Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Per la difesa nazionale a S. Sebastiano e Carbonare

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Accenna a quelle persone di S. Sebastiano e di Carbonare che fecero inauditi sacrifici per sostenere la lotta giorno e notte. Vi fu un’epoca in cui noi davamo quasi perduta la causa nazionale, tanto era stato l’impeto, sì molteplici le insidie degli avversari. Pareva quasi una fiumana che invadesse, allagasse tutte le nostre valli. In quell'epoca ci apparve come diga invincibile questo paesello di cui prima quasi s’ignorava l’esistenza, Carbonare. E chi riscosse e mantenne la resistenza fu lo studente Carbonari. Fu egli forte, audace protagonista quando ormai sembrava esser giunta l’ultima ora ed è merito certo suo, se anche gli altri ripresero coraggio. Evviva Luigi Carbonari! (applausi). Signori di Trento di Rovereto, quando passa uno di questi nobili valligiani per le vostre vie, levatevi il cappello! Fate omaggio al carattere e all’integra coscienza (applausi). Serva questo comizio a riaffermare tutti nel buon proposito a continuare tutti sulla buona via. Il difendere e mantenere la nostra lingua e diritto di natura, impresso dalla Divinità creatrice nel nostro petto. È anche diritto che ci perviene per la costituzione austriaca, poiché quando all’Austria si diede il nuovo statuto, non vi si scrisse che una nazione è superiore ad un’altra, che i tedeschi potessero opprimere gli slavi, i polacchi i ruteni e così via, ma sta scritto che tutti i popoli, tutte le nazioni sotto lo scettro degli Asburgo debbano avere eguali diritti. Noi non siamo dei ribelli, dei rivoluzionari, non facciamo dell’irredentismo politico, ma vogliamo l’attuazione di quanto sta scritto nella legge. L’Imperatore, inaugurando col discorso del Trono la sessione parlamentare, disse di voler morire colla coscienza d’aver lasciato intatto ad ogni popolo il proprio possesso nazionale. Ed anche noi non vogliamo altro! Chi sono gli avversari che dobbiamo combattere? Forse i tedeschi, tutti i tedeschi? No, la maggior parte di loro vuol vivere in pace con noi. Noi combattiamo una data specie di tedeschi, e sono i prepotenti, i germanizzatori (applausi). Sono dappertutto così: in Polonia quando maltrattano i bambini nelle scuole, in Moravia quando graffiano le lapidi dei cimiteri, perché non sono scritte in tedesco. Il loro ideale è d’imporre a tutti la loro lingua, e d’intedescare i più che è possibile l’Austria per rimandarla in malora e costituire un grande Stato germanico. Per questo li chiamiamo pantedeschi o pangermanisti. Quando arrivarono al castello di Pergine, hanno issato forse la bandiera austriaca? No, sicuro, ma la tricolore germanica (abbasso!). Uno dei loro capi ad Innsbruck, il d.r Frank, ha forse chiuso il suo discorso col grido: viva l’Austria? No, ma tutti hanno gridato: viva la Pangermania! (abbasso!). Lo so, non tutti i soci del Tiroler Volksbund sono d’accordo con questo indirizzo, ma per noi basta e avanza che siano d’accordo questi mestatori e quegli emissari che vengono qui a parlare nel nome del Volksbuud! Non lasciamoci abbagliare da false promesse di vantaggi economici. È vero, dobbiamo cercare lavoro al Nord, ma sapete perché vi prendono? Non per amore, ma perché siete bravi lavoratori. Quanto vi danno non è regalato. Ed infine, perché non abbiamo lavoro in casa nostra? Chi è causa in gran parte della nostra miseria? Sempre i prepotenti, i quali per loro ottengono ferrovie, agli italiani invece della provincia lasciano l’onore di costruirgliele. Considerate un caso recente. Il capo del governo al Parlamento ha promesso ai nostri deputati di voler finalmente ricordarsi anche di noi, e di riparare all’abbandono in cui ci hanno lasciato tanti anni. Ebbene sapere chi è insorto subito contro il governo? Il partito dei prepotenti. Il loro giornale «Tiroler Tagblatt» dei 25 luglio, scrive che i tedeschi radicali staranno sull’attenti ed impediranno che si sazi la nostra fame coi denari tedeschi. Capite, ci vogliono sempre affamati perché ci trasciniamo sulle ginocchia a chiedere soccorsi dal loro Tiroler Volksbund. Qui o donne, vi mandano i vestitini, le camicette come regali a Natale, ma poi costringono i vostri uomini ad emigrare (applausi). Ora vogliono separarci, portare via tra noi la lotta per batterci. Siamo uniti, cerchiamo di formare una sola fratellanza trentina (applausi vivissimi). Chiediamo al governo quanto ci perviene per il nostro risorgimento economico, ma stiamo uniti e gridiamo: viva il Trentino nella sua fede cristiana e nella sua italianità (applausi generali).

La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

400234
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
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Se il progresso umano ascende a spirale, noi possiamo pensare che la storia ci ha ricondotto, ma più alto, al punto al quale il pensiero indagatore dell'uomo era giunto alla vigilia del dialogo socratico e che, come oggi si accenna a trascorrere dal criticismo all'idealismo, domani torneremo da questo al realismo, per poi travalicarlo ancora.

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