Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il congresso degli studenti cattolici a Lavis

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Io vi veggo, o giovani, - conclude l’oratore - circondati oggi da tanto assenso di popolo che nessun miglior augurio posso farvi di quello che nella vostra vita sia sempre come oggi e che, combattendo e lavorando, possiate vedere sempre la vostra opera accompagnata da tanto plauso e da così cordiale partecipazione. Ma non illudetevi, non sarà sempre così. Vi sono nella vita sociale dei momenti in cui pare - e forse non è – di essere soli. Soli in mezzo alla bufera avversaria, soli in mezzo ad incertezze affaticanti, e sembra di non aver accanto nessun braccio che sorregga, di non sentire alcuna parola che conforti e consigli. In questi momenti vi trovate soli innanzi a Dio ed alla vostra coscienza. È per questi momenti decisivi che l’associazione cattolica v’eccita a preparare fin d’oggi le vostre riserve di energia religiosa. Se per quei momenti vi sarete armati da lunga mano della fortezza di un cristiano carattere o della rettitudine d’una coscienza intemerata, allora procedete pure tranquilli per la vostra via, per quanto deserta vi possa sembrare la solitudine che vi circonda e per quanto accanita l’opposizione che vi sta innanzi. Anche a voi allora il poeta, il nostro Gazzoletti vi dice:

Il nuovo governo civile e le nostre autonomie

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Allora abbiamo sentito che il nostro dovere era di risalire ai di là della persona, alle cause che avevano prodotto le nostre preoccupazioni, di chiarire cioè in forma indubbia il programma che il ministero intendeva attuare con tale nomina e le direttive che la avrebbero accompagnata. Fu perciò che immediatamente per mezzo dei nostri amici della direzione e del gruppo parlamentare popolare e direttamente in un colloquio col presidente del Consiglio furono posti questi quesiti pregiudiziali: 1. Urgente necessità per le terre redente di avere la loro rappresentanza elettorale, non appena proclamata l’annessione. 2. Durante il breve periodo transitorio avere il massimo rispetto delle autonomie amministrative e scolastiche. 3. Non si deve introdurre alcun mutamento nel regime degli enti locali prima che la rappresentanza elettorale delle terre redente possa concorrervi col proprio voto.

Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

390604
Toniolo, Giuseppe 4 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
  • Economia
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Guizot (1787-1874) sulla «civilisation en Europe» (1845), accompagnata da analoghe indagini generali o speciali, in ordine particolarmente alla vita sociale nell'incivilimento cristiano in tutta Europa (Balmes, Cortes, Ozanam, Montalembert, fino a Kurth e Gruppe). Storia della civiltà, che in Germania («Kulturgeschichte») sollevò la questione di metodo nella occasione di una polemica fra Ranke (storico, insegnante dal 1825) e Gervinus con altri pensatori (Carlyle), intorno alla prevalenza dei fattori individuali ovvero collettivi nelle vicende dei popoli; rinnovata di recente da Kart Lamprecht (Was ist Kulturgeschichte?,1896, e Individualität undsozialpsychische Kraft, 1897) di fronte ad altri critici (Rachfals, Schnürer, Pirenne). — Duplice corrente storica, che al fine di illustrare gli elementi psichici del progresso umano venne ad incontrarsi col rinnovamento filosofico della psicologia empirica,la quale si presenta dapprima come disciplina sociale. Già G. Humboldt (nei suoi scritti) parla dello «spirito nazionale» («Volksgeist») figlio di una virtù o forza insita ad ogni individuo («Urkraft»), la quale si allarga alla collettività umana; ma i veri fondatori della psicologia sociale furono i professori Steinthal (di linguistica, Università di Berlino) e Lazarus (di psicologia, Università di Berna), i quali sulle tracce di G. Humboldt, svolsero ampiamente (nella rivista Zeitschrift für Vólkerpsychologie,fondata nel 1860) le loro dottrine sociali; da cui risulta che ogni gruppo etnico compone una unità psichica collettiva (da quella individuale), della quale la lingua rivela la genesi educativa storica, per concorso di tutte le energie spirituali (dalla cultura alla religione) sovr'essa operanti, improntandola del carattere di nazione. Però spetta a G. Wundt dell'Università di Lipsia, fisiologo, elevatosi a psicologo-empirico, e infine a filosofo e moralista, coi suoi scritti, dal 1867 (fra cui un Trattato di logica e di metodologia) e dal 1900 colla «Vöikcerpsychologic», il merito di ricongiungere la psicologia empirica individuale (interna) con quella collettiva e storica (esterna); riuscendo a tramutare così quelle singole psicologie nazionali in una psicologia veramente sociale generale; e da ultimo a favorire remotamente il passaggio dalla psicologia sperimentale a quella razionale-speculativa, cioè alla filosofia propriamente detta. Contribuì in tal modo col Lange, Fechner, Paulsen, alla riabilitazione della metafisica, anche nelle scienze sociali, giusta la sua proposizione: «se la evoluzione del costume (egli scrive) rientra nella psicologia dei popoli, l'origine della morale e del diritto appartengono alla scienza etica e dell'incivilimento».Tutto ciò invero non ancora in forma così decisa e sistematica da emanciparsi dai pregiudizi di una psicologia individuale-sociale evoluzionistica e soggettivista (tuttora rappresentata dal prof. Ludwig Stein, a Berna); ma bastevole a ridestare nella Germania lo zelo di rivendicare l'autonomia delle scienze morali (Dilthey, Geist oder Moralwissenschaften, 1883; Eucken, 1893, ecc.) dapprima considerate quasi capitoli della biologia trasformista, e ad illustrare la prevalenza dei fattori spirituali e religiosi nella sociologia storico-evolutiva (cfr. p. e. Schäffle, Das gesellschaftliche System der menschlichen Wirtschaft, 1878; Id. Bau und Leben des sozialen Körpers,1875-78).

