Cognata, la vera malia è la mia disgrazia... Dovevo sposar voi... Sarei stato felice... Destino infame! Cognata, ci avevo voi nel cuore! Ma eravate
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Avete fatto bene a venire, mastr'Antonio... Avevo una barba da cappuccino...
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donne! ma che donne! lo la testa l'avevo sempre qui, al mio paese.
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carattere. Bambino, io covavo dentro di me le mie piccole amarezze ed i miei piccoli dolori. Avevo vergogna di farmi vedere piangente. Non so se questa
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. "Qualche giorno addietro, dunque, io ero ancora costà, avevo una sciabola al fianco, andavo a prendere gli ordini del mio colonnello, venivo a far visita a
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m'impedivano di studiare, le poche volte che ne avevo voglia. L'arte mi pareva una finzione suprema. Avevo già pronto il libretto di un gran melodramma, Isaura
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aveva regalato una copia della composizione ad una sua amica, che io non conoscevo. Non volevo veder nessuno, fuggivo le distrazioni, avevo la fama di
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tutte le notti, erano per lei, per lei salute e morte mia! Le parole d'amore che non avevo detto a nessuna, i baci d'amore che non avevo dato, i tesori
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piangere per me.... lo seppi più tardi, quando dissero che ero guarito.... Guarito? Io non avevo mai sofferto come allora. Io sonnecchiavo in una incapacità
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10 settembre. Ancora?... Avevo sognato che tutto fosse finito. Io ero rigidamente composto nelle tenebre iperboree e il silenzio stagnava
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Io non amavo quell'uomo. Anzi non amavo nessuno in quel tempo. La mia indifferenza in fatto di sentimento era serena; non amavo, non avevo il
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- susurrò l'ombra. Io, che avevo il terrore del sacrilegio, bestemmiai: - Lo giuro sulla Madonna.
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collegio. Tornata con lui, la nostra vita ritiratissima veniva quasi interamente consacrata allo studio. Eravamo affatto soli; non avevo amiche; non
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foglietto piegato in quattro, che spiegò, e lesse. Riconobbi subito il biglietto che avevo buttato alla finestra di Fiora: mi sembrava di sentire le
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come per vendere, e io davanti come per comprare: e mi interrogò coi piccoli occhi porcini, di solito sfuggenti allo sguardo che li cercava. Io avevo
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lei: ma la vedevo più seria del solito, preoccupata, e avevo rimorso di darle dispiacere: mi faceva pena, ma non potevo confidarmi con lei. Avevo
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dai mietitori, non osavo affermarlo neppure a me stesso. E se mi ingannavo? Avevo un rispetto della giustizia così forte, per la stessa ingiustizia che
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. Ma io avevo dentro di me il mio segreto e questo di giorno in giorno si faceva più grave e mi tirava giù e mi atterrava. V'erano dei giorni in cui
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scacciava, non mi rimproverava neppure: perchè? Mi venne in mente il dubbio che ella avesse paura di me: e infatti, sì, qualche volta avevo avuto impeti di
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dell'altro: io mangiavo, ma sempre più avvilito; avevo vergogna di tutto, oramai, vergogna di non aver neppure saputo morire. E il mio rancore si riversava
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foglio sul quale avevo versato le mie pene. Egli non l'aveva più. Gli domandai, sempre con cenni che rivelavano il mio dispetto, se l'aveva dato da leggere
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che ella mi giudicasse male per il male che avevo fatto, e credesse che io le confidavo le mie pene per farmi rimettere il debito, mentre in fondo
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. Eppure non mi disperavo se questo momento non veniva mai: perchè in fondo avevo paura, di questo momento: sentivo tanta poesia, tanta bellezza nella
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amica. La zia preparava la colazione: nel vedere che io mi indugiavo a casa mi rivolse qualche sguardo inquieto. Io avevo il dubbio ch'ella sapesse
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fatti miei? Perchè si opponeva alla vendita del terreno? E perchè non mi domandava neppure la ragione per la quale avevo preso i danari dall'usuraio e
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donna: mi pareva avessero tutti fatto lega contro di me, la famiglia del nano con la famiglia del gigante, per togliermi quanto avevo, proprietà, onore
