"Pecunia non olet": postilla a margine di un convegno sulla ricerca accademica nelle discipline penalistiche nell'ottica di "Horizon 2020"
Negli ultimi anni, le istituzioni, la pratica manageriale e la letteratura accademica hanno rivolto un interesse crescente al tema delle imprese creative e dell'economia della creatività. Tuttavia, il "focus" si è concentrato soprattutto sulle organizzazioni culturali, trascurando, con poche eccezioni, le imprese creative di servizi e le complesse dinamiche innovative che prendono forma al loro interno. Per contribuire a colmare tale "gap", gli AA. attingendo a diversi filoni di ricerca, sviluppano un modello concettuale che prevede quattro dimensioni interdipendenti dell'innovazione nelle imprese creative di servizi: innovazione espressiva, strategica, esperenziale ed organizzativa. Ognuna delle dimensioni del modello implica forme reticolari interne o esterne all'organizzazione che interessano diverse categorie di soggetti: gli utilizzatori, il pubblico, i concorrenti o il "team" creativo. Il lavoro propone quindi un concetto esteso di innovazione creativa, fornendo un contributo teorico utile a spiegare e gestire meglio le complesse forme con cui si dispiegano i processi innovativi in queste particolari imprese di servizi e suggerendo nuove prospettive per la ricerca futura.
Poi vengono rivisitate le opinioni di Romano riguardo le fonti del diritto trattate nei suoi scritti, sia in quelli relativi ai primi anni della carriera accademica, sia nei lavori della maturità. Infine, un'attenzione particolare viene riservata al ruolo assunto dalla "necessità" nella sua concezione del fenomeno giuridico. Un'indagine alla ricerca dei fondamenti concettuali di un pensiero giuridico decisivo, nonché di qualche spunto per orientarsi nell'odierna crisi delle fonti.