| BORROMINI | (1599-1667) è il grande avversario del Bernini; con la |
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e specialmente, del valore dell’immaginazione che nel | Borromini | sarebbe arbitraria e chimerica, eccitazione fantastica |
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nella storia. Il Bernini possiede tutte le tecniche, il | Borromini | è soltanto architetto. Le tecniche del Bernini discendono |
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da un’idea, realizzano l’invenzione; la tecnica del | Borromini | è mera prassi. Il Bernini è sicuro del successo delle |
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sicuro del successo delle proprie tecniche; la tecnica del | Borromini | è ansiosa, tormentata, sempre insoddisfatta. Si sa che nel |
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rivelazione; contempla Dio nel mondo e si sente salvo. Il | Borromini | è come chi prega, invoca la grazia: sa perché prega, è |
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sono singolari coincidenze tra la posizione ideale del | Borromini | e quella del Caravaggio. Anche il Borromini è lombardo, |
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ideale del Borromini e quella del Caravaggio. Anche il | Borromini | è lombardo, cresciuto nel clima religioso dell’ascetismo |
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per se stessa e non per una teoria da cui dipenda; anche il | Borromini | ha un carattere aspro, intransigente, violento. Finirà per |
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non esiste più. L’ha risolto il Bernini (con cui il | Borromini | lavora in San Pietro e in palazzo Barberini) ponendo l’arte |
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pittore ed architetto, il Bernini architetto e scultore, il | Borromini | soltanto architetto. Tra questi tre maestri si dibatte, nel |
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figurative, con la poetica classicista della mimesi; per il | Borromini | è un’attività autonoma, legata alla specificità della |
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alla metà del secolo è ormai chiaro che il Bernini e il | Borromini | rappresentano i due poli opposti della cultura barocca, il |
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ai barocchi le loro incipriate parrucche. È roba da un | Borromini | — lasciamo indietro il Bernini, ch’è troppo grande — da un |
Scultura e pittura d'oggi. Ricerche -
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— lasciamo indietro il Bernini, ch’è troppo grande — da un | Borromini | rifatto artificialmente: lo sforzo di uno sforzo. Scultura |
Scultura e pittura d'oggi. Ricerche -
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può dire che lo spazio del Bernini dimensione, quello del | Borromini | situazione. La logica-immaginazione apre agli uomini una |
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il | Borromini | è ricerca, tensione, rifiuto del mondo, volontà di |
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sfrutta le possibilità illusive della prospettiva. Il | Borromini | si esprime per simboli quasi ermetici; mira alla massima |
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X, il Bernini è l’artista della corte pontificia; il | Borromini | è ricercato dagli ordini religiosi, specialmente da quelli, |
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nel 1646, Innocenzo X incarico Francesco | Borromini | di restaurare, per l’ormai vicino Giubileo del 1650, la |
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tra Bernini e Borromini. Nel rifacimento di San Giovanni, | Borromini | imposta il proprio programma operativo sul rovesciamento |
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sostanziale tra le due imprese consiste nel fatto che | Borromini | conserva, come dato storico ineliminabile, il perimetro e |
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della forma originaria di San Pietro, con il culto di | Borromini | per Michelangiolo, a cui pure risaliva in gran parte la |
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quella data) all’apparato decorativo? Con giudizio critico | Borromini | si rende conto che la configurazione definitiva del nuovo |
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poco prima di mettere mano al restauro di San Giovanni, | Borromini | avesse provocato, con il proprio referto tecnico negativo, |
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quasi fuori del tempo, ma che lo pone al fianco del | Borromini | nell’incipiente, inevitabile polemica antiberniniana. |
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soltanto a causa del fallimento dell’effetto idealo | Borromini | cerca di distogliere l’attenzione dalla navata centrale e |
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tecnica estensiva del Bernini e la tecnica restrittiva del | Borromini | siano anche relazione e scambio tra i due protagonisti: una |
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un armonico crescendo di altezze, di grandezze, di luce, il | Borromini | ha concepito l’insieme del nuovo San Giovanni; e proprio |
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Veramente, come dice Portoghesi, «non è impossibile che | Borromini | si sia intenzionalmente avvicinato qui alla tradizione |
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in uno spirito meditativo e critico come quello di | Borromini | (che Bernini e poi Milizia accusano di goticismo), il tema |
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vuoti tra le grandi masse degli edifici rappresentativi; il | Borromini | isola e fa scattare dal contesto urbano alcuni nuclei di |
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dal Bernini nell’assetto finale dato a San Pietro e dal | Borromini | nel restauro di San Giovanni in Laterano, non prende |
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è guidata dall’immaginazione del possibile, quella del | Borromini | dalla fantasia dell’assurdo: il Bernini può chiamarla |
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la salvezza o verso l’abisso. L’itinerario terreno del | Borromini | ha, cronologicamente, un termine preciso: il suicidio del 2 |
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dell’impegno morale. Non diversamente, poco più tardi, il | Borromini | prenderà ad esempio Michelangiolo, ma non nel senso |
