’artista, come quella dell’artigiano e dell’operaio, non è fine a se stessa: qualsiasi cosa si faccia, si fa ad maiorem Dei gloriam, cioè l’opera degli
Pagina 143
il suo fine è di persuadere ad agire secondo il proprio modello, che è poi il modello dell'agire secondo la vera natura umana.
Pagina 144
appaia artificioso, volontariamente adottato, moralistico; il fine dell’arte è proprio di indurre ad imporsi quella disciplina, a trasformare la passione
Pagina 146
loro sostanza classica, la loro originalità creativa. Associando esperienze venete, romane, emiliane non mira ad una combinazione eclettica, ma alla
Pagina 147
luce è più bassa, i riscontri tonali si riducono ad un chiaroscuro più marcato, di ogni figura è letteralmente descritta la nobiltà del gesto e del
Pagina 147
» ideale: dal motivo del «bello» ideale il Caravaggio deduce una figura che appare troppo realistica. L’ideale, dunque, non spinge a superare ma ad entrare
Pagina 151
sosteneva la necessità di una difesa ad oltranza dell’autorità della Chiesa e del suo apparato politico (i Gesuiti) e chi mirava invece all’unità spirituale
Pagina 153
È inutile chiedersi in che modo sarebbe cambiata la cultura figurativa romana se, nel 1608, Rubens non fosse tornato ad Anversa, ma fosse rimasto
Pagina 156
per se stesso; non ha allievi, se non qualche precocissimo seguace, di cui non abbiamo elementi sufficienti per valutarne l’opera; ad eccezione di
Pagina 156
chiaramente indicato dall’arco trionfale; la Santa Domitilla si volge, come in Correggio e, poi, in Annibale, verso lo spettatore ad attirarlo nello
Pagina 156
contrasto tipicamente barocco, ad immagini di sangue e di morte: motivo all’origine caravaggesco, ma ripreso con un compiacimento letterario ben lontano
Pagina 158
dei Francesi è l’immediato precedente, cede qui il posto ad un fare largo, ampio, devoto. Se nella pittura sacra ritrova lo stile di un Francesco di
Pagina 160
Stato l’apparato tecnico della felicità. Per insegnare ad immaginare, ad oltrepassare i limiti del finito e del contingente, ma soprattuto per fare
Pagina 163
oppone al Bernini proprio una concezione opposta della tecnica e del suo valore etico. La stessa immaginazione ad oltranza del Bernini, la sua premura di
Pagina 164
prospettico delle navate laterali graduando l’emergenza delle colonne addossate o incassate nei pilastri del corpo longitudinale; dando ad ogni campata una
Pagina 166
pellegrini). È un’immagine allegorica (le braccia della Chiesa protese ad accogliere l'ecumene); ma è anche la prima architettura aperta, pienamente integrata
Pagina 166
ad un obelisco egizio: la storia si erge sulla natura, ma su di essa si fonda. L’acqua sgorga impetuosa dalla roccia «al naturale», tra alberi scossi
Pagina 168
della costruzione sale di colpo ad altezze vertiginose dove la funzione pratica della comunità è la pratica ascetica. Non c’è un dominio della vita
Pagina 171
cornicione — per concentrare la luce sulle complicate cornici ad edicola, concave e convesse, delle finestre incassate. Non è scenario, prospetto
Pagina 173
il problema nei termini di una cultura specificamente artistica, ad una questione di stile e di gusto. Toscano di nascita e di formazione, quando
Pagina 174
quattro bracci terminanti ad abside. Lo spazio viene così ad essere determinato ai limiti, dal piano plastico continuo modellato dai fusti delle colonne
Pagina 175
plastico articolato, la sua ragione non più soltanto architettonica ma urbanistica. Il primo ad avvedersi della novità sarà proprio il Bernini, benché non
Pagina 176
«Essendo il fine dell’arte barocca la persuasione, non meraviglia che l’architettura come strumento rettorico miri ad estendersi a tutta la città
Pagina 177
allegoriche in piedi: ma Algardi usa il marmo bianco, levigandolo fino ad esporre all'aria una superficie fredda, impenetrabile, liscissima; distingue
Pagina 179
