Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: anima

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tali abbastanza, eccetto alcuni pochi (1). Ma pace a quell'  anima  ardente: e torniamo alla storia. Il realismo, quale si
se non, quasi per una comunicazione d' idiomi, dell'  anima  umana in istato soprannaturale, come quando si dice che i
della filosofia; c' era Iddio in tutta quanta la natura,  anima  e vita di questa. Dalla vita della natura Anassagora separò
il complesso delle cose intese, non è per questo che l'  anima  intelligente sia queste cose. Ignora Aristotele, con tutta
Aristotele che [...OMISSIS...] . Che se è ben detto, che l'  anima  intellettiva sia il luogo delle forme in potenza, consegue
sia il luogo delle forme in potenza, consegue che l'  anima  intellettiva sia distinta dalle forme, come il luogo da ciò
ciò che occupa il luogo. E se le forme sono identiche nell'  anima  e ne' reali, sono nell' anima anche i reali indivisi dalla
le forme sono identiche nell' anima e ne' reali, sono nell'  anima  anche i reali indivisi dalla loro forma, il che nega
anche fuori della mente. Ma se le specie esistono nell'  anima  intellettiva solo in potenza, anche l' anima stessa
esistono nell' anima intellettiva solo in potenza, anche l'  anima  stessa esisterà solo in potenza, poichè « è il medesimo ciò
che intende, e ciò che s' intende », e ciò che intende è l'  anima  intellettiva, ciò che s' intende sono le specie. Non si
si ritrae Aristotele da questa conseguenza, anzi chiama l'  anima  [...OMISSIS...] . C' è dunque nell' uomo, secondo
. C' è dunque nell' uomo, secondo Aristotele, un'  anima  intelligente possibile, che è lo stesso che le forme
stesso che le forme possibili. Ora come è tratta poi quest'  anima  all' atto? Sente egli stesso che non può bastare il
delle forme, e però è obbligato d' aggiungere all'  anima  stessa [...OMISSIS...] . C' è dunque nell' anima una mente
all' anima stessa [...OMISSIS...] . C' è dunque nell'  anima  una mente che diventa tutte le forme, [...OMISSIS...] ; e
come materia, e di mente in atto, dover essere nell'  anima  stessa, [...OMISSIS...] . Se dunque la mente in atto trae
[...OMISSIS...] . Ora questa materia e questa forma dell'  anima  sono la mente possibile e la mente agente. Queste due menti
ma unite fanno un solo subietto intelligente, una sola  anima  intellettiva completa. L' effetto della loro unione, quando
è ancora. Onde la mente in potenza non è ancora mente. L'  anima  dunque in quant' è mente in potenza, non è ancora anima
L' anima dunque in quant' è mente in potenza, non è ancora  anima  intellettiva. Che cosa è dunque per Aristotele? Senso.
(e non si credeva ce n' avesse un' altra migliore), l'  anima  umana non si potesse dimostrare immortale, perchè i
insegnato la sopravvivenza d' una parte intellettiva dell'  anima  (2), e altri luoghi delle sue opere esigendo una diversa
al concetto fino a' principŒ scientifici , dice che l'  anima  dee essere costituita in un dato modo, ma qui non dice
la natura di quest' anima, convien ricorrere ai libri dell'  Anima  e a' Metafisici, dove si vede che la natura d' una tal
e a' Metafisici, dove si vede che la natura d' una tal  anima  dev' essere intellettiva. Non è dunque il solo senso, che
fine agli Analitici posteriori descrive, ma il senso in un'  anima  intellettiva. La dottrina dunque propria dell' intendimento
di qual mente parli, e dice di quella « « per la quale l'  anima  conosce ed è prudente » [...OMISSIS...] ; e poco appresso
di avvertire che parla di quella mente « « colla quale l'  anima  raziocina e congettura » [...OMISSIS...] . Così distingue
funzioni o differenze appartengono alla stessa parte dell'  anima  di cui ha detto voler parlare (1). Ma l' averle chiamate,
pervenuto alla nostra teoria delle idee, che pone nell'  anima  umana una materia ideale indeterminata, e questa non esser
« l' essere possibile », distinto affatto dall'  anima  che l' intuisce. Le cagioni, che indussero Aristotele a
la coscienza , e non si deduceva la dottrina dell'  anima  dall' anima stessa, ma dall' analogia delle cose esteriori,
coscienza , e non si deduceva la dottrina dell' anima dall'  anima  stessa, ma dall' analogia delle cose esteriori,
ma dall' analogia delle cose esteriori, attribuendosi all'  anima  quella costituzione, che in queste si ravvisava. Ora in
anche ad Aristotele, nel secondo libro cap. due dell' «  Anima  », dove la materia è detta potenza , e l' atto è detto
diciamo d' intendere colla scienza , e d' intendere coll'  anima  : [...OMISSIS...] . Dove chiaramente apparisce, che
, quo appresso gli scolastici, l' uno de' quali l'  anima  , l' altro la forma ultimata cioè la scienza o la sanità .
parole: « Noi viviamo e sentiamo e raziociniamo coll'  anima  ». Si distingue dunque il noi dall' anima. Il noi indica
noi indica certamente il subietto, la persona umana . Ma l'  anima  non è ella anche persona umana? Se si distinguesse l' anima
anima non è ella anche persona umana? Se si distinguesse l'  anima  dalla persona, come gli antichi infatti distinsero «psyche»
dire acconciamente che: « noi viviamo e sentiamo coll'  anima  », intendendo per anima « la vita animale e sensibile ». E
che: « noi viviamo e sentiamo coll' anima », intendendo per  anima  « la vita animale e sensibile ». E probabilmente fu tratto
». E probabilmente fu tratto Aristotele a considerare l'  anima  come un istrumento con cui noi operiamo, dall' aver fondata
aver fondata la sua psicologia sulla definizione dell'  anima  generica, e però della più imperfetta. Ma dicendo egli
più imperfetta. Ma dicendo egli oltracciò che noi coll'  anima  « raziociniamo », non può più dirsi che noi facciam questo
», non può più dirsi che noi facciam questo coll'  anima  sensitiva. Coll' anima intellettiva dunque? Nè pure, perchè
dirsi che noi facciam questo coll' anima sensitiva. Coll'  anima  intellettiva dunque? Nè pure, perchè quest' anima siamo noi
Coll' anima intellettiva dunque? Nè pure, perchè quest'  anima  siamo noi stessi, subietto personale. Come dunque poteva
assurdo, poichè ponendo il corpo come materia e potenza, l'  anima  come forma e come atto, e dicendo che tutti gli atti
nella materia come in loro subietto (giacchè nega che l'  anima  sia subietto), viene a fare che il noi intelligente sia il
viene a fare che il noi intelligente sia il corpo e che l'  anima  sia il suo atto (2). L' anima umana dunque è ella
sia il corpo e che l' anima sia il suo atto (2). L'  anima  umana dunque è ella propriamente il subietto che sente
corpo suscettivo d' essere animato, cioè di ricevere quell'  anima  che è una ragione e una specie, componendo così l' uomo di
è la potenza di sentire o d' intendere, e quest' è l'  anima  sensitiva in quant' è costituita da un sentimento
suscettivo di modificazioni o sensazioni, ed è l'  anima  intellettiva in quant' è costituita da una prima intuizione
e quest' è l' intelligenza finita, come è appunto l'  anima  dell' uomo. Il vero dunque e reale subietto è costituito
altro che « il principio sensitivo e intellettivo che è l'  anima  in quanto è persona », e perciò il subietto non è la
subietto non è la materia, ma la forma dell' uomo, cioè l'  anima  intellettiva, che non è forma del solo corpo, ma di tutto
non del corpo puramente materiale, ma del corpo unito all'  anima  (3). Ma se l' anima è un atto del corpo, chiaramente
materiale, ma del corpo unito all' anima (3). Ma se l'  anima  è un atto del corpo, chiaramente apparisce che il corpo è
che il corpo è il subietto di quest' atto, e se l'  anima  è un quid corporis benchè non sia corpo, il corpo rimarrà
di novo il principale; e finalmente il dire che « l'  anima  sussiste nel corpo »è un non intendere la dignità e potenza
Aristotele nacquero in gran parte dall' aver considerata l'  anima  con principŒ troppo generici ed astratti (4), onde poi non
quando pose che l' intellettiva era un altro genere d'  anima  , [...OMISSIS...] , e che potea separarsi dal corpo
Da questa confusione avviene che Aristotele parli dell'  anima  intellettiva come fosse ad un tempo un atto subiettivo, e
e come fosse ella stessa obietto; negando però all'  anima  in genere l' esser materia e subietto, e accordandolo al
luogo adduce per esempio la grammatica. Aver dunque l'  anima  intellettiva ed essere sciente in potenza è il medesimo per
interpolatamente, come gli accomoda, Aristotele parla dell'  anima  intellettiva come fosse una forma obiettiva , come abbiamo
atto, questa entelechia del corpo, restringendoci all'  anima  intellettiva, ha egli stesso tre gradi successivi; il primo
successivi; il primo fa l' uomo sciente in potenza ed è l'  anima  intellettiva , il secondo è la scienza appresa come abito ,
volendo esser coerenti ai principŒ Aristotelici, che l'  anima  non solo è atto del corpo, ma anche subietto, perchè
più che mai, nel rispondere alla domanda: se quest'  anima  possa sussistere separata dal corpo, e dice e ripete, che
confessa di sì: « « Niente vieta, che alcune parti dell'  anima  sieno separabili, perchè non sono atti di nessun corpo » »:
relativo e dialettico. E ancora Aristotele descrive l'  anima  come subietto, ogni qualvolta la descrive come quella che
di questi (ciascun de' quali può in appresso rimanere nell'  anima  com' abito determinato, o può divenire oggetto d' attuale
quale si radichino tutte le attività dell' anima, d' ogni  anima  qualunque, e questa anche noi abbiamo ammessa (4). Ma
ecc.. Il che si conferma con queste parole: « « Nell'  anima  ragionativa inesistono i fantasmi come pure i sensibili
sentire , che prende la sensione per ciò che rimane nell'  anima  intellettiva dopo l' atto del sentire; e si può
constanter maneo , si derivava «menos», che significava «  anima  mente », da cui il latino mens . Viene dunque a dire
sia così, rilevasi anche da questo che, a spiegare come l'  anima  abbia l' universale, non si contenta della sensazione
Se dunque c' è, oltre il senso corporeo, una facoltà nell'  anima  umana, che quasi continuandosi al senso, forma gli
le seguenti: 1) Aristotele dice, che ci deve essere nell'  anima  intellettiva, « « una mente tale che faccia tutte le cose »
com' è appunto questo lume diverso dall' occhio. Così l'  anima  intellettiva ha l' idea, ma non è l' idea. E poichè altrove
E poichè altrove Aristotele nega, che sieno innati nell'  anima  « abiti determinati di scienza », [...OMISSIS...] , convien
per così dire dell' una e dell' altra esistenza, cioè dell'  anima  ch' esiste solo subiettivamente, e dell' essere ideale che
impossibile concepire l' umano conoscere, senza dare all'  anima  intellettiva qualche primo e fondamentale oggetto. Tale
intende. Così appunto chiama Aristotele la mente e anche l'  anima  intellettiva « principio con cui », principium quo degli
si porta l' atto della consapevolezza. Ammise dunque nell'  anima  qualche cosa COL QUALE ci procacciamo consapevolmente le
stesso modo avea detto che l' uomo conosce prima « per l'  anima  »intendendo « l' anima intellettiva o la mente ». In questa
che l' uomo conosce prima « per l' anima »intendendo « l'  anima  intellettiva o la mente ». In questa dottrina però non è
se stesso, e comincia a collocare nella natura dell'  anima  due elementi, un chè sensibile , [...OMISSIS...] , e un chè
già si vede, quanto Aristotele fosse lontano dal fare dell'  anima  umana una qualche statua condillacchiana, che anzi in essa
sono le stesse cose in potenza, cioè il sensibile dell'  anima  è il sentito [...OMISSIS...] in potenza » », e lo scibile
sentito [...OMISSIS...] in potenza » », e lo scibile dell'  anima  è il saputo [...OMISSIS...] , pure in potenza (4). Non è lo
detto in altre parole, esser così fatta la natura dell'  anima  umana ch' ella possiede un sentimento fondamentale , dove
indimostrabili, appunto perchè veduti immediatamente dall'  anima  intellettiva. Ma qual è il primo di questi intelligibili,
sono le altre parti, che colla mente formano nell' uomo un'  anima  sola: e perchè l' esperienza dimostra che l' anima non
uomo un' anima sola: e perchè l' esperienza dimostra che l'  anima  non invecchia col corpo, benchè possa essere impedita da
un atto primo di conoscere, e però ammette anche nell'  anima  umana una mente in atto e dice: [...OMISSIS...] . Riconosce
. Riconosce dunque la necessità di dare all'  anima  intelligente, acciocchè sia tale, un atto d' intendere
cosa intesa, [...OMISSIS...] (4). Colloca dunque nell'  anima  un intelligibile indeterminato, e come genere, attualmente
operazioni, che non aveva da sè. Ora Aristotele dice che l'  anima  è specie, e però pone che possa tanto stare da sè, quanto
e di subietto. Aristotele accorda quest' esistenza dell'  anima  fuori della materia non solo all' anima intellettiva, ma
esistenza dell' anima fuori della materia non solo all'  anima  intellettiva, ma ben anco all' anima sensitiva, poichè dice
materia non solo all' anima intellettiva, ma ben anco all'  anima  sensitiva, poichè dice che per vecchiezza il principio
l' amore, che hanno, delle sensazioni (5). E poichè l'  anima  separata non cade sotto la nostra esperienza, si fa a
Nel composto considera tutte le operazioni, e dice che l'  anima  è quella che le contiene tutte ed unifica e però non ha
e però non ha parti (6). Secondo questo principio, l'  anima  che contiene il corpo e tutte le operazioni del composto
il subietto ; ma in questo non è coerente, e fa che l'  anima  tenga qualche cosa del materiale, perchè avendo detto che
avendo detto che il corpo è la materia del composto e l'  anima  la forma, e la materia essendo per lui potenza, e l' anima
anima la forma, e la materia essendo per lui potenza, e l'  anima  di conseguenza atto, fece il corpo vivente subietto di
e impari e raziocini [...OMISSIS...] per mezzo dell'  anima  (2); e pure, come vedemmo, l' intendere [...OMISSIS...] l'
vedemmo, l' intendere [...OMISSIS...] l' attribuisce all'  anima  sola, senz' uso di corpo, e in mille luoghi parla delle
operazioni dell' anima, onde gli è forza di considerare l'  anima  come subietto paziente ed operante, e non come mezzo delle
e le sue parti sono istrumenti dell' anima, anche dell'  anima  sensitiva, riconosce questa per subietto, che adopera
come del loro subietto (5). Avendo dunque detto che l'  anima  rispetto al corpo è specie , e le specie si predicano del
fece che il corpo di cui si predica la specie dell'  anima  sia il subietto di questa, e questa la qualità essenziale e
come quando si dice - e lo dice spesso Aristotele - che l'  anima  è nel corpo; ma il subietto reale è l' anima, e però si
dice (quello che pur dice Aristotele), che il corpo è nell'  anima  come nel suo contenente ed unificante. Questo subietto
corporale, onde dice che la mente pare un altro genere d'  anima  (1), ed è non lontano dal considerarla un atto del corpo,
il pilota un atto della nave. [...OMISSIS...] . Quest'  anima  dunque, secondo Aristotele, è una sostanza dell' ordine
o specie intelligibili determinate, la mente ossia l'  anima  intellettiva non esce, se non quando è unita al corpo,
e onde venga [...OMISSIS...] ; e prima dice che c' è un'  anima  vegetale [...OMISSIS...] , che poi ne emette una sensitiva
(4). Di queste tre anime ossia gradi di perfezione dell'  anima  il rudimento è nella vita de' generanti ossia nel loro
dunque la mente, «nus», dall' anima, dico anche dall'  anima  intellettiva, «noetikes», in virtù della quale l' animale
aspetto d' intelligibile , ossia com' oggetto primo dell'  anima  intellettiva, e in fatti anche le parole che seguono
le parole che seguono dimostrano la mente distinta dall'  anima  stessa. [...OMISSIS...] . Dice dunque che la sola mente è
Tuttavia il corpo animato avendo in sè il principio dell'  anima  trina, cioè vegetale, sensitiva, e intellettiva
separata dalla materia, ma che avviene all' uomo, cioè all'  anima  intellettiva, e che pure nell' uomo stesso non fa uso d'
parmi che ne risultino due cose: 1 Che la mente informa l'  anima  umana e la rende intellettiva e così capace d' intendere i
mente. Questa mente è la mente in atto, che nel terzo dell'  anima  chiamò abito e lume, [...OMISSIS...] e che disse esser
al suo atto la mente potenziale, quella perciò che rende l'  anima  umana atta a trarre dalle sensazioni nel modo detto la
dalle sensazioni nel modo detto la scienza; poichè non ogni  anima  è atta a ciò, ma quella che è tale, cioè a cui è venuta dal
dice che le specie intelligibili s' intuiscono dall'  anima  nelle specie sensibili? Non può essere in alcun altro modo,
verità è l' essere , o affermato , o toccato, intuito dall'  anima  intellettiva (2); 2 Che le essenze e specie, essendo
venuta dal di fuori è quella che rende intellettiva l'  anima  che la riceve, ossia che dà all' anima « « la mente in
intellettiva l' anima che la riceve, ossia che dà all'  anima  « « la mente in potenza » » cioè a dire una facoltà atta a
che da Aristotele è anche chiamata « « mente dell'  anima  », [...OMISSIS...] », ed è definita « « quella con cui l'
», [...OMISSIS...] », ed è definita « « quella con cui l'  anima  raziocina e percepisce », [...OMISSIS...] » (2). Ora come
Ora come non si può raziocinare senza che anteriormente l'  anima  intuisca i principŒ, così questa mente dell' anima o
l' anima intuisca i principŒ, così questa mente dell'  anima  o facoltà di ragionare dee essere preceduta nell' uomo da
dunque, secondo Aristotele, sempre in atto, davanti all'  anima  intellettiva, e costituiscono la mente che viene dal di
è dunque, secondo Aristotele, la luce sempre in atto dell'  anima  intellettiva: vedremo in appresso a che cosa esso si
Analitici posteriori, dove descrivendo il modo col quale l'  anima  dalle sensazioni viene formandosi la scienza, dice che
[...OMISSIS...] . La condizione dunque che dee avere quest'  anima  è che abbia precedentemente in sè in atto il principio di
può conoscere, percepire, ragionare, e però distingue l'  anima  intellettiva che è in potenza, dalla mente che è in atto, e
è in potenza, dalla mente che è in atto, e colla quale l'  anima  intellettiva intende e ragiona tutto ciò che intende e che
sensi particolari ed esterni « ma una potenza interna dell'  anima  d' apprendere immediatamente »: onde questa potenza è
Aristotele intenda in genere questa potenza interna dell'  anima  d' apprendere immediatamente, e non i soli cinque sensorŒ,
come un' altra cosa, qual è la mente obiettiva (6). Ora per  anima  propriamente distinta dalla mente Aristotele intende « quel
raziocinare, [...OMISSIS...] : poichè ogni discorso dell'  anima  intellettiva ha bisogno dell' aiuto de' fantasmi. Dice che
lui prodotta esiste nell' uomo sano. E così pure diede all'  anima  intellettiva la facoltà di separare nelle cose reali la
senza luogo, s' uniscono a quell' unica essenza che è nell'  anima  cioè presente all' anima, e quivi hanno quell' essere o
all' anima, e quivi hanno quell' essere o essenza che l'  anima  pensa, sempre identica in ciascuno di essi. Nasce qui
tale essenza presente all' anima, nella quale essenza l'  anima  intellettiva li vede? ». Si risponde che, se si parla d'
li vede? ». Si risponde che, se si parla d' un'  anima  intellettiva singolare, essi non sono più a quest' anima,
essere, Platone dice, che si fa questa distinzione nell'  anima  , certamente intellettiva, [...OMISSIS...] e in generale
ospite eleate nel Sofista domanda: « « se concedano che l'  anima  conosca, e l' essenza sia conosciuta » ». A cui Teeteto: «
497 e segg.) ». Il fatto si è che l' operare dell'  anima  conoscente non produce altro effetto che nell' anima
dell' anima conoscente non produce altro effetto che nell'  anima  stessa, la quale si può dire in qualche modo che sia attiva
lume dell' umana intelligenza, il lume di Dio segnato nell'  anima  umana, il qual lume perciò Platone lo distingue
anime finite. Il Bene che colla facoltà intuitiva vede l'  anima  nel suo essere ideale, ad un tempo, colla facoltà che
una relazione a sè stesso, sia a sè stesso (4). Ora l'  anima  è vita, sentimento. Questo sentimento è suscettivo come di
e che imitano e si conformano alle idee, che trovano nell'  anima  stessa, onde come l' anima riceve le idee da Dio, e così s'
alle idee, che trovano nell' anima stessa, onde come l'  anima  riceve le idee da Dio, e così s' informa ella stessa, così
in esso improntandole. E come il Bene improntato nell'  anima  non è il Bene, ma una sua partecipazione e similitudine,
l' impressione delle idee nel sentimento inferiore dell'  anima  non sono le idee stesse, ma un cotal simulacro delle idee,
che « « la mente non possa concepirsi esistere senza un'  anima  » » (2). Il che non intende già affermare delle menti
create, ma assolutamente, con questa avvertenza però che l'  anima  che egli attribuisce alla mente essenziale, cioè a Dio, è
che « « la sapienza e la mente non sono mai senza l'  anima  » » (2). E quindi trae che « « nella natura dello stesso
trae che « « nella natura dello stesso Giove alberga un'  anima  regia ed una regia mente, a cagione della potenza della
principio d' ogni energia. Nè conviene intendere che quest'  anima  sia un' anima partecipata, ma lo stesso essere dell' anima,
energia. Nè conviene intendere che quest' anima sia un'  anima  partecipata, ma lo stesso essere dell' anima, il genere
sè determinato intrinsecamente. Laonde io stimo che quest'  anima  di Dio sia diversa da quella creata e partecipata che
che in questo esemplare ci fosse l' idea non meno dell'  anima  che del corpo del mondo, e che quindi il mondo fosse
corpo del mondo, e che quindi il mondo fosse costituito d'  anima  e di corpo perchè nell' esemplare c' era l' una e l' altra
c' era l' una e l' altra idea connessa insieme. L'  anima  del mondo dunque non è l' anima che c' è nell' esemplare,
idea connessa insieme. L' anima del mondo dunque non è l'  anima  che c' è nell' esemplare, ma una copia o imitazione di
ma una copia o imitazione di essa: [...OMISSIS...] . L'  anima  adunque dell' esemplare non è l' anima del mondo, ma quella
[...OMISSIS...] . L' anima adunque dell' esemplare non è l'  anima  del mondo, ma quella da cui fu ricopiata. Ma Iddio che fece
Ma Iddio che fece e l' esemplare e il mondo dovea avere l'  anima  sua propria, acciocchè potesse esser causa. Nondimeno la
altre cose che sono quaggiù in terra presso di noi, l'  anima  e la via d' esercitare il corpo sano e, infermo,
venerabilissima delle nature » », [...OMISSIS...] (4). E l'  anima  si chiama appunto la bellissima e venerabilissima natura,
Giove come causa suprema, [...OMISSIS...] , dee aver un'  anima  e una mente regale e che proporzionatamente sia da dirsi lo
le idee e così la sapienza. Conviene dunque distinguere l'  anima  e la sapienza dalla causa, e in questa sapienza l'
nel quale ci sono i vestigi dell' esemplare e c' è l'  anima  somministrata dalla Causa, e però diversa da quella propria
della causa. Questa non può esser causa se non ha l'  anima  in cui sta la forza causale e le idee, cioè l' Esemplare, e
impera al tutto, [...OMISSIS...] ed è quella che presta l'  anima  alle cose animate di quaggiù [...OMISSIS...] , e ugualmente
sieno le stesse idee che stanno nella sapienza e nell'  anima  della causa, ma è perchè le anime nostre prima di venire
vivente e operante, come avente la sua sede in una regia  anima  e mente. Ora si dice questo Giove dirsi figliuolo di
e questa non potendo stare da sè, dovea avere un'  anima  in cui fosse. Il mondo dunque dovea risultare d'
fosse. Il mondo dunque dovea risultare d' intelligenza, d'  anima  e di sentimento e di corpi ordinati; queste tre cose o
corpi ordinati; queste tre cose o piuttosto due (perchè l'  anima  è quella che ha l' intelligenza) congiunte insieme lo
[...OMISSIS...] . Dal che si vede che il mondo reale,  anima  e corpo, e noi stessi, anima e corpo, siamo, secondo
si vede che il mondo reale, anima e corpo, e noi stessi,  anima  e corpo, siamo, secondo Platone, al tutto distinti dall'
di eccellenza, e anche, secondo Platone, cronologico, l'  Anima  del Mondo dovette esser creata prima. Essa è una specie di
due specie. [...OMISSIS...] . Questa descrizione dell'  anima  risultante da tre elementi ha una singolare analogia con
che cosa intenda Platone per quel componente dell'  anima  che chiama il diverso «to thateron». Poichè non può con
significare i corpi, parlando qui della formazione dell'  anima  anteriore all' esistenza de' corpi e d' ogni corporeo. Che
corporeo. Che anzi dopo aver descritta la formazione dell'  anima  del Mondo, venendo ai corpi, dice così: [...OMISSIS...] .
