L'onorevole Casarini, che mi duole di non vedere al suo posto, nell'elegante discorso pronunziato alla Camera, indicò pel primo questo concetto, accennando le impressioni che, secondo lui, avrebbe dovuto provare il conte di Cavour, se, sorgendo dal suo sepolcro, avesse girato Io sguardo sulle condizioni presenti d'Italia, sull'indirizzo dato alla nostra politica, sulle leggi che, presentate dal Governo, il Parlamento conferma col suo voto. Egli, il grand'uomo di Stato, non potrebbe, secondo l'onorevole Casarini, non rimanere dolorosamente sorpreso della politica seguita dal Governo nel risolvere questa grande questione di Roma; non potrebbe non meravigliarsi altamente della legge sulle guarentigie, che, concedendo alla persona del Pontefice le prerogative della sovranità, crea un dualismo, quanto deplorevole, altrettanto pericoloso, fra il Re d'Italia ed il Papato. Ma ancor più viva sarebbe la meraviglia sua per l'attuale progetto di legge, che, derogando ai migliori principii della nostra legislazione, conserva nella sede del Governo le corporazioni religiose, anzi fa qualche cosa di peggio, crea degli enti a parte, le case generalizie, e costituisce una seconda legge di guarentigie per i generali e procuratori generali degli ordini monastici, attendendo forse, secondo s'esprimeva l'oratore, di farne una terza o una quarta per i canonici, per i Capitoli, per i prelati, e non so per quale altra schiera di ordini clericali.
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(Accennando a destra)
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Accademia della crusca