grande, al posto di affreschi incassa tele nel soffitto fastosamente adorno, perché la , pittura non rinunci al brillante colore ad olio e alle spavalde
Pagina 185
da ricordare in una veduta d’assieme) il PASSIGNANO (1559-1638) e il CIGOLI (1559- 1613) si limitano ad aggiornare con elementi correggeschi e
Pagina 187
erano presenti dipinti di Pieter Aertsen, e in città lavorano fiamminghi non trascurabili, come Snyders, Cornelis de Wael, Jan Roos. Ad essi si deve il
Pagina 188
, il baluginio dei lumi. La tendenza ad una pittura interessata più al modo del suo farsi che alle motivazioni del fare è rafforzata dalla conoscenza
Pagina 189
Borromeo. A Federigo, che sosteneva la funzione sociale ed educativa dell’arte, si deve la fondazione di un’Accademia a Milano e l'impulso ad una
Pagina 191
È facile intendere come il gusto della verità e la rinuncia ad ogni appariscente rettorica conducessero a porre sullo stesso piano di valore la
Pagina 192
seguendo le linee maestre di questo schema. Il primo piano della riforma urbana che doveva dare alla città prestigio di capitale si deve ad ASCANIO
Pagina 193
gerarchico della Chiesa o dello Stato. Perciò un’architettura ad un tempo fantastica e matematica come quella del Guarini può diventare ufficiale e
Pagina 195
, cioè scienza del bello, estetica (un concetto e un termine che cominciano ad esistere appunto nel secolo XVIII). Queste tre possibilità dell’arte nei
Pagina 207
delimita il campo dei temi adatti ad essere trattati in pittura, «pittoreschi». Il padre Lodoli delimita quello dell’architettura, riducendola alla
Pagina 207
della città capitale: come tale richiama architetti, scultori, pittori da ogni parte d’Italia e d’Europa. Seguita ad estendersi prolungando il vecchio
Pagina 208
costrutture, pieno di spirito pratico: si propone di ridurre la tecnica estrosa del Juvarra ad una solida prassi costruttiva e finisce per fissare, nelle
Pagina 210
: riuscire a spingere più in alto un pilastro, a sostenere un arco sul vuoto, ad aumentarne la gittata. Poiché i materiali e i procedimenti sono sempre gli
Pagina 210
CARLO MARCHIONNI (1702-1786), dove la chiarezza del telaio strutturale ha come conseguenza la riduzione di tutti gli elementi ad una loro evidente
Pagina 212
sempre il problema dell’unità e realtà dell’immagine. Una delle qualità costanti e salienti della sua opera, anche quando è più legata ad una lettura
Pagina 240
modi cinquecenteschi (come gli architetti che volevano tornare, correggendolo, al Palladio). Decide per la scultura come più adatta ad una ricerca anti
Pagina 240
E questo è anche, del Canova, l’aspetto già quasi romantico: quello che di tanto lo allontana dal David quanto più lo avvicina ad un altro pittore
Pagina 241
Pietro ridusse ad architettura simmetrica la composizione ritmica dei monumenti funebri canoviani.
Pagina 241
PROBABILE! MA SE È COSÌ, O SE INTENDETE ANDARE AD AFFRONTARLI, STATE IN GUARDIA!
NON MI SENTO TRANQUILLO, MEFISTO!!... E NON VORREI CHE QUEI DANNATI SEMINOLES RIUSCISSERO AD ARRIVARE SIN QUI ATTRAVERSANDO LA SAVANA!
GUIDATI DALLA FUNEBRE MELODIA DEL MISTERIOSO ORGANO, I TRE UOMINI CONTINUANO AD AVANZARE NELLA FORESTA. IL SUONO SI FA SEMPRE PIÙ FORTE, E INFINE...
IL PRIMO TRATTO, DA QUI AD ANGOLL, I FUGGITIVI LO PERCORSERO IN TRENO, POI ACQUISTARONO CAVALLI E PROVVISTE E SI ADDENTRARONO NELLA ZONA DELLE
ESATTO, SIGNOR WILLER! IL “VOODOO” È UN CULTO PRATICATO PRINCIPALMENTE AD HAITI DALLA GENTE NEGRA E IN CUI RELIGIONE E PRATICHE MISTERIOSE DI MAGIA
ASPETTA AD ANDARE IN COLLERA, YAMPAS!... DA QUESTO INCONTRO DEVE NASCERE UNA GRANDE ALLEANZA FRA I SEMINOLES E I FIGLI DI “BARON SAMEDI”, IL GRANDE
HO VISSUTO QUASI TRE ANNI NELLA PIANTAGIONE DEL PADRE DI UN MIO AMICO, AD HAITI, ED È PROPRIO LÀ CHE HO AVUTO OCCASIONE DI IMPARARE QUALCOSA SU
PAROLA DI DAMBO, MI SEMBRA CHE LA NOSTRA PRESENZA QUI NON TI VADA A GENIO!... NON SONO FORSE STATI I SEMINOLES AD ACCOGLIERE SU QUESTE TERRE GLI
Accademia della crusca