la materia corporea, perchè è assurdo a pensare che l'  anima  si componga di ciò che è disordinato e qua e là a caso
della mente. Che anzi dicendo non che Dio facesse nell'  anima  già compiuta i corpi, ma tutto ciò che fosse corporeo,
escludendo non meno i corpi dalla natura dell'  anima  che ogni corporea materia. Parmi dunque di non andare
sentenza di Platone, tuttavia meditando la natura dell'  anima  umana, già da buon tempo mi ero convinto che lo spazio
a dirsi come Platone concepisca questo spazio nell'  anima  scevra ancora dal corpo, se, come l' abbiamo descritto noi
convien dire che insieme collo spazio egli desse all'  anima  un sentimento soggettivo proprio bensì dell' essenza media,
si trovava la natura del diverso , elemento dell'  anima  mondiale non ancora fornita di corpo. Ora questo sentimento
illustrare il magnifico mito del Fedro, nel quale l'  anima  è assomigliata « « alla natura risultante da una biga
diverso , cioè il sentimento e gli affetti che danno all'  anima  il movimento. E parimente supponendo che la natura del
del diverso , che Platone vuole uno degl' ingredienti dell'  Anima  del Mondo, sia il sentimento soggettivo, che s' estende a
tanto minori del maestro, potessero poi definire l'  anima  « « un numero che si move da sè medesimo » » (2), o in
la teoria del maestro. L' aver poi assegnato all'  anima  sola, senza il corpo, tutto ciò che spetta all' armonia e
e somiglianti, dando al corpo l' esser sensibile, ma l'  anima  dicendo « « partecipe del raziocinio e dell' armonia degl'
figure geometriche, anch' egli poteva esistere solo nell'  anima  e da questa esser contenuto, non essendoci parte
, ma, seriamente ragionando, in vece di dare all'  anima  le idee e notizie preconosciute, di cui all' occasione
come noi appunto l' abbiamo costituita, ponendo cioè che l'  anima  per sua natura sia partecipe d' un primo identico , «tautu»
identiche, cioè l' altre idee; e ponendo altresì che l'  anima  partecipi d' un primo diverso , cioè d' un sentimento
tutta insieme la dottrina del Filosofo, si rileva: 1 Che l'  anima  conosce sempre per quel suo elemento che Platone chiama il
allora c' è intelligenza e scienza. 3 E` sempre tutta l'  anima  quella che conosce con un interno movimento,
rimprovera Aristotele, e non ne fa più anime. 4 Essendo l'  anima  composta dell' identico e del diverso , ella di conseguenza
a se stessa, [...OMISSIS...] . Distingue dunque nell'  anima  il ciclo del Medesimo, [...OMISSIS...] , che produce l'
noi chiamiamo percezione intellettiva fondamentale dell'  anima  separata. Descritto a questo modo l' interno ordine e
niente vieta di concepire che il sentimento di quest'  anima  possa essere da certe leggi quasi screziato e variato,
1537 7 159.) », e sull' altra che le corrisponde nell'  anima  umana «( Psicol. 1726 7 1779) », le quale due leggi del
1726 7 1779) », le quale due leggi del Mondo e dell'  Anima  corrispondendosi e sintetizzando, non ne formano, a dir
due faccie o rispetti. Questa nobilissima verità, che l'  anima  abbia l' armonia in sè stessa, vide ed espose Platone nel «
Platone nel « Timeo ». Solamente che noi considerammo l'  anima  già dotata di corpo, e in relazione col mondo corporeo;
egli trova certe leggi d' armonica costituzione nell'  anima  prima ancora che questa sia immessa nel corpo. Il che gli è
gli è suggerito dall' opinione da lui professata, che l'  anima  abbia preesistito al corpo: opinione per vero erronea, ma
come per questa forza di sentimento armonico, di cui l'  anima  è per sè stessa dotata da Dio, ella era e dovea essere la
così mirabilmente spiega la virtù formatrice propria dell'  anima  «( Psicol. 17.7 7 1794) ». Certo che le leggi speciali
7 1794) ». Certo che le leggi speciali dell' armonia nell'  anima  racchiuse sono d' una tanta grandezza, moltitudine e
solo sensorio, cioè in una particolarissima facoltà dell'  anima  sensitiva e la universalizzò, prendendola per tipo, o tema
per tipo, o tema d' ogni armonia non solo di tutta l'  anima  umana, ma anche de' corpi celesti e in una parola dell'
però come supposizione e base una gran verità, che « « l'  anima  e l' universo sono coordinati insieme da una mano
principali leggi dell' armonia universale e di quella dell'  anima  devono essere le stesse. Se non che piuttosto che due
Se non che piuttosto che due armonie identiche, c' è tra l'  anima  e l' universo sintetizzante un' armonia unica e sola.
linguaggio, l' applicò a dichiarare la costituzione dell'  anima  che dovea dar poi vita ed ordine alla macchina corporea
ad esporre gli istinti armonici che Iddio pose nell'  anima  in questo modo. Dice che dopo aver mescolati insieme i tre
avverarsi, che in tutti gli istinti e modi d' operare dell'  anima  appariscano i tre elementi, da cui essa risulta. Le quali
da cui essa risulta. Le quali membra spirituali dell'  anima  vengono distinte secondo i numeri della doppia tetrade
. . .diviso . 256. Così la sostanza trina ed una dell'  anima  fu distinta in membra rispondenti alle ragioni, in cui è
meglio la grandezza di quest' armonica distribuzione dell'  anima  mondiale, a cui dovea rispondere il mondo visibile, prese
della dottrina: questa sta nel principio generale, che l'  anima  è la dominatrice del corpo, e quindi che ella stessa lo
le ubbidisce, di maniera che ogni movimento di questo all'  anima  è dovuto (1). Vediamo come ciò avvenga secondo la mente di
di Platone. Primieramente essendo nella sostanza dell'  anima  lo spazio immensurato, c' è il luogo dove Iddio poteva
dell' anima, «meta tuto», onde qui non lascia che l'  anima  dell' universo viva gran tempo separata dal corpo, secondo
materiale. 2 Dando a tutto l' universo corporeo un'  anima  sola, cade rispetto all' anima mondiale la censura che
l' universo corporeo un' anima sola, cade rispetto all'  anima  mondiale la censura che Aristotele fa ai Pitagorici e a
ai Pitagorici e a Platone, cioè che questi credesse, ogni  anima  poter convenire ad ogni corpo. 3 Dicendo che l' anima del
ogni anima poter convenire ad ogni corpo. 3 Dicendo che l'  anima  del mondo si volse in se medesima quand' ebbe il corpo e
che tutte le membra e i movimenti prima distinti nell'  anima  esprimevano non atti, ma potenzialità instintive. 4 Che
non atti, ma potenzialità instintive. 4 Che tosto che l'  anima  mondiale ebbe il corpo, i suoi due movimenti spirituali
medesimo e del ciclo del diverso , i due elementi di cui l'  anima  si compone. 5 Che quindi la causa efficiente e movente del
è che una cotale copia e imitazione di questo. 6 Che all'  anima  dell' universo, dopo aver data la vita a tutto il mondo
. Così il mondo corporeo non può rappresentare l'  anima  compiutamente; perchè quantunque ci vengano rappresentati
l' E`. [...OMISSIS...] . Descritta così la formazione dell'  anima  e del corpo mondiale, narra la formazione delle specie d'
di quella stessa sostanza, di cui aveva elaborata l'  anima  del mondo, un certo numero d' altre anime che distribuì ai
e per divina virtù immortali animali, cioè agli astri, un'  anima  seminale per ciascuno di essi, lasciando a cotesti divini
di vita, cioè non solo la vita mondiale sua propria, ma l'  anima  seminale che il rende atto alla generazione, nè mancandogli
generazione, nè mancandogli la corporea materia dalla sua  anima  e mente e virtù generativa dominata, abbia forniti e
continuo aiuto della natura mondiale, si moltiplica (4). L'  anima  dunque dell' uomo, formata colla stessa sostanza dell'
dunque dell' uomo, formata colla stessa sostanza dell'  anima  del mondo, e quindi de' tre elementi del medesimo , del
fuoco e d' aria e d' acqua e di terra per provvedere all'  anima  seminale dei corpi, allora quelle particelle rapite in
ad esse altro che i sensibili, tacendosi interamente dell'  anima  nel cui seno sono creati i corpi, onde dalla congiunzione
di quello de' sensibili, perchè vien posto da Dio nell'  anima  avanti della produzione di questi. Vi ha dunque nell' anima
anima avanti della produzione di questi. Vi ha dunque nell'  anima  qualche cosa di mutabile e molteplice che non è il
corporea tutta per la sua stessa essenza esser dentro all'  anima  contenuta (dove Iddio l' ha creata, inseparabile da questa,
cioè diverrebbe un essere assurdo), e altresì dall'  anima  pienamente dominata. La ragione dunque, per la quale le
hanno di necessità un' estensione, si è perchè dall'  anima  la ricevono; ogni estensione essendo nell' anima, e non
dal Creatore la quantità e la figura: così anche l'  anima  dominando e movendo questa materia e questa forza corporea
e delle chimiche affinità. Così la materia riceve dall'  anima  non già propriamente la forma ideale, che non può essere un
vedute e così intellettivamente apprese nell' idea, nell'  anima  nostra intellettiva si fa una cotale soprapposizione e
delle cose sensibili, essendo determinate dall'  anima  secondo le ragioni armoniche della sua interna
le ragioni armoniche della sua interna costituzione, e l'  anima  essendo con una così perfetta sapienza ordinata da Dio
dicemmo, sono assomigliate ad un giogo imposto da Dio all'  anima  ed alle cose, dal quale, insieme connesse, insieme
le idee loro corrispondenti, e le loro imagini nell'  anima  nostra colle idee, quasi direi, combaciandosi, diventano
cioè un solo oggetto della nostra percezione (3). L'  anima  poi, avendole presenti senza che con esse si confonda, le
perciò Platone esprime l' unione di tali idee coll'  anima  non solo col vocabolo di presenza , ma ancora con quello di
con quello di abito , come nel Sofista, ove dice che l'  anima  diventa giusta e sapiente per la presenza e per l' abito di
nelle idee corrispondenti; quelle dunque conducono l'  anima  a queste, e però si dicono similitudini di queste. E così
queste, e però si dicono similitudini di queste. E così l'  anima  è descritta da Platone come la mediatrice e il vincolo del
(2). Ma secondo Platone questa comunicazione dell'  anima  intellettiva coll' essenza involge un' azione reciproca,
intelligibile essenza, luce resa così indivisibile dall'  anima  stessa. Si consideri che, sotto la parola conoscere Platone
appropriarsi questa idea , che diviene così abito dell'  anima  e parte della sua propria natura. Conoscendo dunque l'
e parte della sua propria natura. Conoscendo dunque l'  anima  le idee, parte in modo speculativo e parte in modo pratico,
nella sostanza dell' anima. Onde nel Fedone dice che all'  anima  appartiene quell' essenza che si denomina « « ciò che è
essere è sempre il medesimo, ma che col raziocinio all'  anima  si manifesta qualche cosa di ciò che veramente è, e perciò
perenne immortale e stabile vita. E questo astrarsi dell'  anima  dal sensibile e vivere d' intelletto, dice Platone, che è
la natura. Onde distingue il considerare che fa l'  anima  gli esistenti per mezzo del corpo [...OMISSIS...] , dal
e scienza il secondo. Onde la filosofia insegna all'  anima  « « di non creder nulla fuorchè a sè medesima, in quant'
le essenze devono essere conosciute immediatamente dall'  anima  e non per alcuna effigie o copia che gliele presenti. A
presenti. A malgrado di questo, non confonde Platone l'  anima  intellettiva coll' idee, onde si contenta di dire che ad
sapiente, cioè l' idee; [...OMISSIS...] ; e che l'  anima  virtuosa, la quale in questa vita si divide colla
a sè cognato [...OMISSIS...] ; laddove all' opposto quell'  anima  che parte da questa vita infetta del sudiciume corporeo,
aspira? Partendo dai più eccellenti intelligibili dati all'  anima  umana, dall' idee più eccellenti di cui ella sia stata
l' oggetto proposto da Dio all' intuizione naturale dell'  anima  non è, secondo Platone, Dio stesso, ma il divino esemplare
Dio stesso, ma il divino esemplare del mondo, che alcun'  anima  intuisce più perfettamente, alcun' altra meno. Da questa
alcun' altra meno. Da questa intuizione naturale l'  anima  per mezzo del raziocinio può innalzarsi ad una sufficiente
per vere le cose dedotte. L' affezione che nell'  anima  corrisponde al primo di questi due generi è chiamata da
(1). Tutte queste quattro affezioni e funzioni dell'  anima  suppongono l' intuizione dell' essere. Quando conosciamo la
d' intelligibile [...OMISSIS...] , secondo Platone « « l'  anima  è costretta a far uso di supposti [...OMISSIS...] non
partecipate da alcun corporeo e sensibile, ma solo dall'  anima  per l' intelligenza. Da queste idee dunque vuole Platone,
può acquistarsi della divinità. Poichè il lume pel quale l'  anima  intuisce quelle idee e per esse è scorta alla cognizione di
di tali idee contemplandole ed imitandole, cioè all'  anima  del mondo, poi agli astri che ne sono avvivati, finalmente
quelle singole essenze (3). Avendo distinte tre specie d'  anima  (4), in rapporto a quel che è giusto per natura, quel che è
cognizione [...OMISSIS...] è l' effetto che consegue nell'  anima  che ha presente l' essere o la verità; la scienza
appartiene la materia corporea, al fine l' anima, e però d'  anima  e di corpo il mondo si compone (3), animale razionale, che
al corpo animato, e di sapienza, che si riferisce all'  anima  pura. Ora dice Platone che in questo stesso bene misto si
arti; e queste stesse talune sono pure e proprie della sola  anima  senza mescolanza d' alcun elemento attualmente sensibile,
specie o forme, che diventano intelligibili, tosto che l'  anima  che n' abbia il potere, le consideri in separato dalla
« le cose naturali non abbiano intelligenza, e l' abbia l'  anima  » » (2), e risponde, che nella natura la materia è quella
la forma, conoscibile cioè tostochè sia ricevuto in un'  anima  che sia atta a riceverlo scevro dalla materia. Dove
dell' arte, dice, sono quelle « « di cui la specie è nell'  anima  » ». [...OMISSIS...] (5). L' anima che vuol produrre un
di cui la specie è nell' anima » ». [...OMISSIS...] (5). L'  anima  che vuol produrre un effetto, per esempio la salute,
quello che cercava, la sanità, fine che era presente all'  anima  sin da principio. Il movimento dunque dell' anima, che
sia nell' anima, sia cioè la stessa specie finale dell'  anima  (1), tuttavia essa sola non è la causa efficiente della
delle leggi ontologiche e delle cosmologiche, che l'  anima  segue nel suo operare, senza scorrere altresì a toccare le
al corpo trovasi nell' identità di spazio, rispetto all'  anima  nell' identità di sentimento, ecc.; così la moltiplicità
del suo sentimento, parte psicologiche, venienti dall'  anima  che si lascia volgere, secondo la sua natura, a rispondere
sono due attualità, che si svolgono dall' essenza dell'  anima  razionale; esse appartengono all' ordine degli atti
ad un' altra. E così potrebbe l' attività radicale dell'  anima  essere totalmente esaurita nell' attualità della vita
che non pure nell' atto stesso, quando l' attività dell'  anima  è assorbita in qualche suo termine, cessa la possibilità
non forse oscura pei vestigi di quell' atto rimasti nell'  anima  abitualmente; onde dice: [...OMISSIS...] . Ma nella vita
ci piace osservare che, essendo la spontanea azione dell'  anima  più che altro quella che dirige la proporzione fra il
nella trattazione del quesito: « che cosa contribuisca l'  anima  del suo a mettere in essere l' armonia »; ma colà ci
essere l' armonia »; ma colà ci limitammo a parlare dell'  anima  sensitiva, come quella che riguardata in relazione al
primitivo, cioè della sensazione benchè cessata, onde l'  anima  si determina all' atto altrove sperimentato; 3 ma posciachè
che debbono riprodurre l' immagine, e ciò perchè l'  anima  sensitiva con un atto solo può operare più effetti, a cui
il quale definiva la musica « « una aritmetica dell'  anima  » ». L' anima sensitiva gode ella veramente dei numeri e
definiva la musica « « una aritmetica dell' anima » ». L'  anima  sensitiva gode ella veramente dei numeri e delle loro
gran mente, fra i quali Platone e Leibnizio, dessero all'  anima  sensitiva un cotal ragionare occulto e misterioso, la
agevole a prendersi dai grandi ingegni, poichè pare che l'  anima  sensitiva faccia le stesse operazioni che fa l' aritmetico,
quando veramente non ne fa nulla. Vogliamo noi che l'  anima  sensitiva sembri che tiri la somma di due quantità?
celerità dell' una e dell' altra barchetta. Vogliamo che l'  anima  sensitiva paia compire una sottrazione? Facciamo che mentre
con più non può qualsivoglia calcolatore. Vogliamo che l'  anima  sensitiva paia operare una moltiplica, una divisione, e per
armonia successiva abbiamo già toccato, parlando dell'  anima  sensitiva e recandone in esempio i colori ed i suoni
l' effetto della gradevole sensazione (attività dell'  anima  concorrente in tutte le sensazioni). II Funzione . - Quella
perchè questa presta la materia del pensare ed eccita l'  anima  sensitiva, che è anche ad un tempo razionale, a fare le
è il medesimo, quanto alla sostanza. Così l' influsso dell'  anima  sul corpo, la virtù che ha uno spirito semplice di mettere
incorporea e semplice anch' esso. Ora, noi non diamo all'  anima  altra virtù che quella che si spiega entro i limiti del
negare, poichè la continua esperienza ci attesta che l'  anima  colla propria energia modifica il proprio sentimento. E
fenomeni extra7soggettivi, e viceversa; e quindi perchè l'  anima  senza uscire dal proprio sentimento, operando unicamente
muoversi. Ed è da notarsi che questa maniera colla quale l'  anima  muove il corpo, è una maniera di suscitare il movimento
quantità di moto che già esiste, e non più; laddove l'  anima  produce, e per così dire crea il moto, nè si può assegnarvi
essendo il moto altrettanto, quanta è l' attività dell'  anima  sul proprio sentimento, che può essere ad ogni istante
disgregate e sconnesse, e possono essere mosse come all'  anima  piace, ed egualmente se trattasi di fluido o di solido
maniera tutta diversa dalla meccanica, colla quale l'  anima  suscita e crea il moto nel termine del proprio sentimento,
che si manifesta nelle gambe e nelle braccia, ecc.? Se l'  anima  imprime il movimento alla sostanza encefalica, e se è
di spiegare colle leggi meccaniche quel movimento, che l'  anima  imprime alle membra del corpo. Cessa all' incontro ogni
abbracciando la espressa teoria. Poichè in questa l'  anima  esercita quell' efficacia, che ella possiede, nell' esteso
avere quella forma, e per così dire quello stampo che all'  anima  piace, e variare a talento; onde nell' ordine
Che se si vuole che tali agenti sieno in potere dell'  anima  che li renda suoi ministri, non ripugna a pensare che anche
suoi ministri, non ripugna a pensare che anche di questi l'  anima  si possa in parte servire; ma primieramente non di questi
che diminuirsi, rimanendo le due questioni: 1 come l'  anima  possa far sentire il suo potere motore e dominatore a
converrebbe ancora ricorrere all' efficacia, che ha l'  anima  entro la sfera dell' ordine soggettivo, dalla quale non
attività istintiva, perocchè in tutte le sensazioni l'  anima  concorre colla sua attività (1). In questo fatto si vede
è una compiuta dimostrazione della semplicità dell'  anima  sensitiva. Che se si rifletta, di più, che l' animale non
stimolato separatamente in modo conveniente, rechi all'  anima  la sensazione, l' anima tuttavia non ammette che una
in modo conveniente, rechi all' anima la sensazione, l'  anima  tuttavia non ammette che una sensazione sola, quando sono
Questo fatto ci fornì una prova della semplicità dell'  anima  (2) e della sua distinzione da ogni organo corporale,
in altre parole, la diversità delle sensazioni nell'  anima  non è fondata nella diversità degli spazi occupati dagli
caso nostro. Come i due occhi non danno ordinariamente all'  anima  che una sola sensazione visiva, così l' anima agisce su
all' anima che una sola sensazione visiva, così l'  anima  agisce su entrambi questi organi con un atto solo, e vi
si consideri che gli organi simmetrici non danno all'  anima  nè sempre, nè necessariamente, una sola sensazione; si
da che dipende che ciò avvenga più o meno spesso? Dall'  anima  stessa in grandissima parte, la quale tende ad avere un
data questa azione simultanea e simmetrica, sorga nell'  anima  un unico sentimento. Se dunque la simpatia degli organi
di due organi è simile in modo da risponderne nell'  anima  un medesimo sentimento, anche l' attività dell' anima si
nell' anima un medesimo sentimento, anche l' attività dell'  anima  si manifesta eguale in due o più luoghi ». E` da
come facevano gli animisti, alla precipitazione dell'  anima  esacerbata, alla diffidenza dell' anima atterrita, alla
dell' anima esacerbata, alla diffidenza dell'  anima  atterrita, alla incostanza dell' anima da patemi agitata?
diffidenza dell' anima atterrita, alla incostanza dell'  anima  da patemi agitata? (1). Rimarrebbe in tal caso a spiegarsi
la natura di nessuna cosa; eppure le operazioni dell'  anima  sono determinate dalla sua natura. Noi diremo piuttosto che
col suo pensiero dedurre a priori gli uni dagli altri; l'  anima  poi non è che sentimento, e niente cade nella sua
il moto extrasoggettivo tiene col sentimento soggettivo. L'  anima  umana non è ella fatta per la felicità? Non è ella fatta
godimento; ovvero è da concedere che vi è un difetto nell'  anima  stessa, troppo precipitosa e veemente nell' operare, sicchè
di spingere la nostra inquisizione. L' istinto vitale  anima  il corpo; animarlo e renderlo sentito è per noi il
è la corporea) riceve il dominio e rimane modificata, l'  anima  gode della sua dominazione, ed è il piacere della vita.
