. ‒ Tale diuturna evoluzione, attraverso tre economie tipiche, e in ispecie la somma delle esperienze accumulate dai cittadini dei liberi Comuni industriosi e mercantili, accoppiandosi alla cultura teologica e filosofica degli ecclesiastici, dovea in proporzione ridestare anche il pensiero scientifico.
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Cominciato con questioni di metodo deduttivo, la cui preminenza (od esclusivo valore) nelle ricerche economiche si trova già propugnata dagli inglesi Gossen (1854) poi Jevons (1862) e infine Walras francese (1873), i quali presumono di sottoporre il sentimento dell'utile ad analisi matematiche, ed accoppiandosi agli studi di psicologia empirica del Wundt e della sua scuola — tale indirizzo, che potrebbe dirsi neoclassico, fu eretto a sistema da Carlo Menger colle sue Ricerche sul metodo delle scienze sociali (1882) e con l'opuscolo sull' «isterismo» (1883) cioè sugli abusi della storia nell'economia. Per questa via metodica esso venne a rivendicare nel dominio economico, accanto alle leggi positive, i principi edonistici di ragione universale, fondati nella natura dello spirito umano; — reagendo così al relativismo sistematico della scuola sociologica, e riannodandosi alle tradizioni di Adamo Smith e dell'economia classico-liberale.
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