Accantonando come scarsamente rilevante la questione della natura dell'atto di ammissione alle prestazioni (atto amministrativo, contratto), Giannini mette a fuoco il problema dei rapporti tra prestazioni e servizi pubblici: rapporti il più delle volte costituiti in forma contrattuale ad onta della qualificazione pubblicistica data dalla dottrina. Nella fase più matura del suo pensiero Giannini sposta l'attenzione sulla questione del diritto alla prestazione, e quindi sulle eventuali basi costituzionali del diritto. Nello scritto sullo Stato sociale (nozione liquidata come inutile) Giannini mette comunque in luce la tendenza alla universalizzazione delle pretese a prestazioni sociali: una tendenza che oggi, a partire dall'ultimo decennio, appare recessiva.