ma che l' abitudine propria della passione desse all'  anima  razionale una grande suscettività, poniamo quella
la vita animale risulta da diverse reciproche azioni dell'  anima  nel corpo, e del corpo nell' anima (1). Quindi è che ogni
reciproche azioni dell' anima nel corpo, e del corpo nell'  anima  (1). Quindi è che ogni azione del principio vitale deve
onde nasce questo fenomeno se non da ciò che l'  anima  intellettiva, addolorata per la fatale notizia, sottrae le
viene diminuito od accresciuto dall' azione diretta dell'  anima  intelligente, e così mutato il corso zoetico. Che se noi
distribuita. In quarto luogo che ella riceva dall'  anima  quell' ultima qualità, che la rende attiva in sull' anima
anima quell' ultima qualità, che la rende attiva in sull'  anima  stessa, di cui abbiamo altrove parlato (1). Date queste
dipende, data l' organizzazione, dall' attività dell'  anima  sensitiva. E come questa attività può essere modificata
non essendo che la perfezione di quest' ultimo. L'  anima  intellettiva non si può unire che al sentimento armonico ed
dividesse il braccio dal corpo; e noi abbiamo detto che l'  anima  intellettiva non si può unire che al sentimento uno ed
che lo spazio immisurato sia dato dalla natura all'  anima  sensitiva, senza di che non si può spiegare nè questo, nè
cercando nella Psicologia esclusivamente la dottrina dell'  anima  intellettiva, non intendono che ella è condizionata alla
lavoro, e in qualche modo ricapitolarlo, la natura dell'  anima  semplicissima, e l' indefinitamente molteplice sviluppo
parte dell' opera. Vedemmo nella prima parte come l'  anima  sia una in ciascun uomo, com' ella sia il principio
lo costituiscono. Niuna concrezione di materia entra nell'  anima  umana, e però è spirituale; il suo termine primordiale è l'
ne separano quelle due parti ond' egli risulta, tuttavia l'  anima  stessa intellettiva è immortale, ed ha un' ordinazione all'
tutte è più ricca. Trovammo dunque nella semplicità dell'  anima  una molteplicità, organata ed armonica, quasi a lei
di così sublimi attività, di cui fu ornata dal Creatore l'  anima  umana? Quale è il naturale voto di lei? Che destino le fu
nella dottrina delle attività e leggi, colle quali l'  anima  si sviluppa ed opera, finisce la Psicologia ; fino dal
il primo dei quali è via al secondo, dove dei destini dell'  anima  umana ci converrà distesamente ragionare. Toccammo già del
creduto conveniente ed anzi necessaria questa dilazione. L'  anima  umana è un' intelligenza; ciò vuol dire, ha tal natura che
Dio e il concetto di ciò che è divino. Dimorando dunque l'  anima  intellettiva nell' essere divino e sempiterno, quasi ivi
alle cose tutte la congiunge, e le cose a lei; e però l'  anima  intellettiva, siccome ogni altra intelligenza, in questo
le dà tutte le altre cose. Il che rende manifesto come l'  anima  non sia il bene di sè medesima, anzi il suo bene sia un
pienamente della perfezione e della destinazione dell'  anima  non si può, senza uscire da lei; conviene che il discorso
quanto all' uomo è conceduto, a lei faccia ritorno. Come l'  anima  dall' essere eterno, nel cui seno ella dimora
necessario riserbarci a parlare intorno ai destini dell'  anima  umana nell' Antropologia soprannaturale, la quale deve
i pensamenti e le opinioni principali sulla natura dell'  anima  umana, tenendomi, quasi a filo conduttore, a quel principio
che gli antichi seguitarono intorno alla natura dell'  anima  umana. Quasi anelli d' una catena le cose dell' universo
insieme, sicchè il primo anello è la materia; il secondo l'  anima  sensitiva, che la sente e percepisce; il terzo l' anima
l' anima sensitiva, che la sente e percepisce; il terzo l'  anima  intellettiva, che percepisce il sentimento; il quarto l'
il sentimento; il quarto l' essere, che risplende nell'  anima  intellettiva e le giova di mezzo universale a conoscere; il
al cielo tutto l' universo, sta come anello medio l'  anima  intellettiva, la quale si trova legata ai due primi pel
incominciarono a domandare a sè stessi « che cosa sia l'  anima  », volsero certamente la loro attenzione e la loro
certamente la loro attenzione e la loro curiosità all'  anima  intellettiva; perocchè l' uomo che toglie a riflettere su
può partire che dall' Io (1), e nell' Io è già contenuta l'  anima  intellettiva. Ma quell' anima, essendo inanellata, come
osservare che quelle cose, da essi osservate, non erano l'  anima  che intendevano definire, e in questa disattenzione sorse
tralasciato di osservare le differenze, che separano dall'  anima  le cose che sono all' anima congiunte, ecco il fonte di
differenze, che separano dall' anima le cose che sono all'  anima  congiunte, ecco il fonte di tutti i loro errori. Questo è
cosa nell' acqua. Ippone di Reggio ripose la sostanza dell'  anima  nell' umore genitale, che perciò faceva vivente (2). I
dice che nei versi orfici si legge che l' uomo trae l'  anima  dall' universo colla respirazione (2). Di poi Anassimandro,
riposero pure, in un modo o nell' altro, la natura dell'  anima  nell' aria, cioè ancora in un fluido, onde non si
fra i Romani, seguendo quell' antica sentenza, definì l'  anima  così: [...OMISSIS...] . La qual sentenza fu suggerita ai
l' aver voluto pigliare quei filosofi a sostanza dell'  anima  la sostanza più mobile e più sottile (9), affine di
più mobile e più sottile (9), affine di spiegare l'  anima  per via della sua qualità di essere mobilissima; la quale a
sembra indubitato che Pitagora distinguesse da questa l'  anima  intellettiva, di cui troppo più altamente sentiva, come
a principio delle cose il fuoco (2). Democrito ridusse l'  anima  ad atomi rotondi di fuoco (3). Così pure Leucippo (4),
pretende spiegare l' opinione che poneva la natura dell'  anima  nel fuoco, per la mobilità e sottigliezza di questo. Egli
questo. Egli riduce tutti gli antichi sistemi intorno all'  anima  a tre generi: a quelli che definiscono l' anima per mezzo
all' anima a tre generi: a quelli che definiscono l'  anima  per mezzo del moto ; a quelli che la definiscono per mezzo
. E tuttavia non è certo che questi antichi ponessero l'  anima  interamente materiale, quando anzi piuttosto
gli elementi, e specialmente il fuoco, o in luogo dell'  anima  pura (di cui non avevano ancora l' idea netta) parlavano
(4). Aristotele asserisce che i filosofi dissero essere  anima  ognuno degli elementi fuori che la terra, la quale niuno
niuno disse essere anima, se non quelli che composero l'  anima  da tutti insieme gli elementi (1). Il qual luogo, se non è
. E non di meno Macrobio attesta che Senofane faceva l'  anima  « ex terra et aqua (4) », e il suo discepolo Parmenide « ex
« ex terra et igne (5) ». Forse Macrobio dice dell'  anima  quello che tali filosofi avevano detto dell' uomo. Mi fa
di Parmenide, fa uscire l' uomo dalla terra, e dichiara l'  anima  un miscuglio di elementi, cioè di freddo e di caldo, di
tiene sugli altri il predominio (6). Il fare risultare l'  anima  non da un solo elemento materiale, ma da tutti insieme, e
materiale da sè solo può spiegare le operazioni dell'  anima  (7); e ricorrendo all' armonia, si cominciava ad aggiungere
all' armonia, si cominciava ad aggiungere al concetto dell'  anima  l' unità, e qualche cosa di spirituale, perocchè l' armonia
scrive: [...OMISSIS...] . Aristosseno musico pose pure l'  anima  in una armonia; ma pare che la sua non fosse l' armonia
inseparabile - che corrisponderebbe da qualche lato all'  anima  elementare e senziente lo spazio, di cui parlammo nella
di tali corpi, cioè un' organizzazione, onde l'  anima  organica, che si dissipa coll' organismo; e tuttavia si
che si dissipa coll' organismo; e tuttavia si dice che l'  anima  sia niente. Pare adunque volesse dire che l' anima non era
che l' anima sia niente. Pare adunque volesse dire che l'  anima  non era niente, separata dal corpo; il che era tuttavia un
dal corpo; il che era tuttavia un travedere come l'  anima  sensitiva, o principio senziente, non poteva sussistere
non sollevandosi il pensatore fino alla natura dell'  anima  intellettiva, nè intendendosi per anco che il senziente (l'
che la sentano! Finalmente si passò all' opinione che l'  anima  consistesse in qualche sostanza, composta bensì di
si dissipava (4); il che era un travedere la natura dell'  anima  sensitiva. Gli Stoici, secondo Plutarco, posero nel senso
Plutarco, posero nel senso la parte principale dell'  anima  (5); il senso poi l' attribuivano a un cotale spirito
natura del calore (6). Dalla parte principale poi dell'  anima  derivavano tutte le altre, e così la costituivano (7). Ora,
così dopo la dottrina che poneva l' essenza dell'  anima  nei sensi, venne quella dell' armonia dei sensi. Plutarco
sensi. Plutarco dice che il medico Asclepiade definiva l'  anima  [...OMISSIS...] il che veramente era un porre ancor meno di
tutto il sentimento animale, là dove Asclepiade riduceva l'  anima  alle cinque maniere esterne e comuni di sentire, senza
ove potevano finalmente rinvenire la natura dell'  anima  intellettiva. Ma è più difficile fissare la riflessione sul
e separare del tutto il soggetto dall' oggetto, cioè l'  anima  dall' idea ; e tutti i più illustri, usciti dalla
pensa l' idea; cioè a dire riposero l' intelligenza e l'  anima  intellettiva nelle idee. PITAGORA. - Fra questi mi sembra
se dunque la mente è un numero, essa mente, ossia l'  anima  intellettiva, è confusa colle idee che illuminano l' anima,
i primi filosofi italiani, non riguardava adunque più l'  anima  che gli altri enti; ma sì ad ogni maniera di esseri poteva
usciva la Teologia pitagorica. Finalmente s' applicava all'  anima  e ne usciva la Psicologia pitagorica. Ora le questioni
numeri, dovevano essere, se non erriamo, queste: 1) Nell'  anima  vi è l' unità? 2) vi è la dualità? o la trinità, o la
quali questioni la risoluzione pitagorica si era che nell'  anima  vi era l' uno, il due, il tre, il quattro, e non più. Dove
l' uno, il due, il tre, il quattro, e non più. Dove nell'  anima  si diceva trovarsi l' unità? Nella mente. [...OMISSIS...] .
a questa dottrina una maggiore importanza. Ora, dove nell'  anima  si trovava il due? I Pitagorici dicevano nella scienza . La
il soggetto ed il predicato. Dove poi trovavano nell'  anima  il tre? Nell' opinione riguardante le cose contingenti, e
dalla mente, e così riduce il quattro al due. Come poi l'  anima  nel sistema pitagorico sia un numero che si muove,
gli si potrebbe imputare, di cangiare la natura dell'  anima  intellettiva nella natura delle idee stesse, il che è un
cadesse in un così rozzo e plebeo errore da fare l'  anima  intellettiva composta di materiali elementi, ignorando o
modo svolgendola. Ora, perchè poi l' Agrigentino compose l'  anima  di tutti gli elementi? Per spiegare la cognizione di tutte
Per spiegare la cognizione di tutte le cose, di cui l'  anima  è suscettibile, movendo dal principio che « « il simile si
ma da lui seguita. E ancora: [...OMISSIS...] . L'  anima  dunque ha in sè la similitudine degli elementi, non gli
quando noi stessi voleva che fossimo animati da quell'  anima  spirituale, che pervadeva tutto il mondo, e che era
la dottrina di Empedocle intorno alla formazione dell'  anima  umana essere simile a quella di Platone (3); il qual luogo
Primieramente è indubitato che Platone non fece l'  anima  intellettiva, ossia la mente, di elementi materiali, ma
di Aristotele, i due filosofi nominati, che componevano l'  anima  degli elementi, facevano questo, movendo dal principio che
veramente risiede la similitudine delle cose, con cui l'  anima  conosce (3). Di poi, che cosa è la prima lunghezza, la
Di tali essenze intelligibili adunque si compone l'  anima  intellettiva, secondo Platone. Ora, se vero è quel che dice
vero è quel che dice Aristotele, che Empedocle compone l'  anima  intellettiva dei quattro elementi simigliantemente a
supporlo sì goffo e zotico intelletto da voler composta l'  anima  umana di materiali elementi (2). E un altro commentatore di
lo faceva alla guisa di Platone, che distingueva nell'  anima  la parte sensitiva, ed a questa attribuiva gli elementi
l' anima, e ciascuno dei quali era un Dio, e pei quali l'  anima  era intelligente, perchè simili agli elementi di cui
pure idee? VIII) Di più, se Empedocle avesse composto l'  anima  di elementi materiali, non ci sarebbe stato bisogno di
da Plutarco e da altri antichi che Empedocle diceva l'  anima  di divina origine, e l' unirsi al corpo era per lei come un
le quali tengono della scuola pitagorica, ripugnano all'  anima  formata di elementi materiali; onde congettura che
posto due anime, l' una divina, intelligente, nata dall'  anima  del mondo, e l' altra sensitiva, compaginata di elementi.
composta la ragione divina, a cui si riduce la natura dell'  anima  intelligente ed immortale. E qui ponendo modo a questa
avevano confuso l' oggetto col soggetto, e dichiarata l'  anima  come risultante dagli enti (ideali), che ella intuiva. Ma
esattamente, il loro errore intorno alla natura dell'  anima  giace nella « confusione del soggetto (anima) coll'
veduto, Diogene Laerzio ci assicura che faceva dell'  anima  una emanazione del fuoco centrale. Parmenide del pari la
[...OMISSIS...] , dove si scorgono confuse le cose, che l'  anima  percepisce, coll' anima stessa, l' oggetto col soggetto.
si scorgono confuse le cose, che l' anima percepisce, coll'  anima  stessa, l' oggetto col soggetto. Eraclito tutto dal fuoco
tutto dal fuoco derivava, e, secondo Stobeo, voleva l'  anima  essere di luce, «photos». Onde dagli Atomisti, corruttori
si divise l' antichità. Ma gli uni e gli altri confusero l'  anima  umana col loro termine. Quelli che determinarono l' ente,
ultimi spiegare in qualche modo la cognizione che ha l'  anima  umana delle cose, ricorsero alle immagini: ma facendo
queste stesse della natura dell' anima, le confusero coll'  anima  stessa. Tennemann espone brevemente il sistema degli idoli
in qual maniera tutta materiale Democrito voleva che l'  anima  movesse il corpo, cioè come un corpo muove un altro corpo,
non abbia sempre accuratamente distinto le idee dall'  anima  intellettiva, ma voluto che l' anima si componesse della
distinto le idee dall' anima intellettiva, ma voluto che l'  anima  si componesse della similitudine di tutte le cose, questo
egli ragionava, e non è lo stesso Socrate, ossia la stessa  anima  di Socrate ragionante. Al qual detto se fosse stato
sarebbe pervenuto a trovare la propria natura dell'  anima  umana. Ma il nesso delle idee con noi è così intimo, che
« Timeo » Platone comincia a descrivere la formazione dell'  anima  del mondo, dicendo che Iddio la compose di tre nature,
«bia». Se Platone avesse collocato l' essenza dell'  anima  in quel principio medio, che lega l' identico ed il
Aristotele, cogliendo il sistema platonico intorno all'  anima  da quest' ultimo lato debole, cioè dall' averle dato un
Empedocle materialmente interpretato, e disse che faceva l'  anima  composta dei quattro elementi; poscia tolse altresì a farne
Ora, quanto al rimprovero che Platone componesse l'  anima  dei quattro elementi materiali, basterebbe a purgarlo
[...OMISSIS...] . Ma poichè Platone fa che Iddio traesse l'  anima  in parte anche da quella natura che nei corpi si divide,
dobbiamo vedere se questa natura divisibile, di cui l'  anima  partecipa, sieno forse i quattro elementi materiali. Ora
essere cioè lo spazio un termine costante e naturale dell'  anima  umana (2). Egli dichiara che questa natura è « « il
rimane che lo spazio debba appartenere alla forma dell'  anima  sensitiva, la qual forma è il sentito. Onde Platone dice,
soggiunge così: [...OMISSIS...] . Quella porzione dell'  anima  adunque, che non è identica, e nella quale come in una
, il quale è quindi a Platone come una cotal forma dell'  anima  sensitiva. Dunque nella composizione dell' anima platonica
dell' anima sensitiva. Dunque nella composizione dell'  anima  platonica non entra corpo alcuno, nè elementi materiali,
essere corpi, e perciò prodotti da Dio posteriormente all'  anima  (3). Ma veniamo all' altra censura, che fa Aristotele alla
all' altra censura, che fa Aristotele alla teoria dell'  anima  di Platone, tratta dal moto che questi le accorda. Convien
simile si conosce pel simile », dall' aver egli composta l'  anima  di ciò che è essenzialmente identico, e di ciò che è
Aristotele lo incolpò di spiegare i movimenti dell'  anima  alla guisa di Democrito, ricorrendo a un moto eguale a
niuno meglio di Platone riconosceva la spiritualità dell'  anima  intelligente, che la faceva prodotta da Dio in tempo in cui
a Platone l' errore di confondere l' essenza dell'  anima  coi suoi termini. Intanto è indubitato che alcune
come sono tutte quelle dove egli dice espressamente che l'  anima  risulta da tre nature. A ragion d' esempio, di Dio dice:
vi sono dei luoghi, in cui egli mostra di accorgersi che l'  anima  doveva propriamente dimorare in quell' essenza media, la
Nel luogo ultimamente addotto la sola media parte dell'  anima  è chiamata «usia» (1), benchè altrove chiami con questo
altro è l' anima; dunque, secondo Platone, l' essenza dell'  anima  non può essere collocata nelle parti estreme, nè
II) In secondo luogo, quantunque Platone faccia l'  anima  composta anche di ciò che è sempre diverso da quello ch'
col simile », tuttavia egli non reputava bastevole che l'  anima  fosse sensibile per conoscere il sensibile, ma oltracciò
IV) Finalmente vuolsi osservato come Platone dica l'  anima  possedere il necessario e la scienza, allorquando la
parla delle tre parti dell' anima, ma insegna che « « nell'  anima  dell' uomo vi sono due cotali entità, l' una migliore e l'
luogo scompaiono, come dicevo, i due termini estremi dell'  anima  in quanto sono da essa diversi, e resta la sola parte
Aristotele rampognare Empedocle perchè, facendo egli che l'  anima  si componga dei quattro elementi e dei due principii,
anche dei sensibili, e che tuttavia egli esige l'  anima  sensibile come condizione, senza cui ella non potrebbe
veduto una verità bellissima e fecondissima, ed è che nell'  anima  umana vi sono ingenite le leggi dell' ordine e dell'
quale un' espressione è la danza. Ed è indubutabile che l'  anima  non potrebbe sentire ciò che vi è di bello e di armonico
la costituzione mirabile e profonda della sensibilità dell'  anima  sia il principio supremo di quest' ultima scienza, o parte
di scienza (1). Platone adunque diede il movimento all'  anima  del mondo - a cui somiglianza egli fa poi l' anima umana -
all' anima del mondo - a cui somiglianza egli fa poi l'  anima  umana - e anzi la fece moventesi da sè stessa, « «auto
orbite, quante sono quelle dei pianeti, che quell'  anima  doveva animare. Ed è pur da notarsi come Platone metta ciò
a ciò che è identico, e quindi dica aver poi Iddio entro l'  anima  fatti i corpi (3), ed ella in mezzo di sè (dove sono i
li circonda ed avvolge (4). Onde, avendo egli descritta l'  anima  in continua rivoluzione intorno a sè medesima e di varie
Perocchè noi interpretiamo così la sua descrizione dell'  anima  del mondo, e i circoli di cui la vien componendo, e gli
platonica, niente vi è di assurdo che Platone dia all'  anima  del mondo l' estensione, e distingua in essa più circoli,
e che è suo termine. Poichè così appunto avviene nell'  anima  umana, in quanto ella avviva il corpo, avendo certo in sè
dire che all' estensione extra7soggettiva risponda nell'  anima  una pari estensione soggettiva; ossia, il che è più esatto
di Platone come un solo animale, conviene dire che nell'  anima  di quell' animale risponda un' estensione corporea pari, e
che i corpi occupano nell' estensione, debba esservi nell'  anima  un moto soggettivo, rispondente al moto extra7soggettivo
e che Platone desse quell' estensione e quel moto all'  anima  del mondo, e non questo. Infatti nel « Fedro » distingue il
il moto proprio dell' anima; e dalla natura del moto dell'  anima  ne deduce la sua immortalità, perocchè, egli dice, l' anima
anima ne deduce la sua immortalità, perocchè, egli dice, l'  anima  ha il moto interno, che è come sua natura, là dove il corpo
viva (1). Di che si vede, e che Platone attribuisce all'  anima  la cagione, ossia il principio del propro moto (2), e che
è stabile e ferma. IV) Ora, con questo moto interno dell'  anima  del mondo Platone spiega tutti i movimenti che accadono
maniera onde Democrito e Filippo il Comico volevano che l'  anima  movesse il corpo; quelli pensavano che essa lo movesse come
a muoversi; al che è pur mestieri supporre che « « l'  anima  non muova così l' animale, ma per una cotale elezione ed
questo la stessa obbiezione. Infatti Platone non fa che l'  anima  comunichi il movimento al corpo, come fa un corpo ad un
comunica, rimanendone esso di tanto spogliato; non dà all'  anima  il moto solamente, ma di più le dà il principio del moto,
hanno il loro fondamento pel moto sensibile nel corpo dall'  anima  informato, e pel moto intelligibile nell' essere
nell' essere universale, da cui è informata l'  anima  umana, ai quali due termini si riducono le due estreme
due termini si riducono le due estreme parti assegnate all'  anima  da Platone. Quanto poi alla fatica, che si prende
alla fatica, che si prende Aristotele di dimostrare che l'  anima  intellettiva non può avere grandezza corporea, e che « l'
tiene, se si parla di parti e di moti sensibili quanto all'  anima  sensitiva, e di parti e di moti ideali quanto all' anima
anima sensitiva, e di parti e di moti ideali quanto all'  anima  intellettiva. Perocchè le stesse parti e gli stessi
relazioni di parti e di luoghi), e in un altro modo nell'  anima  sensitiva (con relazione di sensilità), e in un terzo modo
(con relazione di sensilità), e in un terzo modo nell'  anima  intellettiva (con relazione di entità), come abbiamo
(2). I filosofi precedenti, che riposero l' essenza dell'  anima  nelle idee, la deificarono, perchè gli antichi non erano
Il soggettivismo dei Platonici alessandrini intorno all'  anima  intellettiva è a sufficienza delineato in questo brano di
che « il diavolo è una modificazione o una funzione dell'  anima  vostra ». E` dunque più chiaro del sole che il preteso
dai corpi all' anima; e quindi il principio che « l'  anima  nulla può conoscere fuori di sè stessa ». Vediamo come
anima; che dunque i corpi non sono che modificazioni dell'  anima  stessa: Idealismo estetico . - Gli errori di questo
colla parola corpo, col concetto delle modificazioni dell'  anima  propria. 2) La dottrina del sentimento imperfetta e mozza;
corporeo. Se si fosse conosciuta questa dualità, e che l'  anima  non è che il principio senziente, non si sarebbero già
in ogni sensazione vi è una sostanza diversa dall'  anima  stessa, che agisce a suo modo nell' anima. Ma non
modo nell' anima. Ma non distinguendosi il termine dell'  anima  dall' anima, si ridusse quello a questa; e si confuse e
che serviva di base a tali errori, cioè che « l'  anima  non può uscire di sè, e perciò non può pensare che sè
invece di sciogliere il nodo, lo tagliò, dicendo che « « l'  anima  veramente percepisce e pensa cose da sè diverse, ma lo fa
ammetteva il fatto, attestato dal senso comune, che l'  anima  pensa cose diverse da sè; ma non soddisfaceva, perchè non
a spiegazione di questa. Disse non potersi negare che l'  anima  non possa uscire di sè, dunque conoscere tutto in sè
perocchè l' ente è il proprio ed immediato termine dell'  anima  intellettiva (1). FICHTE. - Riuscito male il tentativo di
efficacissimo il sofisma originale e primitivo, che l'  anima  non possa conoscere che sè stessa, scartò la possibilità
della riflessione, e che non conteneva solamente l'  anima  umana, ma l' anima già svolta e pervenuta alla coscienza di
e che non conteneva solamente l' anima umana, ma l'  anima  già svolta e pervenuta alla coscienza di sè; quando
la propria esistenza non dipende dall' atto con cui l'  anima  si conosce, perchè anzi questa cognizione suppone dinanzi a
mente: 1) la nozione dell' individuo dall' anima; 2) e l'  anima  dal corpo. La differenza fra la nozione dell' individuo e
corpo. La differenza fra la nozione dell' individuo e l'  anima  è infinita; perocchè quella è eterna, e questa è
dunque non si identificano. La differenza fra l'  anima  e il corpo è di sostanza a sostanza; e due sostanze, delle
individuo produttore s' identifica coll' anima, e che l'  anima  s' identifica col corpo, conchiude che questa nozione, che
l' altro. E poichè quella nozione è l' anima, perciò l'  anima  non potrà produrre (se fosse una nozione producente) che sè
l' opera della riflessione e la coscienza, che ha l'  anima  di sè stessa. I nostri filosofi tedeschi fondarono il loro
errore, che noi attribuimmo a Platone, di confondere l'  anima  coll' idea, il soggetto coll' oggetto che la illustra?
ed è soggettivismo, in quanto si ritengono le doti dell'  anima  e le si attribuiscono alle idee, che con essa si
la seconda. Per fermo, è sentenza aristotelica che « « l'  anima  diventa in qualche modo tutte le cose » », e che « «
Ella è tuttavia cosa grandemente diversa il confondere l'  anima  colle idee, attribuendo a quella la natura di queste, e il
In questo caso, benchè Aristotele ponga la natura dell'  anima  nel soggetto, e in ciò non erri, tuttavia cade in un errore
asserire che il sistema aristotelico circa la natura dell'  anima  appartenga alla numerosa classe dei soggettivisti; e a ciò
ecc. (4). Quindi è indubitato che Aristotele concepì l'  anima  come un atto del corpo, col quale il corpo si perfeziona. E
alla materia, in questo modo: [...OMISSIS...] . L'  anima  dunque è ciò che si trova in un corpo e che fa sì che quel
il corpo riceve un nuovo nome sostantivo. Quindi ripone l'  anima  fra le sostanze; perocchè egli distingue tre maniere di
la forma, e il composto (4); ma con più proprietà l'  anima  aristotelica si dovrebbe chiamare forma sostanziale (5). E
Quindi nel sistema aristotelico è impossibile concepire l'  anima  separata dal corpo, come l' atto è impossibile considerarsi
incerto e impacciato, quando applica la sua dottrina all'  anima  intellettiva; perocchè i filosofi, che lo avevano
quindi sussistere senza corpo. Onde, dopo aver detto che l'  anima  non si può separare dal corpo, come l' immagine impressa
perchè non è atto di corpo o di organo corporeo, dunque l'  anima  intellettiva non deve essere forma di corpo, perchè la
ossia forma del corpo: [...OMISSIS...] . Nega dunque all'  anima  intellettiva l' esser subbietto e materia, il che
cioè agli uomini, viene a parlare dell' intelletto. Onde l'  anima  intellettiva è considerata come forma negli animali
perfetti, di un grado più elevata di quella che è l'  anima  dei bruti, ma dello stesso genere. Che cosa dunque
non esistono nell' anima, ma nelle cose esteriori. Ma l'  anima  ha la potenza di riceverle dal di fuori, ed è così che
fa per via dell' unione dei sessi. Quivi egli distingue l'  anima  in potenza dall' anima in atto; l' anima non si dice essere
dei sessi. Quivi egli distingue l' anima in potenza dall'  anima  in atto; l' anima non si dice essere generata e veramente
egli distingue l' anima in potenza dall' anima in atto; l'  anima  non si dice essere generata e veramente esistere, se non è
generata e veramente esistere, se non è in atto. Ora l'  anima  vegetativa, sensitiva, e intellettiva, vengono all' atto
( proportione respondens elemento stellarum ), che è l'  anima  ancora in potenza. Di quest' anima in potenza, all' atto
stellarum ), che è l' anima ancora in potenza. Di quest'  anima  in potenza, all' atto del concepimento si fa l' anima
anima in potenza, all' atto del concepimento si fa l'  anima  vegetale, la cui indole consiste nella virtù che ha un
qualche tempo dal corpo nutrito un altro suo atto, cioè l'  anima  sensitiva, e finalmente da questa già maturata, l'
[...OMISSIS...] (1). Il seme adunque maschile contiene l'  anima  in potenza, ma il concepito, che è tosto quando la femmina
che è tosto quando la femmina è fecondata, già contiene l'  anima  in atto, solo però l' anima vegetale. [...OMISSIS...] . Ora
è fecondata, già contiene l' anima in atto, solo però l'  anima  vegetale. [...OMISSIS...] . Ora - soggiunge -
. Ora - soggiunge - [...OMISSIS...] . Fa venir fuori l'  anima  intellettiva allo stesso modo come fa venir fuori la
si organizza e passa all' atto del nutrirsi, sviluppi l'  anima  vegetale, e successivamente gli altri due atti del sentire
mente , che Aristotele fa venire dal di fuori, sia l'  anima  intellettiva; ma ciò non può essere il pensiero dello
cosa sia questa mente, che viene dal di fuori, benchè l'  anima  intellettiva stessa sia un atto e una perfezione del corpo.
può esser altro che una speciale facoltà o qualità, che l'  anima  intellettiva trae dal di fuori, cioè dalla comunicazione
permanente; e questa impressione unica, che rimane nell'  anima  da molte sensazioni, è ciò in cui Aristotele vede il
cose in un solo. Ma altro è che più sensioni lascino nell'  anima  un' impressione eguale, il che avviene anche nei bruti, in
bruti, in quanto le sensioni sono simili, altro è che l'  anima  si giovi di quell' unica impressione, che rimane nel senso
Burana per « « universale costituito e stabilito nell'  anima  dalle molte memorie, o reminiscenze precedenti » », di
precedenti » », di maniera che non sia l' universale nell'  anima  che dia l' unità alle molte memorie, ma sieno le molte
come l' Aquinate, ritennero l' universale quiescente nell'  anima  esser cosa nuova, che qui introduce quasi di furto
non l' unità dell' effetto fantastico, lasciato nell'  anima  dalle varie memorie, ossia immagini; ritennero che per
se si considera che Aristotele pone sempre in potenza nell'  anima  ciò che poscia vi è in atto, non è punto improbabile che
AUT ETIAM ULTERIUS, ex universali quiescente in  anima  »; ecco come l' universale quiescente, secondo S. Tommaso,
qui prendere pel concetto universale in atto) « est in  anima  id, quod est principium artis et scientiae, etc. ». Secondo
che la natura dell' universale si è questa, che l'  anima  concepisca in tutti i possibili eguali ciò che esperimenta
avvenire in alcuni reali; ma di nuovo non si dice come l'  anima  estenda la sua veduta a tutta la sfera del possibile, la
ogni anima, ma soltanto in quella che è atta a patir ciò,  anima  vero est talis, ut possit pati hoc; e, sebbene la parola
sensistica, perchè sembra che il solo senso agisca e che l'  anima  li riceva dal senso, come la cera riceve l' impressione dal
luogo con altri di Aristotele, in cui egli introduce nell'  anima  un lume, che chiama lume dell' intelletto agente, si scorge
agente, si scorge che egli non osa negare che nell'  anima  vi sia un principio formale degli universali; onde S.
