antico si è dato la pena di raccontarci per filo e per segno come eseguiva un quadro, dal modo di preparare la tela o la tavola sino alla vernice
perché si disfaccia completamente, altrimenti restano attaccati alla tela dei grumetti di colla che una volta asciutti sono difficili a staccare e quando
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sera dopo il lavoro e poi asciugarli con uno straccio. Se per qualche tempo non si dipinge si eviti di lasciare i pennelli esposti alla polvere che ne
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resto evitare benissimo l’aspetto lucente mescolando alla vernice una certa quantità di cera vergine sciolta nella essenza di trementina; in quanto alla
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alla mano, è meglio mandarci su il fiato in più punti; se la pittura si appanna vuol dire che è abbastanza asciutta per sopportare almeno una vernice
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misura del possibile quei colori e quelle mescolanze che possono prima o dopo nuocere alla pittura; e anche per ciò che riguarda i colori ripeterò ciò
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; se non si è soddisfatti di una parte del dipinto, passandoci sopra una volta lo straccio si cancella tutto fino alla nuda tela e si può ricominciare
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Alla Biennale Fiorentina nel 1922, quando esposi una serie di pitture con il gruppo Valori plastici in una sala sotterranea e priva della luce del
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. Davanti a certi ritratti di Dürer o di Holbein, davanti alla Madonna del Gran Duca o la Madonna della Seggiola quando ci si domanda: ma come
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né diminuire le quantità dell’aceto, indispensabile alla conservazione delle molecole dell’uovo.
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Bisogna ancora far osservare che il nome tempera di ciliegio non va preso alla lettera. Si dice che la gomma di ciliegio sia quella che dà la più
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con un cucchiaio si toglie accuratamente dalla superficie i resti di schiuma, si versa poi nella bottiglia il chiaro rimasto in fondo alla tazza. Si
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frate spagnuolo del Seicento, ha con l’encausto dei Greci e dei Romani. Forse l’encausto degli antichi è superiore come solidità alla tempera a cera
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tecnica di alcune belle tavole di Rubens. Per ottenere meglio tale risultato è bene dare alla tela, dopo le due mani d’emulsione, uno strato di colore a
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Bisogna con questa tempera dipingere su superfici solide: tavole e cartoni, e ciò non perché tale tempera sia fragile ma perché alla fine, dovendo
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tentati di cercare nuove combinazioni e di sperimentare nuove materie alla ricerca di risultati sempre migliori.
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alla tela e si ricomincia. Bisogna usare i colori così come vengono spremuti dai tubetti e non aggiungervi né olio né vernice; né bisogna mai ripassare
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che ha sul modello la parte più rischiarata; ammettiamo che sia la fronte o il ginocchio; si cerca di trovare sulla tavolozza una tinta eguale alla
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Con questo sistema feci circa otto anni fa alla Galleria degli Uffizi una riuscitissima copia della Sacra Famiglia di Michelangelo; tale copia orna
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oggetti e le figure dipinti in tal modo hanno un che dell’apparizione; un aspetto che ricorda quello degli attori alla ribalta quando si staccano sullo
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In quanto alla vernice da usare nella pittura a vernice io consiglio sempre la Damar.
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Se giunti alla fine d’una giornata di lavoro si vuole lavorare l’indomani nel colore ancora fresco e pertanto si teme che si prosciughi durante la
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ovoidale, lo si schiaccia sulla tavolozza intingendolo nella tinta; bisogna poggiarlo perpendicolarmente alla tavolozza posata sopra uno sgabello in
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In una boccetta contenente olio di papavero e essenza di trementina a parti eguali, versare alcune gocce del colore che si vuol dare alla velatura
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E Gherardo, che alla promessa cantata dal popolo esaltato nella fede si è rialzato e rizzato in piedi, ora avanza sulla strada alla testa della
alla casa dei Putagi, e bussa alla porta. Il Fraticello si affaccia, esce, guarda in giro, non comprende.
La rende nelle braccia, va sino alla porta della sua casa, con un calcio l'apre, ed entra.
Il cielo si tinge di rosa alla prima luce del giorno: impallidisce e vanisce la luce dorata delle stelle.
Accosciato sull'ammattonato, la testa sul braccio appoggiato alla panca, Gherardo dorme. Due guardie armate di picca stanno ai lati della porta
S'allontana la compagnia degli spensierati, ed escono sulla strada e s'allontanano i mendicanti. Il Guercio e il Notaro si son messi dietro alla
Gherardo si stacca risoluto dal muro al quale s'era appoggiato, si fa incontro alla turba dei laudesi, tende le mani per farle seqno di sostare, e
Dalla gradinata del Duomo le donne e i vecchi si muovono e vanno ad unirsi alla massa del popolo che circonda Mariòla: alcune donne soltanto
Il crepuscolo avanza. Gherardo va sino alla porta della sua casa, e si lascia cadere seduto sul primo scalino. La fanciulla s'è fermata vicino al
Fra la gente, che da ogni lato la preme, Mariòla si sente smarrita. Si guarda intorno. Ha un'ispirazione subitanea. Si fa largo, arriva alla scaletta
Gherardo appare su la strada davanti alla sua casa, vestito di una tunica rossastra e di un gabbano grigio, e reca in mano un sacchetto gonfio e peso
Davanti alla porta dei Putagi, sul pianerottolo, stanno cinque o sei uomini di varia età, dai lunghi capelli e lunghe barbe, vestiti di una tonaca
per tre gradini. In fondo il Battistero e un gruppo di case separati da una strada che mette alla Piazza dei Supplizi. Un'altra strada fra il
la sua lunghezza. Oltre questa strada, le mura e le torri della città. A destra pure orti cintati da muro, che piega, ad angolo, quasi di faccia alla
, chiusa, alla quale si accede per due scalini, v'è una tettoia di legno sostenuta da travicelli infissi nel muro. Le finestre sono tre, una a lato
una piccola campana, e sul suo fianco verso la piazza sostiene un pulpito di pietra, al quale si sale per una scaletta pure di pietra. Davanti alla
sconosciuta che leggeva in una cabina sola. Poi la intravidi un momento alla stazione dove io cambiavo treno, ma tra la folla, la persi subito di