abbandonarsi tra le braccia di Morfeo. Tutta la notte però non sognò che battaglioni di orsi accampati intorno al fuso, per impedire agli aeronauti di uscire e
Mezz'ora dopo quel miracoloso salvataggio, gli aeronauti, seduti dinanzi a una succulenta colazione, raccontavano le loro avventure che per poco non
collezione di pipe per fumare l'oppio. I tre aeronauti, accertatisi di essere soli, si affacciarono alla finestra che metteva sulla veranda e dalla quale
Armati di doppiette di fabbrica americana e muniti di numerose cartucce, i tre aeronauti attraversarono la radura, dirigendosi verso gli alberi che
due imponenti ghiacciai per sottrarre gli aeronauti alla rarefazione dell'aria, che cominciava a produrre i suoi effetti pericolosi con tale intensità
erano nascosti in mezzo ad alcuni crepacci aperti nella parete e vedendo i loro nemici fuggire, li avevano salutati con una scarica. Gli aeronauti non si
giungere fino allo "Sparviero". Tuttavia di quando in quando, forse per entusiasmarsi o forse per intimorire gli aeronauti, sparavano qualche colpo
aeronauti. Dove si trovavano? Erano stati spinti o meglio assorbiti dalla immensa nuvola nera? Il capitano lo credette. A un tratto però a
- aranciati, l'Impero, si erano schierati sulla cima d'un vecchio bastione, aprendo un fuoco violentissimo contro gli aeronauti. Udendo le palle sibilare, il
suoi compagni avevano cominciato a lavorare onde riparare quella maledetta ala, che per la seconda volta aveva messo in grave pericolo gli aeronauti
che gli aeronauti avevano già attraversato nel Tibet e che dovevano seguire per qualche tempo. In quel luogo il paese appariva quasi deserto, non
gigantesca. Il panorama che s'offriva agli sguardi degli aeronauti era d'una bellezza selvaggia e insieme spaventevole. Pareva che da un momento all'altro
cura e da risaie sconfinate che terminavano in mezzo a paludi. Essendosi lo "Sparviero" abbassato fino a duecento metri, gli aeronauti scorgevano
per la seconda volta aveva messe in così grave pericolo le vite degli aeronauti. La giornata era splendida, quantunque dalla vicina Siberia soffiasse
Rokoff con entusiasmo. - Ora comprendo la passione degli aeronauti! Essi soli possono contemplare simili meraviglie perché hanno la mobilità. Ecco la
verso gli aeronauti e mandando acute grida. Dal monastero accorrevano altri monaci e tutti si lasciavano cadere in ginocchio; mentre sulle terrazze
gambe levate, facendo tremare perfino il suolo. I tre aeronauti, sbarazzatisi di quell'importuno, balzarono fuori della tenda, passando sul corpo dei
Il Butan, che gli intrepidi aeronauti si preparavano ad attraversare, prima di scendere nelle pianure del Bengala, bagnate o fertilizzate dalle sacre
parti, aprendo dei buchi considerevoli. Vi era però ancora tanta carne, da assicurare i viveri per un mese intero ai cinque aeronauti. Nelle continue
cinque aeronauti, dopo essersi accertati che non vi era alcuno in quei dintorni, cenarono alla lesta e si rinchiusero nel fuso d'alluminio, raddoppiando le
! - gridò il capitano. I cinque aeronauti, perché anche il macchinista si era armato abbandonando per un momento il timone, fecero due scariche l'una
troppo dispersi e suddivisi in un numero infinito di tribù indipendenti le une dalle altre. - Ecco la principessa - disse Fedoro. I tre aeronauti si