Il contratto a termine "acausale" prima del D.L. 34/2014
La pronuncia in commento, pur intervenendo su un tessuto normativo ormai da tempo superato (L. n. 230/1962 e L. n. 56/1987), apre, mediante un "obiter dictum", ad alcune riflessioni sul ruolo del contratto a tempo determinato quale eccezione rispetto all'assunzione "sine die" e sugli spazi per l'assunzione a termine "acausale", almeno sino alla recente "liberalizzazione" dell'istituto ad opera del D.L. 34/2014 (convertito in L. 78/2014). Ne emerge un quadro non privo di interrogativi e contraddizioni, frutto di una disciplina oggetto di continui interventi del legislatore nel tempo, non sempre coerenti con il principio cardine, di recente riaffermato, per cui il contratto a tempo indeterminato costituisce la "forma comune di rapporto di lavoro" (art. 1, comma 1, D.Lgs. 368/2001, nella sua attuale formulazione).
Quanto al lavoro somministrato, risente delle modifiche introdotte al tempo determinato: ampliamento "acausale" e contrazione o flessibilizzazione negoziata degli stacchi.