duodenale. Oppure: — Anselmo, ho di nuovo quelle vertigini. Che sarà mai? — Numero nove, signor barone: il fegato. Ma ci potrebbe essere anche lo zampino
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forte, per favore! Anselmo agita anche l'ombrello, come se la cosa avesse il potere, di amplificare la sua povera voce, arrocchita dagli strapazzi e dagli
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a colori. Anche la giornata ce l'ha messa tutta per essere ricordata. C'è una luce che sembra argento fuso. Le montagne hanno innalzato tutt'intorno
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persone, si può supporre che egli, l'ascoltatore, registrerebbe una serie ininterrotta di: — Lamberto, Lamberto, Lamberto... È vero che la gente parla anche
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guarda intorno e vede la signora Merlo sdraiata per terra, con la testa sotto il tavolo. Finalmente realizza che anche lei è sdraiata sul pavimento e
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anche tredici. Mai lasciarsi spaventare dalla parola Fine.
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quel «bèèè bèèè bèèè» che le è stato rimproverato. Anche lei come la signora Merlo, per non annoiarsi, lavora a maglia e ci si trova bene. Non deve
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faccia sembra ancora quella di ieri. Due capelli non fanno primavera. La mattina seguente, però, deve ammettere anche lui che le rughe si stanno
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buona salute è stato troppo forte. Al cuore non si comanda. Ah, ma sono proprio contento. Come hai fatto? Hai trovato una nuova cura? — Nuova, ma anche
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tutti i cassetti, negli armadi e sotto i tappeti, cercando la medicina segreta dello zio Lamberto. Capita anche in sala di musica ed ecco sente una vocina
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la maschera sulla faccia. — Nera? — Nera, blu, chi lo sa. Io tenevo d'occhio le armi. — Fucili o mitra? — Fucili, mitra e anche rivoltelle. E ne ho
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pilota gli hanno dato anche la benedizione. Il pilota ha scherzato con loro: — San Giulio, però, non aveva bisogno del motoscafo per attraversare il
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mio nome. — È anche il nostro, signor barone. Siamo ventiquattro e ci chiamiamo tutti Lamberto. — Piacere, — ha detto il barone, — anzi, piacere
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Poi si è accorto che il belato non proveniva dalle Alpi, ma da un sentiero li sotto, su cui una vecchia conduceva al pascolo la sua capra. Si è anche
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d'oro in una palestra della metropoli lombarda, aperta anche la notte. — Che cosa c'è in quei pacchi? — domandano i poliziotti addetti alla
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». — Anche quel «giretto», al posto di «giro», mal si addice al suo carattere, alieno da frivolezze e diminutivi. — Lo scritto, — aggiunge un altro
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anche il medico-bandito. Sta affilando un rasoio su un pezzo di cuoio con uno stile inconfondibile. — Scusi, — domanda il barone Lamberto, — lei ha fatto
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non gli piace, per guadagnare altro tempo. Anche Anselmo lo tiene d'occhio. Se Ottavio si dirige verso le scale, ci sono tutti e due, il bandito
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cosa dovrebbero darsi pensiero? — Lamberto, Lamberto, Lamberto... Anche la domenica. Anche il giorno di Natale. Anche l'ultima notte dell'anno. Essi non
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I cinque che sono liberi dal lavoro attaccano la minestra. — Strano, — dice Delfina, dopo la prima cucchiaiata, sa di cavolo, ma anche un po' di
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sono provvedimenti da prendere: tutti dormono come ghiri in letargo e non c'è verso di fargli aprire gli occhi. Basta chiudere a chiave anche loro e
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per uno, anche i ventiquattro segretari personali. — Potete entrare, — grida la donna dal balconcino, ma non buttate le cicche per terra! Risalgono
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