Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: accettarono

Numero di risultati: 9 in 1 pagine

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Il comizio di iersera per le elezioni comunali

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

I popolari accettarono, e così si arrivò dopo alcuni mesi di elaborazione alla riforma votata e presentata nell’estate del 1912. Oggi, alla vigilia della sua prima applicazione, sta bene ricordare il progresso di un’idea perché ci serva nell’avvenire come ammaestramento, quanto presto cioè un’idea, se è giusta e se è agitata con energia e costanza, può penetrare nella coscienza pubblica e nell’ordinamento pubblico. Oggi è anche buono ricordare le ragioni che ci hanno mosso a una simile propaganda e ci hanno spinti a una tale conquista. Anzitutto noi volevamo che nella città di Trento la cittadinanza potesse essere rappresentata in consiglio, nell’amministrazione cittadina, non attraverso il monopolio d’un partito, ma direttamente per i suoi mandatari a seconda del loro indirizzo politico o economico. In verità la prima applicazione risentirà l’effetto dei partiti politici e non così facilmente si potranno sostituire amministrazioni che facciano astrazione dalle suddivisioni politiche; ma, come c’insegna la storia dell’applicazione della R.P. in altri paesi e in altre città un po’ alla volta essa condurrà l’amministrazione cittadina a maggiore equità e a maggiore oggettività. Il secondo motivo che ci ha spinti a questa propaganda fu di carattere politico morale. Noi abbiamo visto che Trento, in questo riguardo, è la chiave della situazione per tutto il paese. Qui si crea la confusione fra il partito anticlericale in genere, e attenuando le differenze reali che esistono fra socialisti e liberali, e a tali confusioni e attenuazioni spingeva il sistema elettorale stesso, che facilitava o consigliava connubi e dedizioni e che d’altro canto escludeva dalla partecipazione all’amministrazione in proporzione delle sue forze il partito socialista, il quale così poteva esimersi da un atteggiamento corrispondente al proprio programma. Abbiamo quindi insistito per l’introduzione della proporzionale perché siamo convinti ch’essa presto o tardi arriverà a introdurre nel programma dei partiti e nel loro atteggiamento più logica e più chiarezza. Gli amici nostri ch’entreranno in comune sappiano usare di quest’arma con energia e con abilità. Si servano del potere loro demandato per accelerare la funzione della rappresentanza proporzionale costringendo i singoli partiti a prendere un atteggiamento logico e conseguente, sia di fronte agli affari economici, sia alle relazioni dei partiti affini. Se quest’arma, che l’agitazione e la propaganda di cinque anni da loro in mano, verrà usata bene, le conseguenze non si limiteranno a Trento, ma avranno un’eco anche nel paese in generale. Infine l’oratore, ch’è stato spesso interrotto da applausi, dichiara che, per tagliar corto a inutili insistenze degli amici che gli venivano fatte anche nell’adunanza, non può accettare la ripresentazione della sua candidatura, sovrattutto perché non potrebbe dare che piccolissima parte della sua attività, essendo già aggravato da altre molteplici occupazioni. Permettano gli amici che egli dedichi quella parte ormai poca del suo tempo e delle sue forze che gli resta dopo il disimpegno delle sue cariche pubbliche, alla propaganda delle idee. Il partito non deve commettere l’errore di esaurirsi nel lavoro quotidiano della politica o dell’amministrazione, ma deve ritornare con slancio alla propaganda e alla diffusione delle idee generali che sono la bandiera che sventola sopra le nostre masse in movimento. (Grandi applausi e ovazioni).

L'assemblea dell'"Unione politica"

388012
Alcide de Gasperi 1 occorrenze

La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

400325
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
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Ora c'è fra tutte queste credenze, ridotte alla loro più semplice espressione ed al loro valore sostanziale, una credenza la quale e per l'antichità sua nella storia religiosa dell'umanità e per il numero di anime che l'hanno accettata e seguita e per le esperienze collettive che ne hanno provato l'efficacia storica, e per l'elevatezza insuperata dei precetti morali nei quali si traduce e per la intensa vita interiore che essa ha saputo destare ed alimentare nelle anime che la accettarono sinceramente, si impone in particolar modo all'attenzione nostra. Essa è, inoltre, la fede nella quale siamo nati, che noi professiamo e che in noi e nella società nostra ha lasciato tracce meravigliose e non facilmente cancellabili del suo passaggio.