nel testo di Aristotele non si esiga altro se non che l'  anima  sia tale ut possit pati hoc, tuttavia S. Tommaso vi
altro non è che l' intelletto in potenza, ossia l'  anima  intellettiva in potenza; e l' intelletto agente non è che
e l' intelletto agente non è che la virtù che ha quell'  anima  intellettiva in potenza di divenire anima intellettiva in
che ha quell' anima intellettiva in potenza di divenire  anima  intellettiva in atto, il quale atto le viene dal di fuori,
origine delle cognizioni, poichè non basta il dire che l'  anima  abbia la potenza di formarsele, il che ognuno sa; conviene
ella possa produrle. Aristotele tenta anche di farlo. L'  anima  umana, viene egli a dire, è così disposta, che al
il comune, ossia l' universale ; poichè se non fosse, l'  anima  non si potrebbe fermare in esso ed astrarlo. All' incontro
intende che la mente, ossia l' intelletto, venga all'  anima  dal di fuori; ma non posso a meno di far prima l'
il comune, l' uno; medicando poscia alquanto col dare all'  anima  una potenza di fermarsi al comune, che però riponeva nelle
è l' intelletto, ossia la mente, la quale viene nell'  anima  dal di fuori (3). Ma posciachè l' anima non potrebbe
quale viene nell' anima dal di fuori (3). Ma posciachè l'  anima  non potrebbe acquistare questo intelletto, se non ne avesse
se non ne avesse la facoltà, dunque, dice Aristotele, l'  anima  ha l' intelletto in potenza (intelletto possibile); ed
actu est intellectum in actu . Ecco tutta la teoria dell'  anima  di Aristotele; la quale anima rimane sempre un atto, una
. Ecco tutta la teoria dell' anima di Aristotele; la quale  anima  rimane sempre un atto, una perfezione, una entelechia del
quella cognizione si riceve dai dati del senso; ma l'  anima  stessa non è dal corpo divisibile. Secondo questa dottrina
non è dal corpo divisibile. Secondo questa dottrina l'  anima  non è corpo, ma è bensì atto di corpo, cosa appartenente al
(1). L' errore di Aristotele intorno alla natura dell'  anima  consiste, dunque, nell' « aver fatto venire il comune dalle
dalle cose reali (dal senso che le percepisce e dall'  anima  atta a riceverlo), invece di sollevarsi ad intendere che il
nell' essere comunissimo, nell' essere ideale intuìto dall'  anima  per natura, il quale è forma7oggettiva di essa anima ».
dall' anima per natura, il quale è forma7oggettiva di essa  anima  ». Quindi il maestro della scuola terminò la Filosofia
ella è l' essere ideale, per sè oggetto, immensamente all'  anima  superiore; la quale forma costituisce il nesso naturale
la quale produce la filosofia, volendo riguardare l'  anima  per conoscere che cosa ella è, di che natura e condizione,
errori precedenti, essendosi accorto il suo autore che l'  anima  non poteva essere alcuna di quelle quattro cose, le quali
dalla loro condizione altissima, riducendole al grado dell'  anima  stessa e delle cose soggettive. Che se nol disse
ciò che noi abbiamo esposto circa la natura dell'  anima  colle altrui opinioni, giudica liberamente, guidato dal tuo
ma qui congiunta a una natura inferiore di sè, cioè all'  anima  ed al corpo umano. Ed è in questa maniera di concepire del
queste cose materiali agiscano per via de' sensi nell'  anima  umana, allora quest' anima con una sua facoltà che è la
agiscano per via de' sensi nell' anima umana, allora quest'  anima  con una sua facoltà che è la mente, separa quella forma
quella forma dalla materia. Allora quella forma nell'  anima  è una cosa coll' intellezione. Questa dottrina risulta da
la forma ultimata solo rispetto alla sostanza qual è l'  anima  umana, che dicesi entelechia , perchè è per sè atto del
che hanno già in potenza, allora mettono in essere l'  anima  ossia la vita. Di conseguente Aristotele definisce la vita
la vita: [...OMISSIS...] (2). Così Aristotele definisce l'  anima  generica, secondo il suo metodo (1), per venire poi alle
anima, onde in una tale definizione Aristotele chiama l'  anima  in genere entelechia prima , cioè prossima al corpo che la
e la tiene, come suo subietto, [...OMISSIS...] (4). Quest'  anima  vegetale si trova separata nelle piante (5). Ma in cert'
trova separata nelle piante (5). Ma in cert' altri enti l'  anima  vegetale contiene in potenza la specie della sensitività
a suo tempo il corpo che è passato all' atto dell'  anima  vegetale, da questa passa all' atto ulteriore che si chiama
vegetale, da questa passa all' atto ulteriore che si chiama  anima  sensitiva . L' anima sensitiva, secondo Aristotele, è
all' atto ulteriore che si chiama anima sensitiva . L'  anima  sensitiva, secondo Aristotele, è sempre contenuta in
secondo Aristotele, è sempre contenuta in potenza in un'  anima  vegetale (7), come quest' anima è contenuta in potenza in
contenuta in potenza in un' anima vegetale (7), come quest'  anima  è contenuta in potenza in un dato corpo naturale
in potenza in un dato corpo naturale organizzato. L'  anima  vegetale adunque che ha in potenza la sensitività, tende
che ha in potenza la sensitività, tende alla specie o  anima  sensitiva come a suo fine, e a suo bene: chè in grazia del
(.). Ora in un modo somigliante spiega l' origine dell'  anima  intellettiva . Ella è già in potenza nella sensitiva, come
in certi corpi naturali organici. Ma quando viene all'  anima  intellettiva, distingue da questa, subbiettivamente
corporee sono unite indivisibilmente colla materia, nell'  anima  rimangono senza materia, e però come puro atto (2). Ora
che sono nei corpi unite colla materia passano all'  anima  mediante l' atto de' corpi. Ora l' atto de' corpi sensibili
s' uniscono in un istante e diventano una cosa sola nell'  anima  che sente (5). Essendo dunque la forma sensibile l' atto
pel contatto e per l' azione, facendosi ed esistendo nell'  anima  stessa, in questa c' è la forma stessa sensibile che prima
di questa nuova attualità nasce l' intendimento, e l'  anima  intellettiva. Queste forme intelligibili non hanno più
per sè universali , sono ragioni. Perciò si dice che l'  anima  intellettiva possiede la ragione, «logon» (1). Senza la
che costituisce la persona (3). [...OMISSIS...] (4). Che l'  anima  non sia un subietto, ma solo una natura impersonale, si può
una natura impersonale, si può certamente concedere, se per  anima  s' intende soltanto o la vita, o ciò che prossimamente dà
e organati c' è in potenza quella forma o specie che dicesi  anima  nutritiva o vegetale , in altri di più quella che dicesi
nutritiva o vegetale , in altri di più quella che dicesi  anima  sensitiva , in altri anche quella che dicesi anima
dicesi anima sensitiva , in altri anche quella che dicesi  anima  intellettiva , che si sviluppa per generazione. Venuta
E che anche in quell' atto o specie naturale che si chiama  anima  intellettiva, ci sia la materia ossia la potenza, e con
parole: [...OMISSIS...] . Or come la mente in potenza dell'  anima  passi ad emettere gli atti speculativi, cioè ad acquistare
in atto , [...OMISSIS...] , in parte è dichiarato nel « De  Anima  » (2), come abbiamo veduto. Passata poi, la mente in
atti, l' uno più perfetto dell' altro, nello stato dell'  anima  intellettiva, due dirò così innati e due acquisiti. 1 L'
della mente in potenza , che dicesi atto rispetto all'  anima  sensitiva che lo emette; 2 L' atto ulteriore, o specie
sensitiva, finalmente intellettiva, allora quest' ultima  anima  è così fatta che è suscettiva di tutte le specie,
quella che propriamente intende, raziocina e giudica, ma l'  anima  con essa, [...OMISSIS...] . Della qual maniera non c' è
dicendo che il sensibile ha la sua fermezza nell'  anima  in cui si attua la forma sensibile (2). Poichè l' anima
anima in cui si attua la forma sensibile (2). Poichè l'  anima  stessa ha la sua verità nella specie con che è conosciuta,
verità nella specie con che è conosciuta, giacchè anche l'  anima  si conosce come l' altre cose (3); onde, per essere il
sussistere l' universo solo materia corporea senza alcun'  anima  vegetativa ? No, risponde, perchè senza questa non c' è l'
vegetativa ? No, risponde, perchè senza questa non c' è l'  anima  sensitiva. Ma non potrebbe esistere l' universo senza
Ma non potrebbe esistere l' universo senza alcun'  anima  sensitiva ? In tal caso non si potrebbe più concepire
Poteva esistere l' universo senza l' intelligenza, ossia l'  anima  intellettiva ? Impossibile del pari, perchè in tal caso non
che relativi, il che è assurdo (3). Poteva esistere l'  anima  intellettiva senza gli intelligibili ? Nè pure, perchè la
in potenza. Quindi la materia corporea è in potenza l'  anima  vegetativa, la qual è l' atto di quella; l' anima
l' anima vegetativa, la qual è l' atto di quella; l'  anima  vegetativa è l' anima sensitiva in potenza, e questa l'
la qual è l' atto di quella; l' anima vegetativa è l'  anima  sensitiva in potenza, e questa l' atto di quella; l' anima
anima sensitiva in potenza, e questa l' atto di quella; l'  anima  sensitiva è l' intellettiva in potenza, e questa l' atto
in potenza, e questa l' atto della sensitiva; l'  anima  intellettiva è gli intelligibili in potenza, e questi sono
Osserva, che certi corpi passando all' atto metton fuori l'  anima  vegetativa, e questa la sensitiva, e questa passando all'
e questa la sensitiva, e questa passando all' atto l'  anima  intellettiva, e questa passando all' atto gl'
principio solo potrebbe essere il vero subietto dell'  anima  vegetale, di cui la materia non sarebbe che un puro
che un puro termine. Che cosa poi dovrebbe essere l'  anima  sensitiva in potenza? Se l' anima vegetale, come suppone
poi dovrebbe essere l' anima sensitiva in potenza? Se l'  anima  vegetale, come suppone Aristotele, non sente nulla, in che
da esso di poi (1). O conviene dunque ammettere nell'  anima  vegetale qualche cosa di sentito, per minimo che sia, o
sia, o riconoscere che non c' è in essa punto nè poco l'  anima  sensitiva in potenza. Il sentimento dove non è, dovrebbe
separate. Con questo egli allude indubitatamente all'  anima  intellettiva, che considera come specie del corpo
dell' operare della natura. Questa gran produzione dell'  anima  appartiene a quell' efficienza naturale, che Aristotele
ultimo suo atto, puro da materia corporea, che dicesi  anima  e mente , alla natura non resta altro che fare, ma in
posta in essere una nuova causa d' operare, e questa è l'  anima  stessa intellettuale, dotata di diverse potenze, e che dà
alla specie come forma reale, così tutta l' attività dell'  anima  intellettiva, che è l' altra causa da Aristotele spesso
dell' attività e de' movimenti. Ma se tutte le specie nell'  anima  sono acquisite, come l' anima sarà un principio operante?
Ma se tutte le specie nell' anima sono acquisite, come l'  anima  sarà un principio operante? Aristotele risponde che la
un principio operante? Aristotele risponde che la stessa  anima  intellettiva è una specie (2). E dice la mente, come
pratico e del fattivo, e quindi di tutta l' attività dell'  anima  intellettiva, gioverà che, richiamando le cose dette, e
intelligibile ed al divino. Perocchè con questo sviluppo l'  anima  si provvede di specie determinate, di cui si compongono le
in potenza . Quando l' animale di cui si tratta, abbia un'  anima  intellettiva, le specie intelligibili che sono in potenza
e specie dell' atto della sensazione particolare, perchè l'  anima  sensitiva è ella stessa un sentimento (3). La natura
un' altra natura, a quella del corpo animato, termine dell'  anima  sensitiva. Pure il corpo esterno si sente come forza che
parmi si provi dai luoghi seguenti: « « Diciamo l'  anima  stessa essere in un certo modo tutte le cose che sono » ».
tanto le cose sensibili quanto le intelligibili sono nell'  anima  non solo in atto, ma ben anco in potenza: ne riconosce con
venire le une dalle altre. Oltre di che, se sono nell'  anima  in potenza ed in atto, di conseguente non sono ne' corpi
deve essere della stessa specie, conviene che ci sia nell'  anima  un primo sentito che sia in potenza tutti gli altri
ideale , che noi abbiamo posti come costitutivi dell'  anima  umana. Aristotele dunque qui è nel vero. Continua poi
poi mostrando come rimangano le cose corporee fuori dell'  anima  così: [...OMISSIS...] . - Sulle quali parole conviene
in vari modi; e tra gli altri in questi due, che nell'  anima  sia la sola forma , rimanendo fuori di essa il composto di
di essa il composto di materia e di forma: o che nell'  anima  sia la forma , rimanendo esclusa dall' anima la sola
o che nell' anima sia la forma , rimanendo esclusa dall'  anima  la sola materia. In quest' ultimo senso fu inteso da'
» » (1). Vedesi che anche qui per Aristotele (nè pur l'  anima  intellettiva) non è il subietto , ma uno strumento del
altro: [...OMISSIS...] . Dal qual luogo si raccoglie che l'  anima  è strumento degli strumenti, come la mano, perchè essa è
spiegazione di ciò che dice così di frequente, che « « l'  anima  senza i fantasmi nulla intende » » (1). Nè noi ripugniamo,
(2). Ora questo «to noetikon» è quel principio stesso nell'  anima  che chiama anche «to epistemonikon,» quel primo sapere
quel primo sapere indeterminato che è insito nell'  anima  e che costituisce la mente. Dice anche più espressamente
i sensibili siano vere specie, ma quelli che ricevono nell'  anima  intellettiva la specie della mente, e così s' intendono;
ed essa, eterna ed assoluta; e se essa non s' unisce nell'  anima  al sensibile come forma, il sensibile non sarebbe mai
con alcun corpo. [...OMISSIS...] . Dunque nè pur l'  anima  in quant' è atto del corpo; ed avendo definito l' anima «
l' anima in quant' è atto del corpo; ed avendo definito l'  anima  « un atto del corpo »carattere, che essendo generico è
sussista, tuttavia quando la mente, essendo data all'  anima  come uno strumento, viene dall' anima adoperata a percepire
essendo data all' anima come uno strumento, viene dall'  anima  adoperata a percepire ed intendere, essa anima abbia
viene dall' anima adoperata a percepire ed intendere, essa  anima  abbia bisogno del corpo. Onde alle citate parole Aristotele
continua così: [...OMISSIS...] . Onde per l' uso che fa l'  anima  della mente imagina un corpo etereo e divino, che si separa
teoretica si trova principalmente nel terzo libro dell'  Anima  (capitoli quarto e quinto), di cui pure abbiamo fatta l'
abbiamo fatta l' analisi. La storia del modo con cui l'  anima  intellettiva procede fino agli ultimi intelligibili, è
procede fino agli ultimi intelligibili, è questa: l'  anima  ha un' attività e un movimento intellettuale suo proprio:
riceve la sensazione: questo è di tutti gli animali. Ma l'  anima  d' alcuni non va oltre: in altri la cosa sentita rimane
rimane [...OMISSIS...] : quest' uno che rimane nell'  anima  [...OMISSIS...] è una memoria , e dalla memoria di tali
poi, cioè da tutto ciò che è stato depositato nell'  anima  e che è l' universale, cioè dall' uno fuori dei molti, che
fuori dei molti, che in tutti i precedenti restati nell'  anima  giace uno e il medesimo, si fa il principio dell' arte e
sente il singolare, il senso non dà l' universale: ma è l'  anima  quella che in occasione del senso, con un' altra sua
in questo senso la sensazione è dell' universale, cioè l'  anima  intellettiva universalizza il singolare che è il solo dato
di artefatto e però non può ancora essere ingenito nell'  anima  in questa forma di proposizione; i termini della
si vedono gli altri universali. Poichè non avendo l'  anima  nostra che l' intuizione dell' essere al tutto
sieno ne' particolari sensibili, ma perchè, essendoci nell'  anima  l' essere, questi hanno nell' essere la loro ragione , e
di contraddizione, cioè l' essere: col qual essere l'  anima  afferma questo è, questo non è [...OMISSIS...] (4): l'
una: chè, come c' è un solo e indivisibile sensitivo nell'  anima  con cui ella sente più cose (1), così c' è pure un unico e
di modo che, a ragion d' esempio, di quella parte dell'  anima  con cui sente il dolce, e di quella con cui sente il
dolce, e di quella con cui sente il bianco, risulti nell'  anima  un uno con cui senta l' un e l' altro [...OMISSIS...] . C'
. C' è dunque secondo Aristotele un sensitivo nell'  anima  che è uno ed indivisibile, e questo in atto, «kat'
non sia tale nella realità. La ragione dunque è nell'  anima  (3) ed è altra cosa dalla realità esterna, vi è generata
« « il vero è il toccare e il dire »(3) ». Suppone che l'  anima  tocchi immediatamente questi intelligibili incomposti: con
che Aristotele dice tocco , e noi chiamiamo intuizione, l'  anima  non s' inganna mai: « « Poichè, soggiunge, non ha luogo l'
specie in un tempo indivisibile e coll' indivisibile dell'  anima  » (3) ». Sul qual luogo si potrebbe così ragionare: L'
» (3) ». Sul qual luogo si potrebbe così ragionare: L'  anima  unisce i più in uno, perchè ella intende l' indivisibile di
altra che quella dell' essere. Dunque la potenza che ha l'  anima  di unire e dividere, per via di predicazione, nasce dall'
che ha dell' essere. Colloca dunque Aristotele nell'  anima  qualche cosa di uno , tanto nell' ordine sensuale, quanto
quanto nell' ordine intellettuale: quest' uno che è nell'  anima  può esistere in più modi, e questi modi nell' ordine del
si conosce, [...OMISSIS...] . Quest' uno poi che è nell'  anima  e che contiene tutti i sensibili, e così pure quest' altro
tutti i sensibili, e così pure quest' altro uno che è nell'  anima  e che contiene tutti gl' intelligibili, li contiene non in
che non è altro che l' essere, è posto da Aristotele nell'  anima  come mente, sotto un aspetto in atto, sotto un altro in
dunque sono potenzialmente in un primo sensitivo dell'  anima  (sentimento fondamentale), tutti gli intelligibili sono in
tutti gli intelligibili sono in un primo intellettivo dell'  anima  pure potenzialmente (essere indeterminato). Così ricapitola
è dal nostro filosofo chiamata « « lo scientifico dell'  anima  » » «to epistemonikon». Anche questa parola ha un senso
il generante produce un suo simile. [...OMISSIS...] . L'  anima  intellettiva dunque si svolge dal seme; ma la mente? Questa
Pare dunque che per mente intenda l' oggetto e per l'  anima  intellettiva il soggetto. [...OMISSIS...] . E qui si vede
soggetto. [...OMISSIS...] . E qui si vede come riponga l'  anima  intellettiva tra quei principŒ che hanno bisogno d' organo
come più sopra abbiamo dichiarato. Ma come avviene all'  anima  dal di fuori? Certamente come tutte le altre specie
reale, e questa sia l' anima. Egli vi dice che « « niuna  anima  può essere in un altro, se non in quello di cui ella è, nè
l' occhio d' un corpo morto »(2) ». La forma reale dell'  anima  non può essere se non in quel corpo che l' ha: ma la forma
assegnandole una causa superiore: poichè la stessa  anima  umana non è intellettiva se non aspira e tende col suo
e la più nobile vita, l' ultimo e il più nobile atto dell'  anima  più nobile di tutte, che è l' anima intellettiva, a cui le
più nobile atto dell' anima più nobile di tutte, che è l'  anima  intellettiva, a cui le stesse virtù morali e tutte l' altre
la sostanza divina entri in composizione col corpo e coll'  anima  dell' uomo, rimanendo sostanza in atto, essendo la vita
Iddio nell' universo [...OMISSIS...] , e lo pone pure nell'  anima  intellettiva, come principio primo d' ogni suo movimento,
que' superficiali de' nostri tempi, che non ripongono nell'  anima  intellettiva niun oggetto insito, e da' sensisti, che la
il vero, a Platone. [...OMISSIS...] . Ciò dunque a cui l'  anima  deve tendere è di sottrarsi alla sensazione, e affissarsi
contiene tutti gli altri, conviene certamente che dia un'  anima  dotata d' intelligenza e d' appetito (1), che sono le cause
a imitazione di Platone, voluto significare che l'  anima  del cielo, risolvendosi in una continua riflessione sopra
guari diverso da quello spirito calido che è mezzano tra l'  anima  intellettiva ed il corpo e propria sede probabilmente dell'
intellettiva ed il corpo e propria sede probabilmente dell'  anima  sensitiva e dell' appetito (.). Laonde alla posizione degli
tutto (1). Questa mente pura, che si dice una parte dell'  anima  umana, è di natura separata dal rimanente dell' anima (2),
dell' anima umana, è di natura separata dal rimanente dell'  anima  (2), e viene dal di fuori (3); onde non pare che Aristotele
di fuori (3); onde non pare che Aristotele conservasse all'  anima  dopo la morte dell' uomo la sua individualità, rimanendo
vegetabili , il cui complesso, e il cui nesso è la vita o  anima  vegetativa; il terzo è quello delle specie sensibili , il
sensibili , il cui complesso e il cui nesso è la vita o  anima  sensitiva che costituisce l' animale; il quarto grado è
specie intellettive , il cui complesso e il cui nesso è l'  anima  intellettiva. Ogni ente mondiale è costituito da una sola
aspetti, [...OMISSIS...] ? Essa è una facoltà che ha l'  anima  umana di raccogliere le specie sparse nella natura (per
il primo intelligibile, Iddio; in quant' è subiettiva, è l'  anima  umana che tocca quel primo intelligibile di continuo, onde
in quanto che il subietto è l' atto stesso d' ogni  anima  intuente la forma dell' Essere. Così si spiega come
generanti, di pervenire a quell' atto che costituisce l'  anima  umana, di cui la parte più elevata è la mente. Ho detto che
e questo accade nella generazione umana rispetto all'  anima  che è la specie del corpo, anzi solo rispetto a quella
specie del corpo, anzi solo rispetto a quella parte dell'  anima  che è del tutto pura da ogni contagione di materia, e
, di cui parla Aristotele nel III, 5 dell' «  Anima  », e finalmente la mente passiva, [...OMISSIS...] , che non
la dottrina acquista chiarezza. In fatti supponendo che l'  anima  umana in cui è la mente sia giunta all' intuizione dell'
essere conviene che per la stessa ragione l' occhio dell'  anima  veda tutto ciò che le si presenta come essere. La mente
mente in atto cioè la vista intellettiva e subiettiva dell'  anima  vede le specie ne' sensibili, allora ella acquista tali
nelle sensazioni e nelle immagini che sono sottratte all'  anima  insieme all' organo corporale di cui abbisognano (1). All'
di ricevere tali specie. Questa è quella mente, con cui l'  anima  pensa e percepisce, [...OMISSIS...] : onde evidentemerice e
(1). Questo principio dunque di contemplazione che ha l'  anima  dell' eterna e prima essenza rispetto alle specie mondiali
il sensitivo, il motivo di luogo, sieno parti della stessa  anima  di cui è la mente. La mente essendo nella stessa anima, e
della nottola sono al lume del giorno, così la mente dell'  anima  nostra a quelle cose che per loro natura sono
cose (4). Quando poi Aristotele parla della mente data all'  anima  come strumento col quale possa formarsi la scienza, non può
la seconda «panta noei»: la prima è lo strumento dell'  anima  [...OMISSIS...] , la seconda è l' effetto prodotto dall'
(3). Questa raccolta delle specie naturali fatta dall'  anima  coll' organo della mente, per via dell' induzione e del
(1), e per mezzo della generazione umana si perpetua. Ma l'  anima  umana non tocca quest' atto che imperfettamente, e non
specie sostanziale che è una e singolare e che rimane nell'  anima  fornita di mente, in occasione della sensazione (6). Onde a
. L' uomo non percepisce se non il mondo sensibile e l'  anima  propria; il primo, oggetto dell' esperienza esterna; il
se non si trattasse qui di un' azione interna di Dio nell'  anima  dell' uomo, di un' azione reale ; mai dentro l' uomo esser
dell' uomo è la reale azione della grazia nell'  anima  umana (4). Che diremo dunque del protestantesimo che nei
Chi dà fede ad una non ideale ma reale azione di Dio nell'  anima  per la quale questa sia mossa alla fede, carità e buone
anima, dice S. Tommaso, sono molte; ma l' essenza dell'  anima  è unica: quelle dunque sono diverse da questa, ma da questa
come tralci da un unico ceppo. Come poi l' essenza dell'  anima  è il principio comune delle potenze, così le potenze sono
l' operazione mirabile della grazia nella essenza dell'  anima  umana (4). Nella essenza dell' anima adunque, nell' IO è la
nella essenza dell' anima umana (4). Nella essenza dell'  anima  adunque, nell' IO è la operazione della grazia: in questo
operazione della divina grazia. Dottrina cristiana è che l'  anima  sia il soggetto della grazia in quanto essa appartiene alla
potenza si deve chiamare un elemento della essenza dell'  anima  umana«. Ciò che non meno è conforme alle dottrine dell'
Aquinate, si può rivelare dal seguente ragionamento: L'  anima  umana è di una specie diversa da quella de' bruti pel solo
. Dunque l' intelletto appartiene all' essenza dell'  anima  umana. La proposizione minore di questo sillogismo è
di sua natura (2). L' azione adunque della grazia nell'  anima  è un' azione nella parte sua intellettiva, è l' intelletto
salmo: « dammi intelletto » (questa è l' essenza dell'  anima  intellettiva) «e io scruterò la tua legge » (questa è la
non fosse nulla d' intellettivo e di razionale, sarebbe un'  anima  irragionevole, qual' è quella dei bruti. Ciò posto, in
percezione, che toccava, che produceva un sentimento, un'  anima  nuova piena di virtù e di forza da operare. [...OMISSIS...]
