L'elaborazione delle cosiddette mediane ha richiamato l'attenzione sui parametri bibliometrici, estranei a gran parte dell'universo accademico, quello delle scienze non dure. La medicina legale si ritrova cosi ad essere investita da un radicale cambiamento, sotto certi punti di vista "epocale": che rischia di cogliere di sorpresa i soggetti interessati in quanto, di fatto finisce per cambiare in corsa "le regole del gioco". In questo lavoro gli A. confrontano le problematiche legate ad un utilizzo imprudente del parametro H-index preferito dalla bibliometria all' "impact factor" e riconosciuto dalle istituzioni pubbliche coinvolte nelle procedure di valutazione. Sulla scorta della letteratura internazionale, che già da tempo ha confrontato l'argomento, vengono analizzati i punti di criticità.
Nel corso del tempo, però, ha assunto una notevole rilevanza in ambito accademico, diventando finanche un requisito imprescindibile per la ricerca e, soprattutto, per la valutazione della qualità della stessa. Gli AA., sulla scorta di una autorevole bibliografia già caratterizzante per altre discipline, contestualizzano le problematicità derivanti dall'uso improprio di questo parametro statistico specificatamente al settore medico-legale. Criticità derivanti dalla strumentalizzazione che a diverso titolo, soggetti del mondo accademico e dell'editoria privata, fanno dell'"Impact Factor" condizionato da variabili difficilmente applicabili alle esigenze di imparzialità e trasparenza della ricerca scientifica.
Tuttavia, la ricchezza di strumenti e ricostruzioni messa sul piatto dal dibattito (soprattutto accademico), con la pretesa di risolvere in un'unica battuta i dubbi intorno ai quesiti eziologici più spinosi, finisce sovente per mostrarsi incapace di comprendere le variabili forme che le pieghe del giudizio risarcitorio fanno assumere alla dimensione causale.
La scomparsa di Giorgio Marinucci, professore emerito nell'Università degli Studi di Milano e accademico dei Lincei, lascia un grande vuoto nel mondo penalistico. La sua figura di studioso eminente costituiva un punto di riferimento non solo per la comunità accademica, ma anche per tutti coloro che esercitano l'attività professionale di magistrato o avvocato in campo penale. La sua produzione infatti annovera, accanto a opere scientifiche di grande respiro dogmatico e opere didattiche, molti scritti di impegno civile e lavori destinati a guidare utilmente l'esperienza applicativa del diritto penale elevandone il livello e la qualità intellettuale.