischi e di forte spessore, l’oggettivo è situato al centro dell’apparalto: due cilindri laterali
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. Pare che l’oggettivo panoramico del signor Sutton, che consiste in una sfera di vetro ripiena di acqua con un diaframma al centro, sia destinato ad un
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Per far questo, siano v1, v2, v3 le lunghezze focali geometriche del pennello misurato dal centro della sfera dopo la rifrazione alla 1a, 2a, e 3a
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dei raggi; per un campo visuale di 30° la differenza di luce dal centro ai margini è di 1 a 0,5, e ciò fa sì che il campo dell’immagine è
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pennelli luminosi paralleli soffrono la minore aberrazione sferica possibile, e l'immagine è al centro del campo della massima nitidezza, un tale
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; il campo è largo quasi 180°, e piano o curvo, secondo che si desidera; le linee rette non appariscono curve, non piegate nè verso il centro, nè verso
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affatto uniforme, sia per oggetti vicini, sia per oggetti lontani, sia al centro, sia ai lati, e le leggi della prospettiva vi sono così esattamente
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retta che congiunge il centro dell’apertura al centro dell’oggetto, l’immagine è simile a quest’oggetto; ma, se il vetro spulito è obliquo, l’immagine è
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La camera solare di Woodward non è che sia un istrumento perfetto, in essa l'immagine è inegualmente illuminata dal centro alla circonferenza, e
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circonferenza al centro.
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oggetti lontani. Se si osserva l’oggetto AB sotto l’angolo visuale AoB, ossia sotto l’angolo formato dagli assi secondarii tirati dal centro dell
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forte, ed affermano che le due immagini si reggono meglio con lenti intiere poste alla distanza di 6 centimetri da centro a centro. In questo caso le
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camere dovrebbe essere quella dei due occhi da centro a centro. Ma in questa maniera si otterrebbero immagini troppo piccole, epperciò i fotografi usano
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produzione dei ritratti, delle vedute istantanee, questa camera ha sempre la preferenza sulla camera ad un solo oggettivo. Dal centro di un oggettivo al
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, e da un centro all’altro di esse, ossia dal punto in cui l’asse di un oggettivo viene ad incontrare una immagine al punto dell’altra immagine
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sempre che il segno della divisione, il centro, ossia il punto più basso del menisco, e l’occhio dell’osservatore formino una sola linea retta.
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; mettendola piana, il liquido rimasto più abbondante verso un tal angolo ritornerebbe sopra se stesso verso il centro del vetro, e non mancherebbe di produrre
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più del vetro produrrebbe una macchia rotonda disaggradevole nel centro della prova negativa. Una tale macchia dipende certamente da ciò, che il
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a che l'immagine degli oggetti vi si dipinga sopra ben nitida e distinta sia al centro, sia alle estremità. Tu osserverai quest’immagine coprendoti
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oggetti devono essere tutti molto distanti, e nel mettere al foco si fa in modo che l’immagine nitida sia della massima nitidezza nel centro, cioè si fa
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più basse, più vicine all’oggettivo. La massima nitidezza nella prova ottenuta trovisi p. e. alla distanza di 20 centimetri dal centro del cartone, e
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Laonde spigoli verticali danno immagini non parallele, ma convergenti verso il punto in cui la verticale calata dal centro ottico della lente
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possibile, almeno due o tre volte l’altezza di esso, e che la camera oscura sia posta presso a poco al livello del centro della sua elevazione, perchè
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curva, nel cui centro di curvatura si trovi la camera oscura.
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altrimenti il liquido, tornando indietro, penetrerebbe nel centro della prova tra il vetro e la pellicola, da cui è difficile farlo partire.
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circolare sopra di essa, dal centro agli orli e dagli orli al centro, sino a renderla ben tersa e pulita.
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