congiunto e quasi concorporato colla essenza dell'  anima  nostra. [...OMISSIS...] Questa azione divina, continua e
continua e immanente della grazia nell' anima, dà all'  anima  una stabile energia, la solleva a un potere che prima non
una causa formale ; cioè dispose dare alla essenza dell'  anima  una nuova forma, una nuova attività; il che è quanto dire
pure che l' intelletto è un elemento della essenza dell'  anima  nostra: quindi la grazia opera nella essenza dell' anima, e
Essendo nostra questa potenza, uscendo dall' essenza dell'  anima  nostra, nostri devono essere gli atti di questa potenza, e
Santo in noi, cioè della grazia che sta nella essenza dell'  anima  e da questa per conseguente li distingue: [...OMISSIS...] .
e, per così dire, un suo toccamento. Quanto insomma l'  anima  sente, deve essere tal cosa che sia evidentemente Dio (1);
a degli atti accidentali. In questo senso parimente l'  anima  è la forma del corpo. Ora Dio non può essere, in tal modo,
ma solo forma fenomenale, o apparente, come tale, all'  anima  stessa: in quanto poi esso è attivo , anzichè causa
assai acconciamente quell' essere Iddio, rispetto all'  anima  dotata di grazia, non una causa puramente formale, ma una
ma non quella di ricevere essa in sè cosa alcuna dall'  anima  ove inabita. [...OMISSIS...] (Ecco la ragione del non patir
del Padre, e che, unendosi con noi, viene sentito dall'  anima  nostra e così l' anima nostra riceve la impressione e la
con noi, viene sentito dall' anima nostra e così l'  anima  nostra riceve la impressione e la imagine di lui. Egli è
del suggello adoperata a spiegare l' azione di Dio nell'  anima  giusta: solamente che nel suggello si mostra altresì non
Trinità termine della operazione della grazia e forma dell'  anima  santa, ci parve poter acconciamente chiamare questa
a tutto quell' idea, che è insieme sostanza, cibo dell'  anima  che la sazia, la compisce a segno, che non le resta che
che ci letifica: nutrimento e delizia incomparabile dell'  anima  ebbra e affogata come in pelago di amore, ove siffattamente
svanisce. All' incontro nel sentimento soprannaturale l'  anima  percepisce tre volte la stessa cosa, cioè tanto nel
dell' amore, senza aggiungervi nulla di più, perchè l'  anima  posseduta dall' amore ed ebbra in lui già perde quasi fino
è da considerarsi che, rimanendo il solo amore nell'  anima  e smarrendosi la notizia precedente di Dio (il quale
l' esterna rivelazione, ebbero anche nell' interiore  anima  un lume corrispondente di grazia, mediante il quale
rappresentata appunto in un connubio indissolubile dell'  anima  con Cristo, della chiesa con lui suo sposo. « PERMANETE in
la santità stessa, la carità originaria (5) che informa l'  anima  nostra. Dunque esso opera nella volontà . Nè meno opera per
si radica nell' essenza dell' anima. L' essenza dell'  anima  intellettiva è a un tempo passiva e attiva: in quanto è
l' amore in questo che assottiglia e affina l' occhio dell'  anima  e la contemplazione; la volontà insomma, che muove la
di spiegazione, perocchè non sempre la santificazione dell'  anima  si opera in egual modo (2). Un effetto talvolta è prodotto
mezzo. Ora io dico, che anche nella santificazione dell'  anima  non sempre la persona dello Spirito Santo opera in modo da
. All' opposto, quando la persona dello Spirito informa l'  anima  umana, allora è proprietà dello Spirito la santificazione:
persona dello Spirito non informa l' anima, ma solo nell'  anima  vi hanno i suoi doni, in tal caso l' effetto di questa
stesso non si faccia forma dell' anima, la santità dell'  anima  non si potrebbe dire Spiriti7forme , ma solo deiforme; e
il secondo è la stessa persona dello Spirito, di cui l'  anima  si fa partecipe. Or quando è che si può dire, riceversi
fa partecipe. Or quando è che si può dire, riceversi dall'  anima  i doni , e quando riceversi lo stesso Spirito ? L' anima,
è essenzialmente viva, è sentimento. Non può dirsi che l'  anima  abbia ricevuto la persona stessa dello Spirito Santo se non
quale egli stesso sia la forma , un sentimento, per cui l'  anima  senta l' amabilità di Dio per modo che quest' amabilità
in azione nel fondo e talor, può dirsi, nell' abisso dell'  anima  sua? E quelli che più acutamente ritorcono lo sguardo in sè
parliamo, non sia un sentimento TOTALE e che accusi nell'  anima  qualche cosa di sussistente, non si può dire che sia
all' opposto, ove lo Spirito Santo si comunichi all'  anima  personalmente, egli è il santificatore di lei con quella
propriamente l' immediato imparare che fa da Cristo l'  anima  per una comunicazione tale, che dà fino l' immortalità, che
Spirito Santo si appropria, perchè è un avviamento nell'  anima  al medesimo Spirito Santo; ed è anche in questo senso, che
le cognizioni particolari (1). Ora chi insegna all'  anima  nostra a penetrare colla riflessione nel Verbo percepito? a
è il fonte: Cristo dà l' acqua, e questa diverrà poi nell'  anima  un fonte. L' acqua che dà Cristo, sono quelli che abbiamo
Tuttavia il Padre a questo mondo non è visibile dall'  anima  per sè stesso, ma solo pel Figliuolo: e in questo non
verità che si diffonde nell' anima, pel quale affetto l'  anima  contempla e imbeve e s' innebria della luce della verità; e
di verità, e solo esso sazia e empisce il bisogno dell'  anima  intelligente. Per questo è che lo Spirito divino dà
di lei come infinito e necessario. Alla vista del quale l'  anima  si congiunge più ed è tratta alla sapienza sussistente che
divine si comunicano ineffabilmente e segretamente all'  anima  dell' uomo sollevato all' ordine soprannaturale e vi
lo Spirito e il Verbo sono che fanno l' azione reale nell'  anima  e la collustrano. Al filosofo, cioè all' uomo nell' ordine
percezione reale, non dell' orecchio al di fuori, ma dell'  anima  al di dentro, poco innanzi al luogo citato, dicendo a quei
uomo, ma bensì in un' operazione occulta che fa Dio nell'  anima  (1), alla quale dà il sentimento di sè; egli è manifesto
canone di quel primo emendatore del Vangelo, alla cui santa  anima  ha dedicato il suo libro (1): che fu quel celebre: « stat
nelle operazioni della memoria ch' essa... [che l'  anima  è imagine e somiglianza di Dio; per tal modo presente a sè
grazia si faccia mediante un' operazione reale di Dio nell'  anima  umana (4): per la grazia essere Iddio formalmente congiunto
eguale a sè. Tale lo Spirito Santo pur coll' entrare nell'  anima  vi accende in essa il Verbo, che è quanto dire la vera
E quelle parole che seguono: « E l' uomo fu fatto in  anima  vivente« »; si devono intendere non meno della vita del
comunicando: di che egli è come un suggello rispetto all'  anima  nostra e lo Spirito Santo è quello che lo usa sigillando in
che « l' imagine di Dio nell' uomo è solo il Verbo coll'  anima  dell' uomo congiunto« », con S. Agostino al quale non piace
come l' uomo ha una parte di sè interiore consistente nell'  anima  intellettiva, e una parte esteriore, cioè il corpo
universo materiale, è ordinato a dover essere ministro all'  anima  delle notizie delle cose e eccitamento alle sue nobili
chiamarsi, che può dare la pienezza dei beni naturali a un'  anima  pura e innocente: ma in quest' anima dovevano poi
beni naturali a un' anima pura e innocente: ma in quest'  anima  dovevano poi risvegliarsi da sè altri desideri, altri
la vita, anche quella che consisteva nell' unione dell'  anima  col corpo, fino che questa vita doveva rendersi
in Adamo fosse fornito di grazia e nell' essenza della sua  anima  Iddio realmente esercitasse una segreta azione, tuttavia
azione, tuttavia questo Dio che abitava nell' essenza dell'  anima  dell' uomo, non diffondeva però a prima giunta tanto la sua
opera nell' essenza dell' anima, ed è Dio stesso che all'  anima  formalmente si congiunge. Ora per una cotale unione l'
si venisse moltiplicando (2). Abbiamo veduto come l'  anima  intelligente si crea nell' uomo in venendo questo generato,
sicuramente pensare a se stesso, ai suoi atti interni, all'  anima  sua che non cade punto sotto i suoi sensi, se non in un
indefinita e immortale a cui aspira continuamente l'  anima  dell' uomo, e si paragona coll' immensità di questi
e legale imputazione (2), in una macchia che rende l'  anima  giustamente degna di eterna dannazione, è tal cosa di che
la parola « macula« » materialmente, perocchè nell'  anima  non si dànno macchie nel senso proprio e materiale:
e disgrega quell' ordine e bellezza di giustizia, di cui l'  anima  doveva altramente essere decorata. Egli è evidente che
imputato; perchè sia una macchia morale che contamina l'  anima  loro; conviene che il disordine del peccato sia altresì
di Trento che il battesimo ha efficacia di t“rre dall'  anima  pienamente la macchia del peccato. [...OMISSIS...] Dunque
cioè che egli deve essere una macchia morale dell'  anima  e che per conseguente deve affettare anche la volontà dell'
che il peccato originale risiede primieramente nell'  anima  stessa e dall' essenza dell' anima trapassi a contaminare
primieramente nell' anima stessa e dall' essenza dell'  anima  trapassi a contaminare le potenze; colla sentenza di San
sola volontà è la potenza morale, e che tutto ciò che nell'  anima  vi è di morale esser vi dee per cagione della volontà; e
Tommaso, fluiscono le potenze. Se dunque per essenza dell'  anima  s' intende il principio delle potenze, egli è manifesto
che il peccato originale macchi prima l' essenza dell'  anima  che la volontà; e qui mi basterà solo di notare che il
e per ciò qualunque infezione e guastamento fosse nell'  anima  anteriore allo storcimento della volontà, ciò non sarebbe
errore di una mano o di un piede s' imputa all' uomo o all'  anima  che mosse quella mano o quel piede. Si deve intendere che
originale. Abbiamo veduto che anche tutte le potenze dell'  anima  sono state vulnerate dal peccato originale. Ora questa
il Signore Dio tuo di tutto il cuore tuo e in tutta l'  anima  tua, e in tutta la mente tua« (1) ». Egli è il medesimo che
la grazia aggiunge una cotal forza alla essenza dell'  anima  congiungendola con Dio, della quale partecipano tutte le
che loro comanda di amare Iddio con quel cuore, con quell'  anima  e con quella mente che hanno. Perocchè quel precetto non
quel precetto non dice amerai Iddio col cuore, coll'  anima  e colla mente; ma dice col cuore tuo, coll' anima tua,
coll' anima e colla mente; ma dice col cuore tuo, coll'  anima  tua, colla mente tua: che è quanto dire con quelle parti e
incipiente di Dio, il quale collo starci aderente all'  anima  e operante in essa colla sua propria sostanza, vi suscita
il quale è propriamente la vita soprannaturale dell'  anima  intelligente. Perocchè l' anima in quanto ha il sentimento
vita soprannaturale dell' anima intelligente. Perocchè l'  anima  in quanto ha il sentimento animale, intanto non vive come
corpo e non l' anima, sicchè, distrutto il corpo, anche l'  anima  sensitiva non è più (1). Or vero è che l' anima
anche l' anima sensitiva non è più (1). Or vero è che l'  anima  intellettiva naturalmente concepisce l' essere ideale, ma
di sentimento, e non un sentimento intero. Perciò l'  anima  intelligente senza la grazia non ha più per natura che un
meglio questo vero si consideri primieramente che l'  anima  col solo essere indeterminato non vede ossia non sente
stesso al sommo confuso e indefinito. In secondo luogo, l'  anima  colla vista di questo solo essere, non discerne sè stessa,
o della quale è il sentimento sia compita, perchè nell'  anima  vi abbia, per così dire, un moto continuo, non è
per così dire, un moto continuo, non è sufficiente che essa  anima  possegga il solo essere indeterminato e ideale, ma è
soffra l' azione di un essere reale, dalla quale azione l'  anima  riceve un sentimento compito e comincia da questo il suo
sentimento e dal sentimento all' idea. Ora cessando nell'  anima  l' azione degli esseri finiti e materiali colla morte del
è precaria e non propria dell' anima, quindi è che l'  anima  priva della grazia non ha anche unita al corpo se non una
la morte (1). Tutto questo ha luogo anche considerando l'  anima  umana come semplicemente priva della grazia, sebbene
nell' uomo infetto dalla original colpa, allora vi ha nell'  anima  anche un' avversione, come abbiam detto più sopra, dalla
originale è dichiarato dal Concilio di Trento morte dell'  anima  (2). Un' altra conseguenza del peccato di origine,
dànno lume a far probabile conghiettura dello stato dell'  anima  la qual passi all' altra vita macchiata del peccato
che si possono fare dal detto sono le seguenti: PRIMO. - L'  anima  che macchiata dal peccato originale passa all' altra vita,
eterna, perchè Iddio che la produce colla sua azione nell'  anima  è eterno; ed essendo vita eterna, è sola vera vita. TERZO.
quanto dire che è esclusa dal regno de' cieli. QUARTO. - L'  anima  divisa dal corpo col solo peccato originale, quell' anima
anima divisa dal corpo col solo peccato originale, quell'  anima  deve essere in un cotale stato che possiam dire di
a rifuggire dalla verità e dalla vita. QUINTO. - L'  anima  in tale stato è esposta all' azione delle creature, come
che Dio stesso. Sicchè converrebbe supporre che all'  anima  per essere tormentata dai demonii, fosse aggiunto un cotal
gli scrittori ecclesiastici circa il sapere come cominci l'  anima  intellettiva in un uomo che vien generato. Altri sostennero
come il corpo ingenerava il corpo, così simultaneamente l'  anima  ingenerasse di sè un' altra anima, e per tal modo che l'
di sè un' altra anima, e per tal modo che l' uomo intero,  anima  e corpo, fosse naturalmente ingenerato: e questa sentenza
fu pure Innocenzo III, che così esprime la origine dell'  anima  intellettiva: « infundendo creatur, creando infunditur ».
le cose da doversi tenere per fede, che l' origine dell'  anima  fosse incerta (1). Nel IX secolo la questione era nel
Tommaso d' Aquino insegnò: « haereticum esse dicere, quod  anima  intellectiva traducatur cum semine (3) ». E dopo di lui si
Perocchè due cose diverse sono a dimandarsi:« se l'  anima  sebbene spirituale si propagini in un modo spirituale
che fa il corpo dal corpo«; e domandarsi:« se l'  anima  si propagini mediante la generazione corporea, di maniera
Nel IV secolo Prudenzio riprende la sentenza che l'  anima  venga generata dal corpo, non come dubbio, ma come certo
articolo cui egli intitola come questa dimanda: Se l'  anima  intellettiva sia cagionata dal seme? Nel quale articolo è
non condanna in quell' articolo se non il farsi produr l'  anima  dalla materia; giacchè ecco come egli dice. Riferirò le sue
viene a dire così: Se il corpo producesse l' anima, o l'  anima  dovrebbe essere una sostanza corporea, oppure una
un atto del corpo stesso. Sostanza corporea l'  anima  non è: e non è nè pure una semplice modificazione o atto di
corpo, poichè un tal atto non è sostanza per sè. Dunque l'  anima  non può esser fatta dal corpo. Ma per condurre la cosa all'
S. Agostino e mostrare che quando si tratta di dedurre l'  anima  dall' anima, niente risolve (2), e piuttosto il tengo
che contrario (3). Laddove quando trattasi di dedurre l'  anima  da corporea materia, è risoluto in negarlo come un errore
proposta a S. Agostino la questione dell' origine dell'  anima  e ricercato il suo parere. Si veda adunque in qual parole
nel primo uomo fu creata? (4). Parlasi dunque di trar l'  anima  dall' anima; e non altro. Or su questa ecco come si tiene
pensare di S. Agostino, quando si tratta di propaginare l'  anima  dall' anima. Ma vuolsi vedere all' incontro, come egli la
egli la senta quando trattasi di una propaginazione dell'  anima  materiale? Il santo Dottore avvertì benissimo che alcuni
Dottore avvertì benissimo che alcuni materializzavano l'  anima  col farla venire dai corpi, e fa colpevoli di questa
. Or dunque non era dubbioso S. Agostino se l'  anima  nascesse dal seme corporeo, che è la proposizione chiamata
assurdo, sebbene oscurissimo e inintelligibile, era che l'  anima  potesse propaginarsi dall' anima. Il primo diceva un errore
. Dalla storia della questione dell' origine dell'  anima  fin qui esposta apparisce, aver essa avuto tre periodi. Il
uomo. In tal modo non è che l' animale e molto meno l'  anima  intelligente preesista nei padri, ma bensì in essi esistono
se non forse egli dalla nostra sentenza dell' origne dell'  anima  venga a ricevere l' interpretazione più piana e naturale.
quelli che intendono per lo spiracolo della vita l'  anima  umana in quanto è soggetto, e non l' oggetto di quest'
lettera e deviarle dal loro ovvio significato, o far l'  anima  una particella emanata dalla divina sostanza. E qui di
espressioni dei Padri della Chiesa, nelle quali fanno l'  anima  umana quasi una particella di Dio. Nell' anima vi è l'
fanno l' anima umana quasi una particella di Dio. Nell'  anima  vi è l' ente, e questo è il divino dell' anima, questo un
dell' anima, questo un riflesso, uno spiro di Dio: l'  anima  non è l' ente ma il vede, e per questo ella è così sublime,
Per questa S. Giustino nel dialogo con Trifone chiama l'  anima  « Reginae mentis particula (1) ». Taziano allo stesso modo
Genesi. L' autore delle false Clementine dice pure che l'  anima  ha una stessa sostanza con Dio (6). E Sinesio nelle sue
(9). E chi volesse sostenere che Dio crea di tutto punto l'  anima  e la mette nel corpo viziato, parmi che, di buona fede
ente, onde attinge l' intelligenza e nasce per tal modo l'  anima  intellettiva. Si consideri ancora che solo supponendo vera
per la quale S. Tommaso risponde alla difficoltà, come l'  anima  venendo non dall' uomo, ma da Dio, ricever possa per
l' umana natura? Non certo il solo corpo, ma il corpo e l'  anima  insieme, e principalissimamente l' anima intellettiva che
ma il corpo e l' anima insieme, e principalissimamente l'  anima  intellettiva che costituisce la specifica differenza di
che la parte materiale. Il solo corpo non siamo noi , ma l'  anima  anche sola può pronunciare questo monosillabo NOI: al corpo
al corpo non appartiene l' ordine morale, e però solo nell'  anima  si trova giustizia o peccato. Or come, in senso proprio e
la nostra stessa natura (2) fossimo figliuoli d' ira, se l'  anima  è di sua natura creata pura e monda e solo rimane viziata
nel quale s' introduce o dove si crea? All' incontro se l'  anima  si produce insieme coll' uomo in virtù di quell' ente che è
di uomini, questa natura è un composto sostanziale di  anima  e di corpo, e non è il solo corpo: e perciò perchè vi abbia
aver luogo se non nella sentenza dell' origine dell'  anima  che noi abbiamo proposta. Perocchè venendo l' anima creata
dell' anima che noi abbiamo proposta. Perocchè venendo l'  anima  creata di tutto punto da Dio, essa non comunicherebbe
E dico la bruta materia , perocchè quel Dio che creasse l'  anima  intelligente, creerebbe anche l' anima animale
Dio che creasse l' anima intelligente, creerebbe anche l'  anima  animale conciossiacchè non vi sono nell' uomo due anime, ma
conciossiacchè non vi sono nell' uomo due anime, ma un'  anima  sola. Egli è vero che la sentenza da noi proposta non
stiratura. Or solamente nella sentenza sull' origine dell'  anima  da noi esposta tutti questi passi delle divine Scritture si
dall' Apostolo in quel passo: « Il primo uomo fu fatto in  anima  vivente; e il secondo in spirito vivificante« (.) ». Per la
vivificante« (.) ». Per la generazione adunque si ha l'  anima  che dà la vita naturale: per la rigenerazione si ha lo
di Dio (9). Nella medesima sentenza della origine dell'  anima  cadono a terra tutte quelle obbiezioni che i Pelagiani e i
dalla Scuola (3). Insegnando dunque questa, che l'  anima  intellettiva è creata di tutto punto da Dio, quest' anima
anima intellettiva è creata di tutto punto da Dio, quest'  anima  stessa, come essi dicono, racchiude anche dell' anima
anima stessa, come essi dicono, racchiude anche dell'  anima  sensitiva e della vegetabile. Però in questo sistema non è
il principio del sentire e del vegetare, in una parola l'  anima  tutta con tutte le sue parti e potenze. Ma esponiamo
il sistema della Scuola intorno all' origine dell'  anima  umana; e poi additiamo le difficoltà che esso involge.
scolastici, che in primo luogo l' embrione è animato da un'  anima  nutritiva o vegetabile; ma che questa nello sviluppo dell'
sviluppo dell' embrione si corrompe e a lei succede un'  anima  sensitiva; e finalmente si corrompe anche questa, e Dio
si corrompe anche questa, e Dio allora vi crea un'  anima  intellettiva, la quale ha in sè le proprietà anche delle
Ora su questa dottrina primieramente osservo, che l'  anima  vegetabile par cosa del tutto abbandonata: e però in questa
umano, fa credere inverisimile che esso venga animato con  anima  umana solo dopo tanti giorni dalla concezione, come pone
concezione, come pone Aristotele, ma che piuttosto abbia l'  anima  sin dal principio del concepimento. Opinione che viene
come torni forte a dover credere che prima s' abbia un'  anima  sensitiva nel feto, la quale si corrompe e perda; e poi v'
che Dio vi crea in suo luogo. Perocchè a qual fine un'  anima  sensitiva, se ella non è fatta se non per corrompersi?
egli può essere apparecchiato senza lei, nel punto che l'  anima  intellettiva non entra se non dopo che ha sgombrato la
l' una sensitiva e intellettiva l' altra. Dunque quando l'  anima  intellettiva entra nel corpo, essa non trova già un corpo
un' anima, ma il trova privo di anima; e un corpo privo di  anima  non ha bisogno di un' anima per apparecchiarsi a essere
di anima; e un corpo privo di anima non ha bisogno di un'  anima  per apparecchiarsi a essere tale. Conciossiacchè corpo
apparecchiarsi a essere tale. Conciossiacchè corpo privo di  anima  non può avere altra disposizione che quella che consiste in
vita anche animale, il deve ricevere dall' azione dell'  anima  intellettiva, che ha in sè anco la virtù sensitiva. Oltre
che ha in sè anco la virtù sensitiva. Oltre ciò, se l'  anima  sensitiva si corrompe e si perde, in che modo avviene essa
Se per successione di tempo, vi sarà dunque nel feto un'  anima  mezzo corrotta e mezzo non corrotta prima che entri l'
mezzo corrotta e mezzo non corrotta prima che entri l'  anima  intellettiva. E questo stato di mezza morte, questa
nessun osservatore n' abbia mai trovato indizio? Ancora, l'  anima  intellettiva entrerà quando l' anima sensitiva è corrotta
indizio? Ancora, l' anima intellettiva entrerà quando l'  anima  sensitiva è corrotta tutta, o quando è corrotta una parte?
