Accanto ai diritti hanno una serie di doveri. Sono sottoposti ad apposita Commissione di Vigilanza e di disciplina (art. 49 del T. U. n. 1229/59), alla vigilanza del Presidente della Corte d’appello quelli che operano nel distretto; del Presidente del Tribunale quelli che operano nel circondario e del Pretore quelli addetti all’ufficio di Pretura nonché a quella dell’ufficiale giudiziario dirigente. Sono soggetti a sanzioni disciplinari (art. 60, T. U. n. 1229/59). Contraggono particolari responsabilità per gli atti del loro ufficio.
Accanto al tavolo un sedile sul quale Ero siede, e osserva la clessidra. Notte. Un raggio di luna incerto penetra or sì or no dal verone. Il vento porta le voci lontane dal mare.
Nannetta resta, Fenton le torna accanto)
(Alice si sarà seduta accanto al tavolo, avrà preso il liuto toccando qualche accordo)
. – Bardolfo e Pistola verso il fondo accanto alla porta di sinistra. – Poi M.rs Quickly.
Quickly e Meg accanto alla cesta dove c’è Falstaff nascosto. Poi ritornerà Alice dal fondo.
Un paravento chiuso sta appoggiato alla parete sinistra accanto ad un vasto camino. Armadio addossato alla parete di destra. Un tavolino, una cassapanca. Lungo le pareti un seggiolone e qualche scranna. Sul seggiolone un liuto. Sul tavolo dei fiori.
. – Fedora, sempre seduta accanto al fuoco, non se ne accorge.)
(Azucena si addormenta; Manrico resta genuflesso accanto a lei)
Azucena siede presso il fuoco, Manrico le sta disteso accanto sopra una coltrice, ed avviluppato nel suo mantello: ha l’elmo ai piedi, e fra le mani la spada, su cui figge immobilmente lo sguardo. Una banda di Zingari è sparsa all’intorno.
(Azucena si addormenta; Manrico resta genuflesso ed accanto a lei.)
Manrico le sta disteso accanto sopra una coltrice, ed avviluppato nel suo mantello; ha l’elmo ai piedi, e fra le mani la spada, su cui figge immobilmente lo sguardo. Una banda di Zingari è sparsa all’intorno.
Abbasso, accanto alla scala, un pozzo coll’abbeveratoio pel bestiame. In fondo, un piccolo muro taglia la scena da destra a sinistra. Nel centro del muro è un vano, con un cancello di legno. Tra il pozzo e il cancello, dietro al muro, un ciliegio che stende i suoi rami sul cortile. Nel cortile, aiuole e vasi con fiori. Qua e là, appoggiati al muro, aratri, rastrelli, falci. Sotto la tettoia, ceste e paglia. È l’alba. (I) (I) Il motivo dell’oboe è tolto dalla canzone popolare alsaziana: “Es trug vas Mädelein.”
In fondo, due grandi finestre a vetri colorati; accanto alle finestre due porte a invetriate. Le due finestre e la porta a sinistra, che danno accesso ad una terrazza, sono aperte. A sinistra, sul davanti, una piccola tavola con l’occorrente per scrivere. A destra, un po’ più in fondo, tavola da pranzo riccamente imbandita. Da un lato, tavola da servizio; qua e là qualche seggiola, una poltrona. A traverso la porta e le finestre aperte si vede la balaustra, a colonnine, della terrazza, alla quale si accede per mezzo di alcuni scalini. Più in giù,nel fondo, si scorgono i tetti delle case, le cime degli alberi. È il tramonto.
Accanto all’armadio, un focolare basso, sulla cui cappa stanno una vecchia pendola, un lume a petrolio senza campana, una bottiglia di whisky ed un bicchiere. Un’altra mensola a tre ripiani, accanto al focolare, con piatti, vasetti, oggetti di cucina. Dinanzi al focolare, una pelle di orso. Quasi dinanzi alla porta, un poco più verso il focolare, una tavola apparecchiata per uno. Della crema, dei biscotti, una torta, delle fette di carne, una zuccheriera. Lampada su la tavola. Fra la tavola e il focolare, una sedia a dondolo, fatta con un vecchio barile tagliato a metà e posto sopra due mezze lune di legno. Altre sedie di cuoio, disposte qua e là. Alle pareti sono appese delle vecchie oleografie e molti altri bizzarri oggetti.
Per lo spiazzo, che è come un bivacco dei minatori, sono stesi dei grandi tronchi abbattuti, che servono da sedile; accanto ad uno di questi arde un fuoco alimentato da grossi rami. Nella luce incerta della prim’alba la grandiosa fuga dei tronchi rossigni muore in un velo folto di nebbia. Da un lato, nell’ampio tronco d’un albero colossale, è scavato un ripostiglio d’arnesi da minatore – da un altro lato, tra felci ed arbusti, legato ad un ramo, un cavallo sellato.
Il Paggio gli sta accanto. Gioconda con Barnaba. Più tardi Enzo mascherato.
Il Paggio gli sta accanto. Gioconda.
Il Paggio gli sta accanto. Gioconda.
Il Similaun, accanto a Wally, era accarezzato da una piccola nuvola, e la ragazza, appoggiata la testa nelle mani, ne seguiva macchinalmente gli ondeggiamenti.»
Alcuni uomini vanno accanto alle donne, altri entrano nel casolare, altri si disperdono nell’orto. Fanuèl, appoggiato ad una colonna della vite, guarda Rubria. Incominciano a spargersi le prime ombre della notte.
Due porte laterali; una mette alla stanza di Miller, l’altra a quella di Luisa; accanto alla prima pende una spada ed una vecchia assisa da soldato: nel prospetto l’ingresso, ed una finestra, da cui scorgesi parte del tempio.
Due porte laterali; una mette alla stanza di Miller, l’altra a quella di Luisa; accanto alla prima pende una spada ed una vecchia assisa da soldato: nel prospetto l’ingresso ed una finestra, da cui scorgesi parte della chiesetta.
Quell'abbaglio nell'aria, il treno era fermo nella piana di Cerignola, il maggio rotolava di là dai finestrini, mia madre era morta all'alba, ed era accanto a me nel corridoio, era nell'angolo delle sue rose, sulla strada tra i rovi sotto il sole, il foulard nero con i fiori rossi, vedi laggiù, diceva, in fondo agli ulivi, vedi il colombaio bianco, la gazza saliva dal cespuglio gracchiando, accanto a noi sulla strada passi d'ombra ascoltavano i suoi racconti, mia madre era morta all'alba, la sua voce dalle sere d'inverno era venuta lì nel corridoio, era la musica dell'attesa con tutti quei toni che salivano scendevano quasi cantassero, ora ammansivano l'ansia dell'indugio, e il treno riprendeva affarmato il cammino, schiacciavo sotto i piedi la lontananza, non ti preoccupare, diceva, sapevo che stavi venendo, sapevo che stavi per arrivare, il maggio era un lenzuolo immenso di azzurro e di caligine, mia madre era morta all'alba, e la Puglia era il paese più lungo del mondo.
Dietro le siepi dei viali un'infinità di piccole pietre grige tutte delle medesime dimensioni tutte appartenenti a qualcuno da cercare, seguendo come noi le indicazioni dei cartelli tra campi riquadri file numeri fino al giusto rettangolo di neve di Giuseppe, proprio il nostro sento che dico a mio padre curvo accanto a me, con il fiore che ci siamo portati dall'Italia.