Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: accademici

Numero di risultati: 7 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

La costituzione del partito (1. Appello al Paese, 2. Programma)

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Sturzo, Luigi 2 occorrenze
  • 1919
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 66-71.
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E perché lo stato sia la più sincera espressione del volere popolare, domandiamo la riforma dell'istituto parlamentare sulla base della rappresentanza proporzionale, non escluso il voto alle donne, e il senato elettivo, come rappresentanza direttiva degli organismi nazionali, accademici, amministrativi e sindacali; vogliamo la riforma della burocrazia e degli ordinamenti giudiziari e la semplificazione della legislazione, invochiamo il riconoscimento giuridico delle classi, l'autonomia comunale, la riforma degli enti provinciali, e il più largo decentramento nelle unità regionali.

Pagina 66

X. - Riforma elettorale politica con il collegio plurinominale a larga base con rappresentanza proporzionale. Voto femminile. Senato elettivo con prevalente rappresentanza dei corpi della nazione (corpi accademici, comune, provincia, classi organizzate).

Pagina 70

La regione

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1921
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 194-231.
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Nel precisare le caratteristiche della regione e le sue funzioni, i timori politici cadranno facilmente; tanto più che oggi, dopo sessant'anni di unità nazionale, la cui forza morale e penetrata nelle masse ed è base sentita dell'educazione politica del nostro popolo, nessuno può onestamente pensare che una costruzione amministrativa e rappresentativa della regione possa avere caratteri o ripercussioni antinazionali. Né è serio l'altro timore, affermato anche recentemente sopra una rivista, che il movimento regionale disgreghi lo stato; secondo noi lo rafforza nella sua caratteristica statale eliminando la debolezza organica dell'accentramento amministrativo. Certo noi non neghiamo, anzi confermiamo la nostra tendenza politica espressa nell'appello al paese del 18 gennaio 1919 in questi termini: «Ad uno stato accentratore, tendente a limitare e regolare ogni potere organico e ogni attività civica, vogliamo sul terreno costituzionale sostituire uno stato veramente popolare, che riconosca i limiti della sua attività, che rispetti i nuclei e gli organismi naturali — la famiglia, le classi, i comuni — che rispetti la personalità individuale e incoraggi le iniziative private. E perché lo stato sia la più sincera espressione del volere popolare, domandiamo la riforma dell'istituto parlamentare sulla base della rappresentanza proporzionale, non escluso il voto alle donne, e il senato elettivo, come rappresentanza diretta degli organismi nazionali, accademici, amministrativi e sindacali; vogliamo la riforma della burocrazia e degli ordinamenti giudiziari e la semplificazione della legislazione; invochiamo il riconoscimento giuridico delle classi, l'autonomia comunale, la riforma degli enti provinciali e il più largo decentramento nelle unità regionali».

Pagina 205

Crisi e rinnovamento dello Stato

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Sturzo, Luigi 2 occorrenze
  • 1922
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 232-263.
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E perché lo stato sia la più sincera espressione del volere popolare, domandiamo la riforma dell'istituto parlamentare sulla base della rappresentanza proporzionale, non escluso il voto alle donne, e il senato elettivo come rappresentanza diretta degli organismi nazionali accademici amministrativi e sindacali; vogliamo la riforma della burocrazia e degli ordinamenti giudiziari e la semplificazione della legislazione; invochiamo il riconoscimento giuridico delle classi, l'autonomia comunale, la riforma degli enti provinciali e il più largo decentramento nelle unità regionali».

Pagina 233

La rappresentanza politica, amministrativa e sindacale, su base proporzionale, deve tendere a dare a tutto il popolo la maggiore partecipazione possibile alla vita organica del paese; e mentre il sistema maggioritario rappresentativo liberale era a base di suffragio limitato, come espressione della classe borghese dominatrice nelle alterne vicende dei conservatori e dei progressisti, nella pura espressione individualista, il sistema della proporzionale corregge il suffragio universale conquistato dalla democrazia e fa il primo passo verso l'organicità parlamentare. Il suffragio femminile ne dovrà essere legittima conseguenza. Però riconosciamo che tale rappresentanza popolare dovrà essere corretta da un'altra camera, il senato, che non sia, come è oggi, attraverso il potere regio, un' emanazione arbitraria del potere esecutivo, ma una legittima e diretta rappresentanza organica dei corpi accademici, degli organismi statali (magistratura, università, consiglio di stato, e corpi diplomatico e militare), dei corpi amministrativi (regioni, provincie, comuni), dei corpi sindacali (datori di lavoro ed operai); con elezione di secondo grado e sopra liste limitate di eleggibili.

Pagina 250

Il Partito Popolare Italiano

403418
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 92-127.
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. — Riforma elettorale politica con il collegio plurinominale a larga base, con rappresentanza proporzionale. Voto femminile. Senato elettivo con prevalente rappresentanza dei corpi della Nazione (corpi accademici, Comune, Provincia, classi organizzate).

Pagina 121

La crisi religiosa in Francia (Lettere al "Corriere della Sera")

404012
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 207-245.
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I ventitre, accademici di Francia per la massima parte, detti cardinali verdi dal colore del loro abito accademico, che avevano firmato la nota petizione a Pio X, supplicandolo di accettare la legge di separazione, e con essi molti cattolici intelligenti si vanno sempre più disinteressando delle cose della Chiesa: anche nel laicato più modesto un senso di sfiducia e di sgomento si diffonde rapidamente. La gioventù laica, in particolar modo, si va, per opera della scuola laica (1'insegnamento libero universitario non ha prodotto effetti notevoli) sempre. più staccando dalla Chiesa; e non è dubbio che alle venture elezioni i cattolici avranno ancora minore vantaggio che nelle ultime scorse. La Repubblica si è consolidata ed ha messo radici profonde nell'anima francese; e l'idea repubblicana è così strettamente legata (per colpa, in gran parte, dei cattolici) a un concetto laico ed areligioso della vita che non fa meraviglia vedere le due cose crescere e diffondersi insieme.

Pagina 219

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