Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

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Toniolo, Giuseppe 1 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
  • Economia
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Lo vedemmo già: la coscienza individuale e di riflesso quella collettiva, la quale è consapevolezza di fini e di mezzi umani riconosciuti da ragione, accettati come dovere dalla volontà, trasfusi in sentimento impellente e moderatore, mentre è una causa unificatrice dell'uomo (la convinzione di esistere per fini morali propri, distintamente dagli altri) e della società (di comporre un ente morale autonomo), si dispiega al di fuori con una funzione operativa direttrice per eccellenza.

Pagina 2.47

Costituzione, finalità e funzionamento del Partito Popolare Italiano

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1919
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 74-87.
  • Economia
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Ecco perché io credo che il congresso oggi non possa entrare nel dettaglio dei dodici punti del programma: trasformeremmo l'assemblea stessa in una vera accademia e ripeteremmo vecchi errori di nominalisti e di concettualisti; ma accettati, come di fatto, la linea sintetica e il valore morale del programma del partito, occorre invece cominciare la elaborazione di esso di fronte alla realtà contingente. Pertanto sono stati messi all'ordine del giorno del congresso tre temi: quello sociale, quello politico, e quello tattico, come tre punti nei quali cercheremo di trovare la convergenza del nostro programma al momento che si attraversa, per valorizzarlo nella pratica, non come la semplice concezione del filosofo che trae la legge astratta dal concreto, ma come la visione sintetica dell'uomo politico che porta nel concreto della vita la convinzione dei suoi principi formulati in una concezione astratta o meglio ideale.

Pagina 79

La regione

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1921
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 194-231.
  • Politica
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I criteri fondamentali, che in gran parte sono stati accettati dalla commissione reale per la riforma dei comuni e delle provincie, sono i seguenti:

Pagina 223

La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
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Ogni certezza, vi dicono oggi i filosofi — che la vostra sicurezza intorno a ciò che del mondo o di voi stesso credete di sapere farebbe sorridere — è relativa: il vero per noi esiste, ma solo approssimativo, in una certa misura, e proporzionato sempre a quel momento della cultura e del pensiero umano nel quale appunto ci apparisce vero: relativo quindi a noi ed ai nostri stati psicologici o trasmessici dalla società o acquisiti da noi, relativo ad alcuni punti di partenza accettati senza dimostrazione ma per comodità, relativo a mille altri piccoli veri, correlativi ad esso, i quali si comunicano a vicenda la forza e la debolezza loro. Anche le matematiche, che parevano il tipo ideale della certezza, han mostrato recentemente alcuni sottili critici, son vere sì, ma posti certi assiomi accettati per opportunità e per una tal quale approssimazione, che permette di erigere su di essi delle dimostrazioni utili all'esperienza e quindi controprovate in qualche modo da questa. Ma quei punti di partenza sono supposti veri, non provati. E ponete anche superata questa crisi e stabilita alla conoscenza umana una qualche attitudine a discernere con sicurezza, nella rappresentazione del mondo sensibile, il reale in sé e l'assoluto: il campo cioè delle realtà spirituali e del divino. La critica, che la vostra indagine filosofica ha superato, torna a voi dal terreno della storia. Supponiamo che voi, avendo poco da lavorare per la vita, riusciate a farvi una filosofia. Quando il vostro sistema sarà fatto, od uno qualunque dei sistemi esistenti avrà avuto la vostra preferenza e sarà stato da voi accomodato al vostro proprio pensiero, guardate di non fidarvene molto: poiché la storia vi mostra che mille altri uomini hanno avuto la stessa certezza in sistemi tutti diversi, hanno confutato quelle che vi parevano ragioni, hanno ceduto innanzi a quelli che vi paiono sofismi. Avanti, avanti, tornate a studiare, ad esaminare, a confrontare. La verità non è certamente discesa dal cielo proprio per voi e voi portate in voi stessi, nella inconsapevole costituzione organica del vostro pensiero, le cause dell'errore che vi lusinga. Una tale filosofia, così incerta di sé, non ha certo delle difficoltà temibili da muovere contro la fede. Anche la fede, del resto, ha avuto ed ha la sua filosofia: né sarebbe difficile mostrarvi che essa riposa sui dati perenni, spontanei e tradizionali, della coscienza umana, e si rivela, luminosa e sicura di sé, a chi interroghi questa serenamente.

