Bellissima e alla sua casa, e chiamava Tit nella speranza che egli rispondesse; ma Tit non parlava! Due volte al giorno un Nano si affacciava e posava un
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mi sposo. E poi, va' subito in cerca di una moglie per me. Gira per il paese, e tutte le piú belle ragazze e principesse che trovi portale qui al
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consolarsi, tutti e due ripensarono al pranzo che avevano fatto due giorni prima. Avevano mangiato spaghetti e prosciutto, e insalata! Poi si fermarono
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ben vestita. Fu allora che l'Araldo annunciò al Re: — Maestà, c'è una vecchietta con un canestro, che vuol entrare per forza e non si muove
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buccia di cipolla, che, messa sotto al cuscino la notte, fa fare dei bei sogni. E infatti Paolo Pietro sognò che il Re gli dava la medaglia; e poi sognò
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Bellissima è la piú contenta perché, essendo tutta di stoffa, non sente né fame né freddo, al contrario di Rosetta e di Caterinuccia. Ora vi fu un
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. Inoltre è necessario, per guardare fuori, aprire la finestra anche se fa freddo, perché al posto del vetro c'è una striscia di cartone. Dentro c'è
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cappuccio e promise di tornare subito. Caterí si sedette nel cantuccio, vicino al letto, aspettando Rosetta, e intanto, per non annoiarsi, fingeva di
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Caterinuccia. — Sono Tit, — egli rispose. — Qui fa piú caldo che fuori. Ho bussato al tuo palazzo perché ho fame. Potrai offrirmi un po' di stufato e la
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stato fuori dello sportello, al freddo. — E non gli avete chiesto il suo nome? — Non ha che un soldo bucato, Eccellenza. — Chiedetegli il suo nome. Tit
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spiedo, e se li mangiava come crostini. Io allora gli tolsi di mano lo spiedo e infilzai lui. Poi lo portai al re dei Topi bianchi che aveva già
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. Egli si alzò, e andò al finestrino, col viso nascosto fra le mani. Si vedeva che era commosso, e nessuno osò disturbarlo. Quando si arrivò, tutti
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I letti erano di legno, e stavano appesi al soffitto. A terra era posato un cesto di briciole dolci, e Tit e Caterí mangiarono con molto appetito. Ma
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Bellissima, e invece sognò che la cingallegra dava ospitalità al re dei Topi bianchi, e finalmente gli staccava il gatto dalla coda; ma era un semplice
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, i suoi capelli erano neri e lucenti. Ella era molto felice : fra i rami di un pino sorgeva il suo magnifico castello, e, fino al termine del Palazzo
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, forte, invincibile Tit. Mi rimanderanno al ginnasio. Abbi pietà di me! I denti dei tre briganti battevano per la paura. Caterí ne sentiva il rumore, di
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furono nel giardino, videro che la festa era al suo culmine. Sugli alberi si erano accese lampade di tutti i colori, e nel centro del prato girava una
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Pineto entrò in casa, e si pose in piedi vicino al letto, con l'aria di una padrona. — Oh, Tit! Oh, Tit! — piangeva la povera Caterí. La Signora si fece
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trombetta d'argento. La casina di legno rosso, al sole, pareva dipinta a nuovo, per la soddisfazione. Tit si addormentò, e nel frattempo lo scoiattolo
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Caterinuccia; per mostrare come, si distese a terra, e allora Tit, al pensiero di una simile scomodità, le dichiarò eterna riconoscenza. E per non
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la Principessa ed io ci prendemmo per mano e andammo insieme attraverso la macchia fino al Bosco. Lucertole, scoiattoli, le rondini e le cingallegre
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potesse essere una specie di madre per me, — disse il povero Tit. Caterí congiunse le mani e avrebbe voluto dire: « Sarò io tua madre », ma al solito, non
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Pubblici e grida: — Uscita! — Poi chiude i cancelli. Soltanto Caterinuccia poté penetrare nel suo appartamento di giorno, grazie al viaggio
