viveva con poco a Firenze, che fra le città capitali, andava famosa per buon mercato. C’erano parecchie trattorie coll’ordinario di minestra, tre
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alla canto- ria dei cori, quella dalla parte della sagrestia; poi se ne andava dritta dritta, a passi corti e frequenti, nella cappella a sinistra
andava di nuovo con l'animo pieno di afflizione. Non aveva più né pianoforte, né scuo- la, né casa, né un soldo in tasca; gli allievi lo scansavano
per consuetudine, ne' siti dove egli andava, di parlare contro i vizii che più dominavano in paese. A Desenzano tuonò contro l'ubbriachez- za. Il dì
andava trasformando: diventava inquieta e, non di rado, impaziente: sembrava cresciuta di statura. Era giunta fino ai diciott'anni senza avere mai
, non andava nel brolo a respirare una boccata d'aria, non faceva altro che starmi intorno sollecita, sempre attenta ad un'allegria fi- duciosa e serena
professori, che andava- no al loro posto, portando il proprio strumento. Indi, acconciatisi a sedere, diedero dentro nelle accordature, da prima sommessa
batteva le mani; si metteva a sedere sulle ginocchia della gente, e la mamma andava allora a pigliarlo, dicendogli qualche parola con una severità tutta
com- positore che, pallido e raggiante, dovette rizzarsi in punta di piedi sui dorso della poppa. Nene e Mirate, nella melodia patetica, la quale andava
. La vecchia andava a piccoli sbalzi, picchiando sempre con il suo bastoncino, e voltandosi indietro a guardarmi. Ad una svolta si fermò e si mise a
Accademie, cava- liere. Figlio di un biadaiuolo di Murano, in bottega andava frugan- do nella carta da far cartocci; gli piacevano più le righe corte che
il cavaliere Spazzoletti andava sbarazzandosi della valigia, dell'ombrello, della cappelliera e di quei tre o quattro involtini, che non mancano mai
due cocche del fazzoletto che le copriva il capo, strette fra i denti e riparandosi dalla pioggia, sotto un ombrello piccolo piccolo. Ella andava con
riveduti più; massime, le dispiaceva per quella piccola Agnesina, così buona, così placida, così obbediente, che già andava all'asilo infantile, piccolina
cappello di paglia sul capo, ella sorrideva alla madre, come se già fosse grande, e posatamente andava a riporre il suo cappello nella retrobottega
, nella concia dei maccheroni: Concetta che era più fine, che andava sempre in giro, che trattava con tanta gente, per bagnare il suo pane nell'olio con
certi momenti! - e con Raffaele che si allontanava sempre più da lei, ella, sentendosi il cuore freddo come lo stomaco, andava a cercare più spesso
andava, nei quartieri del popolo come in quelli della nobiltà, si scorgeva un movimento allegro, una lieta fatica, un affaccendarsi rumoroso, una
maccheroni: e Raffaele, specialmente, andava, veniva, quietamente, con quella grazia popolaresca che inteneriva il cuore di Carmela. - Che tu possa
giovanile sorriso si andava dileguando, e quando la carrozza entrava sotto il nero androne del palazzo Rossi, ella abbassava il capo, avvilita. - Che
quello scientifico della spiegazione agli scolari. Andava e veniva, da un letto all'altro, seguìto da una turba di giovanotti, più alto di tutti loro
cervello, e andava a sedersi poco distante, piegando le braccia sul petto, abbassando il capo, rassegnandosi, umiliandosi. Solo Margherita otteneva
, dopo il mezzogiorno andava lentamente decrescendo; l'andirivieni delle carrozze, dei carri, dei venditori ambulanti, cessava: era un continuo
stipite del portone di San Giacomo e andava tra la folla, lasciandosi portare, con un principio di vertigine, che gli veniva dall'assorbimento sempre
lacerazione brutale, mentre il sangue gli andava alla testa; Amati non scriveva niente, ma non rifiutava mai. Alla sera, mentre padre e figlia erano nel
trattava con sì profondo rispetto, che ella andava cercando, nel suo cuore ingenuo e riconoscente, quale grande atto di devozione avesse potuto fare
marchese ebbe strette due dita molli e umide, che don Pasqualino gli stendeva. De Feo risalì verso Tarsia, Cavalcanti discese verso Toledo: andava al
forte, che andava a battere contro la facciata della chiesa. A un tratto da sotto l'arco nero della grande porta spalancata, dove qualche cero, in fondo
, mentre Ninetto Costa se ne andava via, portandosi l'astuccio dei gioielli. Quando costui fu uscito, l'altro, rimasto solo, guardò l'orologio. Si
burocratica e misantropica, don Domenico Mayer ne aveva preso nota. La vecchia marchesa, che era sorda, andava domandando, rabbiosamente: - Che ha detto? Che