Pagina 94

Per l'autonomia politica dei cattolici. Democratici e Cristiani

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1906
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 56-72.
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Clericale non è l'uomo che abbia una fede o che regoli secondo essa la sua vita; perché in tal caso tutti saremmo clericali, regolando ognuno su principii accettati più o meno per autorità e incapaci di controllo e di rigorosa dimostrazione scientifica la propria vita morale: né è clericale colui che di questa sua fede, con la parola o con il render servigii di vario genere a quelli dei quali intenda guadagnarsi la simpatia e la fiducia, cerca indurre in altri il convinci¬mento sincero: ma clericali, a qualunque o scuola o partito o confessione appartengano, chiamiamo quelli che la fede, la quale è oggetto di accettazione libera e volontaria e quindi di pacifica persuazione, ed ispiratrice di quegli interni movimenti del volere dei quali l'uomo non deve render conto che a Dio, convertono in strumento di dominio, e vogliono insinuare od imporre con mezzi estranei ad essa e con coazione morale o fisica di vario genere, ricorrendo od aspirando, per imporre questa fede medesima, al potere politico ed all'alleanza con esso; mediante la quale alleanza, in cambio di certi servigi resi, si pretendono altri servigi, diretti appunto ad isolare od a coartare le coscienze, per uno scopo non di salute spirituale ma, comunque, di dominio. (Esigere dallo Stato il rispetto della libertà, e dell'attività religiosa, e patteggiare con esso per questo, è ufficio della Chiesa e diritto suo). Noi chiamiamo quindi clericale colui che dai suoi dipendenti in economia esige una condotta religiosa conforme ai suoi interessi o alle sueopinioni, colui che con mezzi violenti ed astuti perturba l'opinione altrui religiosa, o chi per imporre determinati sistemi e determinate credenze si serve, o vuol servirsi, dell'autorità dello Stato, facendo violenza alle coscienze, o chi limita. contraddicendo all'evangelo, il proprio interessamento a quei della sua stessa fede, considerando gli altri come nemici e trattandoli senza. amore; chiunque, in una parola, non avvertendo che la fede è volontaria accettazione interiore di certe verità religiose e morali, intende sostituirsi a questa spontaneità interiore, traendo altri, con mezzi violenti e coattivi, a quell'accettazione medesima, per scopi che non possono quindi essere spirituali ed ispirati dall'amore cristiano. Il quale proposito apparisce poi essere assurdo; sicché l'ovvio effetto del clericalismo non può essere se non quello di provocare una più vivace reazione dagli animi liberi e di condurre invece gli animi timidi e vili a mentire con l'atto esterno la fede del più forte ed a rinunziare ad ogni spontanea attività dello spirito, ponendosi passivamente nelle mani dell'interessato patrono di una fede, il quale muta così il ministero spirituale in un vero e proprio dominio.

Pagina 69

Il Partito Popolare Italiano

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Murri, Romolo 2 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 92-127.
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Accettati, per la debolezza di molti dei nostri e per le larghe promesse fatte dal Vaticano, i nuovi Statuti, entrammo nell'Opera dei congressi e vi conquistammo una fortissima posizione. Morto, nell'estate dell'anno seguente Leone XIII, e succedutogli Pio X, chi scrive dovè chiedere ed ottenne il permesso di partecipare al primo congresso nazionale della rinnovata Opera che si teneva nel novembre a Bologna; e vi ottenne, con i suoi amici, una vittoria clamorosa e definitiva sui vecchi elementi. Poco appresso, Pio X sciolse l'Opera dei congressi; e continuò l'implacabile persecuzione incominciata già contro la democrazia cristiana.

Pagina 107

Falso: nella dottrina ufficiale cattolica sulla posizione della Chiesa nella società e di fronte allo Stato, e dei doveri verso di essa, c'è quanto basta ed avanza perché si abbia un partito, il partito clericale nel senso stretto della parola, sino a che i diritti della Chiesa non sieno riconosciuti ed accettati dallo Stato. Chi segue rigidamente quella dottrina non può non essere di questo partito. La verità è che di cattolici i quali, sul terreno della loro azione politica, aderi¬scono lealmente a quel programma — che era il programma dell'Opera dei Congressi prima della crisi di questa — non se ne trovano più in numero sufficiente. Il clericalismo dichiarato e coerente fa bancarotta anche in Italia.

Pagina 96

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