L’ambivalenza dell’atteggiamento di Oldenburg di fronte al mondo, dove all’adesione si mescola il proposito di mutarlo conformandolo al desiderio, dà
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, mentre la mano sinistra tiene una tazza che aderisce al piano. L’atteggiamento è di persona che sosta finalmente, disarma per un momento, non tanto, però
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identificabili della persona. Mentre l’individuo tende a ricadere nell’anonimo, l’atteggiamento trae vantaggio da questo naufragio, ed anche l’apparato visivo
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dall’ambiente o dalle cose a cui sono amalgamate, poiché l’oggetto, determinandone l’atteggiamento, determina anche il loro unico essere: la loro
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fianco di un altro atteggiamento pietrificato. Alla fine i suoi prelievi compongono uno scostante universo accessibile solo allo sguardo: ed è quanto
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atteggiamento radicale non può spingere di per sé che verso risultati opposti, ogni generazione e ogni artista sforzandosi di caratterizzare al
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semplice profilo vale come riferimento, come segno della corrispondente immagine totale. L’atteggiamento di Hamilton si dimostra intellettuale e
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ricettive e sensibili e in un atteggiamento selettivo (onde l’esteta provvede a tracciare di sé una figura rara e aristocratica), ma in doti di aperta
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definitiva, si cerca di costringere l’uomo-consumatore a modificare il suo atteggiamento, a rendersi almeno conto sia dell’oggetto che della propria
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fungibili, è riscontrabile una connessione causale tra le condotte di ogni imputato qualificata da un atteggiamento volontario in termini di agevolazione