Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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I comizi di Fiemme per la ferrovia. L'adunanza di Carano

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Circa la posizione dello stato accenna alle trattative fatte dal dicembre 1911 per una graduale attuazione del compromesso di Bolzano, alle insistenze per l’avisiana o almeno per la Lavis-Grumes, fino alle recise dichiarazioni ministeriali per l’attuale proposta Egna-Predazzo (Moena) e Lavis-Cembra. Enumera in fine le trattative dietali e l’ultima proposta Pinalli per la Lavis-Cembra, concludendo che da questi tre fattori nessuno sforzo valse a ricavare una proposta che s’avvicinasse di più della presente all’ideale ch’era il compromesso del 1909. Accennò poi rapidamente agli improvvisi voltafaccia, sopravvenuti nell’ultima fase ed al radicalismo che dopo le fallite trattative per la Lavis-Grumes riprese vigore sfogandosi in attacchi violenti, in accuse di tradimento ed in ingiurie contro i deputati popolari. L’oratore rileva qui che, quantunque avesse potuto come tanti altri lavarsi le mani della vertenza, approfittando della confusione creata ad arte in Fiemme e salvarsi così da tutte le ire sollevatesi contro di lui, ha preferito attenersi logicamente e serenamente alla voce della sua coscienza, all’imperioso dovere di rappresentare gli interessi che gli elettori gli avevano affidato. La tattica stessa del resto dei dissenzienti e degli avversari che, malgrado le proclamazioni, si addimostrò semplicemente negativa, conferma la bontà della sua condotta. L’osservazione sempre più attenta della vita di Fiemme gli conferma sempre più che la ferrovia di Egna non porta al carattere nazionale della valle alcun pericolo, ch’essa rappresenterà anzi un progresso sulle condizioni presenti, convinzione questa condivisa anche da molti liberali nazionali della valle e fuori. Riguardo alla parte finanziaria ricorda ch’egli già nella seduta del consesso nel luglio 1912 ha dichiarato di non essere compito dei rappresentanti politici di assumere responsabilità di sorta. Il preventivo venne fatto e riveduto dai rappresentanti del ministero e ad essi spetta ogni responsabilità. Certo ch’esso sarà più attendibile di quello delle altre ferrovie trentine costruite, poiché dell’esperienze fatte in queste si è approfittato nel calcolare il costo della ferrovia di Fiemme e di Cembra. Quello che va assolutamente escluso è che la Comunità sia tenuta a contribuire al pagamento di eventuali sorpassi. Anche riguardo al contributo della Comunità ed al conguaglio dei singoli comuni per questo contributo, il deputato si è tenuto estraneo, favorendo solamente, com’era suo dovere, il piano di venire a trattative che tendevano ad un accordo fra i comuni, le quali però vennero condotte senza la sua collaborazione. Termina il suo discorso, ascoltato con grande attenzione, dichiarando che fino a tanto che i suoi elettori gli continueranno il mandato, lo eserciterà, seguendo i criteri che lo hanno inspirato fino ad oggi. A questo punto l’avv. Rizzoli domanda se, quantunque di Cavalese, possa avere la parola. L’on. Degasperi gliela concede, pregandolo però d’essere breve, perché alle 4.30 ha indetto un comizio a Moena e sono già le 3.15. L’avv. Rizzoli si rivolge ai presenti dicendo che l’oratore ha svolto i suoi criteri politico-nazionali, ma che è sorvolato su quello che più importa a noi fiemmazzi, cioè alla questione finanziaria. Il contributo domandato alla valle di Fiemme è troppo forte. Perché nella valle di Cembra i comuni pagano solo 120.000 corone su 4 milioni di spesa preventivata, mentre Fiemme deve pagare quasi 2 milioni su 9 milioni e 300.000? Vedano i deputati di far usare una misura più equa di giustizia. Riguardo ai sorpassi, il deputato se ne è lavato le mani, ma intanto la Comunità una volta ingaggiatasi con un dato percento nell’impresa ferroviaria, dovrà pagare anche i sorpassi eventuali in concorrenza e così forse il contributo dei fiemmazzi potrà arrivare a 4 o 5 milioni. Come si farà a caricarsi di tali debiti, quando il bilancio della Comunità non è punto florido? E tutti questi sacrifici si dovranno fare per alcuni osti e per il comodo dei turisti che passano attraverso la valle per recarsi agli alberghi di montagna! Calcola che cosa dovrà venire a pagare il comune di Carano, dice che Cavalese, se la cosa andrà come vuole la maggioranza dei comuni, verrà a pagare circa 330.000 cor. In quanto al conguaglio degli altri comuni è vero che Predazzo promette delle rifusioni a destra e a