Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: accidenti

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Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

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Toniolo, Giuseppe 5 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
  • Economia
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Rispetto ai fatti fondamentali (uomo, società, mondo esterno) la stessa osservazione prima o immediata avverte che essi offrono manifestazioni complesse.Essi si presentano cioè al pensiero dell'osservatore — da un lato con fenomeni uniformi (nello spazio) e costanti (nel tempo)e quindi generali; — eda un altro con fenomeni particolari e quindi vari e mutevoli.Tale complessità dipende (come ci ammaestra la filosofia e le stesse scienze fisico-naturali) da ciò: che la natura degli uomini (mondo interno), come quella di ogni ordine di cose (mondo esterno) è una nella essenza e varia negli accidenti; ed altrettanto quindi la società che e composta di uomini ed operante nel mondo esteriore.

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Finalmente lo Stato colla funzione unificatrice-direttiva,senza sopprimere o violentare quegli enti privati e collettivi, assume di disciplinare negli accidenti l'assetto e l'operosità,in modo che si atteggino e dirigano al bene comune. È una funzione coordinatrice-direttiva per eccellenza, in cui sta massimamente la sapienza del governare, che significa convergere e dirigere ad una meta. Anche i codici civili trovansi di continuo penetrati da prescrizioni di ordine pubblico,cioè coordinatrici dei rapporti privati al fine del bene generale.

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Tale è la moneta,d'ordinario un metallo prezioso o inferiore, la quale, essendo utile come ottimo stromento di estimazione e di acquisto delle cose, ed essendo onerosa (costando sacrifizi) quale prodotto dell'arte umana (mineraria e metallurgica), riceve essa stessa un valore che segue fondamentalmente (non già negli accidenti) le leggi generali del valore di scambio. — Ma viceversa presentando essa una maggiore stabilità di valore proprio, in grazia soprattutto dell'immenso accumulo (poco variabile in quantità) della massa monetaria formatasi lungo i secoli (scorta metallica storica) e sempre disponibile agli scambi, si presta opportunamente a servire come termine di misura (relativamente inalterato) delle variazioni di valore di tutte le altre cose.

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Queste facoltà sono nella loro essenza comuni a tutti gli uomini, ma negli accidenti svariatissime.Non vi hanno due foglie identiche (dice l'osservazione volgare), ma nemmeno due corpi e due anime umane perfettamente eguali; dai corpi formosi del Caucaso a quelli deformi della Papuasia, dalle stature gigantesche dell'ottentotto a quelle nane degli akkà e dei boscimani d'Africa, dagli ingegni mobili e scrutatori dei greci ai cretini di Val d'Aosta, dalla tempra psichica affettiva degli italiani del sud a quella riflessiva e fredda dei teutoni settentrionali. — Né ciò fra i vari popoli soltanto; bensì fra gli elementi compositivi di ciascun popolo, con differenze estesissime, altre originarie altre acquisite. Anzi in queste varietà fisiopsichiche individuali sta il germe primo della specificazione delle razze, l'origine interiore della distinzione delle classi, e il segreto della differente energia dei popoli, prodotto della molteplicità degli elementi compositivi, che coll'intreccio o contrasto delle varietà destano l'emulazione e l'intraprendenza. Nel cammino dell'incivilimento la uniformità (anche fisiopsichica) è causa di rallentamento; la varietà fonte di rinnovamenti incessanti (Spencer).

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Gli altri errori opposti del socialismo sono del pari una logica conseguenza di un concetto sbagliato intorno a questo organismo, di cui si disconosce la natura sostanzialmente irreformabile, e capace di modificazione e perfezionamento soltanto negli accidenti. L'economia politico-sociologica (o della politica sociale) con la sua statolatria, parte alla sua volta dall'errore che la società sia un ente concreto fornito di vita propria, indipendente dagl'individui che la compongono. Ciò valga a dimostrare l'importanza di quell'ordine di rapporti gerarchici studiati nella loro realtà.

