penetrante che mi si cacciò fin dentro l'anima: sguardo d'odio e tuttavia di fiducia in me. Alla mia volta io pensavo di vincerli tutti e due; con
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un'ipoteca dal diavolo sull'anima mia. II droghiere Tobia mi significò essere lui medesimo in persona che dava i denari: prima però doveva informarsi se
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vita: basta sapere anche noi sfruttare bene l'anima e le forze nostre, per poter pagare gl'interessi e profittare anche noi. Io penso così adesso
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odio e male idee contro di lei. Un brivido mi fece tremare l'anima al pensiero che forse ero capace davvero di farle del male. Ancora una volta mi
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quell'atmosfera gelida che prima gravava su di me sciogliersi, intiepidirsi come l'aria a primavera. La zia aveva pietà di me. Pietà, luce dell'anima nostra
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Il fatto è che quel mio bagno straordinario aveva peggiorato le condizioni dell'anima mia. E non mi sentivo neppure capace di ricominciare. Una
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, scrivo: una vera pioggia di parole, anche la mia, dall'anima torbida alla carta bianca; ma dopo che ho finito sento che neppure questo sfogo oramai mi
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lavoro e mi guarda: mi guarda arrossendo e poi reclina di nuovo il viso. Quello sguardo chiaro, vivo, quel rossore, mi penetrano l'anima, ne illuminano gli
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pure quello che non è mio, l'anima mia, la mia creatura.
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aveva dimenticato: qualche cosa di buono, di bello, che poteva persino raddolcire il cruccio inguaribile della sua anima. Sorrise e fece cenno di sì. Sì
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anch'io e feci cenno di no. No, il terreno io non lo vendevo più; mi sarei venduto l'anima; se occorreva, ma il terreno no. La zia non aveva cessato un
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, non più grande di una grande rosa, ma già vivo, balzante verso di me da una profondità che era quella dell'anima mia stessa. Gli occhi erano aperti
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tutti i lamenti e i canti che salgono dalla profondità della mia anima; ma a dire il vero la bambina non si agitava nè piangeva; era tutta dura
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completa non riuscivo a trovarla: una luce, mille luci tremolavano nell'anima mia smarrita, come le stelle nel firmamento scuro. E quell'impressione
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Albina dormì poco, quella notte. II calore del bambino si comunicava al suo corpo duro e legnoso ma sopratutto alla sua anima. Era un'anima dura
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vederlo di buon umore. Ma anche lui non s'impressionò e finse di nulla, nel vedere Bona col bambino: qualche cosa però dovette passargli nell'anima
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all'anima sentivo una gioia infinita. Lo giuro, adesso, s'ella fosse rimasta così un po' con me, a saziarmi del solo suo sguardo, non le avrei recato male
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cosa si slanciava dall'anima mia in alto, in alto, come un zampillo di fontana, e ricadeva su di me rinfrescando l'arsura del mio cuore selvaggio
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