dunque vi sarà un momento, nel quale il feto avrà in sè un'  anima  intellettiva e un' anima sensitiva mezzo corrotta. Se poi
nel quale il feto avrà in sè un' anima intellettiva e un'  anima  sensitiva mezzo corrotta. Se poi l' anima sensitiva si
e un' anima sensitiva mezzo corrotta. Se poi l'  anima  sensitiva si corrompe in un istante e in quel medesimo
corrompe in un istante e in quel medesimo istante entra l'  anima  intellettiva, come mai il feto non darà nessuno indizio di
non darà nessuno indizio di questa gran metamorfosi? L'  anima  sensitiva è pur anima vera e propria del feto: or come si
di questa gran metamorfosi? L' anima sensitiva è pur  anima  vera e propria del feto: or come si potrà ella staccare da
ella staccare da lui, come si potrà corrompere e perir l'  anima  che è sua propria, senza che egli punto nol senta? Mutar l'
che è sua propria, senza che egli punto nol senta? Mutar l'  anima  a un corpo è egli poco? Sopravvenendo poi in un istante l'
a un corpo è egli poco? Sopravvenendo poi in un istante l'  anima  intellettiva, quale immenso passaggio! qual salto! un
Vi ha egli un modo possibile a concepirsi nel quale un'  anima  sensitiva perisca, se non corrompendosi il corpo a cui è
corpo a cui è aderente? Noi appronfondendo la natura dell'  anima  sensitiva, abbiamo trovato che essa è indivisile dal corpo,
ma al tutto assurdo e contradditorio l' ammettere che un'  anima  perisca, restando intatto e senza alcun detrimento il suo
che batte anche la dottrina di Aristotele, che definisce l'  anima  sensitiva un atto del corpo. Se ella è un atto del corpo
soffrire immutazione e stogliersi dal suo atto, perchè l'  anima  sensitiva cessi di essere. Nè vale il dire che gliene vien
più che il corpo animato non riceve nè più nè meno dall'  anima  intellettiva, perocchè questa non comunica col corpo in
corruzioni e generazioni. Ma il cangiamento dell'  anima  sensitiva e la sostituzione dell' anima intellettiva non
cangiamento dell' anima sensitiva e la sostituzione dell'  anima  intellettiva non serberebbe nè pure la legge imposta dal
ed è la loro forma che solamente cangia. Laddove l'  anima  che viene creata da Dio nulla ritiene, nella sentenza
pure la Scuola è sollecita di applicare all' origine dell'  anima  i principii della generazione aristotelica (1). E
aristotelica (1). E finalmente noi dunque non abbiamo l'  anima  che abbiamo ricevuto dai nostri padri per generazione: non
sarebbe stato, in un tal caso assai più semplice e nessuna  anima  sarebbe con esso andata a male. Ma l' assurdo maggiore che
nell' ipotesi scolastica si è, che per la infusione dell'  anima  intellettiva che succede alla sensitiva, è perduta l'
non avrebbero per figlio se non il feto fino che ha l'  anima  sensitiva; ma quando egli riceve l' anima intellettiva il
fino che ha l' anima sensitiva; ma quando egli riceve l'  anima  intellettiva il loro figlio è perito, e non rimane più che
supponendo che il feto appena concepito non abbia che un'  anima  sensitiva, egli non potrebbe essere soggetto capevole di
con delle sottili e vane distinzioni. Di più, quell'  anima  sensitiva non è quella che resta all' uomo, ma ella va
creata di tutto punto da Dio. Dunque, quando ancora quell'  anima  sensitiva fosse soggetto capevole di peccato, andando essa
con essa il peccato ricevuto dai padri. E sebbene l'  anima  nuova che viene infusa da Dio, dopo quei tanti giorni
liquore da un vaso infetto; tuttavia l' ingiustizia in essa  anima  non comincerebbe se non allora allora, e non nell' atto del
della carne animale diventa poi cagione di peccato nell'  anima  intellettiva che sopraviene perocchè inclina questa al
moderni si contentano di dire, che Dio crea e infonde l'  anima  nel corpo, senza parlare del tempo e del modo in che
alla loro, tuttavia non potrebbe produrre neppure un'  anima  sensitiva e animale, giacchè Iddio crea l' anima umana da
un' anima sensitiva e animale, giacchè Iddio crea l'  anima  umana da sè intellettiva e sensitiva a un tempo: e all'
virtù di questa sospesa e impedita dal produrre almeno un'  anima  sensitiva. Sicchè quelli che ammettono che le anime umane
somministrare della materia bruta, da essere animata da un'  anima  che Dio stesso crea e v' infonde; perchè Iddio dar pure
una tale potenza? Ad effigiare e comporre una massa senz'  anima  non è necessario deputare una potenza e un apparato
intelligenza della medesima. Si dirà adunque: l'  anima  sensitiva non sussiste per sè, ma solamente unita al corpo,
ella rimarrà materiale o mortale? Ma io rispondo: L'  anima  sensitiva, ove il corpo a cui aderisce distruggasi, ella
senziente non vi ha anima, perocchè esso principio è l'  anima  stessa. Cioè a dire, nel sentimento fondamentale che
immortale. Io non dubito adunque di chiamare spirituale l'  anima  delle bestie, considerata nel suo principio, e solo dalla
sentita anche la materia corporea, in tal caso esso è un'  anima  intellettiva e animale a un tempo, la quale ha due termini,
Venendo dunque a perire la materia corporea, quest'  anima  non si dissipa nè distrugge, ma rimane sussistente per sè,
che fu provata la immortalità e la semplicità dell'  anima  dai maggiori filosofi dell' antichità e dai Padri della
luce semplicissima, di cui è partecipe e dove sussiste l'  anima  intelligente? Sicchè quando noi abbiamo detto, che l' anima
anima intelligente? Sicchè quando noi abbiamo detto, che l'  anima  umana è intelligente, immateriale, sussistente per sè,
savi, nei quali si parla appunto di questa cognazione dell'  anima  colle cose eterne, che essi nominavano anche Dei, appunto
appunto perchè vedevano come quell' elemento che rende l'  anima  immortale sia divino, e non trovavano nè come unificarlo,
come l' abolizione del peccato e la liberazione dell'  anima  dai ceppi di una tediosissima schiavitù. Fino poi che
confessava di non poter spiegare a sè medesimo, come mai l'  anima  possa trarre il peccato da Adamo, se essa stessa non viene
1. Che si ha una distinzione reale tra l' esservi nell'  anima  un sentimento ed un' idea qualunque, e l' avvertenza di
quell' idea. Di modo che vi possono essere e vi sono nell'  anima  dei sentimenti e delle idee di cui l' uomo non ha nessuna
dalla natura umana con Dio, ma che viene purificata l'  anima  stessa del fanciullo dalla macchia originale e che in
del fanciullo dalla macchia originale e che in quest'  anima  viene infusa la grazia dello Spirito Santo e gli abiti
ella la Chiesa di spiegarci come avvenga tutto ciò nell'  anima  del fanciullo che non dà ancora nessun segno esterno di uso
Chiesa colla questione filosofica intorno alla natura dell'  anima  intelligente, e come quella dottrina della Chiesa
che questa questione si risolvesse in modo che l'  anima  dovesse avere una comunicazione primitiva e naturale colla
colla mia fede; mi consolai pensando che il cuor mio e l'  anima  mia non avea professato, nè professava altra dottrina da
è come una continuazione del movimento peccaminoso dell'  anima  dell' omicida; e lo stato peccaminoso de' posteri è come
e peccato, se trovasi così piegata la stessa punta dell'  anima  sede dell' umana persona. Ma non poteva Iddio impedire
del corpo traendo seco un' inordinazione nell'  anima  (3), nella stessa volontà personale, dove ogni guasto è
cui il De Rubeis nega, che ciò che v' ha d' aderente all'  anima  del bambino nel peccato originale sia qualche pravo
. E seguitando a dichiarare l' effetto che rimane nell'  anima  dopo il peccato attuale, quell' effetto cioè che peccato
di Trento definì il peccato originale « morte dell'  anima  ». Ma la morte è la privazione della vita, e la vita dell'
». Ma la morte è la privazione della vita, e la vita dell'  anima  è la grazia santificante. Dunque il peccato non è altro,
dell' anima, allo stesso modo, dice S. Agostino, come l'  anima  è la vita del corpo. Ora quando si dice, che l' anima è la
l' anima è la vita del corpo. Ora quando si dice, che l'  anima  è la vita del corpo non si vuol dir altro, se non che l'
è la vita del corpo non si vuol dir altro, se non che l'  anima  è la cagione formale della vita del corpo. Per altro la
corpo. Per altro la vita del corpo non istà meramente nell'  anima  considerata da sè sola; ma essa vita è un effetto delle
sè sola; ma essa vita è un effetto delle mutue azioni dell'  anima  da una parte sul corpo, e del corpo dall' altra in sull'
d' Aristotele definì propriamente la vita, dicendo, che l'  anima  est ACTUS CORPORIS organici ; (1) [...OMISSIS...] . Ciò
vive in comunicazione coll' anima; così la morte dell'  anima  è la cessazione di quell' atto dell' anima, con cui questa
disorganizzazione del corpo stesso; così la morte dell'  anima  importa un disordine ed una intima disorganizzazione, per
che secondo il Concilio di Trento è « la morte dell'  anima  »non si può far consistere nella semplice privazione della
alla natura dell' anima; ma è una sopraggiunta, sicchè l'  anima  anche priva della grazia, può avere tutto ciò che esige la
il nome di MORTE dell' anima, se non si suppone nell'  anima  stessa un disordine che la renda incapace ed indegna di
muta la natura delle cose, non cangia i costitutivi dell'  anima  e le sue naturali esigenze. Vero è che quando l' anima ha
anima e le sue naturali esigenze. Vero è che quando l'  anima  ha già la grazia, come l' aveva Adamo, l' atto con cui la
grazia nel modo detto cagiona la vita soprannaturale dell'  anima  , ma l' anima innocente nell' ordine naturale, come sarebbe
detto cagiona la vita soprannaturale dell' anima , ma l'  anima  innocente nell' ordine naturale, come sarebbe quella del
rettitudine naturale. Onde non si avvererebbe, che ora l'  anima  del bambino avesse quel peccato che è mors animae secondo
riponendosi la definizione del peccato che è morte dell'  anima  nella semplice privazione della grazia santificante ne
senza alcun difetto realmente inerente alla natura dell'  anima  che la renda peccatrice; verrebbero dunque con tale
produce una carne che sconcerta l' ordine morale dell'  anima  del generato, e così mette in essere il suo proprio
del pari inferma e guasta, la qual trae la volontà dell'  anima  dall' eguaglianza della giustizia (2). Ma qui gli
alcuna malizia; ma la tradizione tutta vede nell'  anima  dell' uomo espressamente LA MALIZIA, il disordine morale.
9 S. Giovanni Crisostomo rassomiglia la corruzione dell'  anima  pel peccato alla corruzione e dissoluzione del corpo, e l'
. Questa somiglianza tra la corruzione dell'  anima  pel primo peccato e la corruzione del corpo torna frequente
1 che i dottori cattolici non ripongono la morte dell'  anima  nella mera privazione della grazia, ma in un guasto simile
simile a quello della disorganizzazione del corpo; 2 che l'  anima  così corrotta e macchiata dal peccato, com' è di presente,
in uno stato d' eterna inazione, conservata solo all'  anima  intellettiva l' immota intuizione dell' essere, per la
morale. Ed eccone brevemente le prove. I E` di fede che l'  anima  volitiva contrae necessariamente il peccato originale, e ne
riconoscere altro male morale deformante la volontà e l'  anima  umana che il libero , distrugge la pietà ed apre l' adito
dice, che pel peccato originale [...OMISSIS...] , cioè l'  anima  è soggetta ad un male eudemonologico, che rispettivamente
Egli è vero che la dannazione consegue ad un'  anima  infetta da' vizii anche considerata questa infezione in se
libertà, sanno ancora, che la libertà , è una forza dell'  anima  DOMINATRICE E DETERMINATRICE DELLA VOLONTA`, avendo io
radice, traggono la loro attività tutte le potenze; e l'  anima  ha una virtù unica e limitata; ond' avviene che se questa
non sia urgentissima d' una parte e dall' altra se l'  anima  dell' uomo non sia sgagliardita (1); egli mi fa dire all'
la conoscenza, o che dalla forza subbiettiva dell'  anima  fa venire all' uomo le idee, onde la verità, che nelle idee
effetti qual è la riformazione e il miglioramento dell'  anima  umana, di cui l' uomo non ha coscienza, benchè poscia ne
agisce con insolente violenza e trae a sè e quasi lega l'  anima  intellettiva; e questa efficacia dell' animalità assorbente
assorbente per così dire la miglior attività dell'  anima  umana si origina, a quanto sembra, dall' attuosità del
ed altri dottori infetto e corrotto. Laonde benchè solo l'  anima  intellettiva e volitiva sia il subietto del peccato
che questo attraimento soverchio che fa la carne dell'  anima  intellettiva a sè non è ancor propriamente il peccato
Poichè a cagione di quell' attraimento, avviene, che l'  anima  intellettiva sia alquanto ottenebrata (e quest' appartiene
. Ora la naturale applicazione di tanta attività dell'  anima  intellettiva al sentimento della vita animale, è ciò che i
conversione alla creatura ; e il conseguente languore dell'  anima  rimasta debole all' ordine di ragione, e priva della
in un modo generale può dirsi l' inclinazione dell'  anima  intellettiva verso l' animalità e il bene subbiettivo. A
della vita e del sentimento animale che tira a sè l'  anima  intellettiva, ella è più tosto la causa prossima del
della volontà anzi che peccato ella stessa (1). L'  anima  razionale dunque ed appetitiva dell' uomo, quando l' uomo è
nè pure nella volontà come potenza; ma nell' essenza dell'  anima  volitiva e appetitiva; onde incomincia quel male che si
e di questi si riduce in fine alla mala disposizione dell'  anima  che è lo stesso peccato originale. Ma che l' anima stessa,
dell' anima che è lo stesso peccato originale. Ma che l'  anima  stessa, l' essenza dell' anima abbia questa mala
peccato originale. Ma che l' anima stessa, l' essenza dell'  anima  abbia questa mala disposizione in sè riesce difficile a
si ha coscienza, e quella mala qualità e disposizione dell'  anima  di cui la coscienza ci manca e in cui il peccato originale
che il peccato originale prima è nascosto in fondo dell'  anima  ed ivi quiescente, poi operante al di fuori ed in battaglia
peccato originale consiste, è una mala disposizione dell'  anima  occulta in essa, una mala qualità (3). [...OMISSIS...] Ed
si prende per quell' impeto, per così dire, onde l'  anima  del bambino che si concepisce s' immerge nella viva carne,
originaria, a questa volontà, o attività razionale dell'  anima  prona a riporre il suo finale compiacimento nella natura,
non s' acquieta in questa, perchè la parte suprema dell'  anima  è sostenuta dall' infusion della grazia. Quella tendenza
per l' atto dell' animalità che attira a sè l'  anima  razionale nel primo momento dell' esistenza dell' uomo,
a questi atti, posta in essere nella congiunzione dell'  anima  col corpo; che in noi è quiescente e a noi stessi ignota
non l' ha più, perchè le è sottratta l' attività dell'  anima  già soverchiamente attratta e legata nell' animalità. L'
e legata nell' animalità. L' attività radicale dell'  anima  è dunque unica, perchè unica è l' anima, ed ella si
(3). Vero è che continua l' animalità ad operare sull'  anima  e a tirarne a sè quanto può l' attività; ma essa non la
peso, per così dire, la sostiene. Quindi l' attività dell'  anima  è divisa, non più al solo senso lasciata andar col suo
E in quanto al grado non può negarsi, che la tendenza dell'  anima  al bene soggettivo e sensibile deva riuscir minore dopo il
minore dopo il battesimo, se una parte dell' attività dell'  anima  e la migliore è attratta dalla grazia che avvalora il
colla morte il fomite con tutte le sue conseguenze, l'  anima  del giusto rimane del tutto pura e viva in Cristo, che è «
stato, essendo questo bene il solo agente reale che sull'  anima  influisca e che può a sè prevalentemente attirarla. Se
l' animalità da parte sua seguiti ad allettare a sè l'  anima  volitiva ed attiva dell' uomo anche dopo il Battesimo
il Battesimo siccome prima, onde il fomite; tuttavia quest'  anima  stessa nella sua parte più eccellente è contemporaneamente
e posseduta da Dio; e così il bene infinito risiede nell'  anima  non solo idealmente ma anche realmente. L' azione del qual
ed ella è sì forte che niente può separare Iddio dall'  anima  volitiva se non sopravviene la libertà dell' uomo stesso,
non erano in allora ben distinte queste due attività dell'  anima  razionale, cioè quella di volere , e quella di eleggere fra
sì, perde le anime. E che mai giovano alla salute dell'  anima  certi nuovi dogmi, non della divina Rivelazione, ma dell'
effetto naturale e non punto vizioso se non a levare dall'  anima  l' errore de' suoi disordini? « e ad exscusandas
si trova in tutte le cose, e quello con cui si trova nell'  anima  del giusto ». Pregate il Signore che mi dia lume a dirvi il
stesso. Per intendere dunque come Iddio sia presente nell'  anima  del giusto, conviene intendere come Iddio doni a questo sè
che in tutti questi tre casi, la differenza è immensa. All'  anima  dunque che è giusta, cioè incorporata a Gesù Cristo e a lui
tutti gli altri uomini, ma dà sè stesso per modo che quell'  anima  ha non solo presente, ma unito con sè Dio, e lo sente nella
qual ragione? Perchè nelle opere della grazia, ch' è nell'  anima  del giusto, comunica se stesso, si manifesta, e si
e assegna a ciascuno la sua, cui battendo salverà l'  anima  in eterno. [...OMISSIS...] 1.52 E` un errore il credere che
e anche pe' piccoli e continui mancamenti che commette l'  anima  negligente: e in tal caso conviene cacciarla da sè col
dai loro difetti, e quasi l' oggetto della speranza d' un'  anima  che tende alla perfezione devano essere « grandi cose a
vocazione; e viceversa ogni qual volta sopravviene all'  anima  un raffreddamento notabile nella vocazione, si ha un segno
che di giorno in giorno si va operando e formando nell'  anima  propria! Poichè nell' anima si opera di continuo un secreto
si va operando e formando nell' anima propria! Poichè nell'  anima  si opera di continuo un secreto lavoro o in bene od in
tesoro non è mai la pace di Cristo! quanto profitto fa l'  anima  camminando in questa pace! qual luce di verità non si
ed hanno tutti in Gesù Cristo un solo cuore ed un'  anima  sola. Sì, conviene, o carissimi, che ciascuno esulti e
Onde se uno pregasse così: « Signore, fate che quest'  anima  assolutamente si salvi anche se la vostra maggior gloria
lui ogni onore e gloria, e ci rallegriamo altresì perchè l'  anima  nostra acquisti così dei meriti, con grande fiducia di
(Luc. XVIII) »; perchè lo stato interno e morale dell'  anima  all' uomo è impenetrabile, e solo a Dio palese, « qui
che ritrarrete frutti abbondanti e per la perfezione dell'  anima  vostra e per la salute delle anime altrui. Confidate nel
Dio e diffonditore della santità sarà la vostra vita e l'  anima  dell' anima vostra! Di questo prego il Signore per voi di
della santità sarà la vostra vita e l' anima dell'  anima  vostra! Di questo prego il Signore per voi di cuore, e
e meglio, senz' altro pensare al passato. Anche quando un'  anima  avesse la disgrazia di offendere Iddio gravemente, deve
di quelle che contenevano, per quella facoltà dell'  anima  umana che dagli effetti si rileva velocissima alla causa, e
le orecchie dell' uomo, dovevano eccitare e condurre l'  anima  sua a due riflessioni successive, la prima delle quali
un agente cieco, operare in modo da produrre nell'  anima  non tanto nuovo lume, quanto piuttosto un nuovo sentimento
l' effetto soprannaturale di una vita possente, cioè dell'  anima  viva per la presenza di Dio. Chi volesse negar questo
pur non tacerò che in quel volto contemplante, da cui l'  anima  è peregrina, tutti veggono Iddio che si trastulla colla
e in tutti una somma edificazione; sicchè appena havvi  anima  sì fattamente sciagurata, che non ne parta almeno con una
persuasione di ciò che dico, cioè che Iddio congiunto all'  anima  di un uomo può produrre nello stesso corpo tali effetti
corporee, quando questa santità gli veniva infusa nell'  anima  e in lui dall' anima discendeva a santificare lo stesso
questa santità gli veniva infusa nell' anima e in lui dall'  anima  discendeva a santificare lo stesso corpo. Or ad intender
hanno una tale efficacia e virtù, che portano nell'  anima  la grazia anche senza il mezzo di un atto precedente della
il vocabolo in senso stretto, di produrre la grazia nell'  anima  stessa dell' uomo: il perchè S. Tommaso li definisce per un
niente ripugnanti a quell' uso che far volesse di esse un'  anima  santa, ma ben ancora giovassero a quest' anima stessa a
di esse un' anima santa, ma ben ancora giovassero a quest'  anima  stessa a nutrire atti e affetti di santità. Perciocchè è da
della imaginativa inclinano, se non anche tirano l'  anima  a una piuttosto che a un' altra serie di pensieri? I
non trapassano di lor propria efficacia la sfera dell'  anima  sensitiva: e pure chi non ha sperimentato quanto
pure chi non ha sperimentato quanto inclinevole secondi l'  anima  intellettiva, quasi per una cotal legge di armonia a cui
a questi movimenti animali tragga eziandio lo sdegno dell'  anima  intellettiva e, se la causa è sacra, fino lo zelo ardente e
nell' animalità stessa le più dolci passioni, da cui l'  anima  razionale sentesi invitata a sperare o ad amare dell'
certo è che dunque anche allo stato di santità, in cui l'  anima  si trova colla suprema sua parte, deve corrispondere uno
superiore; sicchè una tale disposizione inviti ed ecciti l'  anima  a santi pensieri e voleri, e non che la impedisca, ma anzi
sebbene sarebber segni di cose sacre e disporebber l'  anima  alla santità, tuttavia secondo la dottrina dell' angelico
E però Iddio affettava e toccava immediatamente l'  anima  intellettiva, e le altre parti materiali dell' universo
è uopo che questo segno esterno produca la santità nell'  anima  e però che sia, in senso stretto e proprio Sacramento. E
quando si considera la natura umana perfetta, vedesi che l'  anima  nell' intellettiva sua parte non comunica col mondo
principalmente in questo effetto si manifesta, che l'  anima  spirituale nelle sue operazioni si trovò legata e fatta
senza sentire il freno di quella, e di più trascina l'  anima  stessa dietro alle sue proprie operazioni, e la sforza ad
un dimostramento dell' alterazione sofferta dal peccato. L'  anima  adunque nell' umanità peccatrice è influita dal corpo. Or
fare che questa influenza del corpo tornasse a bene dell'  anima  stessa? E così ordinò la sapienza divina, la quale si servì
via de' segni sensibili e però delle sensazioni corporee l'  anima  riceve la grazia è misteriosa e del tutto incognita (2).
efficacia congiunta da rendere la parte superiore dell'  anima  più indipendente che prima non era dal corpo, e porgere
quella tendenza che è un abituale consenso nel male: e l'  anima  sollevata da una tale schiavitù, libera da tali ceppi,
come dicevamo, mosso da una virtù divina può dare all'  anima  tal movimento e quasi tal guizzo da farla atta a toccare
poi attribuisce l' operazione di avvivare egli solo quest'  anima  colla sua virtù tutta spirituale e non immersa, se mi è
le sensazioni nell' ordine naturale aiutano e dispongono l'  anima  intellettiva a formare le intellezioni, così nell' ordine
ricomporsi a una compiuta perfezione; e ciò in virtù dell'  anima  salva, ossia di Cristo che abita in lei immortalmente.
ossia di Cristo che abita in lei immortalmente. Sicchè l'  anima  perfetta trae dietro a sè la perfezione del corpo, e la
cioè nella risurrezione dei corpi, tirandolsi dietro l'  anima  in grazia, nella quale abita lo Spirito Santo (2). Il
con questo precetto, ed era di inculcargli il rispetto all'  anima  dell' uomo, e così chiamarli a riflettere alla dignità di
uomo, e così chiamarli a riflettere alla dignità di quest'  anima  intelligente e fatta a similitudine di Dio, alla quale l'
p“r mente. E per far ciò metteva innanzi agli uomini quest'  anima  come principio della vita animale, giacchè in quest' atto
facile a quegli antichi poter fissare colla mente quest'  anima  e riconoscerla per qualche cosa. E conciossiachè la vita
inculca il rispetto al sangue, appunto come alla sede dell'  anima  (3). Laonde prosegue a dire Iddio in conferma del precetto
(4). » Dove si vede che l' imagine di Dio su cui è fatta l'  anima  umana varrebbe a riparare i buoni dall' essere uccisi, ma
che si stendessero fin oltre il sepolcro, degni di un'  anima  che sopravvive alla distruzione del corpo. 6. Il patto
un corpo, era, se mi lice usare questa similitudine, l'  anima  tutta spirituale che si vede mediante un corpo da lei
sacratissima di Cristo aveva efficacia di innalzare l'  anima  di chi la vedeva alla cognizione e contemplazione del Verbo
in altro modo. In questi Sacramenti non è la carne ma l'  anima  dell' Uomo7Dio che immediatamente opera: conciossiachè si
di amore; e gli atti di potestà e di amore vengono dall'  anima  a dirittura. Egli è Cristo giudice che opera nel Sacramento
alla parte sensibile ed esteriore del Sacramento è come l'  anima  per così dire che avviva e avvalora essa parte materiale
di lui, ma tutto insieme essa e lo spirito che è come l'  anima  sua; senza alcuna esitazione noi affermeremo allora, che il
antecedente alla volontà, opera nella essenza dell'  anima  prima che nelle potenze (2) ed è perciò che la sua azione è
e ineffabile operazione de' Sacramenti di Cristo nell'  anima  di quelli che li ricevono. E nella lettera a' Romani, è l'
una operazione per la quale Iddio si facesse sentire all'  anima  dell' uomo per la via dell' animalità, conveniva che tutta
all' umana natura, e si comunica continuamente; e quindi l'  anima  dell' uomo ne sente e percepisce la real forma e natura, e
in un modo implicito, sicchè era sola la punta dell'  anima  che a Dio volgevasi per quella fede (1). Duplice era dunque
la necessità del Redentore perchè fossero salvi nell'  anima  e nel corpo, ordinò in quell' occasione la cerimonia dell'
divina significata nel color celeste che sopraggiunta all'  anima  perfezionava la naturale onestà. Le due altre erano l'
Questa fede però mancava sempre della comunicazione all'  anima  del Verbo, poichè il Verbo non erasi ancor vestito dell'
dello stringersi questo patto con Dio nell' interiore dell'  anima  di ciascun uomo è questa, che un tal patto non ha quel
essere segni di lui come gli antichi, i quali niente nell'  anima  producevano. E se anche significano i nuovi Sacramenti, ciò
animo così anche il segno suo necessario s' imprime nell'  anima  stessa (1) ed è ciò che le divine Scritture chiamano or
tutta (2). Questo segno interiore che dovea imprimere nell'  anima  Cristo era adombrato nell' antico tempo e dai Profeti
questo segno che Cristo co' suoi Sacramenti imprime nell'  anima  è uopo a noi rammemorare ciò che abbiam detto intorno alla
Verbo si rivela all' anima, e questa vista del Verbo che l'  anima  ne riceve è il lume soprannaturale onde cominciano tutte le
può considerare rispetto all' impressione che lascia nell'  anima  la qual viene dal Verbo stabilmente informata; o rispetto
Conciossiachè certa cosa è che il Verbo risplendente nell'  anima  vi imprime la sua forma o similitudine, e questa è quella
impressione. Sicchè quella luce del Verbo impressa nell'  anima  acquista nome di grazia solamente quando influisce nella
Or tuttavia l' impressione del Verbo può rimanersi nell'  anima  ristretta nella sola parte intellettiva di lei eziandio che
umana volontà non impedisce punto che dall' esser nell'  anima  la luce e l' impressione del Verbo non iscaturiscano nuovi
tradizione. I. Il carattere viene impresso nell'  anima  dallo Spirito Santo. S. Paolo parlando del carattere dice:
indelebile. E all' azione dello Spirito Santo nell'  anima  l' attribuiscono pure costantemente i Padri della Chiesa.
