Nell’Alto Noce le nostre artiglierie aprirono il fuoco contro trinceramenti nemici costruiti di fronte alle posizioni da noi recentemente conquistate
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Fortunatamente non si ebbero a lamentare danni di sorta, né alle persone, né al materiale.
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nemica insiste nel tirare sugli abitati retrostanti alle nostre linee.
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Il sommergibile francese «Papin», aggregato alle nostre forze navali, silurò il giorno 9 corrente nel medio Adriatico, presso Capo Planka a ovest di
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ed audacia, i nostri alpini raggiunsero i trinceramenti nemici e li assalirono, e in parte li distrussero, ritornando poi alle proprie posizioni
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Lungo tutta la fronte d’attacco, dalle aspre balze del Rombon agli insidiosi pendii boscherecci del Javorcek e alle nude rocce del Lipnik, le nostre
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a «shrapnell». Il bosco andò in preda alle fiamme.
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Sul Carso, nella passata notte, respingemmo insistenti tentativi fatti dal nemico per avvicinarsi alle nostre linee.
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Alle foci del Timavo, riparti di assalto, che, col sostegno di ondate di fanteria, muovevano contro la nostra posizione di estrema destra, furono
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Il giorno 16 il nemico fece brillare una grossa mina dinanzi alle nostre posizioni della Cengia Martini (Piccolo Lagazuoi). La vigilanza e la
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allarme l’avversario producendogli perdite e recando danni alle sue opere di difesa.
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In regione Tonale le artiglierie spiegarono azioni particolarmente intense. Alle precise raffiche delle nostre batterie sulle sue posizioni, l
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avamposti respinsero nuclei nemici che si avvicinavano alle nostre linee.
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Riparti che tentavano avvicinarsi alle nostre posizioni ad oriente del Lago di Ledro e a nord dell’Altissimo, vennero prontamente annientati e
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Un reparto nemico che tentava avvicinarsi alle nostre linee sul Monte Asolone, prontamente contrattaccato volse in fuga, lasciando alcuni prigionieri
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Corno (Vallarsa) e nelle regioni del Grappa nuclei avversari che, appoggiati da artiglieria, tentavano avvicinarsi alle nostre linee, vennero
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Tentativi di riparti di assalto avversari fallirono dinanzi alle nostre linee a sud di Mori, a Monte Corno (Vallarsa) a nord del Grappa e ad oriente
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Tentativi di nuclei avversari fallirono dinanzi alle nostre posizioni di Cima Cadi (Tonale) del Col del Rosso e del Col d’Echele (Altipiano di Asiago
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Con uno o due canestri appesi alle braccia, grida a squarciagola: — Ce ll’ho dde vigna le lumaachee !
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I ragazzi mettono un asse in bilico su di una trave o altro corpo elevato, e si siedono alle due estremità; cosicchè quando l’uno va in terra, l
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I figurinai, dalle scarne sembianze, dalle vesti sdruscite, sotto alle quali intisichivano talvolta anime elette di artisti, ridotti a far pupazzi e
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ed insieme ad accompagnarlo. E infatti a quel grido le donne si affacciavano alle finestre e gettavano giù il loro obolo, mentre gli uomini, uscendo
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, cappello a lucerna, e falde enormi che distaccandosi dal giubbone si protendono insino alle calcagna. Poi viene un altro tubicino il quale preannunzia con
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erano tornati alle loro case; invitavano i buoni a darne notizie se ne avessero, e a ricondurli presso i genitori desolati, indicandone ad alta voce l
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, voltàteve voi". La fanciulla invitata a voltarsi, si volta con la faccia che guarda fuori del circolo, sempre tenendosi per mano alle compagne. Quando
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i giocatori si prendono tutti per la mano, e girano attorno attorno alle sedie. Il capo-giuoco, nel girare, dice: — Ci-ribbì-ribbì-ribbì-ribbì-ribbì
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La Mazza-fiónna è un piccolo ramo di bossolo fatto a forcella a guisa di una Y, alle cui estremità superiori sono assicurati due pezzetti di
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trovarsi alle porte di Roma allo spuntar dell’alba. Quivi giunto, prendeva stanza in un crocevia o in una piazzetta, ove il posto eragli stato
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insomma... senza nessun intendimento scientifico. Da Svetonio Tranquillo (di cui è fama che oltre alle Vite dei dodici Cesari avesse lasciato un
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Parecchi fanciulli e fanciulle siedono sopra un banco, avvicinando palma a palma e tenendo queste serrate in mezzo alle gambe. La mamma ha in mano
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popolo; e questi rimedi particolarmente io devo alle donne: poichè la scienza di curare qualsiasi malanno è generalmente riservata ad esse. Confesso il
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, alle preghiere, alternavano qualche bestemmia all’indirizzo magari di tutti i santi del paradiso. Spesso la sera dall’oratorio del Caravita, ove
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che l’uditorio ingrossava egli alzava la voce... I barbereschi in Carnevale, presti ad afferrarsi alle criniere dei cavalli, emettendo grida selvagge
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Oltre poi ai molti venditori cantaiuoli, erano parecchi mestieri che si esercitavano in mezzo alle strade di Roma. Ciabattini, manescalchi, ferrai
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, alle feste per il XVIIIo centenario del martirio dei Ss. Pietr o e Paolo, con l’intervento dei Vescovi di tutto il mondo; alla messa novella di Pio IX
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: Stare alle bbécce vale essere in miseria. Bèlli (Li): Gendarmi, carabinieri. Bérgi: Soldi, denaro in genere. Bèrta: Tasca. Bianca (Farla): Far fiasco
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. Mònna: Madonna, signora. Mònna Callà so’ ffatti li bbottoni?: Sora spósa, so’ fatti li bbottoni? — si diceva per ischerzo alle israelite. Mór di vói
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listate di rosso appiccate alle pareti esterne delle imposte, tramezzate da una mezza balaustrata di pietra alla porta d’ingresso, potean dirsi le migliori
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