L'elusione nell'imposta di registro tra l'abuso del "diritto" e l'abuso del potere
Pluralità di azioni a tutela dello stesso diritto (frazionato) o abuso del diritto di azione)
L'art. 2497 c.c. consente invece di agire in responsabilità nei casi di abuso dei poteri di direzione e coordinamento, sì che l'abuso è sanzionato sul piano risarcitorio, ma non con lo strumento dell'assoggettamento a fallimento.
Abuso di diritto e decisioni di merito: la cautela è d'obbligo
Il giudicato esterno cede all'abuso del diritto (ma non solo)
Fatti economici "apparenti" e obbligazione tributaria: l'abuso del diritto entra nel "recinto" della simulazione
Contro l'abuso del diritto
L'A. rileva come l'abuso del diritto, quale strumento di giustizia correttiva del contratto, si presti a valutazioni arbitrarie e spesso manchi di una valenza euristica autonoma. In presenza di contratti sbilanciati tra imprenditori (c.d. terzo contratto), in cui la dipendenza economica tra le parti si interfaccia strettamente con la struttura economica di riferimento, sarebbe più opportuno riferirsi al concetto di abuso di dipendenza economica, interpretato estensivamente oltre i limiti del contratto di subfornitura, con l'ausilio di parametri economici più specifici in luogo del principio generale di buona fede posto tradizionalmente a base del concetto di abuso del diritto.
Questioni giurisprudenziali in tema di subfornitura industriale, abuso di dipendenza economica e contratti di distribuzione
Il libero gioco della concorrenza non riesce ad impedire forme di abuso di posizione dominante, spesso realizzate mediante imposizione di condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose. L'interprete, sia esso il giudice o l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, chiamato a valutare l'ingiustificata gravosità di una clausola contrattuale, non può che prendere atto dell'inesistenza di un criterio normativo di riferimento. Il silenzio del legislatore giustifica un'indagine volta ad individuare una possibile nozione di condizione contrattuale ingiustificatamente gravosa verificando l'incidenza di quest'ultima sulle relazioni contrattuali oggetto dell'abuso.
Il ruolo dell'infermiere professionale nella diagnosi di abuso sui minori: un primo importante passo verso l'infermieristica forense in Italia
Abuso d'ufficio: inosservanza del C.C.N.L. e violazione di norma di legge
Abuso del diritto e uso dell'argomentazione
Ricostruito l'iter argomentativo della sentenza, incentrato sulla buona fede oggettiva e sull'abuso del diritto, il commento sottolinea la scarsa pertinenza del richiamo alla buona fede per intervenire sul regolamento contrattuale, e la difficoltà di inquadrare come abuso nelle modalità di esercizio del diritto la fattispecie. Propone una diversa prospettiva alla cui luce il caso avrebbe potuto essere inquadrato.
Abuso d'ufficio ed immediata precettività del principio di imparzialità del giudice di cui all'art. 111, comma 2, Cost
"anomalo" al credito costituisce abuso del diritto di difesa, sanzionabile mediante condanna per responsabilità processuale aggravata
Si palesano, quindi, le differenze tra abuso di direzione unitaria ed abuso della dipendenza economica.
Le conseguenze giuridiche del mancato rispetto della destinazione economica della res concessa in usufrutto: teoria dell'abuso o dell'eccesso di diritto?
Inquadramento sistematico, uso ed abuso
Abuso del diritto e irrogazione di sanzioni: necessità di intervento legislativo
Abuso di informazioni privilegiate, momento consumativo e competenza territoriale
Gruppi societari, responsabilità e cash pooling come possibile strumento di abuso di dominio alla luce della novella tedesca "MOMING"
L'asserito abuso della chiamata ereditaria nell'imposta successoria
Abuso del diritto, poteri di accertamento e principio di legalità
Il debutto dell'abuso del diritto nell'ICI
Con la sentenza n. 25127 del 2009, la Corte di cassazione afferma che la simulazione di un vincolo di pertinenza, al fine di ottenere un risparmio fiscale, va inquadrata nella più ampia categoria dell'abuso di diritto. Il riferimento all'abuso del diritto, nel caso di specie, sembra però inadeguato, in quanto già l'ordinamento prevede strumenti idonei a sanzionare tale arbitrario comportamento del contribuente.
Consulenza fiscale e abuso del diritto tributario
La Cassazione prosegue nell'opera di "cesellatura" della nozione di abuso del diritto
L'"abuso del diritto" tra concetti astratti e rilevanza del fatto economico
Il vantaggio fiscale, elemento fondamentale delle nozioni di "abuso del diritto" e di "elusione", richiede un confronto tra l'operazione concretamente realizzata e quella che il contribuente avrebbe potuto realizzare, ma, per qualche ragione, non ha posto in essere. È evidente, pertanto, che il giudizio sull'"abuso" impone di far luce "in primis" sulla situazione fattuale di riferimento, contrariamente a quanto indicato dalla Suprema Corte nella sentenza n. 9476 del 2010.
