Accennai ad un disavanzo probabile per il 1892-93, in totale, di 65 milioni, dei quali 29 per costruzioni ferroviarie. Dissi che era assolutamente impossibile, e lo ripetei più volte, il pensare di provvedere anche a queste costruzioni col bilancio normale, comunque s'iscrivessero queste spese. Quanto al resto, cioè agli altri 36 milioni di disavanzo, accennai ad economie sulle spese militari per un importo di 10 a 15 milioni. Dissi che si potevano fare altre economie sopra gli altri servizi, ed aggiunsi: pel resto si dovrà provvedere con le imposte. Poichè io credo che riconosciuti il disavanzo e la necessità di provvedervi, non si possano volere a un tempo cose impossibili, cioè non debiti, non economie, e non imposte; e il proverbio della botte piena e della serva ubriaca non costituisce un programma finanziario pratico. Ma basta fare il conto di queste cifre per vedere come siamo lontani dai supposti 50 milioni d'imposte. 65 meno 29 fa 36; 36 meno, diciamo, 12 per le economie militari fa 24; da 24: levate quel che volete di economie sui vari servizi civili; ed il resto lo dovrete pagare con le imposte. E non ho altro da dire.
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Accademia della crusca