sinistra, ma Predazzo, che è il comune più in miseria della valle, in realtà se ne rifà aumentando le addizionali che andranno a cadere sui censiti di tutta Fiemme. L’avv. Rizzoli dichiara quindi di non poter approvare il contegno del deputato e d’invitarlo invece a studiare un’altra proposta, che sia meno gravosa per Fiemme. L’on. Degasperi risponde assai felicemente, interrotto spesso da applausi. Altamente si meraviglia che l’avv. Rizzoli chiami in confronto il piccolo contributo richiesto ai poveri comuni di Cembra. Se lo facesse un censito di Moena e pretendesse che i danari destinati alla Lavis-Cembra venissero invece dedicati alla Predazzo-Moena, nessuna meraviglia! Ma che faccia tali confronti un antesignano del partito liberale nazionale, un parteggiante per la ferrovia di Cembra, muovendo quasi un rimprovero ai deputati di avere strappato al governo 4 milioni per un tronco dell’avisiana, questo gli sembra inconcepibile. È dunque vero che certi avversari per combatterci ricorrono ad argomenti contraddittori secondo gli uditori che li ascoltano: che a Trento gli amici dell’avv. Rizzoli ci chiamino traditori perché non abbiamo saputo ottenere l’avisiana fino a Grumes, cioè un tronco dell’avisiana per 6 milioni, che in Fiemme invece ci accusano d’aver favorito Cembra con 4 milioni, a spalle dei fiammazzi. Che dire poi del concetto che mostra oggi avere l’avv. Rizzoli d’una congiunzione ferroviaria? È strano che un rappresentante della coltura e del progresso dipinga ai contadini una ferrovia, come se si trattasse precipuamente di quattro osti e dei turisti. I forestieri passano anche oggi in automobile, ma la ferrovia deve servire anzitutto ai fiammazzi, alla loro importazione ed alla loro esportazione. Ma non fu proprio il D.r Rizzoli che parlò sempre del necessario progresso d’una ferrovia, e che eccitò la comunità a votare un milione e mezzo in azioni di fondazione per la ferrovia del compromesso? Forse che allora si poteva sperare in una rendibilità! In quanto ai possibili sorpassi, non è vero che la Comunità sarà chiamata a pagarli in concorrenza. La Comunità dà alla ferrovia non un percento della spesa, ma l’importo fisso di un milione in azioni di fondazione e 800.000 di priorità. Ma com’è del resto che tutto codesto pessimismo pervadeva l’avv. Rizzoli proprio in questo caso negli archivi della Comunità stanno parecchi progetti di finanziazione ma più pericolosi, o almeno altrettanto gravosi al suo patrimonio, incominciando dal conchiuso di finanziare e costruire da soli la Molina-Moena o la S. Lugano-Moena e terminando alle proposte del 1909. La proporzione dei pesi che vengono a gravare sui singoli quartieri e sui singoli comuni è cosa che riguarda i rappresentanti amministrativi e comunali di Fiemme, non il deputato politico della valle. Se Cavalese dovrà, come dice il D.r Rizzoli pagare troppo e non in proporzione, saranno responsabili quei rappresentanti di Cavalese che non hanno voluto sapercene di trattare con gli altri comuni, e nessun altro. Come poteva il deputato al Parlamento sapere che in Fiemme sorgerebbe a proposito del contributo ferroviario la questione della ripartizione di esso fra i comuni che sono rappresentati nel consesso. Nessuno, ch’egli sappia, ne parlò mai quando si trattò di altre finanziazioni ferroviarie, né quando si votò il milione e mezzo per il compromesso e nessuno gliene scrisse fino alla votazione dell’anno scorso. La questione scoppiò dopo, come altra volta scoppiò la questione vicinale, come sempre perché si ricorra a complicare col problema della comunità la questione tramviaria. Ma è ora una volta che anche in Fiemme le questioni pubbliche si trattino con maggiore sincerità e le si affrontino a visiera alzata ed alla luce del sole. L’oratore termina fra grandi applausi, scusandosi di dover chiudere, per recarsi a Moena. Il maestro dirigente Ciresa propone alla votazione un ordine del giorno nel quale Si proclama il volere di Fiemme di avere... prima attuata la ferrovia, si plaude ai rappresentanti del consesso… comuni che hanno votato in favore, si fa appello alla deputazione, perché promuova la definizione della vertenza, si fa un caldo ringraziamento all’on. Degasperi ed ai deputati della valle e fuori che lavorarono per la ferrovia di Fiemme e si riconferma loro la più ampia fiducia. La risoluzione è votata fra segni di approvazione e la gente esce commentando vivamente. L’impressione nel paese, non avvezzo ai contraddittori, è grande e del tutto favorevole al nostro deputato.

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