L'imposta di registro e l'interpretazione degli atti incentrata sulla sostanza economica nell' "abracadabra" dell'abuso del diritto
Contratto di franchising ed abuso di direzione e coordinamento contrattuale
Il divieto di abuso del diritto fiscale: profili evolutivi, (asseriti) fondamentali giuridici e connotati strutturali
La rilevanza penale della violazione di legge in tema di abuso d'ufficio
., non è un rimedio utilizzabile per sanzionare labuso della personalità giuridica, ricollegabile allabuso del dominio della società controllata e, perciò, sanzionato ai sensi dellart. 2497 c.c.
Elusione e abuso del diritto: tra ipotesi di integrazione ed esigenze di certezza normativa
Nel presente lavoro s'intende svolgere alcune riflessioni in merito all'evoluzione della disciplina fiscale anti-abuso. Partendo dall'art. 37- bis del d.p.r. 29 settembre 1973, n. 600 ed analizzando gli elementi fondanti di tale norma, si giunge ad esaminare il principio dell'"abuso del diritto", così come elaborata dalla giurisprudenza comunitaria prima, e nazionale poi. Si sottolinea, altresì, la necessità di introdurre una norma "scritta" nell'ordinamento tributario italiano che possa far superare gli attuali limiti applicativi del principio "non scritto" dell'"abuso del diritto". A tal proposito si richiama una recente proposta di modifica del citato art. 37-bis che potrebbe dare impulso ad un dibattito costruttivo sul delicato tema de quo. Va, riconosciuto, che l'elaborazione di un principio formale che tenga conto del costante orientamento giurisprudenziale in materia di "abuso del diritto", limitandolo ovvero rafforzandolo laddove è necessario, contribuirebbe ad alimentare la certezza del diritto e a disincentivare il contenzioso tra fisco e contribuenti. Infine, si esaminano i presupposti applicativi del principio dell' "abuso del diritto" e le differenze con la clausola antielusiva generale ex art. 37-bis del d.p.r. n. 600 del 1973.
Abuso del diritto: il contratto inopponibile all'erario
Si tratta di un principio - l'abuso del diritto - implicito nel diritto tributario, tratto dall'art. 53 Cost., e precisato con le sentenze delle SS.UU. della Corte di Cassazione del dicembre 2008, sul modello fissato dalla Corte di Giustizia. Il contratto o il negozio giuridico abusivo è il mezzo che consente l'ottenimento di un indebito vantaggio tributario ed è, pertanto, "inopponile" all'erario. La decisione in commento richiama espressamente questi risultati giurisprudenziali e, in modo innovativo, accosta la nozione di divieto di abuso del diritto a quella di contratto simulato o nullo perché in frode alla legge. In base al divieto di abuso del diritto, il presupposto del risparmio fiscale indebito è la realizzazione di contratti o negozi giuridici al fine di applicare una norma tributaria favorevole. Il riferimento alle ragioni economicamente apprezzabili, contenuto nel principio di abuso del diritto elaborato dalle SS.UU., ne limita l'applicazione alle operazioni compiute nell'ambito di un'impresa o di un'attività professionale. Infine, il divieto in questione, come definito dalle SS.UU., non riguarda quelle norme di favore costituenti un'agevolazione fiscale.
La figura della consigliera nazionale di parità e sua destituzione: spoils system legittimo o abuso di revoca fiduciaria?
Recesso ad nutum, buona fede e abuso del diritto
La Nota focalizza l'attenzione sul rapporto tra controllo dell'esercizio del diritto attuato attraverso il criterio dell'"abuso" e controllo attuato attraverso il canone della buona fede. Mentre la sentenza in commento sovrappone i due tipi di giudizio e di valutazione, l'A. avanza la tesi secondo cui "abuso del diritto" e "buona fede" rappresentano nozioni distinte, e danno vita a "tecniche" di controllo degli atti di esercizio dei diritti diverse sia sotto il profilo dei presupposti sia sotto il profilo dei rimedi.
"Contrazione" delle relazioni commerciali ed abuso di dipendenza economica
Abuso del diritto e abuso di dipendenza economica
Dopo aver individuato il punto di saldatura tra la teorica dell'abuso del diritto e il divieto di abuso di dipendenza economica nella possibilità per il giudice di sindacare la conformità tra l'esercizio di un diritto di fonte contrattuale e l'interesse in virtù del quale il diritto stesso è riconosciuto dall'ordinamento, l'A. si domanda se i problemi di dipendenza da rapporti commerciali, come quelli che hanno dato origine alla controversia poi sfociata nella recente sentenza della Cassazione del 18 settembre 2009, possano trovare una risposta più adeguata nella disciplina dell'abuso di dipendenza economica. Poste queste considerazioni, l'A. prosegue muovendo una critica a un certo atteggiamento giurisprudenziale, ben esemplificato dalla giurisprudenza sulla riducibilità ex officio della clausola penale così come dalla recente pronuncia sull'abuso del diritto, sempre più insofferente alla mediazione del dato normativo e sistematico infra-costituzionale.