Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: accidentale

Numero di risultati: 15 in 1 pagine

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Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

391917
Toniolo, Giuseppe 11 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
  • Economia
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Invero, riconoscendo essa (anco per semplice osservazione di fatto), e professando esplicitamente, che le leggi economiche utilitarie presuppongono la osservanza delle norme di morale e del diritto in connessione colle corrispondenti premesse speculative, e che anzi, in virtù soltanto di quelle nella società umana si armonizza l'utile individuale con quello sociale,essa medesima viene ad attestare che tale subordinazione, tutt'altro che accidentale, è una condizione necessaria allo sviluppo normale dei rapporti economici. In tal maniera questa scuola etico-giuridica nell'economia (che fu anche denominata della solidarietà)risulta alla sua volta fondamentale,altrettanto e più delle altre due, riuscendo a completare la trilogia dei sistemi economici. Essa ne è infatti la naturale integrazione.

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Movendo dall'osservazione dell'uomo-individuo,ed astraendo da tutto ciò che in questo apparisce di accidentale e passeggero, tale metodo induce ciò che presenta di più uniforme e costante la natura umana;e poi da questa nozione, allargata a tutta la società (assunta come una somma di individui), ritrae con processo logico-deduttivo le leggi generali dell'essere e del vivere della «umanità», assomigliandole a quelle meccaniche e matematiche universali del mondo astronomico. Metodo naturalistico, che provenne primamente in Inghilterra dall'empirismo di Bacone e dal sensismo di Locke, incontrandosi coll'idealismo scettico di Hume, il quale pronunciava: «i misteri della natura umana, meglio che nello spirito (l'idea speculativa) si scoprono nella operosità tumultuosa della piazza (i fatti), ove trionfa l'egoismo». Ma esso, trasferendosi in Francia, in cui non taceva l'eco dello spiritualismo teista di Cartesio e del materialismo empio di Bayle, — poté, presso gli enciclopedisti-fisiocrati alla vigilia entusiastica e violenta di un rinnovamento radicale della società e dello Stato, — dare alternamente alla parola «ordine naturale» il senso di un sistema di leggi irrefragabili di ragione con Mercier de la Rivière, ovvero di inesorati istinti animaleschi con Helvetius e La Mettrie. Ne unifica infine tipicamente la concezione G. G. Rousseau; il quale, dando di frego a millenni di civiltà, da poche, astratte e superficiali nozioni di fatto intorno alla' «uomo isolato, anzi selvaggio» deriva ed ostenta una serie di proposizioni audaci, categoriche, sconfinate, che intitola diritto di natura.Era il rovescio del metodo realista-speculativo, logico e temperato degli scolastici nell'etica (legge eterna) e nel giure (diritto delle genti).

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È questa la premessa che è sottintesa in ogni ricerca scientifica; chi avrebbe pensato a comporre una scienza dell'astronomia, quando si credesse che nel mondo siderale tutto fosse accidentale ed ex lege? Ovvero la fisica, se nel cosmo, esprimente ordine, invece regnasse il caos? Analogamente, senza quel presupposto dell'ordine sociale, non sorgerebbe nemmeno il sospetto che possano esistere delle scienze riguardanti la società;

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Ma poiché negli uomini vi ha ancora una accidentale graduazione di facoltà e di corrispondenti limitazioni (deficienze), così nella convivenza sociale rivolta al bene comune la legge etica si esplica colla graduazione proporzionale del dovere,per cui nei mutui rapporti o servigi rivolti a bene comune, il dovere incombe ai singoli in proporzione delle rispettive attitudini o facoltà (personali e reali) e si esercita verso gli altri in proporzione delle rispettive deficienze e quindi del bisogno di fruire dei collettivi servizi. Di fronte a questi: chi più ha deve e chi meno ha più riceve.

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Se la funzione giuridica è necessaria e principale per lo Stato, perché senza di essa non si conseguirebbe il beneficio esteriore della sicurezza dell'ordine, che è la ragione di essere dello Stato medesimo — questa funzione sociale-civile èinvece per esso secondaria ed accidentale, perché i beni di perfezione spirituale sono intrinseci e finali per i singoli individui in società, cioè corrispondenti alla natura di enti morali e al fine doveroso della loro ultima felicità, e come tali da conseguirsi colla loro personale e meritoria operosità; rispetto alla quale l'azione dello Stato non può essere che coadiutrice o integrante del progresso etico-civile. Ciò vale anche per il fine del benessere economico, come mezzo ai beni dello spirito.

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Questo criterio prossimo ed accidentale è valevole per stimare la ricchezza di un individuo dinanzi agli altri, di una classe rispetto ad un'altra e di una nazione di fronte a quelle straniere, ma non già per valutare la ricchezza della umanità intera. Una singola nazione p. e. è ricca in ragione composta della quantità di cose utili possedute e del loro valore di scambio ossia della loro capacità di acquisto; e accresce perciò la sua ricchezza quando, rimanendo anco uguali le cose possedute, ne sia aumentato il valore, sicché vendendole all'estero possa acquistare una quantità maggiore di cose in cambio. L'umanità è invece più ricca solo quando possegga una maggiore quantità di cose utili al paragone di un momento anteriore.

