E poi ancora, quando la vita politica si va penetrando, sotto le pressioni delle cose, di tendenze laiche ed illiberali, e i comuni si mutano in signorie e il potere centrale diviene rapace ed accentratore, il cattolicismo, respinto dalla vita pubblica, oppresso dal peso delle ricchezze terrene e del privilegio accumulato dai suoi, manifesta tuttavia, in più umili e forse anche più generose famiglie di eroi della carità e dell'abnegazione cristiana, l'interna vitalità del suo spirito; e noi vediamo, dal secolo XIII al nostro, accanto all'asceta che chiude ed isola i conventi e accanto alle spurie misture di semplicità cristiana e di dominazione pagana, sorgere frequenti istituti mirabili di vita comune e, più, di azione sociale comune, adeguarsi a tutte le necessità, raggiungere tutte le miserie, organizzare i più svariati servigii spirituali. E anche oggi, sotto i nostri occhi, in società le quali sembrano divenute così inette a tutto quello che sappia di sacrificio o rinunzia cristiana, noi vediamo meravigliati aumentare il numero di coloro ai quali, come già ad Antonio, giunse la voce del Cristo che invita ad uscire dalla casa paterna, a lasciar tutto ciò che si possiede, a rinunziare alla propria volontà ed entrare in vita comune, dedicandosi a questo elevato ufficio di salute e di redenzione spirituale degli uomini.
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