sprezzante che lo faceva disperare. I giorni di Emanuele erano diventati un supplizio senza nome. Trascurava gli studi, gli amici, le solite occupazioni
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bambina vestita di bianco, coi capelli sciolti sulle spalle; la mamma ti adorava, ti baciucchiava, ti chiamava il suo tesoro; gli amici di casa ti
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amiche e degli amici di Sofia, che venivano a reclamare la festicciuola promessa. Le signore che stavano vicine di casa, erano scappate come si trovavano
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qualcuno, te ne prego, fa gli onori e scusami presso i miei amici. E scusami tu pure. Sotto l'apparente volubilità, l'accento di Sofia aveva qualche cosa
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