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e la limitazione è accidentale sebbene integrante (vi hanno cose utilissime che non costano sacrifizi perché illimitate, p. e. l'aria respirabile), — così logicamente è prevalente la stima dell'appagamento (uso) rispetto a quella dello sforzo o sacrifizio per acquisirlo, — e non vi ha pertanto valore d'uso, se le soddisfazioni (utilità) non superino i sacrifizi (sforzi, dispendi, costi) per procurarsele, e quindi se non vi abbia un residuo in più di utilità netta;sicché un bene economico, che p. e. fornisse due di godimento, eliso da due di patimento, avrebbe valore zero;

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la legge del valore di cambio commerciale seconda, di momento in momento statistico, il variare accidentale di quella stima delle cose permutabili, nella quale trovano equilibrio (instabile) la domanda e la offerta dei commercianti, cioè le privazioni e i vantaggi dei compratori e venditori sul mercato;

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Offre perciò un carattere scientifico la affermazione che tale eccedenza di nascite sulle morti fosse per secoli, anche nelle società prosperose e non solo in quelle rudimentali, un fenomeno accidentale, saltuario, caduco, facendo luogo poco più che a semplici surrogazioni delle perdite cogli acquisti, e spesso rovesciando la bilancia della vita e dando alla morte un triste e inesorato sopravvento. Fatto patologico decisivo, che porge lume intorno a talune vicende civili ed economiche nella storia. Di qui il facile alternarsi in ditta l'antichità classica e nello stesso medio evo, in alcuni centri demografici importanti per la civiltà, come Corinto, Siracusa, Cartagine e più tardi Amalfi, Pisa, di rapidi slanci e di precipiti decadimenti fino alla disperazione; e similmente ad abbaglianti momenti di prosperità economica il succedere improvviso di periodi di inedia fino all'esaurimento. Ciò torna evidente: era la popolazione nella sua energia biologica che veniva meno a sé stessa, che mancava alla vita, e quindi alla continuità delle sue speranze avvenire.

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E perciò, se le leggi del progresso economico porgono occasione estrinseca ed accidentale al progresso spirituale della civiltà, quelle stesse leggi economiche ritraggono, alla loro volta, la spiegazione prima ed essenziale dalle ragioni supreme spirituali dell'incivilimento.

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Le origini prime stanno nella varietà e graduazione accidentale delle facoltà fisico-psichiche umane, da persona a persona. Questa causa interiore individuale sta al fondo di ogni graduazione esteriore umana; e già vedemmo la gerarchia anche nella famiglia. Ma quali le cause generatrici, le funzioni ed importanza delle classi nel consorzio civile?

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Trattato di economia sociale: La produzione della ricchezza

396320
Toniolo, Giuseppe 2 occorrenze
  • 1909
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, vol. III 1951
  • Economia
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XVII, Olanda); trasformazione decisiva per cui materie putrescibili di vile e accidentale valore, conservandosi inalterate per la accumulazione, per i lunghi trasporti, per i protratti consumi, acquistano valori normali,base di una industria, che da naturale diviene artificiale e sistematica (p. e. le sardine di Nantes, il tonno sott'olio).

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Non più estrazione dissipatrice e accidentale, ma lavorazione continuata, parsimoniosa, progressiva, che riduce al minimo le dispersioni del materiale. — Anzi nell'impianto ed esercizio minerario trionfano le applicazioni di ogni scienza: la statica edificatoria nei pilastri, pozzi, gallerie orizzontali; e macchine di ogni specie, per asciugamento, per aereazione, per asporto di materiale e persone, per illuminazione e sicurezza; e magazzini di deposito, sistemi di trazione, condutture d'acque, stabilimenti metallurgici; case e villaggi mineranti, dentro e fuori le viscere montane.

Pagina 266

La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

401056
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
  • Politica
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Se le preoccupazioni alle quali il cristianesimo ha voluto dare una risposta non sono vive in voi, se non sentite la necessità di liberare dal male la coscienza e l'opera vostra, di purificare e rinvigorire la vita dello spirito e rivolgere le vostre maggiori attenzioni a beni che il mondo ignora e disprezza, io non ho nulla da dirvi: in tale caso, o che voi vi dichiariate cristiani o che no, la differenza è puramente accidentale.

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Crisi e rinnovamento dello Stato

401910
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1922
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 232-263.
  • Politica
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Così la nostra posizione ideale, logica, ci fa arrivare ad una costruzione di riforma non accidentale e di temperamento, non esteriore e di formalità, non transattiva e di evoluzione, ma ad una riforma antitetica e sostanziale.

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