è ch' egli sia luce e splendore, perocchè il Verbo all'  anima  a cui si comunica non è che luce. E questo dice S. Ambrogio
di cui si parla è altro che intellettiva, la qual dà all'  anima  conoscimento. Per questa osservazione si spiegano
ne' quali si dice che col Battesimo viene impresso nell'  anima  il nome di Dio, volendo dire che viene impresso il
E` proprio del Verbo il congiungersi coll' essenza dell'  anima  intellettiva. E però se il carattere è una impressione del
egli deve aver sua sede nell' essenza o sostanza dell'  anima  nostra. Questa sentenza si può conciliare con quella di S.
che ripone il carattere nella potenza intellettiva dell'  anima  (3); poichè esso carattere si può risguardare da due lati,
e carnale, la circoncisione, ma presso noi fu posto nell'  anima  stessa, e suggellatovi dallo Spirito Santo (3). Or essendo
esterno dell' acqua battesimale, manifesta cosa è che l'  anima  nostra non è distinta da quelle degli infedeli mediante un
sieno a Cristo consecrate. L' impressione del Verbo nell'  anima  intellettiva non può essere mai oziosa, e, come dicono i
questi effetti; l' uno è l' attitudine che acquista l'  anima  e il diritto di ricevere o di amministrare gli altri
Col carattere indelebile che imprime il Battesimo, l'  anima  vien posta in tal condizione, che ricevendo gli altri
all' uomo in conseguenza dell' impressione del Verbo nell'  anima  sua sia un effetto spontaneo e necessario di detta
che vede in questo come un vero patto positivo fra l'  anima  e Dio; e però la chiama potenza morale e non fisica.
Che se il carattere è luce del Verbo, fulgente nell'  anima  (3), chi può limitare la forza di un tale splendore? A
Battesimo per un suo spontaneo e fisico effetto renda l'  anima  capace di ricevere il carattere della Confermazione. A quel
nell' ordine naturale, il lume della ragione che sta nell'  anima  quando nasciamo, ci fa capaci di ricevere qualsivoglia
egli è impresso in un soggetto incorruttibile, cioè nell'  anima  (1), la quale ragione ha tutta sua forza ove si tenga la
fare poscia gli atti da uomo; così colla luce del Verbo l'  anima  riceve la potenza degli atti soprannaturali, e colla sua
i Teologi chiamino il carattere una consecrazione dell'  anima  (7). Consecrare una cosa è destinarla al culto divino,
il possesso dell' anima, e mette in essa la sua fede, e l'  anima  così è nelle mani del Verbo consegnata. Or tutti i riti
una unione permanente del Verbo colla essenza dell'  anima  intellettiva, per la quale l' anima percepisce il Verbo e
colla essenza dell' anima intellettiva, per la quale l'  anima  percepisce il Verbo e se ne informa. Di poi l' abbiamo
considerato come potenza, perocchè questa forma nuova dell'  anima  le aggiunge un potere soprannaturale che non avea prima; e
mostra di considerare la disposizione o potenza dell'  anima  ad eseguire le cose appartenenti al culto come una
la grazia, che nel primo caso lo Spirito Santo che segna l'  anima  è lieto ed amico, nell' altro caso egli è contristato.
non sarebbe propriamente detto quando non aggiungesse all'  anima  alcuna santità. Però un celebre scrittore ecclesiastico
la virtù del Battesimo che rimane riproduce nell'  anima  la grazia battesimale. Ora perchè lo stesso ragionamento
Ebrei, e il carattere di Cristo ucciso, sulla cima dell'  anima  che è la sua parte intellettiva. E a conferma di ciò basti
fronte poi è acconcissima a indicare la parte suprema dell'  anima  in cui viene impresso il carattere. Solamente si può
è una cotal percezione del Verbo. Il Verbo lucente nell'  anima  produce varii effetti, che a due classi si riferiscono: la
quello dell' estrema Unzione ha per iscopo di levare dall'  anima  il peccato che è appunto l' obice che impedisce la
il carattere, come detto abbiamo, imprimendo il Verbo nell'  anima  coi descritti effetti. [...OMISSIS...] Di ciascuno de'
da cui usciva virtù di sanare non meno il corpo che l'  anima  (3): purchè in quelli che toccavano il sacratissimo corpo,
come abbiamo veduto. E Cristo non poteva unirsi coll'  anima  se non a quel modo in cui veramente si trovava essere.
essere. Dunque Cristo ancora vivente doveva unirsi coll'  anima  vivo; Cristo morto doveva unirsi coll' anima morto; Cristo
unirsi coll' anima vivo; Cristo morto doveva unirsi coll'  anima  morto; Cristo glorioso doveva unirsi coll' anima glorioso.
coll' anima morto; Cristo glorioso doveva unirsi coll'  anima  glorioso. Nella gloria poi Cristo ebbe due stati,
diversi periodi di tempo il Battesimo congiungeva all'  anima  del battezzato Cristo, in quello stato in cui si ritrovava.
e di essa non poco godere. Dopo la morte di Cristo poi l'  anima  battezzata e senza peccato era ammessa alla visione di Dio
alla visione di Dio per la visione del Verbo e dell'  anima  di Cristo già gloriosa. Imperciocchè Cristo avea finito di
Cristo avea finito di patire e meritato tutto: sicchè l'  anima  di Cristo, scevra oggimai di ogni molestia, abbandonavasi
benchè il corpo non fosse ancora surto alla gloria. L'  anima  del battezzato però sebbene già beata non dimoravasi per
venendo a significare che Paradiso è ogni luogo per l'  anima  che vede Dio (2). Dice però meco facendo conoscere che la
le ragioni dette: i vestigi della Trinità che mette nell'  anima  sono: 1. un sentimento di Dio in Cristo (forza infinita),
tempo stesso che l' acqua monda il corpo viene infuso nell'  anima  di chi è battezzato. Descrive adunque S. Giovanni il modo
la riflessione ed opera mediante operazione riflessa dell'  anima  medesima. Questo noi l' abbiamo osservato là dove
suoi quella grazia che chiamasi Verbiforme, colla quale l'  anima  percepisce immediatamente il Verbo. Tutti due questi mezzi
luce del Verbo maggiormente discopra ed imprima nell'  anima  stessa, e la faccia operare in tutte l' altre potenze,
non possono indicare se non una unione della persona coll'  anima  quelle maniere che usa l' autore del libro dell'
ci congiunge al divino Spirito, che ci fa percepire nell'  anima  la santa e deifica società del medesimo Spirito divino e
Dal medesimo principio, che lo Spirito Santo ricalca nell'  anima  la notizia del Verbo, ravviva la fede, vi deduce la carità
Sacramento, il quale conferisce, come abbiamo detto, all'  anima  la grazia triniforme. [...OMISSIS...] Anche in alcuni
parole della vita, avrebbero ricevuto immediatamente nell'  anima  loro il Verbo e lo Spirito; e gli altri fedeli avrebbero
che credesse rimanere la materia del pane informata dall'  anima  di Cristo, il che sarebbe una vera impanazione (1). I
l' identità materiale delle particelle inanimate dall'  anima  nostra è al tutto indipendente e cosa diversissima dall'
immedesima, diventa una cosa sola fusa con esso; un'  anima  stessa l' avviva, una medesima vita partecipa, gode d' un
col quale ha la natura indivisa, e il Verbo informa l'  anima  e il corpo nello stesso punto della verginal concezione.
come noi, i quali diciamo, che il Verbo e l'  anima  e il corpo di Cristo mediante lo Spirito Santo, fuoco
si trova sotto le specie del pane consecrato il corpo, l'  anima  e la divinità di Cristo. Hassi dunque a spiegare non solo
[estrasoggettiva]; egli continuerebbe ad agire sull'  anima  nostra, e avrebbe cessato di agire sul corpo degli altri
non continuava meno per questo ad essere congiunto coll'  anima  di Cristo, nè meno continuava ad essere in quest' anima il
anima di Cristo, nè meno continuava ad essere in quest'  anima  il sentimento del corpo al quale era unito (1). Or sebbene
ed esso male si trova; e« in non voler riconoscere che un'  anima  umana possa venir affetta dal male morale senza che non
un bene morale che viene dall' azione che Iddio fa nell'  anima  nostra senza la nostra libera volontà, o in aiuto di
Cristo dovea essere il conseguente effetto de' meriti dell'  anima  di Cristo precedentemente alla sua Incarnazione; errore che
e che esso peccato consiste formalmente nella morte dell'  anima  , la quale non è una relazione alla causa del detto
ed altre già conosciute, che il detto peccato morte dell'  anima  non ha ragione di colpa e di demerito, se non come prodotto
dimostrano il peccato originale così: « La vita dell'  anima  è la grazia santificante: la privazione di questa grazia è
mancanza è privazione , e così vogliono che sia morte dell'  anima  e peccato. Or che Adamo si sia demeritata la grazia, questo
dire certamente che essa viene da Dio che crea e infonde l'  anima  intellettiva. Ora con questo le difficoltà si aumentano. Se
le difficoltà si aumentano. Se aveste sostenuto che l'  anima  intellettiva, subbietto, come voi dite, del peccato d'
del peccato. - In nessuna maniera noi ammettiamo che l'  anima  intellettiva si comunichi ex traduce , il che involgerebbe
se voi saprete farvi sommessi al Superiore, e avere un'  anima  sola con lui; se saprete vincere ogni ripugnanza in
è amor puro come l' oro affinato, amore che appaga l'  anima  che amando patisce. O mio caro Mellerio! voi non avete
l' acerba notizia, non ho mancato di raccomandare a Dio l'  anima  del defunto, e di farla raccomandare a' miei. V' abbraccio
voi che le commettete? No. Dunque quelle non nuociono all'  anima  vostra. Quando voi fate il vostro dovere, dentro la vostra
voi fate il vostro dovere, dentro la vostra sfera, l'  anima  vostra è santa, voi siete salvo. Che cosa volete cercare di
fate una cosa che è vero male per voi, perchè danneggia l'  anima  vostra. Voi mi rispondete, che intanto le cose vanno male,
e nell' ubbidienza; voi santificate e perfezionate l'  anima  vostra, e avete condotto l' Istituto al suo fine. Pel resto
fedeli ed amorevoli): Pensate, o caro fratello, all'  anima  vostra. Ah! l' anima vostra si perde! l' anima vostra è
Pensate, o caro fratello, all' anima vostra. Ah! l'  anima  vostra si perde! l' anima vostra è sulla strada dell'
all' anima vostra. Ah! l' anima vostra si perde! l'  anima  vostra è sulla strada dell' abisso! E come no, se voi, la
è sulla strada dell' abisso! E come no, se voi, la cui  anima  è stata riempita di grazia mediante i Sacramenti della
inferno non prevarranno contro di lei? »Possibile che nell'  anima  vostra siasi estinta improvvisamente la fede nell' orazione
dei pensieri che hanno per tanto tempo dominata l'  anima  intera. Ma qual dubbio, che se, umiliato nella polvere ai
che esse non contengono punto. Però quasi direbbesi che l'  anima  vostra (permettetemi che non vel taccia), sdegnata forse
la forza occulta e tutta spirituale, che opera nell'  anima  e che senza contrasto conquista il mondo, voi ricorrete a
a lungo alla voce di Dio, che non tace sicuramente nell'  anima  vostra. [...OMISSIS...] [...OMISSIS...] 1.37 Io so bene che
come noi stessi. Buona cosa è tuttavia e che fa fare all'  anima  molti progressi, l' occuparsi in opere di carità e
a ciò che mi dice circa la differenza di specie fra l'  anima  di un buono e di un malvagio, non si potrebbe sostenere,
nome del suo diletto Unigenito, ci aprirà gli occhi dell'  anima  e ci farà cadere le cateratte che le nostre passioni su vi
vedrà che al maggior bene, non del vostro corpo, ma dell'  anima  vostra, giovi che meniate una vita mista, egli farà nascere
la precedente, per la giusta sollecitudine che ho dell'  anima  vostra. Addio. [...OMISSIS...] [...OMISSIS...] 1.40 Non
spiragli della luce celeste, che da turare gli occhi dell'  anima  nostra, fatti pure per ricevere quella luce e
menomamente dubitare che l' ecclesiastico, che dirige l'  anima  sua, non sia degno della piena sua confidenza; e però sono
noi udiamo dalla bocca del suo Ministro che ha cura dell'  anima  nostra: entriamo dunque con fiducia e col cuore esultante,
non si dee reprimere quando Iddio lo fa nascere nell'  anima  nostra: tuttavia questo desiderio, come tutti gli altri
dove, oltre l' offendere la verità e nuocere all'  anima  mia, mi esporrei al pericolo di rendermi maestro di errore
Oh felici contraddizioni e mortificazioni per un'  anima  che ama GESU` Cristo e sospira di rendersi a lui simile il
segno che cominciate ad amare la virtù sinceramente . L'  anima  vostra dee essere aperta a' Superiori, pel canale de' quali
spirituale, toglie la pace, distrugge l' umiltà vera dell'  anima  e vi semina la superbia, diminuisce la stima e la carità
e faccia il tutto ridondare in aumento di meriti per l'  anima  sua, acciocchè diventi più pura e più bella, con questa
di questo suo male sarà una maggior purificazione dell'  anima  sua e un maggior distacco dalle cose di questa terra, un'
vostra da Stresa ha lasciato, quasi direi, un vuoto nell'  anima  mia. L' uomo s' abitua alle cose dolci, ed io m' ero così
più strano che noi piangiamo sull' avventurata sorte di un'  anima  che abbiamo ragione di credere eletta sposa di sua Divina
Da quest' Uno vien prima la Mente universale; da questa l'  Anima  universale; da questa le anime speciali; da queste la
diversa dall' Uno primo, e che la seconda Mente, o  Anima  universale, sia essenzialmente diversa dalla prima Mente. E
cosa alcuna. All' incontro l' altre cose, la Mente, l'  Anima  ecc., appetiscono l' Uno, cioè il Bene: e però per sè sono
soli generi: dunque è un altro: quest' altro è l' Anima; l'  anima  universale, i cui oggetti sono tutti i generi minori e le
le cose divine (1): a questi tre principii Uno, Mente ed  Anima  si riducono: perchè l' Anima è costituita dalle specie,
tre principii Uno, Mente ed Anima si riducono: perchè l'  Anima  è costituita dalle specie, onde al pari della mente la
sua costituzione, è l' Anima; il quarto che esce dall'  Anima  già costituita, eccedendo dalla natura dell' Anima, non è
come un' altra sostanza o ipostasi. E lo stesso dice dell'  Anima  rispetto alla Mente (2). Il qual pensiero non si può negare
sia quasi un' imagine o similitudine del primo Uno, e l'  Anima  un' imagine o similitudine della Mente; poichè nei generi,
il primo veniente dalla Mente, il secondo dall'  Anima  stessa che contemplando sè stessa, cioè le specie tutte,
vede in esse la realità (1). Ma quest' atto che viene dall'  Anima  ed è in essa, non è più essa, ma è la Natura. Oltrediciò
coll' affissarsi in sè stessa non si deteriora. Del pari l'  Anima  coll' affissarsi nella Mente è costituita nella sua propria
forme di cui si veste e in cui si pone. Come dunque dall'  Anima  esce la Natura reale? L' Anima, il complesso delle specie,
contemplando opera; operando produce: dopo dunque che l'  Anima  è costituita, la sua contemplazione di sè non può più
di Plotino esposto da Marsiglio: [...OMISSIS...] . La prima  Anima  dunque è separata dalla materia: ma, come l' intende
è intelligenza, comparisce la forma incorporea , cioè l'  Anima  vegetale del Mondo, intelligente anche questa: i quali due
l' essenza è sempre una specie o idea. All' incontro l'  Anima  vegetale del Mondo, che è la prima forma della materia, a
(3) sempre per uno svolgimento [...OMISSIS...] . L'  anima  vegetale dunque contemplando opera come vita genitale e
la materia informe (prodotta insieme con essa dall'  Anima  prima), le dà e rimuta le forme corporee, onde la
in prima questo filosofo, che tanto la Mente quanto l'  Anima  prima, universale, separata, sia ad un tempo una e molte,
e tuttavia queste molte anime si riducono ad una sol'  anima  contemplante. L' ultima di queste produce l' Anima vegetale
una sol' anima contemplante. L' ultima di queste produce l'  Anima  vegetale della Natura. Ora qual è l' Anima umana? Plotino,
produce l' Anima vegetale della Natura. Ora qual è l'  Anima  umana? Plotino, quasi dubitando, dice: [...OMISSIS...] .
dunque nel continuo operare delle cause si giunge all'  Anima  prima, o Mondo intelligibile, e questa contemplando sè
e questa contemplando sè stessa produce la materia e l'  Anima  vegetale svolgentesi nella vita genitale e sensibile; in
o i generi, e in quest' ultima l' Uno o il bene. Ma l'  anima  vegetale operando nella materia genera e s' individua, e la
di queste generazioni è quella dell' uomo, in cui è l'  Anima  umana. Di qui il principio dell' Etica Plotiniana, che
praticamente ciò che è migliore e ottimo. Poichè, se l'  Anima  umana si compone delle parti accennate, non è difficile l'
non è difficile l' intendere come, in quant' è in essa l'  anima  separata, si tenga nel mondo intelligibile; e, in quant' è
separata, si tenga nel mondo intelligibile; e, in quant' è  anima  vegetale, sia tratta dalla sua propria natura verso il
qualche essenza o qualche modo d' essere (2). L'  anima  poi s' infetta e accoglie il male contemplando la materia
si produce, ma per una contemplazione posteriore; chè l'  anima  è per sè buona, e il male le accade come accidente. Ma onde
della tenebrosa materia? Dalla debolezza di quell'  anima  che ha immediatamente generato la materia, come ultima
di tornare indietro, e d' invadere procacemente quell'  anima  che l' ha prodotta, e per mezzo di questo ritorno
producendo così la generazione , che è il modo col quale l'  Anima  s' unisce stabilmente alla materia. Quindi, benchè il male
egli suppone, che, col semplice generare la materia, l'  Anima  non si renda mala; ma ella però genera il suo nemico, il
immediatamente col Bene, da cui esiste; dall' altra coll'  Anima  cui produce: la seconda, da una parte comunica
e la costituiscono; le specie che ne derivano sono nell'  Anima  e del pari la costituiscono: l' una e l' altra una e molte.
salendo colla speculazione alla prima Mente, della quale l'  Anima  è il verbo [...OMISSIS...] e l' imagine [...OMISSIS...] .
sola sarebbe l' ipostasi intelligente, questa sola l'  Anima  che intenderebbe ugualmente e identica i generi, e ne'
di tutte le cose dall' Uno, e prima della Mente, poi dell'  Anima  o Mondo intelligibile, e finalmente del Mondo sensibile,
gli Scolastici dell' ens extra animam , e dell' ens in  anima  (3). S. Tommaso dichiara, secondo la mente di Aristotele,
nello spazio, che agli enti spirituali, come sarebbe l'  anima  nostra e le sue modificazioni: dunque se fosse forma della
trascendentale. Quest' è quanto dire che l' idea dell'  Anima  intelligente, del Mondo, e di Dio, sono condizioni ultime
che questo vale specialmente pel sentimento interno che l'  anima  ha di sè stessa. Egli non punto osserva che nel sentimento
Egli non punto osserva che nel sentimento suo proprio l'  anima  e sente la varietà delle sue modificazioni, e sente sè
inestesi, niente ripugna che un inesteso com' è l'  anima  venga in composizione con un esteso com' è il corpo ed anco
», la quale è gratuita e falsa. Perocchè l' unione dell'  anima  col corpo non si fa nello spazio (benchè nello spazio si
un paralogismo, che le fa credere che esista realmente un'  anima  pensante; di pervenire all' unità assoluta delle condizioni
anima) s' immedesima col primo ontologico, dunque all'  anima  si riducono tutte le cose. E poichè il primo psicologico
ed in raziocinŒ: ma queste non sono più operazioni dell'  anima  umana. Il che niente ripugna, dopo che nell' idea si
conseguentemente a lei si diede la vita e l' attività dell'  anima  (il che potrebbe essere a dir vero immaginazione poetica,
e un desiderio straordinario di compunzione sensibile: l'  anima  crede di umiliarsi, è insaziabile di abbassarsi: ma tutto
pace. Intendo troppo quanto sia penoso lo stato di un'  anima  che vuol credere, ed è disturbata e impedita dal fare una
ed assoluta persuasione, ma si contentano di lasciare l'  anima  in preda al dubbio e con un segreto rimorso. Questi sono
la sua fede sta immobile e sicura nel fondo dell'  anima  sua. Vi fu infusa col santo Battesimo, e fortificata con
Sacramenti. Ma questo non toglie che alla superficie dell'  anima  nascano dei timori e delle trepidazioni, ed anche dei dubbi
da se medesime o s' indeboliscono. All' incontro se l'  anima  prende tali cose con serietà, se si dà a credere che
abbiano importanza, quando non ne hanno nessuna; allora l'  anima  facilmente si turba, viene occupata da un gran timore; e il
da parere un elefante. Anzi fanno ancor più, perchè l'  anima  presa da vano timore vede quel che non c' è, come l' occhio
caro Arnoldo, non vi date a credere che il convertire un'  anima  sia tanto facile come il fare un' elemosina, come assistere
vera virtù. Queste cose spianano la via e dispongono l'  anima  alla impressione che debbono poi farvi le massime eterne, e
e la passione del Figlio fu riflettuta e rinnovata nell'  anima  della Madre. Io spero, anzi sono certo, che all' illustre e
ritorno sopra di sè stessi, su ciò che avviene nell'  anima  nostra, o che fa l' anima nostra. Il nostro bene è fuori di
stessi, su ciò che avviene nell' anima nostra, o che fa l'  anima  nostra. Il nostro bene è fuori di noi, è Dio in sè stesso e
adunque che continui a scrivere quanto passa nell'  anima  sua, per sua propria edificazione, e per informazione di
esprimere e manifestare distintamente ciò che passa nell'  anima  sua, essendo il punto più importante per chi la deve
dall' aver celebrata la Santa Messa in suffragio dell'  anima  della Signora Marchesa, e così farò pur fare de' suffragi
». A costoro l' un necessario non è più liberare l'  anima  dalla servitù del peccato, ma liberare l' Italia dalla
e svelati come agli occhi dei comprensori celesti, l'  anima  nostra non potrebbe conoscere altri affetti che quelli
Augusto? Forse era questa l' unica via di condurre quell'  anima  al cielo, dove ora adora ed esalta la divina bontà, e
anche prima della sua fine: celebrerò la S. Messa per l'  anima  sua, e raccomanderò a tutti i miei compagni di unire pure
le sue secrete dolcezze, le quali sono tali e tante per un'  anima  amante che vincono le amarezze, ed anzi rendono il pastore
non abbiano cura e sollecitudine della salvezza dell'  anima  vostra. Come può stare la compunzione, la penitenza, il
pazientissima usata da lui col caro Don Roberto, la cui  anima  godrà ora la vista di Dio, merita che noi pure siamo verso
istanze, e con grida e gemiti, presentandogli l'  anima  aperta a ricevere tutto quello che egli ci mette, e gli
Ancor domani celebrerò la santa Messa in suffragio dell'  anima  di sua madre e la farò suffragare colle orazioni de' miei
ai compazienti, io bramerei ch' Ella potesse vedere nell'  anima  mia; poichè in allora chiaramente conoscerebbe che non Le
d' essere fatica, e diventa soavissimo esercizio, a cui l'  anima  infervorata trae e anela, siccome l' affamato al cibo più
da Dio, a forza di orazione, di renderlo innocuo all'  anima  vostra, e utile spiritualmente ai vostri prossimi; egli è
quello che più, ed anzi, che solo importa, voglio dire all'  anima  vostra, non tarderei di richiamarvi al Noviziato. Ma spero
morte naturale, e allora che felicità! Non regna più nell'  anima  che l' amor di Dio, vi regna libero e potente in ogni parte
avviene la special comunicazione fra Gesù Cristo e l'  anima  divota. Il terzo mezzo si è quello di sforzarsi
il divino Maestro quasi dipinto davanti agli occhi dell'  anima  nostra, udendo le sue parole quali sono scritte nel
prudenza, il quale moltiplica i frutti della carità. Un'  anima  che si propone in tutto quello che fa o che dice, il bene
questo mistero giovasse ad un tempo e a salvare quell'  anima  e a santificare Lei e tutta la sua famiglia. Le vie del
e non solo in un solo corpo, ma in un solo cuore e in un'  anima  sola. Perocchè tale deve essere l' esercito del Signore, e
A questo dunque attendete; e a tal fine mantenete pura l'  anima  vostra da ogni contagione di questo secolo, vivendo della
tentazioni e delle battaglie che vi dà il nemico dell'  anima  vostra. Iddio ne ha preavvertiti tutti quelli che egli
. All' incontro, chi non lo fa, mette in grave pericolo l'  anima  propria, tanto se, cedendo alla tentazione, cade in
più lecito di sciogliervi. Nè vi verrebbe a salvezza dell'  anima  l' esser dimesso dall' Istituto; chè i Superiori non
che v' insidia l' eterna salute, e vuol perdere l'  anima  vostra; e dovete respingere questa voce seduttrice, non
diligente ad arricchire la mente di santi pensieri, l'  anima  di santi affetti e la volontà di frequenti propositi di
dell' immutabilità di quel bene. Poichè anche l'  anima  nostra acquista una certa sostanza ed immutabilità, e
cose che cangiano, rimarranno al di sotto del luogo dell'  anima  nostra. Io so, mia veneratissima Signora, che questi sono i
del tutto opposti, e per la stessa ragione del salvarsi l'  anima  ne volessero un altro tutto diverso e con un' uguale
verbo umano è un accidente dell' anima, di maniera che l'  anima  umana potrebbe esistere senza di lui, ed essa infatti
è transeunte dai suoi effetti immanenti che restano nell'  anima  per un certo tempo e anche per sempre. Il Verbo divino non
se non per una operazione occulta del Santo Spirito nell'  anima  umana; 2 Che questa operazione del Santo Spirito è
dallo Spirito che opera interiormente per modo che l'  anima  insieme con essa percepisca almeno in un modo incoato il
la percezione soprannaturale e viva del Verbo conduce l'  anima  a compiacersi nella santità del Verbo, e quindi a
( Ps. 2, 11). Nemo ibi cantat: Nonne Deo subjecta erit  anima  mea? ab ipso enim salutare meum. Etenim ipse est Deus meus
in questo vi ha un' azione della sussistenza divina nell'  anima  umana: di maniera che l' atto che fa l' anima nel ricevere
divina nell' anima umana: di maniera che l' atto che fa l'  anima  nel ricevere il lume naturale dicesi intuizione, laddove l'
lume naturale dicesi intuizione, laddove l' atto che fa l'  anima  nel ricevere il lume soprannaturale merita il nome di
umanato che forma la salute delle anime); viene dato all'  anima  pel carattere indelebile e per la grazia, in virtù di cui
percepito. La qual comunicazione immediata di Dio all'  anima  suol avvenire con qualche manifestazione esterna di Dio,
vero la vita animale è suscitata dal termine corporeo: l'  anima  non è che il principio senziente; se non avesse il termine
del sentimento animale, e così può perdere la vita; all'  anima  separata può esser sottratto l' essere ideale, suo oggetto
non esisterebbe più un principio intelligente. Ma se l'  anima  non avesse bisogno della materia e dell' idea dell' essere
di lui lo spiracolo della vita, e l' uomo fu fatto in  anima  vivente (1) » », conviene intendere per questo spiracolo
siccome è scritto: Il primo uomo Adamo fu fatto in  anima  vivente (1), il novissimo Adamo in ispirito vivificante. Ma
poi Iddio lo vivificasse col suo spiro e così lo rendesse  anima  vivente, partecipe della vita, non solo animale e
vera vita che era nel Verbo. Ma se quel primo uomo era  anima  vivente, non era però spirito vivificante, siccome è il
rivolgersi al Verbo, piuttostochè fosse impresso nell'  anima  sua e la dominasse come principio operativo. Con che si
e l' umanità di Cristo essendo composta necessariamente d'  anima  e di corpo, egli è di conseguente rettore, capo e vita non
Laonde il carattere s' imprime nell' essenza dell'  anima  in quanto è intelligente, affettando la natura umana; la
poi informa la volontà dell' uomo, cioè l' essenza dell'  anima  in quanto è volitiva: e così tutto l' uomo rimane a Cristo
lo Spirito Santo che da lui e dal Padre procede nell'  anima  nostra: altrimenti non percipiamo Cristo secondo lo
« Per questo, dice, mi ama il Padre, perchè io depongo l'  anima  mia per riprenderla ». Ora l' amore, che il Padre ha al suo
Padre: « Per questo mi ama il Padre, perchè io depongo l'  anima  mia per assumerla di nuovo. Nessuno me la toglie; ma io la
ma non salvava l' uomo, anzi lo distruggeva; e l'  anima  separata dal corpo rimaneva sempre sotto la medesima giusta
morte del giusto che in lui crede, quando accoglie a sè l'  anima  sua, e le dà della sua vita ammettendola alla visione di
risurrezione medesima. Ora noi sappiamo per fede che l'  anima  separata dal corpo, se non ha macchia di peccato, viene
por mente a due cose: 1 Quale sarebbe lo stato dell'  anima  separata dal corpo ed abbandonata intieramente a se stessa;
Quanto alla prima questione è da rispondere che l'  anima  umana, privata che sia del corpo, ove non le venga alcuna
in lei alcuna azione da qualche agente a lei straniero, l'  anima  umana separata, da sè sola, primieramente non ha più alcuna
dell' intuizione che non si direbbe propriamente vita: l'  anima  così esisterebbe, ma non vivrebbe. Nel quale stato non
dell' essere, e quel deposito di abiti rimanenti nell'  anima  dalla precedente sua unione col corpo, che dà a lei un'
gli Ebrei, la setta dei Sadducei. Questi credevano che l'  anima  non soprastesse alla sua separazione dal corpo, o piuttosto
loro errore, non toglie a stabilire la tesi generale che l'  anima  separata dal corpo viva; ma si limita a parlare degli
cum sint filii resurrectionis (4): » e nulla disse dell'  anima  per sè sola considerata, nè tampoco de' reprobi che pure
non sarebbero vivi se non dovessero risorgere. Dunque l'  anima  separata se non fosse destinata a risorgere, se non avesse
che la divinità non abbandonò giammai nè il corpo nè l'  anima  di Cristo, e che perciò la persona di Cristo non fu
vivere della vita naturale dell' uomo, tuttavia vivesse l'  anima  sua della vita eucaristica, della qual misteriosa vita
muore; e la vita umana che consisteva nella unione dell'  anima  sua sacratissima col suo divinissimo corpo. Ora, quantunque
vita, e l' onnipotenza di Dio, come dicevamo, anche ad un'  anima  separata dal proprio corpo naturale può aggiungere un'
cioè in una santificazione e divinizzazione della sua  anima  e del suo corpo uniti insieme individuamente, dal che
effetti della sua divinità lasciando che il suo corpo e l'  anima  sua potessero patire, come abbiamo detto, e dividersi per
percezione, il che si consegue quando viene impresso nell'  anima  il carattere indelebile; credere nel Figlio è dare l'
di Dio e creda in Lui. Attesa questa vita eterna di cui l'  anima  è dotata per la grazia di Cristo, nel quale ella è
cristiane l' ipotesi, che noi facevamo più sopra, di un'  anima  cioè separata dal corpo, che non ritiene altro se non la
di ogni altro atto, e molto più d' ogni consapevolezza. L'  anima  cristiana all' incontro, anche separata dal corpo, non
di pane e di vino, opera al di là di questa vita, e dà all'  anima  separata, come all' anima unita al corpo, una vita
di là di questa vita, e dà all' anima separata, come all'  anima  unita al corpo, una vita misteriosa in Cristo che non può
corporalmente, lo pone tutto, il corpo, il sangue, l'  anima  e la divinità; laddove il battesimo congiunge l' uomo al
furono: 1 la vita naturale che consiste nell' unione dell'  anima  col corpo; 2 la vita eucaristica; 3 la vita spirituale di
la vita naturale, egli si rimarrebbe morto per sempre: l'  anima  sua cadrebbe in quello stato di tenebre e d' inazione che
il suo corpo e il suo sangue, e con essi insieme la sua  anima  e la sua divinità, in forma di alimento. E come l' alimento
e questo avviene quando l' uomo muore. Perocchè l'  anima  separata dall' uomo che muore riceve dalla vita eucaristica
lume di gloria », di cui parlano i teologi, che rende l'  anima  atta a vedere Iddio faccia a faccia insieme con Cristo e
solo alla morte, quando è tolto dagli occhi dell'  anima  il velame della carne corrotta, velame significato nel velo
fiducia e speranza, non nella immortalità naturale dell'  anima  separata che non avrebbe potuto dare a se stessa nè luce nè
cristiani, per indicare la beatitudine che gode l'  anima  in cielo; e sembra che il citato Concilio si giovi di
indica la risurrezione di cui parliamo, che avviene all'  anima  mondata subito dopo aver deposta la soma terrena, perchè
ad uno stato palese risponde quella risurrezione dell'  anima  di cui dice Cristo che passa dalla morte alla vita
vita non del corpo, ma dell' anima; avendo anche l'  anima  quella specie di morte naturale di cui abbiamo parlato,
esige se non d' illuminarsi e di manifestarsi, senza che l'  anima  loro passi per alcun grado inferiore. Rimane ora a
è Cristo, nè è degna o atta di vederlo quella vita, quell'  anima  che dee presiedere a tali sensi: quindi Cristo, nostra vera
Verbo, e così distrusse la morte, cioè quello stato dell'  anima  separata che rimane senza sentimento operativo perchè priva
morte anche rispetto alla vita naturale, facendo che all'  anima  sia un tempo restituito un corpo glorioso colla
della persona: similitudine acconcissima rispetto all'  anima  separata dal corpo, la quale priva di questo suo termine
predetta virtù di Cristo, la quale passando dal corpo all'  anima  ed allo spirito, rinnova finalmente la superiore parte
di Cristo dentro di noi (e per concomitanza altresì l'  anima  e la divinità), le quali restano dentro di noi qualche
di Cristo, questo produce i suoi effetti spirituali nell'  anima  e nello spirito dell' uomo battezzato e ben disposto.
