píú dalla fame. — Stavolta, se c'è, ce lo pappiamo senza farci prendere,. — disse Cipí, — vado io a vedere! Planò sul cortile coperto di farfalle
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dei chicchi gialli! Fatti il gozzo intanto che ce n'è! Allora anche lui si mise a raspare, a estrarre i buoni chicchi gialli e a mangiarli. E intanto
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tornare a volare... se mi stai vicino sento che ce la farò. — Non dubitare, Cipí non tradisce gli amici! — disse il passero. E si slanciò fuori dal
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mare piú robusto che mai, spingeva nuvole pigre e testarde, gridando: — Largo! Largo! Devo riempire il cielo! Pian piano ce la fece: il bel cielo
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dobbiamo perdere il lume della ragione. Vediamo prima se c'è pericolo! — Vedete là, — disse Beccodolce con l'acquolina in bocca, — è grano scelto... ce
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strada, ce ne scusiamo, non ci accorgevamo del fatto: e poiché noi non siamo ubriachi piú di quanto tu sia prepotente e grosso di maniera, ti augureremo
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. — Questa sera, a Vespro, da una cortina della sacrestia, potrai vedere non visto le monache in volto. Fra le novizie ce n'è qualcuna così fresca e
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mi perdoni Iddio, perché non ti volti a guardare ogni donna, come sempre fai, a tua gran colpa. — Una malattia forse ce l'ho, mio buon fratello
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pirati erano alle manovre, in gran pericolo di cadere in mare. — Ce ne vuole uno? — disse il bambino. — Certo. Tutti i capitani da piccoli hanno fatto
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, — perché il mare è grandissimo, e non ce n'è mai abbastanza. Pensavo che ci avremmo messo qualche isola, e altre navi: era un progetto che mi piaceva
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ce la faceva piú a badare ad un gregge numeroso. Gli anni passano, e lui non è piú agile e robusto come una volta. Non riesce piú ad arrampicarsi per
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pennone per manovrare la vela quadra, e sotto il tiro dei greci nessun altro ce la fa. Ci provano in sette, e cascano giú come mosche, e si sfracellano un
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, voglio dirti due cose: ma tu ascoltando la prima, sappi che ce ne sarà una seconda. La prima è questa: immaginando in questi giorni il dono che mi avevi
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