, andò a Roma e si pose allo studio di Raffaello, di Michelangiolo, di quella scuola italiana che aveva dato all’arte classica una forma nuova; uno spirito
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scetticismo che dominava gli animi; lo slancio fantastico del Delacroix, che somigliava quasi all’estro impetuoso del Byron, neppure contentava più. Non v’era
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mostra di sè al pubblico, l’uno accanto all’altro, discorrendo fra loro, in diversi gruppi, secondo le varie scuole, poco curandosi della ragione che
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critici s’ostinano a credere; sono invece, assai più che essi non suppongono, vicini all’ideale, perchè nulla è cosi reale come lo spirito, come l’idea
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che l’agita, e che si trova nascosto in tutte le società moderne. Allora forse una democrazia culta, sostituendo all’aristocrazia ed alla borghesia
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artista ha una intonazione splendida, ed uno l’ha grigia e tranquilla; uno mira al colore, l’altro all’effetto, l’altro al disegno; l’uno abbozza e l
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sacrificato all’unità generale del quadro. L’esecuzione è un po’ fiacca, non v’è molto studio di rilievo, il gioco della luce poco variato nei suoi
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figure, ne sono una prova. In generale poi i suoi personaggi si trovano nel quadro solo per contribuire all’unità della scena, che è sempre stupenda
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si misurano a braccia, e che innanzi all’arte tanto vale un quadro piccolo quanto uno grandissimo. Pure è un fatto che, non appena egli ingrandisce
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trasformare in essa. Questi primi saggi sorpresero il pubblico, dettero all’artista una reputazione grandissima, e i suoi quadri salirono a prezzi favolosi
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figura di Napoleone I è un poema. Solo, innanzi all’esercito tante volte vittorioso ed ora vinto, oppresso da’suoi pensieri, la testa incassata nelle
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all’arte la sua vera e propria ispirazione.
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sulla punta della spada all’altro, che stende la mano a prenderlo, e, nel medesimo tempo, impugna la sua arme, pronto a rispondere. Ma accanto a lui v
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dato pure un grande impulso all’arte nel suo paese.
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realtà e la personalità propria, ed apre all’arte un campo di nuove indagini e nuove creazioni. Il modo con cui una signora vi riceve e vi discorre, in
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, appoggiandosi l’una all’altra, si rallegrano e ridono un sorriso d’innocenza. Sopra un alto monte di fieno, siede un grosso e grasso contadino, vero
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i 50 anni, tondo e rubicondo, con un panciotto di color chiaro, tutto vestito a festa, un fiore all’occhiello, il cappello sotto il braccio, è in
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L’arte italiana ha avuto un singolare destino all’Esposizione di Parigi. Il pubblico s’affollò innanzi ai nostri quadri, e più ancora alle statue
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giudicarsi. Così è, per esempio, avvenuto che il quadro d’Ussi, arrivato tardi all’Esposizione di Londra, non ebbe la sua luce e non fu quasi osservato; a
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, portato di peso a Parigi, e, quanto all’effetto generale, era uno dei più bei punti dell’Esposizione. Il contrasto colla Russia ci recava vantaggio
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Ma lasciando da un lato tutte queste considerazioni, che son fuori dell’argomento nostro, dobbiamo ora parlare della pittura italiana all’Esposizione
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Nelle opere del primo si vede chiaro il lento e pur deciso passaggio dall’Accademia all’arte moderna. Un nudo importuno e comandato, attitudini
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, che fu, invece immaturamente rapito all’arte. Egli era un intagliatore di marmi, ed è scomparso non appena cominciava a manifestare il suo ingegno
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Blair si corse con uguale intemperanza all’Estetica di Hegel. Se una letteratura nuova incominciava, doveva pur cominciare un’arte nuova. Ma le
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destò invidia; ma il riconoscere il suo merito fu un colpo mortale all’Accademia. Egli andò oltre; aggruppò gli animali, dipinse dei piccoli quadri di
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Queste tre scuole, lombarda, toscana e napoletana, restarono come segregate ed in parte ancora ignote l’una all’altra. S’incontrarono una prima volta
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della Francia, cui l’Esposizione stessa sembrava voler concedere quel primato nelle arti, che così lungamente appartenne all’Italia.
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all’ardore della nuova letteratura, il genio artistico della Francia sembrava ridestarsi. Dominava allora in tutta Europa, quell’arte guasta e
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idee assai più che il Salterello, o il giovanetto che avvicina all’orecchio una conchiglia, o quello che è sulla testuggine, o la fanciulla che gioca a
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quello di cui è capace. Colpa in gran parte ne sono i tempi divenuti ora all’arte avversissimi.
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dichiarata all’insegnamento accademico, ebbe ed ha ammiratori che lo portano al cielo, detrattori che lo accusano di corrompere l’arte. Certo ne’suoi
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’ideale accanto all’artifizio ed alla convenzione?
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artista un pubblico più intelligente; si darebbe all’industria uno slancio, ed all’arte un modo di agire su di essa e sollevarla. È una riforma
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pensato alle scuole d’applicazione per gl’ingegneri di ponti e strade, di vie ferrate, di officine industriali e di miniere; ma all’architetto, che
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bisogno; se gli storici e gli uomini di lettere vogliono volgere anch’essi la loro attenzione all’arte, perchè qualcuno almeno ne faccia sul serio studio
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sempre di rivelare tutti i più interni e fugaci moti dell’animo; il suo ideale perciò si avvicina assai più all’antica ed eterna bellezza delle forme. La
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