tutto sereno, don Ambrogio Marzano andò a giuocare da don Crescenzo. Veramente aveva dovuto dare le solite quindici lire al suo cabalista ciabattino
quietamente l'usuraio, accennando alla maggior prigione napoletana. - Dovrebbero metterci voi! - urlò lo sfegatato cabalista, che era diventato mezzo pazzo, a
o dieci, un giudice del tribunale, un maggiordomo di casa principesca, un pittore di santi, malaticcio, il barbiere Cozzolino, gran cabalista
, mantenendo finanche, per sessanta lire al mese, un ciabattino, un cabalista che scriveva i numeri col carboncino, sulla carta. Don Crescenzo salì gli