Il fluire delle idee e il loro scambio tra i protagonisti del diritto (accademici, avvocati e giudici) rappresentano la principale risorsa per il costante rinnovamento di quest'ultimo.
Infatti, per un verso, la collaborazione tra il giurista e il "Principe" è da considerarsi una costante della storia del diritto; per altro verso, le gravi colpe della politica e la complessità del contesto attuale dovrebbero indurre il medesimo giurista a farsi carico sia di svolgere attività di "pedagogia istituzionale" a più ampio spettro (vale a dire anche al di là dei tradizionali luoghi e schemi accademici), sia di sperimentare nuovi percorsi interpretativi (consentiti dalla struttura aperta degli enunciati della Costituzione repubblicana), sia di offrire un apporto scientifico capace di favorire scelte politico-normative più illuminate e conformi alla matrice assiologica dell'ordinamento. In altre parole, anche e soprattutto per la scienza giuridica, dovrebbe valere il vecchio, ma non certo desueto, brocardo latino: "salus rei publicae suprema lex esto".