Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: accadere

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Aspetti problematici dell'esecuzione delle sentenze della Corte Edu in materia penale - abstract in versione elettronica

145797
Lattanzi, Giorgio 1 occorrenze
  • 2014
  • DoGi - Dottrina Giuridica
  • diritto
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L'esecuzione delle sentenze della Corte EDU può richiedere interventi di vario genere, di natura legislativa o giudiziaria, da un lato per porre rimedio, sul piano normativo, alle carenze ordinamentali riscontrate e, dall'altro, per reintegrare sul piano individuale il diritto leso. Per quest'ultimo scopo occorrono strumenti processuali che consentano al giudice di rimuovere il giudicato e di intervenire sul processo o sulla sentenza in modo da eliminare la violazione riscontrata dalla Corte EDU. Il legislatore però non ha approntato gli strumenti necessari e alla lacuna ha dovuto porre rimedio la giurisprudenza, sia della Corte di cassazione, sia della Corte costituzionale. Questa Corte in particolare ha dovuto prendere atto dell'inerzia del legislatore e ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 630 c.p.p., creando un procedimento duttile, "un diverso caso di revisione", in grado di rispondere alle varie esigenze applicative relative all'esecuzione delle sentenze della Corte EDU. Questioni diverse si pongono a seconda che l'esecuzione riguardi la persona cui si riferisce la sentenza della Corte EDU o terzi che abbiano subito il medesimo trattamento convenzionalmente illegittimo. Secondo l'A. nel primo caso, se la violazione dipende da una norma interna, non occorre che l'esecuzione sia preceduta dalla dichiarazione della sua illegittimità costituzionale, perché il giudice non è più tenuto ad applicare tale norma ma deve ricercare e trovare la regola cui attenersi nella stessa sentenza. Nel secondo caso invece, non riguardando questa direttamente la persona che ne chiede l'esecuzione, si pone per il giudice, nei confronti della norma che ha dato causa alla violazione e dalla quale non può prescindere, l'alternativa tra l'interpretazione conforme e la questione di legittimità costituzionale, essendo esclusa la possibilità di disapplicazione. Può però accadere che alla regola convenzionale violata faccia riscontro, anziché una norma contrastante, una lacuna dell'ordinamento nazionale, e occorra perciò, anziché una dichiarazione di illegittimità costituzionale, una interpretazione conforme additiva, con l'aggiunta nel sistema processuale di un'ulteriore garanzia che mancava. L'A. ricorda infine che per dare esecuzione alle sentenze della Corte EDU è necessario nella maggior parte dei casi far cadere il giudicato e che secondo la giurisprudenza, sia della Corte di cassazione, sia della Corte costituzionale, non solo nei confronti della persona cui si riferisce la decisione, ma anche nei confronti delle altre persone che si trovano nella medesima situazione, la rimozione della lesione ancora in corso di un diritto fondamentale non può essere impedita dall'esistenza di un giudicato.

Isee e rendita infortuni: una nuova spinta, passo passo, verso un "welfare" assistenziale per soggetti autenticamente bisognosi - abstract in versione elettronica

146095
Acconcia, Pasquale 1 occorrenze
  • 2014
  • DoGi - Dottrina Giuridica
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Proprio per salvaguardare quest'ultima funzione, essenziale "garanzia assicurativa" dei livelli adeguati di tutela confermati dalla Costituzione, l'A. propone che, comunque, nel considerare la rendita la si equipari ai redditi mobiliari, in analogia a quanto dovrebbe accadere per le somme percepite dall'invalido quale indennizzo in capitale per danno biologico.

Riformare la legge elettorale per via giudiziaria? Un'indebita richiesta di "supplenza" alla Corte costituzionale, di fronte all'ennesima disfatta della politica - abstract in versione elettronica

148059
Grosso, Enrico 1 occorrenze
  • 2014
  • DoGi - Dottrina Giuridica
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Ma cosa può accadere, quando è lo stesso legislatore a rifiutarsi, o comunque a mostrarsi palesemente incapace, di esercitare la propria funzione politico-rappresentativa?

I controlli sul lavoratore e la tutela dell'azienda - abstract in versione elettronica

150247
Minervini, Annamaria 1 occorrenze
  • 2014
  • DoGi - Dottrina Giuridica
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Ciò non significa che il controllo sia sempre esercitato; tuttavia può anche accadere che venga svolto con particolare assiduità. Proprio per tale ragione nel 2007 si è reso necessario l'intervenuto del Garante della Privacy, a seguito del quale anche la giurisprudenza di merito e di legittimità si è più volte espressa nel senso di un generale ripensamento circa l'ampiezza dei poteri di controllo prima attribuiti al datare di lavoro attraverso il sistema dei c.d. "controlli difensivi".

Accollo interno ed esterno, in relazione ai vizi dell'obbligazione "accollata" - abstract in versione elettronica

151805
Stefini, Umberto 1 occorrenze
  • 2014
  • DoGi - Dottrina Giuridica
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La Corte di cassazione affronta il tema della natura giuridica dell'accollo "interno", sottolineando come l'obbligazione dell'accollante, di sollevare l'accollato dal peso economico di un suo debito pregresso, non comporti alcuna successione nell'obbligazione originaria (a differenza di quanto può accadere nell'accollo esterno), rimanendone sostanzialmente autonoma: questo conduce a fare alcune considerazioni sulla possibilità che i "vizi" del contratto fonte dell'obbligazione originaria possano "propagarsi" al contratto che realizzi un accollo interno. Salva l'ipotesi che quest'ultimo non sia a sua volta nullo per impossibilità o indeterminatezza dell'oggetto, sembra che il rimedio si possa trovare, sul piano risolutorio-risarcitorio, nella "exceptio doli generalis", colpendo l'eventuale comportamento abusivo del debitore accollato, che scorrettamente pretenda di essere tenuto indenne da un'obbligazione (in tutto o in parte) inesistente. La Suprema Corte si sofferma anche sulla natura giuridica dell'accollo esterno, qualificato come contratto a favore di terzo, sottolineando come il creditore acquisti immediatamente il diritto contro l'accollante in virtù dell'accordo tra questi e l'accollato, senza che sia necessario alcun consenso da parte dello stesso accollatario, nemmeno come "condicio juris" d'efficacia dell'accollo nei suoi confronti: il consenso dell'accollatario serve solo a rendere irrevocabile la stipulazione a suo favore. La soluzione, condivisibile, appare però difficilmente conciliabile con l'idea, introdotta da Cass. n. 9982/2004, secondo cui, nell'accollo esterno cumulativo, l'obbligazione dell'accollato degradi sempre a sussidiaria rispetto a quella dell'accollante: se così fosse, sembrerebbe impossibile prescindere dal consenso del creditore, quantomeno come condizione di efficacia dell'accollo nei suoi confronti (in questo senso, infatti, la sentenza del 2004).

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