In particolare, non sembra ancora pienamente aderente al dettato costituzionale la lettura fornita dalla giurisprudenza di legittimità sugli accadimenti fiscali susseguenti alla cessione infrannuale di quote da parte di un socio di società di persone.
Nella prospettiva di un recupero dibattimentale delle dichiarazioni rese dalla persona offesa nel corso delle indagini preliminari, il giudice deve verificare se la impossibilità di ripetizione investiva l'atto sin dalla sua genesi, oppure se è stata causata da accadimenti intervenuti successivamente alla formazione del relativo atto di indagine risultando, così, non prevedibile la impossibilità di ascolto del dichiarante secondo le richieste dell'art. 512 c.p.p., verifica che deve essere ispirata a criteri di rigore e di logicità, proprio in ragione della natura eccezionale del meccanismo di recupero rispetto al principio di oralità del dibattimento. Dunque, se l'art. 512 c.p.p. consente l'acquisizione al fascicolo del dibattimento delle dichiarazioni rese dalla persona informata dei fatti durante la fase delle indagini preliminari solo quando l'impossibilità di ripetizione si caratterizzi come "sopravvenuta e non prevedibile", la norma non può trovare applicazione nell'ipotesi in cui si sarebbe potuto e dovuto prevedere che il dichiarante non avrebbe potuto ripetere l'atto in dibattimento.
Il grado elevato di allarme sociale prodotto dal reiterarsi di accadimenti luttuosi dipendenti da condotte di guida scriteriate o condizionate dall'assunzione di sostanze intossicanti, ha indotto reazioni politiche e nella giurisprudenza. Sotto il primo profilo, si segnala la presentazione di progetti legislativi volti ad innestare nel nostro sistema strumenti repressivi più severi, nella speranza, non è chiaro quanto fondata, che la minaccia delle conseguenze possa promuovere condotte più rispettose degli interessi degli altri utenti della strada. Sotto il secondo, la giurisprudenza mostra un rinnovato interesse per l'istituto del dolo eventuale, talvolta dimenticando i connotati qualificanti il modello di colpevolezza più intimamente legato al volere del reo. In entrambe le prospettive, però, i rischi che si affrontano non sembrano compensati dai benefici.