Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Una famiglia di topi

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Contessa Lara 12 occorrenze
  • 1903
  • R. Bemporad &Figlio
  • Firenze
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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pigliavano e davano ordini; nell' appartamento de' signori, i tappezzieri mettevano tutto a nuovo, drappeggiando alle finestre e alle porte le belle tende

accento benevolo. Di nuovo ebbe principio la rappresentazione. Con la solita voce strascicata e nasale, l' individuo gridava, alle bestiole attente e

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prepari nè da mangiare, nè da dormire, nè.... - Un fruscìo che udì in mezzo alle piante, interruppe il corso de' suoi pensieri. Si fermò, rizzandosi su

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quanta pena avesse in cuore il marito, s' era commossa fino alle lacrime; e allora Rita e Nello, vedendo la mamma così angustiata, avevan pianto tutti e

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altro; che alle monellerie di Moschino! La contessa s' era svegliata con un febbrone da, cavalli; e fin dal mattino tutti erano in moto. Il conte era

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alle piazze, riprese a dire:

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lei. Tutti si portarono molto bene, e non insudiciarono nulla, perchè Dodò aveva minacciato di non seguitare il racconto, se i topini mancavano alle

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andare alle lezioni. Quella di disegno gli era sopra tutte penosa, perch' era sua maestra una vecchia signorina russa, stravagante come dieci cavalli

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, che non sapeva resistere alle moine di quella topa. - Verrò; e sarà quel che sarà! - Sarà il tuo matrimonio e la tua fortuna, credimi! - disse Dodò

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' insegnare alle sue bestioline le regole della buona creanza. La Letizia portò in tavola delle uova affogate, in un bel vassoio d' argento; e subito la

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, perchè lo vedeva così giudizioso, un vero sennino d' oro. - Dodò - diceva il conte alle volte - Dodò non è un topo, è un amico. In fatti, tutte le

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' amore e dalla considerazione di tutti. Egli portava rispetto al babbo e alla mamma; voleva bene, ma stando su le sue, a' fratellini e alle sorelline

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Il compito dei giovani

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

comune, la comune visione d’un avvenire migliore. E come dietro alle madonne ideali di Fra Angelico ritorna sempre la sua diletta valle del Chiana

Il congresso dell'Associazione universitaria cattolica trentina - Relazione del presidente

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

durante l’ultima fase della questione universitaria. Per tutto questo rimandiamo alle nostre dichiarazioni precedenti.

La questione meridionale (II red.)

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 240-244.
  • Politica
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del meridionale sacrificarono noi a tutta l'Italia; dopo, supercostrutte le nuove cricche locali, subentrò alle individualità oneste, rette, ideali, il

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Il legittimismo in Italia

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Sturzo, Luigi 3 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 245-249.
  • Politica
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aderire alla repubblica, smettendo le viete rivendicazioni legittimiste, che scindono le forze cattoliche, che rendono inviso il nome di cattolici alle

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, astenendosi dalle urne, domani andando alle urne; formando le coscienze cristiane e ravvivando gl'ideali guelfi della missione dell'Italia; contrastando il

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che pregiudica di per sé all'azione generale dei cattolici e agli altri scopi per cui si lavora. Non diciamo quindi di dar la caccia alle persone, ma

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La questione meridionale

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Sturzo, Luigi 2 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 234-239.
  • Politica
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affrontavano, e se coloro che reagivano avessero inteso i tempi, e guardato più allo spirito pubblico che alle combinazioni diplomatiche e alle violenze

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Calabria, va alle ridenti e seducenti spiagge della Campania, dal severo Etna si disegna all'incantato Faro, alla altrice di vita Conca d'Oro, alle pianure

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I PREDONI DEL SAHARA

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Salgari, Emilio 30 occorrenze

fra qualche giorno saremo alle prese colla sete," osservò El-Haggar. "Ne abbiamo però due ancora pieni, quelli che aveva il mio mehari e che abbiamo

v'erano gruppi di morti coperti di ferite. Molti erano stati già decapitati, avendo l'abitudine quei feroci predoni di sospendere alle selle dei loro

