Io accennai, ieri, ai dolori ed alle rivendicazioni delle classi operaie. Ma vi sono esseri anche più infelici di questi lavoratori, poveri esseri umani nati nella povertà e nell'abbandono, cresciuti nel vizio o scivolativi in qualche crisi di dolore e di fame e poi divenuti incapaci di risalire, che non chiedono neanche più soccorso, che si familiarizzano col delitto, che trafficano, per vivere, la propria carne o l'altrui: e questi infelicissimi si accumulano, specialmente nelle grandi città, miserevoli detriti viventi dei nostri organismi sociali, in luoghi umidi e malsani e ristretti e vagolano la notte per le vie, con l'odio per la società e con la voluttà della colpa nel cuore.
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