Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Caring for persons in the persistent vegetative state and Pope John Paul II's March 20, 2004 address on life-sustaining treatments and the vegetative state - abstract in versione elettronica

90697
May, William E. 1 occorrenze
  • 2005
  • DoGi - Dottrina Giuridica
  • diritto
  • ITTIG
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L'A. parte da un breve resoconto del suo coinvolgimento nella questione, concentrandosi sugli incontri dei filosofi morali/teologi, medici, giuristi e infermieri che presiedette nel 1986 per discutere l'argomento in profondità, dopo la dichiarazione della Pontificia Accademia delle Scienze del 1985 che affermava che in trattamento delle persone in uno stato di incoscienza permanente non è obbligatorio ma che tutta l'assistenza, compresa la nutrizione, dovrebbe essere loro profusa. Questi incontri portano l'A. stesso e alcuni altri a cambiare le loro precedenti opinioni, secondo cui non era obbligatoria la nutrizione, e a scrivere un documento, pubblicato nella rivista Issues in Law and Medicine nel 1987 e firmato da più di 90 studiosi, in cui vengono fornite le ragioni per cui tale nutrizione è moralmente necessaria in modo ordinario. Egli analizza quindi i punti di vista delle diverse fonti sull'argomento, compresi i vescovi cattolici e gli studiosi, dai primi anni 80 fino al pronunciamento di Giovanni Paolo II del 20 marzo 2004. In particolare egli presenta l'argomento assai influente presentato da Kevin O' Rourke, O.P. che afferma che un'adeguata lettura del discorso del 1957 di Papa Pio XII sosterrebbe l'opinione secondo cui tale somministrazione di cibo/acqua è straordinaria perché non permette al soggetto in stato di incoscienza permanente di perseguire il fine spirituale della vita. L'A. mostra che questa interpretazione di papa Pio XII è grossolanamente imprecisa. L'A. quindi riassume il discorso di Giovanni Paolo II del 20 marzo affermando che la nutrizione di tali persone è una questione di assistenza ordinaria ed è obbligatoria. Egli poi esamina l'accoglienza estremamente ostile che questo discorso ha avuto da parte di molti teologi, che hanno affermato che esso non è compatibile con l'insegnamento della tradizione cattolica, o che impone gravi pesi non necessari a coloro che forniscono le cure, o che non era ben ragionato, ecc. L'A. conclude con la difesa del discorso di Giovanni Paolo II, rispondendo alle obiezioni sollevategli contro.

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