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Il Partito Popolare Italiano

403382
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 92-127.
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Ma i cattolici tipo Meda accettarono volentieri quello che il nuovo pontefice e la nuova situazione offrivano, senza per questo rinunziare intieramente all'antico programma popolare. Meno dialet¬tici e più abili, essi si proponevano bensì di far argine alla democrazia radicale e socialista, ma senza rinunziare alla forza ed al vantaggio che potevano venire dal legare a sé ed alla propria azione politica quanto più fosse possibile degli elementi popolari e delle aspirazioni delle masse al benessere. Essi offrono al popolo i risultati materiali d'una ascensione economica e politica come compenso per la rinunzia alle ragioni ed ai valori ideali della sua liberazione spirituale. Tendono ad averne, con benemerenze positive, un mandato di fiducia, del quale si avvantaggerà anche la Chiesa.

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I primi cattolici in Parlamento

403660
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari– Società Naz. di Cultura, 1908, 86-107.
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Solo scopo, fiaccare e decimare la rappresentanza dei partiti estremi alla Camera; sicché si accettarono candidati che, come l'on. Faelli, avevano fatto sino allora aperta professione di anticlericalismo.

Pagina 91

La Democrazia Cristiana in Italia

404346
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 62-90.
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Del socialismo accettarono il metodo: la lotta di classe, e in parte anche il realismo politico, scisso dalla filosofia del materialismo storico. Quanto al primo punto, non può esservi dubbio. Essi aderirono incondizionatamente alla organizzazione del salariato come classe a sé, in contrasto con gl'imprenditori e i detentori del capitale, anche se cristiani e cattolici; accettarono gli scioperi, come mezzo di lotta, ed indussero spesso propri seguaci a parteciparvi, accanto ai loro compagni di mestiere; qualche volta, ne promossero anche ed organizzarono per loro conto. L'accusa di krumiraggio, così frequente in quegli anni di scioperi vasti ed appassio nati, non potè essere portata contro di essi Tipico il caso del celebre sciopero degli scaricatori dei porto di Genova, che ebbe poi per conseguenza la caduta del ministero Saracco (1900). I d. c. genovesi avevano rapidamente organizzato dei lavoratori liberi in buon numero. La direzione romana del movimento, saputolo, disapprovò vivamente la cosa, e le calate del porto furono disertate anche dai lavoratori d. c.. Non essi, certo, volevano, predicando la benevolenza ai padroni, le trattative pacifiche e l'accordo a ogni costo ai lavoratori, smorzare e snervare, col pretesto della religione, e a servizio degli industriali e de' proprietari, il magnifico sforzo del quarto stato. Il movimento loro non avrebbe mai potuto divenire uno specchio per le allodole, o un modo dì far reclute elettorali per i partiti dell'ordine e della reazione.

Pagina 80

Che cosa fu il modernismo?

404473
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 6-36.
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Per essere essi rimasti nella Chiesa – certo con molte delle loro idee – e per esservi rimasti altri, mistici, che accettarono l'autorità e la disciplina, e taluno sinanche il giuramento antimodernista con restrizioni autorizzate, si potrebbe forse oggi parlare di un modernismo di dentro la Chiesa, distinto da quell'altro di fuori, del quale parliamo, e tendente a ricongiungersi con esso, quandochesia. Ma, a parte il caso singolo di taluni mistici, la cui ortodossia è un singolarissimo fenomeno psicologico di rinunzia e insieme di superiorità e dì individualismo religioso (caso che meriterebbe anche esso d'essere attentamente esaminato) noi dobbiamo dare la sua parte, nella storia recente del romanismo, ad un altro fatto, che ha spiegazioni antiche quanto l'umanesimo. Tutta la storia del governo politico-ecclesiastico di Roma ci insegna che, per servire la Chiesa o, meglio, la Curia, e dirigere gli affari di questa non è necessario scegliere fra la fede o la dottrina cattolica ed altre dottrine e fedi e visioni della vita che sieno opposte a quella; in verità, assai poco intende del cattolicismo e del papato di questi ultimi secoli chi non capisce ciò. Il problema psicologico è, in questo caso, un altro; e può essere paragonato a quello del celibato del clero.

Pagina 29

Clericalismo

404674
Murri, Romolo 2 occorrenze
  • 1906
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 73-85.
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Ma quelli che apertamente accettarono il fatto compiuto, che dicevano non dover più la Chiesa occuparsi di rivendicazioni temporali, essere restrizione ingiusta dei diritti dei cattolici il subordinare l'esercizio del voto politico da parte di questi alla rivendicazione del dominio politico perduto, nessuno avrebbe allora chiamato clericali: benché, non ostanti le asserzioni di certa stampa, fosse impossibile contestare ad essi il diritto di esser chiamati cattolici, e la Chiesa non avesse mai pensato ad escluderli dalla sua comunione.

Pagina 76

Basta ricordare la schiera numerosa di quelle che, come il Gioberti, il Rosmini, e molti loro amici, ebbero una parte più o meno diretta ed efficace nella costituzione dell'unità d'Italia, o la accettarono ed approvarono apertamente.

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