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XIX alla filosofia individualistica di Kant, viene a sostituirsi gradualmente e infine ad ottenere sopravvento la filosofia panteistica di Hegel, accompagnata e avvalorata alla sua volta dal nuovo indirizzo delle scienze giuridiche, politiche, sociali e delle rispettive discipline ausiliari. Giusta il concetto dominante della filosofia hegeliana, ciò che genera e governa ogni rapporto sociale civile è l'idea collettiva,risultante delle più opposte idee individuali e superiore ad esse; idea che svolgendosi necessariamente dalla coscienza delle popolazioni, trasforma incessantemente le istituzioni sociali; e ciò per mezzo dello Stato, che incarna concretamente la coscienza pubblica ed e custode ed organo autorevole e illimitato di essa.

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. – Bensì questa legge di formazione normale delle classi trovasi, fin dall'origine della civiltà, accompagnata da cause di degenerazione, per lo più con queste tendenze: — di incentrare in una sola classe dominatrice le funzioni sociali dirigenti ed i rispettivi diritti e benefici economici, escludendone tutti gli altri. È la negazione della gerarchia sociale, che al di sotto di quella dominatrice organizzata e privilegiata, non riconosce che moltitudini,come la plebe in Roma, destituita all'origine di ogni esistenza organica; senza dire di intere popolazioni spogliate anche di diritti personali privati mercé la schiavitù. — Quando pure si riconoscono più classi fra loro graduate, la tendenza di chiudersi ciascuna nel proprio ciclo artificiale,impedendo il reciproco trapasso dall'una all'altra. È non solo il regime delle caste chiuse di alcuni paesi orientali (o ieratiche, o burocratiche, o militari) che si protrasse fino a tempi recenti anche nel Giappone; ma che si perpetuò, attenuato sotto forma di privilegi speciali nei tre stati dell'«ancien régime», nei «lords» inglesi, nella nobiltà feudale germanica, austriaca, russa, fino ai dì nostri; e che tentò sempre di riprodursi anche fra i ceti mercantili coi monopoli del secolo XVII, o fra gli artigiani dei Collegi dell'Arti sotto il mercantilismo. È l'irrigidirsi artificioso della gerarchia sociale. — La tendenza, anche allora che rimane (di fatto o di diritto) libera la costituzione e trasfusione delle classi, di tramutare la reciproca emulazione in lotta di classe.Sono quelle che si dispiegano in Roma per l'acquisto graduale del diritto pubblico in favore della plebe, e che stanno al fondo di parecchie vicende degli ordinamenti socialisti di Grecia o ben più tardi nella rivoluzione dei paterini, (sec. XIII) o dei contadini sotto Wykliffe (sec. XIV), o degli anabattisti sotto T. Münzer (sec. XVI), senza dire dell'età contemporanea.

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Invece la società cristiana si trovò dall'origine accompagnata da un fattore nuovo, quasi inavvertitamente cresciuto nel proprio seno, quello di una gerarchia sacerdotale,munita della pienezza di autorità dogmatica e morale; la quale — da un canto non si chiude in casta, ma rimane invece aperta a tutti, né si trasmette per eredità — e da un altro per le stesse sue finalità spirituali, distinte e indipendenti, non si confonde collo Stato né come organo dominatore né come stromento di esso; gerarchia ecclesiastica perciò, che, sebbene capace per la autorità e ordinamento di assumere anco funzioni politiche, è normalmente chiamata a promuovere solo per indiretto la costituzione dello Stato e ad integrarne le funzioni, non a soppiantarlo, rimanendo un organo di diritto pubblico ma non già propriamente politico.

