I nuovi accertamenti "impo-esattivi" di cui all'art. 29 d.l. n. 78 del 2010 (conv. in l. n. 122 del 2010) hanno come finalità principale - non quella di accelerare ma - quella di semplificare la funzione di riscossione attraverso la eliminazione della "fase formale" della iscrizione a ruolo e della notifica della cartella di pagamento: adempimenti che, in passato, si sono rivelati forieri di gravose (e spesso vincenti) contestazioni da parte del contribuente. Tale concentrazione della riscossione nell'accertamento è compatibile con la riscossione frazionata del tributo che continua ad apparire "necessitata", anche per l'assenza dell'espresso riconoscimento dell'azione di sospensione cautelare del tributo nei gradi successivi al primo. Tale proponibilità permane infatti problematica anche dopo la sentenza della Corte costituzionale n. 217 del 2010.
Il nuovo strumento si affianca, per i comuni, al Patto regionalizzato, con l'obiettivo di rendere più equilibrata la distribuzione dei pesi delle manovre correttive di finanza pubblica ed accelerare i pagamenti a favore delle imprese. Le compensazioni fra gli obiettivi di Patto e, quindi, gli scambi di spazi finanziari divengono possibili anche fra comuni appartenenti a regioni diverse, con allargamento del potenziale "bacino di mercato". Tuttavia, la sovrapposizione fra meccanismi aventi analoghe caratteristiche ma tempistiche diverse rischia di creare pericolosi cortocircuiti.
II procedimento di reclamo e mediazione tributaria si presenta come una disciplina che, pur rinviando la tutela giurisdizionale, può accelerare e rendere più efficiente la giustizia tributaria, favorire il riesame critico del proprio operato da parte del Fisco e promuovere rapporti più proficui fra le parti del rapporto impositivo. La circolare dell'Agenzia delle entrate n. 9/E del 2012, nell'illustrare le principali caratteristiche del nuovo istituto, risolve condivisibilmente le questioni relative all'individuazione degli atti impugnabili e del valore della lite. Perplessità emergono, invece, per i rapporti con l'accertamento con adesione e per la sospensione della riscossione in pendenza del procedimento di reclamo e mediazione.
Le novità in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, contenute nel D.L. 6 dicembre 2011 n. 201, convertito in L. 22 dicembre 2011 n. 214 (in G.U. 27 dicembre 2011) sono dettate negli artt. da 41 a 47 di detto decreto e mirano sia a razionalizzare e correggere precedenti e recenti interventi normativi nel settore (segnatamente, quelli introdotti con il cd. decreto sviluppo, D.L. n. 70/2011 e con il cd. statuto dell'impresa, L. n. 180/2011) sia ad accelerare la realizzazione delle grandi opere, mediante misure correttive della disciplina delle infrastrutture strategiche e delle concessioni di lavori pubblici da un lato acceleratorie e dall'altro lato volte a favorire il concorso del capitale privato alle grandi opere.