Frequenti attive ricognizioni per parte delle nostre truppe conducono a scontri con nuclei avversari che di fronte al risoluto contegno dei nostri
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Lenzumo al nord di Bezzecca, distruggendole entrambe.
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Fortunatamente non si ebbero a lamentare danni di sorta, né alle persone, né al materiale.
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Scontri a noi favorevoli si ebbero anche al Passo della Sentinella alto Sexten e in valle Visdende Piave.
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Così accadde per i combattimenti segnalati sul Nagler Spitz 3248 m. nell’Alta Valtellina, a Malga Val Piana in Valle Calamento Val Sugana al Passo
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Altre forze nemiche tentarono di appiccare l’incendio al bosco sul costone occidentale di Monte Piana valle di Rienz per disturbare le nostre
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In Carnia il nemico, spingendo avanti al coperto le proprie artiglierie, riuscì a lanciare alcuni proiettili incendiari e granate asfissianti sul
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Analoga felice operazione compieva al passo di Cevedale 3267 m. indi assaliva una colonna nemica che occorreva dalla Schaubachhütte Sulden e la
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Nella zona fra l’Ortler e il Monte Cevedale, una nostra colonna alpina, partita da Santa Caterina Valfurva, in tre marcie notturne e trasportando al
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In Carnia nella giornata del 23, dopo l’intensa azione di fuoco d’artiglieria contro tutto il nostro fronte dal Pal Piccolo al Pizzo Avostanis, il
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Nella zona dallo Stelvio al Cevedale continua tra ghiacci e neve l’attività offensiva delle nostre truppe, intesa a spazzare piccoli distaccamenti
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Furono presi al nemico 34 prigionieri, tutti regolari austriaci, e numerose casse di munizioni per artiglierie, di cartucce e di viveri.
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restava indisturbato fino al pomeriggio del giorno 3, indi rientrava nelle nostre linee.
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Nel pomeriggio le truppe ritornarono indisturbarte sulla sinistra del fiume, conducendo seco alcuni prigionieri presi al nemico. Un nostro a «Farman
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Furono osservati vasti incendi. Fatti segno al fuoco di artiglierie antiaeree e ad assalti di idrovolanti nemici, i nostri velivoli ritornarono tutti
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linee di trinceramenti. Prendemmo al nemico 2117 prigionieri, dei quali 71 ufficiali, alcune mitragliatrici e lanciabombe.
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Nel combattimento del giorno 15, in Valle Sugana, tra i torrenti Coalba e Maora, infliggemmo al nemico perdite assai gravi.
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Nella giornata le truppe attesero a rafforzare e ad ampliare le linee raggiunte. Lungo tutta la fronte dal Vippacco al mare continuò vivo il duello
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Sul Garda nostri battelli armati furono fatti segno al tiro delle artiglierie nemiche, senza alcun nostro danno.
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La violenza delle azioni, che costarono gravi perdite al nemico, attesta della importanza che esso annette al possesso delle due alture dai nostri
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Nell’alta Val Zebrù (regione Stelvio) arditi riparti di alpini con brillante azione svoltasi al di sopra dei 3500 metri, hanno rioccupato il posto
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Nel Vallone Brestovizza, dopo asprissima lotta, riuscimmo ieri ad avanzare ancora verso oriente, strappando al nemico alcune «doline».
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Dallo Stelvio al Rombon consuete azioni di pattuglie.
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Nella riconquista della posizione avanzata in Val Zebrù, segnalata ieri, i nostri alpini tolsero al nemico anche un cannone e tre mitragliatrici.
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Dal giogo dello Stelvio al monte Rombon proficua attività dei nostri nuclei esploranti e moderate azioni d’artiglieria.
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Il nemico reagì ovunque energicamente. Un nostro velivolo non fece ritorno al proprio campo.
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Scontri di pattuglie a noi favorevoli allo Stelvio, al Tonale e sugli isolotti del Piave di fronte al Montello. Al Col del Rosso un riparto nemico
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Reparti nemici furono messi in fuga dai nostri piccoli posti allo Stelvio e al Tonale.
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tolsero al nemico armi e materiale.
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Sull’Altipiano d’Asiago truppe britanniche eseguirono un riuscito colpo di mano, infliggendo in lotta corpo a corpo sensibili perdite al nemico e
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prontamente accorso. Parecchi nemici restarono sul terreno della lotta: i nostri rientrarono al completo, con qualche prigioniero.
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presidiava, rientrò al completo traendo prigionieri i pochi superstiti.
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trincee avversarie di Cima Tre Pezzi, alla confluenza del torrente Assa col torrente Ghelpac. Inflitte gravissime perdite al presidio, in accanita
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sull’Altipiano di Asiago e sulla sinistra del Piave, in corrispondenza del Montello, ed al settore Musile‒Cortellazzo.
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procurando di tirarvi vicini de’ soldi. Prima si fa la cónta; e a colui al quale tocca il punto al conto, getta il ciololetto detto bóccia o maróne, e poi vi
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circolo. Destinato il posto dal quale ciascuno scaglierà la sua piastrella vicino al santuccio e fatto l’ordine di successione al tirare, colui che con
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È quasi identico al giuoco precedente. Avvi soltanto qualche piccola differenza. A la guerra francese i prigionieri sono, a mo’ d’esempio, rinchiusi
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Al matarazzaro, figura grave e maestosa, per farsi udire bastava battere le bacchette.
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Anche questa figura scomparsa totalmente, andava in giro, offrendo la sua merce al grido di: — Anticaje e ppietrèlle!
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(scarpa vecchia e logora) e la passa nascostamente al giocatore vicino, il quale la passa a sua volta al terzo, al quarto, al quinto per poi
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Va anch’esso per le strade, con la sua merce affastellata sopra un carrettino, e l’offre al grido: — Er pilaro donnee!
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Si fa a ppiastrèlla con cocci di mattoni possibilmente arrotondati. Si giuoca in quante persone si vuole e si fa il tócco. Colui al quale è toccato
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Al rimedio n.\Cap\ 4, La cura de d’occhi aggiungere: "Pe’ gguarì’ qualunque male a ll’occhi, fa ppuro bbene a sciacquàsseli in de la tinozza indove
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invece va più distante, tocca di nuovo a battere alla conta, o se sono più di due, al terzo, al quarto, successivamente.
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Passatempo fra due bambini. Il primo dice al compagno — Sei stato alla vigna? Questo risponde: — Sì. E l’altro: — Hai visto la scimmia? E il secondo
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Si mostra per lo più d’inverno, nelle ore pomeridiane. Come il suo collega l’ovaro, entra in tutte le bettole ed offre la sua merce al grido di
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volta una forma di cacio), attorno al quale disco si avvolge una funicella, la cui estremità è tenuta in mano dal giocatore, per lanciarlo con più
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imitava le antiche ggiostre che si rappresentavano al Corèa.
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sarebbe guadagnato la persona la quale vinceva alla Riffa o al Nummeretto.
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Al N. 93, La mano, ecc., aggiungere: "Quele pèllétte ciuche ciuche, che ccerte vorte cé créscheno intorno all’orlo de ll’ogna de le deta, so’ ttutte
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