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Trattato di economia sociale: La produzione della ricchezza

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Toniolo, Giuseppe 2 occorrenze
  • 1909
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, vol. III 1951
  • Economia
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Quivi si insedia di preferenza e quasi inevitabilmente, laddove il prodotto esige o comporta — una elaborazione in masse ingenti uniformi per il consumo generale a buon mercato, tipo massimo le industrie tessili — o un complesso sistema tecnico-automatico intorno ad un motore unico localizzato, come p. e. nella costruzione di macchine — o processi rigorosi escogitati e diretti da specialisti, come nelle industrie chimiche — o pericolosi come per la polvere pirica, per la dinamite sotto le più rigide cautele — o sapientissimi come per gli stromenti scientifici («feine Mechanik») di gabinetto, di nautica, di astronomia, dietro la guida immediata di uomini dotti — o preziosissimi come il conio delle monete, la lavorazione di metalli nobili o di diamanti dietro la più severa vigilanza — e finalmente essa signoreggia nei rami di produzione per lor natura (e in parte per accidenti storici) soggetti a più profonde e rapide innovazioni tecnologiche e quindi a più frequenti e dispendiose trasformazioni, sotto la dittatura di uomini illuminati, intraprendenti e ricchi.

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Trattasi non già di definire accidenti estrinseci della prestazione di lavoro (regolamento di fabbrica), ma il valore intrinseco di esso e quindi la quantità del compenso.Ma tale definizione, con tenace pregiudizio liberalesco, si pretese di lasciare alla piena libertà degli interessati, col rimovere da essa ogni regola anche procedurale per tutelarne la giustizia nell'interesse delle due parti. Così, escluso ogni contratto esplicito, il salario rimase determinato dalla unilatere assegnazione di esso da parte dell'imprenditore e dalla tacita accettazione di singoli operai che entrano in fabbrica, all'infuori di ogni mutua discussione di offerta e domanda preventiva, salvo di far valere poi terribilmente in nome della proclamata libertà di coalizione le pretese reciproche col mezzo meccanico, spesso violento, della serrata («lock-out») e degli scioperi («turn-out»). La storia dirà che il problema della giusta mercede del lavoratore, cui sono comminate divine sanzioni nella bibbia e nel vangelo, e che preoccupava dottori e filosofi nell'evo medio, nel secolo dell'operaio per eccellenza e in tanto rifiorire di leggi rimase fino ad oggi pressoché abbandonato all'anarchia e alla prepotenza. — Da ultimo si prepararono alcuni elementi di soluzione. In taluni paesi e Stati il regolamento di fabbrica si estende alle condizioni per la cessazione del lavoro,cioè a comprendere i preavvisi da ambo le parti. Il Belgio (1887) e la Francia (1900) introdussero in ogni stabilimento i «conseils d'usine ou d'atelier», eletti dagli operai con facoltà consultiva presso il padrone nelle questioni inerenti al regolamento. Oggi nuove e vive discussioni fra dottrinari e legislatori intorno all'obbligo di adire commissioni di conciliazione (dei «prudhommes»; probiviri) o anche di arbitrato,all'occasione di conditti per il salario, commissioni in forma libera già adottate in Gran Bretagna e Francia. E molto si parla e scrive oggi sul contratto collettivo di salario e sui modi di comporlo e guarentirne l'osservanza. Ma mentre i fatti precipitano in proposito, ancora timide e lente procedono le leggi. — Le quali piuttosto si volsero ad imporre altre provvidenze di Stato, che riguardano la organizzazione, la tutela, e la elevazione delle classi operaie, p. e. le unioni professionali, gli infortuni, gli istituti di previdenza, («le relèvement de l'ouvrier»), giovando al futuro contratto di lavoro,che frattanto rimane poco più che un voto. Ma della legislazione sociale, la quale si riferisce a tutti i rami della produzione e che si svolge parallela al crescere della crisi sociale-civile, non si può formare adeguato giudizio che nei temi finali dell'economia.

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