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superamento del finito formale. Tanto il Caravaggio che il | Borromini | danno del maestro un'interpretazione rigorosa ed |
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anche se non d’immediata evidenza. Cinque anni prima il | Borromini | aveva concluso la costruzione di Sant’Ivo alla Sapienza, |
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con doppio loggiato di Giacomo della Porta. È vero che il | Borromini | assume i lati del cortile come un corridoio prospettico, al |
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delle incidenze luminose costituisce tra il Cortona e il | Borromini | una tangenza, che non rimarrà senza conseguenza storiche: è |
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di San Giovanni in Laterano per il Giubileo del 1650, il | Borromini | si trova alle prese con un grande spazio, di cui non può |
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stesso Bernini attraversa un periodo «classicista», mentre | Borromini | si forma addirittura nel cantiere vaticano, collaborando |
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di frequenza della vibrazione luminosa. Il luminismo che | Borromini | voleva ottenere era dunque un luminismo in chiaro, con |
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vedere nei migliori dipinti del Reni o del Sacchi, e che | Borromini | stesso aveva già sperimentato, fino ai registri più alti, |
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inerte, in bianco e nero. Quale effetto luministico | Borromini | volesse fin da principio raggiungere si può |
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il progetto di rinnovamento fu praticamente abbandonato e a | Borromini | non rimase che dedicarsi, con puntigliosa finezza, alla |
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andamenti rettilinei e curvilinei. Le architetture del | Borromini | e della sua corrente, fino al Guarini e al Rococò tedesco, |
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di San Carlo e nei soffitti di palazzo Falconieri, il | Borromini | usa le volte come superfici riflettenti), a rifrangersi nei |
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meno del Bernini, il | Borromini | si pone problemi ambientali, urbanistici; ma non si |
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d'una Roma dove viene ordinato sacerdote e dove | Borromini | ha lasciato il suo segno mescolandolo agli esperimenti |
L'arte di guardare l'arte -
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“naturale" del Bernini e l’immaginazione “innaturale” del | Borromini | o del Guarini: sono soltanto due modi o processi diversi |
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vuol essere l'artista ufficiale della Curia Romana e se il | Borromini | è l’interprete delle tendenze religiose degli ordini più |
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le insinuazioni del Bernini, il | Borromini | è tutto altro che un eretico: semplicemente non crede che |
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primo schizzo sulla carta all’ultimo ricciolo dell’ornato. | Borromini | disegna come Leonardo, tracciando molte linee, di cui non |
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Dio soccorrendo un infermo o sfamando un affamato, così il | Borromini | pensa di fare opera spirituale mettendo un mattone |
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è, a un tempo, innaturale ed esistenziale, lo spazio del | Borromini | diverrà così facilmente uno spazio «della vita», dimensione |
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terzo tema è quello che | Borromini | ha deciso per ultimo: le dodici edicole di marmi colorati |
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tribuna di San Pietro. I precedenti disegni dimostrano come | Borromini | avesse dapprima immaginato, nei pilastri che racchiudono i |
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enfatica dello spazio. Così sia il Bernini che il | Borromini | sentono il bisogno di prendere posizione nei confronti del |
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opera del | Borromini | è la facciata della prima chiesa che aveva costruito, San |
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perciò che le idee architettoniche e urbanistiche del | Borromini | abbiano avuto, anche fuori d’Italia, un'irradiazione |
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La relazione di teoria e prassi era già stata superata dal | Borromini | con la riduzione del primo termine al secondo; ma il |
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Bernini è un gran signore, che inventa e dirige; il | Borromini | è un operaio al livello del sublime. Sale sui ponti, toglie |
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classica, molto lontana dalla monumentalità berniniana. | Borromini | non imita i modelli classici, in cui pure la decorazione |
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borrominiana dell’impossibile. Come il Caravaggio, il | Borromini | è lombardo; come il Caravaggio, non ama Roma e ne diffida: |
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plastica di San Pietro. Anche il culto michelangiolesco del | Borromini | è amaro e quasi espiatorio, perché il mito di Michelangiolo |
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più vasta e comprensiva, più prossima all’universale. Il | Borromini | procede per progressive elaborazioni dell’idea iniziale, |
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della Basilica, realizzata dall’architetto Francesco | Borromini | in vista del Giubileo dell’anno 1650. |
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delle finestre. I critici neoclassici accusano il | Borromini | di lavorare come un ebanista: infatti intaglia nervosamente |
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da un atto intellettivo, l’ornato da un atto di devozione. | Borromini | sta alla lettera del dettato papale: conserva lo schema |
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ricordato la Galleria prospettica realizzata a Roma da | Borromini | nel Palazzo Spada Capodiferro in pieno XVII secolo (fig. |
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