Gli Stecconi, allora, chiamavano in garanzia, per evizione, Tomassina Solfaroli Camillocci, loro dante causa, la quale, costituitasi a sua volta, resisteva, deducendo che gli attori avevano acquistato il fondo “a corpo”, non “a misura”, e che, comunque, avevano avuto la possibilità di rilevare naturalmente quale fosse lo stato di fatto.