Contro la manifesta ostilità di Wakefield verso le pretese accademico-scientifiche vantate dai cameralisti accademici, Schiera riprende la vecchia lettura di Albion W. Small che, a Chicago nel 1909, studiava "The Cameralists" come "pionieri della politica sociale tedesca", verificandola alla luce di Federico il Grande. La conclusione è che, nella sua azione concreta, quest'ultimo ha saputo rendere più solida la base politico-amministrativa del suo Stato, attrezzandolo per i nuovi compiti che avrebbe svolto dopo la salita della Prussia al rango di potenza europea: fra il re-soldato e il re-filosofo, c'era insomma spazio anche per il re-amministratore. Schiera trae da ciò indicazioni anche per i problemi "globali" di oggi.
Il saggio è dedicato agli sforzi riformisti politici, istituzionali e accademici; riporta gli innumerevoli ma vani progetti parlamentari susseguitisi; sottolinea che le soluzioni cui il Parlamento sembra guardare siano più o meno le stesse riproposte per quattro decadi. Nel paragrafo finale sono proposte valutazioni complessive e possibili insegnamenti.