Spirito ex opere operato, e così il primo va incontro all'  anima  colla divina sua operazione, la quale ne sentirebbe l'
il corpo di Cristo; laddove nella comunione spirituale è l'  anima  che cogli atti della sua volontà deriva a sè le grazie del
si legge: « Multitudinis autem credentium erat cor unum et  anima  una (3). » Di che proveniva che, come avevano in comune
Cristo, la cui prima legge è d' avere un cuor solo ed un'  anima  sola, si rinforzò di santi proponimenti, si rabbellì di
ogni materiale ristringimento, spira per così dire l'  anima  nelle dottrine, v' infonde l' ordine , stringe le loro
operare altresì: perchè con tutto il cuore , con tutta l'  anima  , e con tutte le forze , cioè con tutto l' uomo, e con
alla medesima l' unità, e non sappia esserne dirò così l'  anima  che l' avviva. E veramente il progetto proposto richiede
prime ne sono il mezzo prossimo, perocchè la natura dell'  anima  a ragion d' esempio ne dimostra la dignità, e rende
e dai platonici di accostarsi a filosofare coll'  anima  purgata, dove si può fare un cenno delle purgazioni
di essere soggettivo, riducono anche le altre potenze dell'  anima  ad essere meramente soggettive. Tale è Kant. - Leggasi il
aggiunge o toglie all' oggetto. 6 Definizione volgare dell'  anima  umana, da cui conviene incominciare la Psicologia. « L'
umana, da cui conviene incominciare la Psicologia. « L'  anima  è il principio del sentire, dell' intendere e dell' operare
- Si scevera dall' Io ciò che appartiene alla natura dell'  anima  e ciò che vi aggiunsero le operazioni della mente. . « La
della psicologia è la percezione di noi stessi ». 9 L'  anima  in ciascun uomo è unica. - S' argomenta dalla coscienza
dell' Io. 10 Difficoltà. - Questione dell' identità. - L'  anima  è unica e identica, benchè abbia più facoltà. 11
più facoltà. 11 Continuazione della stessa questione. - L'  anima  è unica e identica, benchè abbia più atti. - Ogni facoltà è
Se sia vero, come sostiene Condillac, che le facoltà dell'  anima  non siano innate, ma acquisite. - Distinzione fra le
fra le facoltà e i principii d' operare. 13 Unità dell'  anima  in generale. - Il principio sensitivo d' operare, se è
- Il principio sensitivo d' operare, se è diviso, forma un'  anima  a sè. - Unità e identità dell' anima umana, dove i due
se è diviso, forma un' anima a sè. - Unità e identità dell'  anima  umana, dove i due principii sono uniti (dalla coscienza).
sono uniti (dalla coscienza). 14 Immaterialità dell'  anima  umana. 15 Spiritualità dell' anima umana (per escludere l'
14 Immaterialità dell' anima umana. 15 Spiritualità dell'  anima  umana (per escludere l' idea ch' ella sia un punto
l' idea ch' ella sia un punto matematico). - Dell'  anima  noi abbiamo un concetto positivo e non meramente negativo.
positivo e non meramente negativo. 16 Immortalità dell'  anima  umana. 17 Durazione perpetua dell' anima provata da due
Immortalità dell' anima umana. 17 Durazione perpetua dell'  anima  provata da due principii: I L' uno cosmologico « niuna cosa
« Iddio non annulla ciò che una volta ha creato ». 1. Dell'  anima  sensitiva de' bruti. - S' incomincia l' analisi di quest'
sensitiva de' bruti. - S' incomincia l' analisi di quest'  anima  (principio senziente - termine sentito). 19 Del nesso tra
vitale. - Istinto sensuale. 23 Si continua l' analisi dell'  anima  sensitiva dei bruti (1 sentimento d' estensione; 2
dell' eccitazione, ossia organismo). 24 Semplicità dell'  anima  dei bruti. 25 Principio sensifero. - Sua identità col
- Ipotesi della animazione de' primi elementi. 31 Dell'  anima  umana. - Distinzione dell' anima dallo spirito puro. - L'
primi elementi. 31 Dell' anima umana. - Distinzione dell'  anima  dallo spirito puro. - L' anima per esser tale dee animare,
umana. - Distinzione dell' anima dallo spirito puro. - L'  anima  per esser tale dee animare, ossia dar vita a ciò che non l'
all' animato). - Vita del corpo (comunicata). - Vita dell'  anima  sensitiva (propria). - Vita del principio sensitivo (altra
sensitivo (altra propria, altra comunicata). - Vita dell'  anima  intellettiva (propria). - Vita soprannaturale dell' anima
anima intellettiva (propria). - Vita soprannaturale dell'  anima  intellettiva (comunicata). 33 Nesso del principio sensitivo
(comunicata). 33 Nesso del principio sensitivo coll'  anima  intellettiva. - Percezione fondamentale. 34 Spiegazione del
- Percezione fondamentale. 34 Spiegazione del modo come l'  anima  intellettiva influisce sopra il corpo. - Virtù del
il corpo. - Virtù del percipiente sul percepito. 35 L'  anima  intellettiva informata dall' essere in universale. 36 L'
la quale si favellava. NB . Allorquando considero l'  anima  colla coscienza di se stessa ed involgo la coscienza nella
dovrebbe fare una critica delle diverse definizioni dell'  anima  dimostrando che quelle che si censurano definiscono l'
dimostrando che quelle che si censurano definiscono l'  anima  da cose estranee ad essa, e confirmando la propria
conveniente. Prima classe. - Sistemi che confusero l'  anima  colla materia. Seconda classe. - Sistemi che ridussero l'
colla materia. Seconda classe. - Sistemi che ridussero l'  anima  umana ad un soggetto senziente. Terza classe. - Sistemi che
Terza classe. - Sistemi che riposero la natura dell'  anima  nelle idee, ossia confusero il soggetto coll' oggetto.
coll' oggetto. Quarta classe. - Sistemi che confusero l'  anima  umana con Dio. Quinta classe. - Sistemi che la riposero
si riferisce alla moltiplicità degli atti, si è « come l'  anima  in quanto fa un dato atto non debba esser diversa dall'
in quanto fa un dato atto non debba esser diversa dall'  anima  in quanto fa un altro atto, ma debba essere identica ».
di tutti gli atti futuri ». Si risponde esser vero che l'  anima  è semplice. Ma, consistendo questa semplicità nel ridursi
subordinato all' altro. Ora questo è appunto il caso dell'  anima  umana. Ella ha due atti primitivi: l' uno superiore, ed è
una piccola libreria, nella quale abbiate il pascolo dell'  anima  vostra. Degli altri, se qualcheduno fra i migliori vorrete
e considererò le meraviglie della tua legge » (1). 9 « L'  anima  mia al suolo è distesa: dammi vita, secondo la tua parola »
la tua parola » (2). 10 « Assonnò vinta dal tedio l'  anima  mia: colle tue parole dammi vigore » (3). 11 « Dammi
Signore quaggiù rappresentare ancora quella quiete dell'  anima  che in cielo si assaggia nel gaudio divino: tal quiete
mai sempre in pura contemplazione. La congiunzione dell'  anima  con questa mole crassa ed inferma di corpo rende quella
e uberrime istituzioni! In queste non che esser vi possa  anima  tanto arida, che satollar non si debba; ma non ve n' ha
corpo ma collo spirito, questi ha vita eterna. Nudrire l'  anima  nostra di Cristo è essenziale a salute: con questo Cristo
pertanto che il nostro corpo fa le specie sacramentate, l'  anima  bene disposta riceve dentro a sè Cristo, e a Cristo s'
non è sfornita di veste corporea; così il cibo, che all'  anima  si presta, di corporea forma sia circondato. Allora però,
Abbiamo fatta nel battesimo una prima risurrezione dell'  anima  morta, nella penitenza una seconda; l' ultima, in cui
tutti i tempi. Le Scritture ispirate, le virtù infuse nell'  anima  della fede, speranza e carità, la preghiera ardente, e in
modo de' fatti privati della divina bontà, i quali all'  anima  sua peculiarmente apportarono o salute o aumento di grazia.
tutti da sè imparino la Mansuetudine e l' Umiltà (3). O  anima  piamente pudica, non se' mandata ad imparare l' umiltà dal
taluno per avventura, che questa bellezza interiore dell'  anima  raccorrà lode e premio da Dio che la vede, giusto e per noi
Padre celeste, la nostra utilità cioè, la salvezza dell'  anima  nostra, la letizia che in questa misera valle ne è
si divolgassero le più salubri e cristiane dottrine. L'  anima  di questa Società tipografica dovrebbe essere il solo amore
quello assai maggiore di non sapere che cosa avverrà dell'  anima  loro, e quali ritorneranno! Nei luoghi delle Università,
i fratelli , come si chiamavano, erano un solo cuore ed un'  anima  sola ; e così rifletto di presente all' occasione che da
la religiosissima sua lettera, in cui traspira la sua bell'  anima  e il suo ardente amore di giovare veramente altrui, non
di tutti i Santi, e che è quella di tutta la Chiesa, l'  anima  nostra si può al tutto consolare e santificare. Nè solo
sebbene senza rumore, dallo spirito di Gesù Cristo che la  anima  e la conduce. Di più è persuaso il medesimo che qui scrive,
cecità. Pregate che il Signore diradi questa cecità dall'  anima  mia. Noi felici se, diventando stolti secondo il mondo,
III, parlando del conservare i Novizi nelle cose utili all'  anima  e al profitto nelle virtù, così dice: [...OMISSIS...] .
voluto ingannare; conosco troppo la candidezza dell'  anima  vostra; ma bensì io credo abbiate ingannato voi stesso,
senza l' aiuto di Dio. Sia pur contento d' avere cura dell'  anima  propria, che basta, e non desideri nè voglia fare altro in
se stessi: se Iddio ci fa la grazia di mettere in salvo l'  anima  nostra e di purificarla da' suoi peccati, ci deve bastare;
di tutto per formare il suo spirito, riguardandolo come un'  anima  a voi affidata dal Signore, e trattandolo colla tenerezza
preghi per me. A Dio. A Dio. Siamo nel Signore cor unum et  anima  una . [...OMISSIS...] 1.29 La vostra lettera, scritta in
tribolazione non gli sarà di grande aiuto e lume all'  anima  sua? Egli perderà in faccia agli uomini, forse; egli
lassezza e battaglia, e si mettono in fuga i nemici dell'  anima  nostra; e chi in lei confida non può perire. Egli è per
acquistano dirò così un corpo spirituale per noi, e l'  anima  nostra le vede, le palpa, le amoreggia e si mesce con esse.
dei discepoli di Gesù Cristo: qui siamo un cuore e un'  anima  sola. Ci si è aggiunto da pochi giorni un altro compagno,
« porro unum est necessarium »; e questa è di salvare l'  anima  nostra e di possedere in noi Dio. Che cerchiamo di più? Se
giorno in comune e in privato. Io dico sempre Messa per l'  anima  mia e per quella di coloro che il Signore sembra
uniti; e, massime all' altare, siamo un cuor solo ed un'  anima  sola, giacchè all' altare spezziamo un solo pane che ci
che in ogni modo ci sarà tolta. Viviamo dunque coll'  anima  nostra nel cielo, in Dio: ecco l' unica via di giungere
se non il vivere distaccati dalle cose terrene, e coll'  anima  in cielo, aventi sempre la memoria di Dio e del nostro
che appunto il fondamento di essa è la perfezione dell'  anima  propria; e che tutto il grande scopo di essa si è di
giacchè oltre il sommo vantaggio che deriva all'  anima  da quel luogo solitario ed idoneo al contemplare, massime
di pubbliche malattie occorrono dei pericoli anche per l'  anima  più del solito, per la libertà maggiore del trattare, ed
i laici; sicchè tutti i nostri sieno anche in ciò un'  anima  sola ed un solo olocausto; non ne manchi uno solo.
Creatore! Ella ha un tal valore questa conversione dell'  anima  desolata e nuda dei beni naturali al bene sommo ed
anche minima cagione che possa diminuire questa unità d'  anima  e di cuore che abbiamo in Cristo, a imitazione dei primi
egli non vuole in ogni cosa che il bene. Così si forma un'  anima  dilatata, che corre nella via dei divini comandamenti. Per
non ci assiste, che possiamo noi fare? Vi raccomando l'  anima  di un mio condiscepolo che amai tanto. [...OMISSIS...] 1.33
aprirsi della nuova stagione. Per quanto allo stato dell'  anima  vostra che diligentemente mi descrivete, io spero bene, mio
vostra, che voi mi presterete senza pericolo alcuno dell'  anima  vostra nè dell' Istituto. E` l' unico partito che mi resta.
promessa, dalla quale tanto dipende sia riguardo all'  anima  vostra, sia riguardo ai due Istituti. Scrivetemi subito; e
il bambino saluti l' alba del giorno, che a lui traluce. L'  anima  sua ragionevole rallegrasi della verità, che ritrova, e a
che il primo atto dell' intendimento deve pur essere all'  anima  umana un grande istante, un istante solenne, il sentimento
persona, provi un sentimento, che è effetto immediato dell'  anima  intelligente, che opera nelle sensazioni cagionate, ma che
casi nuovi par loro di vedere un moto spontaneo, un'  anima  nelle cose materiali; ma quando non possono cavar più
non penso che ella giochi prima della comunicazione dell'  anima  intellettiva: nel primo riso adunque parmi, che l' una e l'
ancora più facile e chiara la data spiegazione: l' un'  anima  sente la sua compagna in un dato stato, a ragion d' esempio
che reca l' uomo a percepire cose animate: percepisce l'  anima  della madre sul suo volto, e tosto simigliantemente nell'
dà mano al mirabilissimo congegno della creatura umana. L'  anima  sensitiva già piena di dolcezza è convenevolmente disposta
dolcezza è convenevolmente disposta a ben sentire un' altra  anima  pure sensitiva ed affezionarvisi, nell' uomo quella
ad abbracciarsi col vero, un' avidità, per la quale « « l'  anima  semplicetta che sa nulla » » e che è pur fatta per sapere,
sopra il proprio sentire, e pensare, egli avrebbe dell'  anima  propria un' immediata percezione; la quale sarebbe un'
ordine, perciò più elementare di quella che si ha dell'  anima  considerata come causa di movimento degli esseri animati. -
chè sarebbe ingiuria fatta al lume divino che nell'  anima  umana risplende; egli deve saviamente occuparla e
animati. Per altro noi già vedemmo, che il bambino dà l'  anima  anche al bottone che luce e a tutte le cose; e però non
scopo di determinare qual sia lo stato della mente e dell'  anima  del nostro bambino rispetto al bene. A rispondervi conviene
Quindi medesimo apparisce il danno che alla tenera  anima  del bambino risulta dai segni esterni dell' ira, del
il timore un affetto posto dalla natura nel seno dell'  anima  umana? Perchè dunque ve l' ha posto? Per contenere, anche
assai più a Dio che all' uomo il comunicarsi all'  anima  semplicetta che sa nulla e che pure intende il suo fattore.
Amerai il Signor Dio tuo di tutto il cuor tuo e in tutta l'  anima  tua, e in tutta la mente tua »(1). » Che cosa ordina la
Cristianesimo ci apre un arcano: egli ci assicura, che l'  anima  dell' infante, che viene battezzato subisce una segreta ma
esultare di questo tesoro divino che sta nascosto nell'  anima  del loro bambino ed adorarlo: debbono custodirlo e
semplice e sagace di una madre, che sa spiare sì bene nell'  anima  de' suoi nati, sì bene osservarli ed intenderli.
Io riveggo una persona e tosto mi si rappresenta all'  anima  il campanile della chiesa della sua parrocchia: qui vi ha
rammentarmi quella verità matematica mi si affacciasse all'  anima  il volto o anche solo il nome del maestro che me la
morale e divino che dona la maggior sua dignità all'  anima  intelligente. Vedemmo che la benevolenza del fanciullo,
stabilire le norme o principŒ morali, che si formano nell'  anima  all' ordine quinto d' intellezioni. Il rimorso, prima di
morale che si manifesta colla sua virtù immediatamente all'  anima  intelligente prima ancora d' aver preso la forma di legge
e lor volontà) sorge una disarmonia di fatto: nell'  anima  sua, in questo sentimento sostanziale, accade una lotta, ed
Questo è un cotale rimorso, che ha luogo nell'  anima  come un fatto necessario e non volontario, e come un
o così vago e sfuggevole come accidentali affezioni. L'  anima  nel suo essere morale può ricevere adunque delle ferite e
senso morale, perocchè l' esigenza morale che opera nell'  anima  intellettivo7morale come una cotal forza spirituale
ciò che è finito, la sussistenza stessa del finito. All'  anima  umana è convenientissima una tale notizia: annunziatagliela
questo è uno degli istinti più forti dell' umana natura: l'  anima  si precipita nell' entità oggettiva come nel suo bene,
Da questa tendenza poi efficacissima, che porta l'  anima  intelligente a contemplar le cose, come sono in se stesse,
l' affermazione de' reali non è già un atto con cui l'  anima  esca, quasi direbbesi, materialmente da se stessa, come la
materiali, è uopo non volere intendere le operazioni dell'  anima  per alcuna similitudine tratta dalle operazioni de' corpi.
sensi, rientra nelle leggi universali, secondo le quali l'  anima  conserva più o meno i suoi stati. Egli è chiaro, che l'
conserva più o meno i suoi stati. Egli è chiaro, che l'  anima  stessa essendo durevole, dura in quello stato in cui si
e così è che conosco in gran parte la natura dell'  anima  pe' fenomeni ch' ella produce nel sentimento corporeo. Or
di noi; (prescinderò ora dal sentimento sostanziale dell'  anima  nostra) anzi nè pure è tanto, poichè la sensilità delle
le cose sensibili in una parola, interne ed esterne; l'  anima  nostra che è il soggetto stesso, e i sentimenti dell'
cioè Dio, [...OMISSIS...] . Iddio dunque informa l'  anima  umana sostanzialmente, la informa come prima sostanza, la
l' intuito di Dio. Ma l' intuito, quest' operazione dell'  anima  umana, a chi appartiene, all' anima umana o a Dio? Il
quest' operazione dell' anima umana, a chi appartiene, all'  anima  umana o a Dio? Il signor Gioberti vi dice conseguentemente
avesse avuto sott' occhio la « Tavola delle potenze dell'  anima  umana »da me pubblicata in Rovereto, vi avrebbe trovato
individuo, è composto di due parti intimamente connesse, l'  anima  e il corpo, così parimente l' organizzazione dell' umanità