, soprattutto quando uno si ribella alle autorità governative. I cavalieri, minacciando ad ogni istante di caricare, attraversarono la piazza

armarlo cadde a sua volta, sotto un colpo di scimitarra e uno di lancia. "Alle grida delle donne e degli schiavi liberati, la signora Tinnè uscì dalla tenda

dall'urlo d'uno sciacallo, produceva uno strano effetto come di sconforto e di tristezza sull'animo del corso e del sardo, non abituati alle terribili

i volatili; grosse ottarde che s'inseguivano battagliando, falchi giocolieri, e altri uccelli simili alle gazze, colle ali azzurre e la coda, e il

. I cammelli avanzavano con molta fatica, non essendo i loro piedi abituati ai terreni solidi, e trovandosi essi sempre a disagio in mezzo alle piante

pascolare intorno alle tende. Per lo più sono arabi, discendenti di quei formidabili guerrieri che dopo aver conquistato tutta l'Africa settentrionale

vecchio moro e la lieta novella recata da El-Melah. Oltre aver saccheggiato le casse dei viveri, erano ricorsi anche alle due carovane per averne burro

! Alle armi!" Una turba di negri, muniti di rami resinosi, si era precipitata attraverso le piante incendiando i cespugli resinosi, poi si era

a pochi passi, aggrappati ai due rialzi e alle cinghie, tenendosi curvi per ripararsi gli occhi e la bocca. La carovana era scomparsa fra le colonne

succedevano sempre più faticose e più monotone. Le sabbie si succedevano alle sabbie senza nessuna variante, ora formando bassure che parevano non

qualche strappo alle vesti. Giunti sull'orlo opposto, si appoggiarono contro la cinta. Era formata da grossi tronchi d'albero, uniti da solide traverse, e

del Sudan fino alle frontiere della Tripolitania, dell'Algeria e del Marocco. Cavalieri insuperabili, coi loro mehari percorrono delle distanze

dell'aria e quei due disgraziati potevano trovarsi alle prese coll'asfissia. Erano sicuri che avevano trovato anche essi un rifugio; si trattava però

stava per rispondere; quando in mezzo alle dune sabbiose echeggiò improvvisamente un urlo acuto, terribile, l'urlo d'una creatura umana alle prese

dieci volte di più, mentre il diemel è testardo, cattivo e anche vendicativo, tentando sovente di mordere i suoi conduttori. Alle quattro del mattino

durata parecchie settimane coi predoni alle calcagna. Dapprima si era creduto che il colonnello fosse caduto nella lotta, ma poi delle voci, dapprima

, buoni taluni, austeri, dediti a privazioni e alle lunghe astinenze; feroci, impostori e orgogliosi gli altri. Talvolta hanno moglie, nondimeno vivono, per

partirono fra la folla. Il sardo però, che stava attento alle mosse degli assedianti, aveva avuto il tempo di abbassarsi, sicché le palle non fecero

. "Badate alle vostre teste! Grandina!" Le palle cominciarono a fioccare, se non quelle dei negri, pessimi tiratori, almeno quelle dei kissuri. L'acqua

marchese. Si aggrappò alle sporgenze della parete, puntò i piedi in una fessura e cominciò a innalzarsi coll'agilità di un gatto. Vedendolo inerpicarsi

dietro a Ben, il quale fuggiva a rompicollo senza nemmeno volgersi indietro. Attraversata la piazza si cacciarono in mezzo alle viuzze che mettevano

?" "Alle dieci." "Dove lo giustizieranno?" "Sulla piazza del mercato." "Dove sono ora i tuoi uomini?" "Hanno già occupato la piazza e circondato il

scendere, poi ordinò che si stendessero dei tappeti sotto l'ombra delle piante, dovendo quella fermata prolungarsi fino alle cinque del pomeriggio. Un

strano sguardo che le procurava una specie di malessere che non sapeva spiegarsi. Quando i due corridori scomparvero in mezzo alle dune, la giovane

!" "Accostiamoci con prudenza e giriamo la duna senza separarci." Il marchese si guardò alle spalle. La carovana era lontana allora quasi un miglio e

cominciato ad assaggiare la carne umana. In ciò rassomiglia alle tigri dell'India. Anche queste, dopo che hanno divorato la prima vittima umana

che voglio essere l'ultimo." Invece di obbedire l'arabo aveva accostato due dita alle labbra come per mandare un fischio. Nello stesso momento dalle

: "Se fate fuoco, lo lasciamo cadere!" "Attenti alle vostre teste," aggiunse Rocco. "Il santone precipita e vi assicuro che nemmeno Maometto lo salverà."