Il presidente Terracini non era a Montecitorio; si trovava in quel momento in via Botteghe Oscure, presso la direzione del partito comunista, insieme al Sottosegretario agli Esteri Eugenio Reale; gli telefonarono quello che stava accadendo, rispose che sarebbe venuto, ma naturalmente pensò che la presenza della «Celere» sarebbe stata più necessaria della sua. A Reale, del resto, nessuno disse che il suo ministro si trovava in quel momento a piè del muro circondato da una folla minacciosa.