Poi nei tre primi secoli dell'evo moderno, dopo le scoperte e colonizzazioni extracontinentali (di Africa, America, Australia), in quegli Stati grandeggianti e prepotenti una certa espansione demografica si accoppia a contrazioni vieppiù convulse, fra rivoluzioni sociali-religiose, in Germania, Gran Bretagna e Francia, e fra guerre poderose di potentati cristiani e devastatrici coi turchi, e fame e pesti ricorrenti; sicché a stento fino al 1700 la popolazione poté recarsi a 110 milioni. Ed è soltanto dalla metà del secolo XVII per qualche paese, e in generale dal 1815-16, dopo le distruzioni della rivoluzione e di Napoleone, che piglia slancio insolito, regolare, acceleratissimo il movimento demografico universale; per cui Europa che nel 1800 avea 175 milioni nel 1890 s'era alzata a ben 357; e il mondo in soli 30 anni (dal 1860 al 90) da 1350 a 1500 milioni (Behm e Wagner).
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Ma il fattore religioso vi si accoppia, o congiuntamente o distintamente. —Talora le religioni nazionali pongono lor templi e tabernacoli nelle capitali; e il tempio di Gerusalemme è esso stesso una fortezza posta sull'altura, perduto il quale fu più volte vinta e dispersa la nazione di Israele e di Giuda. — Tal'altra religione e culto dispiegano forze autonome accentratrici, fondando città religiose distinte da quelle politiche, Dehli in India, Tokio al Giappone, Delfo in Grecia, Mosca in Russia. E nel cristianesimo la genesi e la storia civile della città si confonde con quella delle chiese parrocchiali (specie in Inghilterra), o delle sedi episcopali (specie in Italia e Francia), dovunque con quella dei monasteri; e in una città, Roma, si collocò e si mantiene da 19 secoli il governo religioso del mondo.
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