Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

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Toniolo, Giuseppe 2 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
  • Economia
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Périn, dettando il primo trattato di economia di questa scuola, La ricchezza nelle società cristiane (1861), nel quale, in pieno liberalismo illustra con felice analisi e con geniali prove storiche, come le leggi economiche dell'utile ricevano la loro normale esplicazione teorica e pratica solamente sotto la luce e la scorta delle verità e virtù evangeliche, e per l'azione civilizzatrice del cattolicesimo.— Ciò che conferma poco dappoi in Francia, quando già le dottrine liberali trionfano con Bastiat e Chevalier nel secondo impero, F. Le Play (1806-82) in ut serie di pubblicazioni statistiche in forma descrittiva (le inchieste monografiche) dal 1855 in poi, sotto il titolo Gli operai dei due mondi,fondamento di una sua opera sulla Riforma sociale (1864). In questa Le Play, dopo di aver dato il primo colpo di accetta ai così detti principi del 1879 (cioè dell'individualismo razionalista e livellatore), propugna la necessità di ricomporre l'ordine sociale sulla religione, sulla continuità del nucleo familiare, mercé la libertà testamentaria del capostipite, sulla solidarietà fra classi superiori e inferiori mediante il patronato, sulla libertà del lavoro e della associazione; tutto cementato dall'osservanza del decalogo e del costume cristiano.

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La economia, siccome accetta da quella le nozioni concrete della autonomia personale, della famiglia e della proprietà, istituzioni competitive etico-private,così prende da essa la nozione concreta di altri istituti di carattere collettivo o sociale,quali sono le classi, le nazioni, il grande consorzio umano; la cui costituzione dipende da fattori superiori ai semplici interessi economici, comunque questi ne formino uno degli elementi.

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Trattato di economia sociale: La produzione della ricchezza

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Toniolo, Giuseppe 1 occorrenze
  • 1909
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, vol. III 1951
  • Economia
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Il lavoro industriale ivi si considera come figlio della personalità morale dell'uomo, il quale lo accetta come un dovere liberamente scelto e lo esercita come una funzione da Dio affidata agli artigiani per il bene, morale e materiale proprio, della classe e della generalità e che perciò attribuisce un diritto di lavoro,che è per tutti quelli titolo di eguaglianza e fraternità dinanzi ai proprietari e capitalisti (Janssen), diritto che ha la piena sua esplicazione nella facoltà di arrivare a maestro, cioè di costituire una impresa propria. Quindi risulta come a questo tempo le corporazioni artigiane non apparissero fonti di tale diritto, ma solo organo giuridico di riconoscimento di esso e condizione del suo esercizio; e come queste rimanessero aperte,nel senso che per fondare un mestiere non fosse necessario appartenere ad esse, o se talora lo era tutti sotto condizioni comuni vi fossero ammessi; e come sulla eguaglianza di tale diritto (e dovere) di lavoro si erigesse l'autonomia dell'intero ceto artigiano di fronte allo stesso ceto capitalistico, sicché all'origine (non già più tardi) que' collegi risultassero di maestri-lavoratori, non considerando membri di essi «i ricchi speculatori che oziosi vivono dei sudori altrui» (nel libro cit. in Janssen). — E così si spiega, come la classe artigiana fiera della sua libertà ed eguaglianza di lavoro divenisse il palladio delle autonomie cittadine, sicché da queste città democratiche uscirono le leggi di affrancazione dalla servitù della gleba in Italia (altrove spesso dalle Carte di libertà dei re), come quelle di Bologna del 1256, che si ispirano a ragioni religioso-cristiane, e di Firenze del 1289, che si appellano al diritto naturale e alla indipendenza politica. Si parla spesso da sociologi della storia della libertà civile, ma di rado si estima la parte preponderante che vi ebbe il lavoro industriale colla costituzione e legislazione corporativa. Esso non apportò soltanto un progresso economico, ma sulla libertà incardinò un ciclo di civiltà.

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