Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Introduzione. La società cristiana

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, X-XVI.
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Ma se, in luogo di prendere come fatto cristiano ciò che per i suoi caratteri esterni si presenta come tale, lo studioso incomincia a fare una scelta, a distinguere fra ciò che è cristiano esteriormente ma del cristianesimo non ha lo spirito e ciò che invece risponde allo spirito ed alle dottrine di questo e ne procede, a far la critica, insomma, di ciò che si presenta come pensiero e costume cristiano e respingerne una parte ed accettarne un'altra, allora egli non è più solo uno storico, ma porta nella ricerca un concetto proprio, già stabilito, del cristianesimo, delle sue dottrine, del suo spirito, della sua efficacia; porta cioè con sé, nella sua ricerca, come norma di questa, una fede ed una teologia.

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La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
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Quando la vita interna incomincia a destarsi nel bambino, quando egli, con i grandi occhi pieni di stupore, incomincia ad osservare, a raccogliere nella sua piccola anima le impressioni della vita esteriore, a reagire a certe forme più evidenti di male, o ad accettarne certe altre, od a ricevere imagini che avveleneranno più tardi i suoi sensi, o ad agire senza riserbo e con quasi selvaggia spontaneità, il sacramento nel fanciullo può essere ed è il più spesso violato dai genitori, dai parenti, dai maestri di lui; la società cristiana, che lo ha ricevuto nel suo seno, non può far nulla in quella piccola anima avida di luce e di bontà senza il consenso di coloro i quali la hanno in custodia; essa lo sa cosi bene che non si é fidata delle promesse dei genitori, ed ha voluto dei garanti, scelti fra gli amici di questi, dei quali la Chiesa potesse fidarsi, i padrini. Eppure il più spesso oggi, anche nelle famiglie che portano al fonte battesimale i loro figli, il bambino cresce educato al male, stretto, da una inesorabile solidarietà, alla colpa dei genitori, dei fratelli maggiori, dei compagni, dei maestri: per tutte le finestre per le quali la vita esterna e l'esperienza umana entrano in quell'anima vi entrano insieme le suggestioni del male. Ed egli è un cristiano! Ed i suoi sono cristiani! E la società in cui vive è cristiana! Io penso che un profondo scoramento dovrebbe oggi stringer l'anima d'ogni parroco il quale amministri il battesimo. Egli sa che quella professione di fede è puramente verbale, che i genitori e i padrini ignorano ciò che dicono e ciò che fanno, che la loro promessa è fallace, che quel bambino avrà in casa, per sue prime esperienze, le collere, il turpiloquio, le bestemmie dei genitori e dei mille compari che essi hanno nella colpa e nel vizio; sa che il padrino, il compare, il quale oggi prende innanzi a lui impegno dell'educazione cristiana del fanciullo, avrà una intiera e perfetta indifferenza per la vita spirituale di questo: prenderà parte a qualche banchetto, darà, forse, domani qualche dono al fanciullo, e null'altro.

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