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Intorno al Palazzo dei Sogni c'è sempre grande attività, perché continuamente bisogna costruire nuove case, o riaddobbare le vecchie. Nani del bosco
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di velluto e di broccato e una perla al collo. Ma io sono timido, e non so come avvicinarla; ella è cosí riservata che quando la Regina ha visite
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, — che dovrai aspettarlo in una casa fatta proprio per te. Avrai un vestito di trine d'oro e poi altri mille vestiti e una stella al collo. Sei
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giorni? — chiese Caterinuccia. — Certo, certo. Caterinuccia, Rosetta, Tit e Bellissima si presero per mano e ballarono intorno al tavolino cantando
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Fu allora che Caterí prese il soldo bucato, e lo infilò in un cordoncino e poi lo legò al collo di Tit: — Per ricordo, Tit, — disse piano, — addio
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tutti i bambini conoscono, quando alla sera partono per il Palazzo del Sogno, e che è inutile io vi dica, perché anche voi le conoscete. Al Palazzo del
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piano al primo per consegnare le armi a Tit. Quando la guardia dice: — Uscita! — Tit e la Principessa se ne ritornano al loro palazzetto rosso. Cercate
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loro incontro. Li portò in un gran giardino con alberi pieni di datteri e di banane, vicino al mare e al deserto, dove due o tre tigri passeggiavano
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rispettabile, il bravo Negretti lo trattava sempre con grandi onori e lo chiamava Eccellenza. Cosí la sera, quando la Marchesa domandò al canino: — Come
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per il monte. Il canino veniva dietro scodinzolando, senza piú mettere i piedi dentro le pozzanghere. Giú, al piano, c'erano i tre autocarri, con tutte
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una scimmiettina al guinzaglio, che andava con prosopopea in su e in giú. — Signora, — disse con profondo rispetto il soldato, — vuol venire alla
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aveva fantasia e inventava tante storie che spiegava a gesti al suo cane il quale, seduto serio serio sulle zampe di dietro, lo ascoltava sempre con
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, perché è affacciata al balcone. Quando arriviamo è già davanti al portone, le mani sui fianchi e gli occhi che sprizzano scintille. - Di nuovo col
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. Da allora, non so perché, non è mai più venuta a trovarmi e mi manda soltanto una cartolina al mio compleanno. E pensare che gira tutto il mondo per
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Casablanca ci sono ancora il nonno e la nonna. La loro casa è molto vicina al suq, il mercato, e quindi c'è sempre molta confusione. Omar, il fornaio, è amico
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lontane. Sono qui, seduto proprio in mezzo al campo verde, con il cerchio bianco intorno. Il tamburo è appoggiato sull'erba, stretto tra le gambe
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... - Un vuoto? Altro che vuoto. Questa è una voragine, un buco nero! Ma cos'hai oggi Nadir? Il fatto è che sto pensando al cane del campetto di via Monte S
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Maristella! Non c'è dubbio, è lei, anche perché la foto le somiglia tantissimo, con quella solita espressione da puzza sotto al naso. - Nadir! — sento
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Il pomeriggio sto davanti al supermercato. Vendo accendini, però aspetto pure che i clienti carichino la spesa in macchina e poi riporto a posto il
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lui ha giocato al computer con un videogioco di guerra, mentre io esaminavo tutto quel bendiddio. Si è interrotto soltanto per prendere il tè con la
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separati continuamente con le dita per non farli appiccicare. I miei fratelli, Aisha e Hussein, aiutano a preparare. Il piatto è al centro del tavolo. Mi
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Sono fuori al supermercato e guardo i carrelli dei clienti che si riempiono a vista d'occhio. Tra tre giorni è Natale e i novaresi non sanno più cosa
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. Chiudiamo rapidamente il portellone e cerchiamo di non farci notare. Il ragazzo si mette al volante fischiettando. - Fifa, eh? — chiedo con
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