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Trattato di economia sociale: La produzione della ricchezza

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Toniolo, Giuseppe 2 occorrenze
  • 1909
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, vol. III 1951
  • Economia
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XV al XVII) in Inghilterra, Francia, Germania, che quivi colle pesti ridusse di una metà la popolazione (Marshall), lo sfruttamento finanziario delle campagne pel nuovo assolutismo dissipatore dei Tudor, degli spagnoli, dei Borboni, la ricostituzione dei fedecommessi d'una rapace aristocrazia cortigiana, accompagnata da novella servitù e spoliazione legale e talora (come nella Gran Bretagna) da vera distruzione della classe colonica, fecero dilagare il latifondo incolto e inselvatichire terreni già redenti dai sacrifizi secolari delle generazioni. Occorse attendere sino al sec. XVIII il crepuscolo della risurrezione (Rogers, Cunningham, Macaulay).

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XIX; — più contrastata e progressiva nella Gran Bretagna, dal primo Atto del 1802 al «Factory and workshop act» del 1878, completato nel 1891-95; — più burocratica e sistematica nei paesi tedeschi: in Prussia dagli editti 1810-11 sotto Stein ed Hardenberg fino alle ordinanze del 1845-49; e nel nuovo impero germanico colla «Gewerbe Ordnung» del 1869, completata nel 1883, e in Austria colla patente del 1848 e colla legge 1859, riformata qui pure nel 1883; — più tardiva e incerta nei paesi latini, ove in Francia un corpo di leggi industriali non si ebbe che sotto la terza repubblica e specie dal 1900 per impulso del ministro Millerand — accompagnata e seguita dalla Spagna e Italia, — distinguendosi però fra tutti il Belgio dal 1885 in poi.

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La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

399869
Murri, Romolo 2 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
  • Politica
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Ma se questo sentimento accompagna, quasi riflesso freddo, la consapevolezza fugace della differenza e dell'antitesi che è nei vari stati d'animo; se chi ieri cadde e sente oggi il male di quell'essere caduto non scruta nella sua anima le origini presenti ancora, benché inosservate, di quel male e non tenta di sradicarle, il suo non è dolore vero; poiché non è atto di volontà opposta a quel male e rivolta quindi a dominarlo ed espellerlo, ma è semplice, direi quasi, registrazione della presenza di esso, accompagnata da uno sterile e fugace sentimento di pena. Ciò sarà forse avvenuto spesso ad ognuno di voi; ciò avviene tutti i giorni alle anime che non vivono in uno sforzo assiduo di progresso nella volontà del bene, nella unificazione morale della propria coscienza.

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Questi difetti, che noi chiamiamo oggi ipocrisia religiosa, ipocrisia la quale può anche talora non essere accompagnata dalla mala fede, ma procedere o da viziosa educazione o da animo molle e piccino, erano largamente diffusi nel secolo XVII. La religione cattolica si era quasi, permettetemi la parola, stereotipata in certe formule apprese a memoria, in certe consuetudini religiose; si era, negli istituti esteriori ed, anche, negli usi della società del settecento, così fariseizzata, per un processo di esteriorizza zione superstiziosa e di esposizione accademica, che la veste esterna concreta dell'intimo senso religioso nascondeva e come soffocava questo senso medesimo, agli occhi dell'osservatore, anche là dove esso fosse ancora vivo. Vedi, Le Battaglie d'oggi, 2.° vol., (Società Nazionale di Cultura) dove è largamente esposto questo processo di evoluzione regressiva della vita cattolica ne' popoli latini.

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Per l'autonomia politica dei cattolici. Democratici e Cristiani

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1906
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 56-72.
  • Politica
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1º rimaner fedeli alla democrazia, in quanto essa è moto che tende alla elevazione ed alla liberazione dei salariati, compiuta per l'azione diretta e cosciente del proletariato medesimo, ed. accompagnata preparata e integrata da corrispondenti mutazioni negli istituti e nel rapporti economici e nell'ordinamento dello Stato, e cioè della collettività dei cittadini operanti pel governo dei pubblici affari;

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Introduzione

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R. La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari– Società Naz. di Cultura, 1908, 16-29.
  • Politica
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Per intendere che cosa significhi, nella vita di un popolo, questa assenza di religiosità viva, accompagnata non raramente ad una esuberante religione esteriore, converrebbe esaminare così l'ufficio della religione nella coscienza come i danni di una religione che è fuori di posto e che, esteriorizzata in costumanze ed in forme vuote di contenuto morale, sembra dispensare dalla religiosità vera e conservarne tuttavia 1'aspetto e le pretese, e che l'osservanza esterna e ufficiale vede servire a scopi estranei di superiorità e di dominio; onde l'ipocrisia, che è il vizio di tutte le religioni praticate ma non sentite; il che vuol dire solo estrinsecamente praticate.

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