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un'ignominia, di mostrarmi vile davanti alla vita: vile come tutti gli altri, come la madre e i parenti della bambina, come la zia che pure avevo tanto
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Ecco, dunque, che avevo dato via la mia bambina, senza neppure vederla, senza neppure toccarla. II nano era sparito fra la nebbia, il vecchio aveva
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, nella penombra, fu la porta-finestra difesa da una semplice persiana che dava sulla strada. Tante volte passando di fuori avevo veduto quella persiana
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e la sua pietà per me. La casa del dottore non era distante da noi più di un centinaio di metri, e già prima di arrivare alla porta io avevo fatto
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sera, e questo mi dava da pensare. Cammino, cammino nella pineta: bisogna dire che io non ero molto pratico del luogo perchè avevo sempre preferito
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svegliandosi da un sogno, sebbene non dormisse. Io avevo il lume in mano. Vidi la fiammella riflettersi in quei grandi occhi vitrei ed ebbi un senso
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alla sorte. Poco prima avevo sfidato lo stesso Dio a togliermelo: adesso andavo verso quel chiarore di casa abitata, per guardar bene in viso la mia
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segno di gioia. Avevo appena un anno quando caddi di braccio ad una servetta sventata: ferito gravemente alla testa, dopo una lunga infermità rimasi
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brividi, sapori, visioni di cose e di luoghi fantastici. In quel giardino ebbi la prima rivelazione dell'amore. Avevo tredici anni; ero felice e
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affaccia immobile, più scura della sua ombra. Dapprima non parve badare a me. Mai come in quel momento avevo sentito lo spasimo di non poter gridare. Mi
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al tavolino rotondo posto davanti al divano, ed era rossa in viso come non l'avevo mai veduta. - Sa già tutto, - pensai; - ebbene, meglio così. E andai
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Quanto a me, niente paura! persino la camicia avevo di ferro. È vero che il pubblico, davanti a cui si dava lo spettacolo, mi batteva le mani e mi
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principiò a piangere, a strillare in modo, che non ci lasciò più sentire quello che dicevamo. Seguitai la mia passeggiata, triste e commossa. Avevo letto
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dell'indomani si moltiplicavano senza fondersi. Avevo, è vero, Manzoni dalla mia, per il fatto che nei Promessi sposi si trova l'indomani, e con tale alleato mi
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; si sa, egli preferiva andare all'osteria. - Tu dunque rimanevi sola? Non ti annoiavi? - Non ne avevo il tempo. L'anno che la mia vicina cambiò casa
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, al mormorio delle fronde, tra il verde cupo degli alberi e il verde smeraldo delle erbe! Avevo colto molti fiori, ne avevo piene le mani e li recavo
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Mi avevano detto che la veglia canta stupendamente, e perciò avevo accettato il regalo di quel piccino ancora con la peluria gialla tra le piumine
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... Avevo dimenticato a casa il portamonete! Ma questa volta non risi; e tutta la giornata fui invasato dalla tristezza di non aver potuto fare, così a buon
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avanti, avevo dovuto percorrere in diligenza lo stradone provinciale da Catania a Messina, facendo sosta la notte a Giarre, a metà di strada; e il
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disse alla mamma mentre ella lo vestiva : — Vedi, mamma, il Signore ha sbagliato; gli avevo chiesto l'altro che muove testa e braccia e pare che suoni il
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della sorella con tanto di pancia, ch' era una vergogna, si mise a piangere più di prima, e sclamava: - Io l'avevo detto! Io l' avevo detto! Almeno
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Ed io? Io sogno, quante volte non provo le stesse precise impressioni di quando avevo vent'anni!... Quante volte sogno di mettere la prima veste
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forte. Ah! com' è bella la vita! Sì, vi avevo promesso. — Quando mi permetterete di venirvi a trovare, dovunque sarete... Poi fui in collera con voi che
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Sorrento, 8 maggio. Ah, che siete proprio tale come vi avevo giudicata! senza cuore, senza spirito, senza altro che lo spumeggiare delle vostre trine
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